In Anti & Politica, Economia, Primo Piano

di LEONARDO FACCO

Il mio pensiero potrebbe trovare una sintesi in un semplice aforisma: “Il governo non è la soluzione, ma è il problema”. E quando dico governo intendo tutta quell’infausta macchina che ruota intorno allo Stato e al parafernale politico “democratico”, cominciando dai partiti che ne rappresentano le fondamenta ideologiche.

Da libertario – insieme a molti altri – ho agito e diffuso idee in questo senso e quando ho letto l’inchiesta di Renato Mannheimer (sondaggio Ispo), riportata sul Corriere di ieri, e intitolata “Solo l’8% degli italiani stima ancora i partiti”, ho avuto un soprassalto di libidine. Qualche riga dopo, affrontando le intenzioni di voto degli elettori, ho notato quest’altra frase: “Questo però non fa che aumentare l’indecisione degli elettori. Ecco spiegata la ragione dell’aumento di indecisi e astenuti o di chi, il 45%, alla domanda su quale partito voterà alle prossime elezioni risponde: non mi piace nessuno”.

Ho già avuto modo di scrivere che il 2012 sarebbe stato un anno cruciale. Ora, mi auguro di cuore che possa diventare l’anno in cui la società civile si riappropria di quegli spazi che lo Stato (leggasi i partiti) ha occupato nel corso degli anni, senza che nessuno glielo abbia chiesto. La società civile, ovvero “la somma di tutte le associazioni naturali e volontarie” – però – dovrebbe rendersi conto che per tornare ad essere protagonista deve sottrarsi al giogo della “società politica”, familiarmente chiamata casta. Quest’ultima, occupando lo Stato – e alimentando le clientele coi soldi dei contribuenti – ne ha fatto strumento di oppressione, aumentando a dismisura le sue funzioni, le sue prerogative, le sue azioni, le sue pretese. Tutto ciò trasformando la tassazione in un manganello tributario.

Oggi, la nostra azione economica – la nostra libertà insomma – è intermediata da una classe di burocrati e parassiti che interferisce in ogni attività. C’è sempre una norma idiota che qualcuno pretende venga rispettata. C’è sempre un premier “imbecille” (leggasi Monti) che impone una gabella nuova e fa passare per liberalizzazione l’introduzione dell’Imu alla Chiesa o l’obbligo di riadottare in azienda il registro “clienti-fornitoti”. Con tanto di clac che applaude. C’è sempre un politico ignorante ed incapace, che pretende di far approvare una norma per circoscrivere qualche altro ambito della nostra esistenza. Per loro, nonostante il ginepraio leguleistico italiano, “manca sempre una legge”.

Di mio, ho deciso che il 2012 sarà l’anno dell’elogio dell’antipolitica, l’anno in cui – senza por tempo in mezzo e senza patemi d’animo – il parassita della società (che è il politico, non l’evasore fiscale) va delegittimato. La crisi economica che stiamo attraversando non è colpa di qualche banchiere ebreo che tira le fila del mondo (basta con la solita dietrologia), ma è il precipitato del connubio mercantilista fra qualche potere forte sicuramente (il governo italiano di oggi ne è l’incarnazione, eppure gli stessi che se la prendono con i Rothschild godono nel vedere questo professorino-burocrate senza un serio curriculum scientifico che li governa e tartassa) e lo Stato, che garantisce loro l’approvazione di leggi liberticide in cambio di favori, prebende economiche e potere. Da cui – come giustamente diceva Reagan – in politica non ci stanno mai i migliori (basterebbe fare lo screening del personale in dote alla lega Nord per convincersi), perchè il mercato se li porterebbe via.

Qui non si tratta, a prescindere, di prendere a male parole un politico ogni qualvolta lo si incontra o di aggredirlo alla prima occasione utile. Niente di tutto questo. Delegittimare la casta, però, significa porre fine all’idea che “il rappresentante del popolo” sia quel “semi-dio” che è sceso sulla terra per risolvere i nostri problemi. E questo vale anche per i molti indipendentisti che leggono questo giornale e che si apprestano a candidarsi alle prossime elezioni.

