In Economia, Esteri

DI YURI N. MALTSEV*

Nel 1918 l’Unione Sovietica è diventato il primo paese a promettere la copertura sanitaria universale “dalla culla alla tomba”, da compiersi attraverso la completa socializzazione della medicina. Il “diritto alla salute” diventò un “diritto costituzionale” per i cittadini sovietici. I vantaggi proclamati di questo sistema erano che avrebbe “ridotto i costi” ed eliminato gli “sprechi” che derivavano dalla “non necessaria duplicazione e dal parallelismo”, ovvero, la competizione.

Questi scopi erano simili a quelli dichiarati da Mr. Obama e da Ms. Pelosi – gli attraenti e umani scopi della copertura universale e dei bassi costi. Qualcosa da ridire?

Il sistema ha funzionato per molti decenni, ma un’indifferenza diffusa e una bassa qualità del lavoro hanno paralizzato il sistema sanitario. Nelle profondità dell’esperimento socialista, le istituzioni sanitarie in Russia erano almeno un centinaio di anni indietro rispetto al livello medio degli Stati Uniti. Inoltre, la sporcizia, gli odori, i gatti che gironzolavano per le stanze, il personale medico ubriaco e l’assenza di sapone e forniture per la pulizia aggiunsero un’impressione complessiva di mancanza di speranza e frustrazione che paralizzò il sistema. Secondo le statistiche ufficiali russe, il 78 per cento di tutte le vittime da AIDS in Russia contrasse il virus attraverso aghi sporchi o sangue infetto da HIV negli ospedali gestiti dallo stato.

La mancanza di responsabilità, espressa nel detto popolare russo “loro fanno finta di pagarci e noi facciamo finta di lavorare”, sfociò in una qualità dei servizi infernale, corruzione diffusa e grandi perdite di vite. Il mio amico, un famoso neurochirurgo nella Russia di oggi, riceveva un salario mensile di 150 rubli – un terzo di un salario medio di un autista di autobus. Per ricevere un’attenzione minima dai dottori e dagli infermieri i pazienti dovevano pagare bustarelle. Ho persino assistito al caso di un paziente “non pagante” che è morto cercando di raggiungere un lavatoio in fondo al lungo corridoio dopo un intervento di neurochirurgia. L’anestesia normalmente non era “disponibile” per gli aborti o per operazioni leggere alle orecchie, al naso o alla pelle.  Questo era un mezzo di estorsione da parte di burocrati medici senza scrupoli.

Per migliorare le statistiche riguardanti il numero di persone che morivano nel sistema, i pazienti venivano abitualmente messi alla porta prima che esalassero l’ultimo respiro. Essendo Deputato del Popolo nella regione di Mosca dal 1987 al 1989 ho ricevuto molte lamentele riguardo negligenza criminale, tangenti intascate da membri dell’apparatchick, equipaggi di ambulanza ubriachi e avvelenamento del cibo in ospedali e nelle strutture pediatriche. Ricordo il caso di una ragazza quattordicenne del mio distretto che morì di nefrite acuta in un ospedale di Mosca. Morì perché un dottore decise che fosse meglio risparmiare “preziosa” carta per i raggi x (importata dai sovietici in cambio di valuta forte) invece di controllare due volte la sua diagnosi. Questi raggi x avrebbero invalidato la sua diagnosi di dolore neuropatico.

Al contrario il dottore curò la ragazza con una terapia del calore che la uccise quasi istantaneamente. Non ci fu alcun ricorso legale per i genitori e i nonni della ragazza. Per definizione, un sistema a centro di spesa unico (single payer) non può permettere un ricorso del genere. I nonni della ragazza non riuscirono ad affrontare questa perdita e morirono entrambi in sei mesi. Il dottore non ricevette alcuna reprimenda officiale. Senza alcuna sorpresa i burocrati del governo e gli ufficiali del Partito Comunista, già nel 1921 (tre anni dopo la socializzazione della medicina da parte di Lenin), avevano compreso che il sistema egalitario della sanità fosse ottimo solo per l’interesse personale di fornitori, manager e razionatori – ma non dei fruitori privati del sistema.

Quindi, come in tutti i paesi con un sistema medico socializzato, fu creato un sistema di secondo livello: uno per le “grigie masse” e l’altro, con un livello di servizio completamente diverso, per i burocrati e i loro servi intellettuali. Nell’URSS si presentò spesso il caso per cui, mentre i lavoratori e i contadini morivano negli ospedali di stato, la medicina e l’equipaggiamento che avrebbe potuto salvare la loro vita giaceva inutilizzato per il sistema della nomenklatura.