A chi fa uso della parola “libertà”, ricordo che è moralmente doveroso comportarsi come segue:

a) Considerato che ognuno di noi ha pari dignità di un qualsiasi “eletto”, in caso di confronto e/o dibattito ogni timore reverenziale va messo da parte. Voi rispettate lui nello stesso modo in cui lui rispetterà la vostra persona e le vostre idee. La presunzione non paga.

b) Considerato che essere liberi significa essere responsabili, mai chiedere favori ad un politico, al contrario va preteso che lui non interferisca nella vostra vita;

c) Considerato che “il governo è il problema e non la soluzione” (come ribadito poco sopra), gli va sempre ricordato che meno fa per voi (per noi liberi individui) e meglio è. Un individuo libero non ha bisogno di aiuti non richiesti. Un individuo libero è al corrente che la solidarietà è tanto più importante quanto più è frutto della libera scelta di altri individui;

d) Considerato che la schiavitù è spesso un abito mentale, mai legittimare il ruolo di un politico senza che dia prove concrete di onestà intellettuale e di capacità d’azione. Una società è tanto più libera quanto meno dipende dall’arbitrarietà di un gruppo di potere;

e) Considerato che “ignorare lo Stato (italiano ancor di più)” è un nostro dovere, al politico va ricordato che egli incarna “il nostro nemico” e che quindi è un diritto naturale battersi per “poter fare ciò che si vuole, nel rispetto degli altrui diritti di proprietà”.

Per dirla con Mencken, io non appartengo alla categoria dei somari pronti ad adorare gli sciacalli. E chi ambisce all’autodeterminazione deve evitare di comportarsi da sciacallo.

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Showing 21 comments
  • rik

    per paolo cintolesi:come ho gia’ detto,mi aspetto il passaggio dalle parole ai fatti,quelli importanti e possibilmente coinvolgenti:sarei veramente rattristato se si rimanesse a livello di circolo culturale accademico,pur massma considerazione per le battaglie di Leo e di Fidenato.Penso che forse sia piu’ necessario un salto di qualita’ e quantita’.

  • paolo cintolesi

    Ci sarebbero molte considerazioni da fare, però mi soffermo sul fatto che a forza di parlare, parlare e ancora parlare, il rischio è che ci si venga a noia. Sono molto d’accordo su moltissime cose scritte, mi sembra che cresca sempre più, la necessità di ritrovarci allo scopo di avere un confronto aperto sulle analisi, sulle realtà, sulle ipotesi di lavoro da sviluppare. Leo, cosa ne pensi a proposito della organizzazione di un convegno o altro per arrivare ad un serio programma di lavoro, dalle Alpi al Lilibeo? sò benissimo che ci vogliono gli sghei, perché non tentare?

  • Roberto Porcù

    @ Giuseppe D’Andrea – Se siamo entrambi qui, è perché le cose le vediamo entrambi con lo stesso spirito. Che il fascismo fosse “un sistema di assoluta dominazione che prevede l’onnipotenza dello stato su qualsiasi aspetto della vita delle persone”, ne condivido il giudizio con te considerando che non era l’unica filosofia in Europa e che, l’una o l’altra, pari erano, indipendentemente dai colori delle camicie o se vincitori o perdenti nel conflitto.
    Io penso che non esista un unico modo di governare che vada bene per tutte le stagioni, e la situazione economica del momento storico distribuì giocoforza camice colorate. In Russia penso abbiano fatto bene a fucilare gli Zar per imprimere una svolta al paese, come in Francia a tagliare la testa a Luigi 16 non meno oscurantista, poi si sa come vanno le cose, con i corsi ed i ricorsi, ma la svolta senza possibilità di ritorno sicuramente la diedero.
    L’Italia usciva da un conflitto con le ossa rotte, nell’agricoltura, unica attività produttiva del tempo, i proprietari terrieri non accettavano venisse messo in dubbio il loro potere (come gli Zar e come Luigi 16), già cominciava in Italia un tipo di socialismo violento e l’intervento di Mussolini tolse un po’ di potere agli agrari e, sicuramente con violenza, diede al paese quella pace sociale che i governi liberali non avevano saputo dare con metodi democratici.
    Passammo “bene” la grande depressione del 29, ma questo non è, se così sembrasse, un mio elogio del fascismo. Ribadisco che in particolari momenti storici, siano da mettere da parte tante belle cose ed affrontare una situazione insolita e di grande pericolo affidandosi ad un dittatore al quale dare i pieni poteri.
    Talvolta i dittatori, finito quel che devono fare, non tornano ad arare il campicello, ma pretendono di essere inamovibili e si circondano del peggio del peggio, o talvolta, come nel caso Monti di oggi, il dittatore non pratica quella svolta che io auspicherei perché il suo mandato è molto limitato: i guasti della partitocrazia nel 2013 si riproporranno invariati perché il Dittatore, lo hanno chiamato quelli della casta, non i Cittadini.
    Affermi anche che “Così come non vale nulla la Zwangwirthshaft …” e vorrei farti vedere un biglietto da un milione di marchi che ho a casa, e che, nel tempo di stamparlo perdeva di valore cosicché ha una timbratura rossa trasversale che lo porta ad “un miliardo” di marchi e, giusto l’altra sera, quando ho rivisto volentieri in televisione “il Dottor Zivago” pensavo che in certe situazioni bisogna far in modo di non trovarsi, ma se queste ugualmente avvengono, io, liberale da sempre, non sono contrario ad un dittatore che imprima una svolta alla storia.
    Te la ricordi la storiella del Re Travicello? Questo è per me Monti. Non sistemerà un accidente, gli intoccabili della politica continueranno a gracidare ed a dissestare l’economia finchè le lamentele dei disperati arriveranno a Zeus che ci manderà una serpe.

    • Giuseppe D'Andrea

      Libero di pensare come preferisci,
      Io non considero il dittatore come l’artefice del cambiamento, a mio giudizio il dittatore è colui che spunta come un fungo in un periodo di grande ‘turbamento’ economico e sociale che è la fase preliminare del cambiamento, con la promessa di guidare il popolo verso un orizzonte migliore, per fare questo accentra in se tutti poteri e impone arbitrariamente la sua visione a tutti gli altri, egli è fondamentalmente un dirottatore che esige un potere assoluto per evitare un enorme disastro e poi conduce il popolo verso un disastro ancora più grande. Tagliare le teste dei sovrani non so se fosse necessario, altri rivoluzionari francesi che ideologicamente sono nostri affini sostennero la non necessità della cosa, ma il giacobinismo era potente e la violenza fine a se stessa sa come convincere le menti facendo leva sulle debolezze umane.

      So perfettamente cosa fu l’esperienza di Weimar, (in compenso ho un trilione di dollari dello Zimbabwe) ma so anche che fu la Sozialpolitik dei socialdemocratici a causare l’iperinflazione e che accelerò l’ascesa del nazionalsocialismo che non fece altro che proporre una folle via per realizzare quel socialismo che marxisti, socialdemocratici, e cristiano sociali avevano paventato ma non avevano avuto il coraggio e la brutalità di perseguire così come fecero Hitler e la sua banda. Il male in pratica chiamò se stesso spacciandolo per la cura. In quella condizione un abominio come la politica economica tedesca sembrò quasi un miracolo, almeno all’inizio o dall’esterno.

      In definitiva Roberto, i Cincinnato nella storia sono rare eccezioni, quando capiremo che non si può vivere nella speranza che avvenga il miracolo e che l’uomo scelto come Principe sia buono, giusto e bene intenzionato, quando esiste il rischio che avvenga l’esatto opposto e che noi tutti saremmo inermi se ciò si verificasse?

  • Roberto Porcù

    @Rik & Carlo Butti – D’accordo sulla violenza ché altrimenti non saremmo qui a teorizzare ed a scambiar opinioni, ma a far ben altro ed io non mi presenterei con nome e cognome. Penso che il sito sia infiltrato e che al grande fratello non sfugga nulla. Se qualcosa quelli del castello arriveranno a cambiare, sono certo che lo faranno solo dopo aver visto il sangue e le interiora di uno di loro. Sicuramente l’azione non verrà da me, ma penso sia bene mettere loro la pulce nell’orecchio perché gli umori della gente sono palpabili e dar loro un piccolo avvertimento, non è cattiva azione. In alta e bassa Italia, c’è chi arriva ad uccidersi, ad uccidere “se stesso”. La disperazione è palpabile.
    Per il resto, io un idea, assolutamente non violenta e democraticamente corretta, l’avevo abbozzata a Leo che è l’unico del quale ho una casella di posta elettronica. Di parlarne nel sito non mi va ché penso che di questa altri se ne approprierebbero facilmente: sono sicuro ci sia chi, ben stipendiato, segua noi e quant’altri attentamente e, non mi meraviglierebbe se anche provocasse: quindi braccia conserte e bocche tappate.
    L’idea sarebbe di fare un piccolo incontro, se non un congresso, ma l’input deve venire da Leo e da Giorgio.

  • Antonino Trunfio

    AZIONE !!! CERTO. IO CREDO CHE LA STORIA INSEGNI CHE I CAMBIAMENTI PROFONDI NON SONO MAI AVVENUTI, NEL BENE E NEL MALE PER OPERA DELLE MASSE DI NESSUNA EPOCA, MA PER OPERA DI UN DRAPPELLO DI ARDITI E UN PO SVITATI, COME POSSIAMO APPARIRE NOI LIBERTARI.

  • Roberto Porcù

    @ Giuseppe D’Andrea – Non non mi risulta quello che affermi, per me questo governo tecnico sta facendo esattamente non un servizio alla nazione, ma il gioco della casta, neanche le pareti di casa ha tinteggiato, si è limitato a scrivere sopra il campanello Governo Tecnico e si cura di non far venir meno le entrate.
    Non sta facendo risparmiare assolutamente nulla a me ed a chi lavora, sta raschiando il fondo del barile per rastrellare quattrini con i quali gli riesca di permettere ai signori del palazzo di non perdere alcun privilegio.
    Per strada mi capita di vedere sempre di più gabellieri appostati dove venga facile la rapina agli automobilisti di passaggio. Oggi pomeriggio, erano appostati col cavalletto del laser, io lo segnalavo a chi veniva ed anche loro segnalavano a me. Ma i punti di appostamento erano due ed il risultato è una multa, mi pare di trentasei euro o giù di lì per uso improprio dei lampeggianti ed un punto in meno sulla patente, più che ben fornita. Siamo alla frutta ed hanno l’affanno di rastrellare il rastrellabile.
    In merito a quello che affermi del fascismo, io che fascista non sono mai stato, qualche bignamino di storia lo ho letto e posso serenamente dissentire.
    Mi pare, correggimi se sbaglio, che Mussolini abbia bloccato il rimborso dei titoli pubblici pagando solo gli interessi, abbia ridotto lo stipendio del pubblico impiego, certo, aveva un partito con un peso importante alle spalle e poteva farlo, ed abbia dato una sferzata all’agricoltura con diverse bonifiche. A lui risale la nascita dell’Iri e, secondo me, la ripresa industriale che ci fu nel dopoguerra, era molto dovuta alla preparazione che i giovani avevano ricevuto dalla scuola. Ho molti dubbi che la preparazione scolastica di un adolescente di oggi possa reggerne il confronto. Anche qui, correggimi se sbaglio.

    • Giuseppe D'Andrea

      Strano, dici che non ti risulta quello che dico e poi sostieni la mia tesi.

      La delegittimazione della politica in questo paese non sta portando alla nascita di una politica nuova che parla di libertà, giustizia e democrazia, bensì alla creazione di uno stato di ‘urgenza’ permanente nella quale i politici inetti sopravvivono dando carta bianca ad un collegio di tecnici pluripotenti, non eletti e indipendenti da qualsiasi parvenza di controllo popolare. In questo gioco di ‘ristrutturazione’ chi perde sono solo i cittadini, ecco perchè non mi entusiasmano le prospettive future, i 900 parlamentari largamente inetti oggi sono solo dei pupazzi in mano di 40 tecnici ‘focalizzati’ nel promuovere cambiamenti con la regola del ‘volenti o nolenti’. Questo è il precursore dell’autoritarismo a mio parere.

      Sul Fascismo; non c’è bisogno di essere stati fascisti per capire che si tratta di un’altra ‘branca’ del socialismo declinata su scala nazionale e del più insidioso ‘nemico’ della libertà, un sistema di assoluta dominazione che prevede l’onnipotenza dello stato su qualsiasi aspetto della vita delle persone. Mussolini con il motto “tutto all’interno dello stato, niente al di fuori dello stato, niente contro lo stato” ha instaurato un economia vampira insostenibile che avrebbe potuto far prendere allo stato una sola direzione ; o il collasso economico o la guerra o magari tutte e due le cose. Di fronte alla barbarie di tutto questo, le smargiassate e i treni che partivano in orario, la fondazione degli Enti Beneduce, che avrebbero dovuto ‘mantenere alto il livello del capitalismo italiano’ e la scuola pubblica creata perchè ‘Lo stato deve educare il cittadino alla civica virtù’ dunque inculcando il nazionalismo uniforme nelle menti delle giovani generazioni, non valgono assolutamente nulla se messe a confronto con il disastro di un paese che uscito dall’esperienza della seconda guerra mondiale si ritrovò ancor più lacerato, umiliato, distrutto e diviso di quanto non fosse alla fine della prima. Così come non vale nulla la Zwangwirthshaft Nazista e il supposto miracolo economico dei NazionalSocialisti durante la grande depressione o il ‘progresso’ dell’URSS sotto le politiche Sovietiche, o gli spettacolari successi della Cina Comunista.

      Non vedo niente di positivo in un tale abominio. Io al contrario di quanto sosteneva Mussolini, non credo che l’uomo sia proteso solo alla guerra unico momento ‘nobilitante’ o che il genere umano sia ‘stanco della libertà’. Allo stesso modo non credo che ci serva uno Stato Dio da adorare. Altrimenti non sarei Libertario, sarei un NazionalSocialista.

      Pensaci

  • rik

    x Roberto Porcu’: Sarei interessato all’apertura di un serio dibattito sul futuro e sul da farsi del movimento,poiche’ preferendo l’azione materiale all’azione teorica,se non altro perche’ piu’ utile e necessaria, mi sento come una persona inabile se il massimo risultato che ottengo,nei miei confronti, e’ quello di sentire il movimento come una sala di buona lettura,ma sempre lettura e’ e non vorrei morire di speranza:E’vero che e’ sempre piu’ facile parlare e fare e’ complicato,ma almeno tentiamo. Saluti.

    • CARLO BUTTI

      D’accordissimo sulla necessità di programmare linee d’azione, senza chiuderci nella nostra nicchia a parlarci addosso.Ma l’azione deve scaturire da un dibattito teorico che metta a fuoco con chiarezza fini e mezzi. Sia ben chiaro che se fra i mezzi accettiamo la violenza, io me ne ritraggo subito. Sì invece a tutto il resto, dallo sciopero fiscale alla alla disobbedienza civile, alla renitenza alla leva, quando mai fossimo chiamati a uccidere i nostri fratelli swervi di un altro Stato per adempiere il “sacro dovere del cittadino”. Ecco un primo punto importante da chiarire nel dibattito teorico. Leggo troppi propositi aggressivi in questi interventi; posso capire che siano sfoghi verbali dovuti alla rabbia sacrosanta per una condizione oppressiva ormai intollerabile, ma non mi piacciono. La violenza ha quasi sempre prodotto nuova oppressione, non libertà. Guardiamo alla Rivoluzione Francese:valeva la pena di tagliare la testa a un re per trovarsi tra i piedi, pochi anni dopo, un imperatore?

  • Roberto Porcù

    @ Giuseppe De Andrea – “Quale vantaggio trovare nello scambio di 900 tiranni debosciati con 40 tiranni motivati, per chi alla tirannia è sottoposto?” – essendo che io sono dalla parte dei sottoposti che pagano, risparmiare la retribuzione di 860 tiranni debosciati mi farebbe comodo, ché come spendere, saprei trovare altre occasioni (ma bada che quelli che tu definisci debosciati ed io pasassiti dediti a lavoro inutile avente la sola funzione di giustificare la loro retribuzione, dico, costoro sono infinitamente di più di 860).
    @ Rik – Avevo stimolato anch’io Leo “privatamente” in tal senso e poco più su ho provato a rammentarglielo.
    Forse dovremmo dar vita ad un altro congresso con finalità operative.

    • Giuseppe D'Andrea

      Ti risulta che il governo tecnico ti stia facendo risparmiare stipendi e denaro e stia rendendo un servigio alla nazione? Anche il Fascismo proponeva di eliminare i parassiti, ma il risultato è stato quello di sostituirli con dei criminali.

  • rik

    caro Leo : SANTE PAROLE,ma verba volant:Gli argomenti sono cosi’ validi che un assenso e’ superfluo,ma pur conoscendo le cause e l’effetto della malattia,e’ indispensabile,e necessario e quanto mai impellente approntare un contenitore, fornirlo di motore e metterlo in movimento le buone intenzioni servono a poco per cui il potenziale del nostro movimento deve trasformarsi in azione concreta;so che non e’ facile,tuttavia non possiamo piu’ aspettare e spero che tutti,siano della mia stessa opinione.

  • Roberto Porcù

    @ Giuseppe D’Andrea –
    “ansiosi di vedere qualcuno bastonare i nostri arcinemici”
    Certo! E se la questa repubblica si presenta ai Cittadini come acerrima nemica, tu pensi che qualcuno di costoro scenda in armi per difenderla? Ben venga ed avrà quel che si merita. – Pericle – Repubblica X

    • Giuseppe D'Andrea

      Io mi domando solo chi sta facendo cosa a chi il desiderio di sbarazzarsi dei politici incompetenti rischia di diventare la leva con la quale promuovere non politici degni, ma tecnocrati autorefereziali che facciano quello che più reputano opportuno, votati alla missione di modellare un nazione a loro immagine e somiglianza senza più nemmeno l’impaccio di fingere, come facevano i loro predecessori, la soggezione alla cittadinanza, ecco perché guardo con sospetto la fase attuale.

      Quale vantaggio trovare nello scambio di 900 tiranni debosciati con 40 tiranni motivati, per chi alla tirannia è sottoposto?

  • Giuseppe D'Andrea

    Il 2012 sarà ricordato come l’anno della Dialettica Hegeliana, con la quale chi è in posizione di potere crea conflitti a catena per evadere dalle proprie responsabilità e nel contempo spacciare per fondamentali misure di per se impopolari.

    Grazie a questo particolare schema di pensiero, gli Italiani hanno accettato;

    – Che a causa di un momento di crisi, ogni regola possa essere stravolta.
    – Che per salvare la democrazia sia necessario demolire la rappresentanza senza avere nulla in cambio per controbilanciare la perdita.
    – Che i politici per fare il proprio dovere debbano ‘aggregarsi’ e dare pieni poteri ad un esecutivo non eletto.
    – Che un esecutivo possa sostenere la tesi che le crisi si possano solo risolvere con l’intervento arbitrario.
    – Che la fuori ci siano degli speculatori sadici e assetati di sangue il cui unico scopo è togliere le pensioni agli anziani e gli ospedali ai malati per pura malvagità, vogliono farci fallire perché ci odiano e godono delle nostre sofferenze!
    – Che i falsi invalidi non siano non uno dei tanti problemi/malcostumi del paese ma IL PROBLEMA che toglie denaro alle casse dello stato.
    – Che il problema della totale inefficienza dello stato non sia la cronica carenza di organizzazione e il malcostume, ma la mancanza di risorse.
    – Che il guaio dell’Italia è stata la troppa libertà e l’assenza dello Stato come regolatore.

    In pratica;

    – Abbiamo ancora meno potere rispetto a prima
    – Abbiamo concesso una facile ‘scappatoia’ ai politici irresponsabili e garantito la loro sopravvivenza
    – Abbiamo segnalato come ‘desiderabile’ l’appiattimento dell’offerta politica sotto il nome di Große Koalition
    – Viviamo sempre più immersi in un clima mefitico di invidia sociale generalizzata, ansiosi di vedere qualcuno bastonare i nostri arcinemici.

    • Antonino Trunfio

      Sottoscrivo completamente quanto dici, nelle parole, nel significato, nell’analisi.

  • iano

    Questo paese ha bisogno di riforme importanti,come il sovraffollamento del carcere,siamo diventati tutti forcaioli !!!buttano dentro gente anche per futili motivi,pur sapendo che le strutture sono sature…Come mai non hanno lo stesso interesse e rigore nel risolvere altri problemi urgenti.Ho notato che hanno particolare interesse solo per il denaro….Sono certo che fanno il bagno in una vasca piena di soldi,con accanto schampagne e caviale…….alla faccia della crrrrrrisi !|!!!

  • Roberto Porcù

    Belle parole le tue Leo, ma che non cambiano minimamente la situazione.
    Qui le possibilità che io vedo sono due. O che facciamo una bella rivoluzione, noi due o con il ghandiano di Fidenato, alcuni occupano il parlamento, altri la TV di Stato e mentre altri bloccano la polizia , altri ghigliottinano tutta la partitocrazia, … e mi sovviene quella bella canzone di Modugno “siamo solo tre, tre somari e tre briganti, …”
    Vorrei che escogitassimo qualche sistema per permettere ai Cittadini italiani di riappropriarsi della loro libertà a casa loro.

    Ti riporto da Adnkronos del 28 febbraio “Rigore, equità e sviluppo sono le linee direttrici fondamentali su cui si basa il nostro impegno per assicurare che il contrasto all’evasione fiscale sia efficace e non intrusivo”. Lo ha spiegato il premier Mario Monti nel corso della riunione della task force anti-evasione al ministero dell’Economia. ”Il recupero dell’evasione deve diventare uno strumento per migliorare l’efficienza del sistema economico in un quadro più equo. Nel 2011 grazie all’operato dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza sono stati recuperati 12 miliardi di euro. Ma si può e si deve fare di più”, ha ammonito Monti.
    “Dobbiamo continuare con rinnovata forza, perché se ognuno dichiara il dovuto, il fisco potrà essere più leggero per tutti. E’ un impegno ineludibile che vogliamo raggiungere anche migliorando la trasparenza fiscale e il rapporto tra fisco e cittadini”, ha detto.

    Qui non c’è alcun modo di cambiare. Monti è uno che vive in un altro mondo come tutti quelli della casta. Il risanamento, che penso tutti si voglia, per lui sono solo nuove tasse infinite, giacché di tagliare gli sprechi della politica nemmeno ci pensa, o chissà, forse non ne ha la possibilità.
    Ma se non ce l’ha lui, non la avrà mai nessuno.
    Si sente parlare di riforma elettorale, di tagli al numero dei parlamentari, poi i tagli con il tempo diminuiscono, le province ci costeranno esattamente come prima, del finanziamento ai partiti fraudolentemente fatto nonostante la contrarietà di un referendum plebiscitario, nemmeno se ne accenna, …
    Nel 2013, chi ha votato di qua, voterà di là, chi di là, di qua, molti marcheranno visita e non cambierà nulla.
    L’8 % dei voti validi conferma per intero in piena legittimità l’intera casta, e, saranno sicuramente di più perché molti andranno a votare con il naso tappato come d’uso da molti anni.
    Tiremm innanz Leo ?

  • carlo maggi

    Carissimo Leo ,

    concordo , come sempre , in pieno.

    Una cortesia , se puoi ……..se ti capita di sentire il sig. Rebuffo puoi dirgli che avrei quattro cosette da raccontargli

    su Farinetti.

    Un saluto libertario

    Carlo Maggi

  • CARLO BUTTI

    Molto ben detto. E ricordiamoci che l’autodeterminazione è sempre degli individui, non dei gruppi, si chiamino “popoli” o come altro si voglia E’ l’individuo che deve scegliere liberamente di quale gruppo, o meglio gruppi, vuol far parte, riservandosi la facoltà di abbandonarli quando e come gli pare.Altrimenti ritoniamo alla libertà degli antichi, che non era libertà dell’individuo in quanto tale, ma in quanto membro di una comunità autonoma. Il termine greco ELEUTHERIA=LIBERTA’ ha la stessa radice del tedesco LEUTE=POPOLO.Nella democratica Atene di Pericle, se uno non era cittadino contava zero o quasi, magari era uno schiavo. Nel mondo romano, se non si aveva la cittadinanza si poteva finire in croce per attività sovversive dopo un processo-farsa, come capitò a un certo ebreo…La Rivoluzione Francese proclamò i “Diritti dell’uomo e del cittadino, ma a più di due secoli di distanza per godere di quialche diritto bisogna avere una cittadinanza, che di solito viene appioppata dall’alto, senza ascoltare il parere dell’interessato. Il vero diritto dell’uomo è quello “utendi et abutendi” della propria persona e dei beni legittmamernte acquisiti. Gli altri ne sono un semplice corollario. Anche il diritto di cittadinanza, che, se viene imposto, cessa d’essere un diritto “per la contradizion che nol consente”

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