Al termine dell’esperimento socialista, il tasso di mortalità infantile in Russia era di due volte e mezzo più alto rispetto a quello negli Stati Uniti e più di 5 volte di quello del Giappone. Il tasso di 24,5 morti per 1000 nascite è stato messo in discussione recentemente da diversi deputati nel Parlamento Russo, che affermano essere 7 volte più alto di quello statunitense. Questo renderebbe il tasso di mortalità di 55 paragonato a quello statunitense di 8,1 per 1000 nati. Detto questo voglio chiarire che gli Stati Uniti hanno uno dei più alti tassi del mondo industrializzato solo perché contano tutti i bambini morti, compresi i bambini prematuri, che è il momento in cui il maggior numero di morti avvengono. Molti paesi non contano le morti premature. Alcuni non contano nessuna morte che avviene nelle prime 72 ore. Alcuni paesi non contano nessuna morte fino alle prime due settimane di vita. A Cuba, che si vanta di una mortalità infantile molto bassa, i bambini vengono registrati solo quando hanno diversi mesi, lasciando quindi fuori dalle statistiche ufficiali tutte le morti di neonati che avvengono nei primi mesi di vita.

Nelle regioni rurali della Karakalpakia, Sakha, Cechnya, Kalmykia e Ingushetia, il tasso di mortalità infantile è vicino a 100 per 1000 nascite, mettendo queste regioni nella stessa categoria di Angola, Chad e Bangladesh. Decine di migliaia di bambini muoiono vittime dell’influenza ogni anno e la proporzione di bambini che muoiono per polmonite e tubercolosi è in aumento. Il rachitismo, causato da una mancanza di vitamina D, e sconosciuto nel resto del mondo moderno, sta uccidendo molti giovani. I danni all’utero sono diffusi, grazie alla media di 7,3 aborti che la donna russa subisce durante gli anni fertili. Tenendo conto che molte donne non abortiscono, la media di 7,3 significa che molte donne hanno una dozzina o più di aborti nella loro vita.

Persino oggi, secondo il Comitato delle Statistiche di Stato, l’aspettativa di vita media è di meno di 59 anni – 58 anni e 11 mesi – mentre quella per le donne russe è di 72 anni. La cifra combinata è di 65 anni e tre mesi [1]. Comparandoli, la media per gli uomini negli Stati Uniti è di 73 anni e per le donne di 79 anni. Negli Stati Uniti l’aspettativa di vita alla nascita per il totale della popolazione ha raggiunto il picco più alto di tutti i tempi a 77,5 anni, più alto di 49,2 anni rispetto ad appena un secolo fa. L’aspettativa di vita in Russia è di 12 anni più bassa che negli Stati Uniti.[2]

Dopo 70 anni di socialismo, il 57 per cento degli ospedali russi è senza acqua calda e il 36 per cento degli ospedali in aree rurali senza acqua corrente o acque di scarico. Non è divertente che il governo socialista, mentre sviluppava l’esplorazione dello spazio e armi sofisticate, abbia completamente ignorato i bisogni basilari dei suoi cittadini? La qualità spaventosa del servizio non è semplicemente caratteristica della “barbara” Russia e di altre nazioni dell’Europa dell’Est: si tratta del diretto risultato del monopolio governativo sul sistema sanitario e può avvenire in ogni paese. Nella “civilizzata” Inghilterra, ad esempio, la lista d’attesa per interventi chirurgici è di circa 800.000 persone su una popolazione di 55 milioni. Un equipaggiamento all’avanguardia è inesistente in molti degli ospedali britannici. In Inghilterra solo il 10 per cento della spesa sanitaria deriva da fonti private.

La Gran Bretagna è pioniera nello sviluppo della tecnologia di dialisi dei reni, ma il paese ha uno dei più bassi tassi di dialisi in tutto il mondo. La Brookings Institution (non una grande sostenitrice del libero mercato) ha scoperto che ogni anno a 7000 cittadini britannici che hanno bisogno di una protesi per l’anca, tra 4000 e 20000 che hanno bisogno di un intervento chirurgico di bypass coronarico e tra 10000 e 15000 che hanno bisogno di chemioterapia per il cancro vengono negate le cure mediche. La discriminazione in base all’età è particolarmente evidente in tutte le realtà a conduzione governativa o nei sistemi largamente regolati del sistema sanitario. In Russia i pazienti sopra i 60 anni vengono considerati parassiti inutili e a quelli sopra i 70 anni viene spesso negata persino qualsiasi forma elementare di assistenza sanitaria.

Nel Regno Unito, nel trattamento dell’insufficienza renale cronica, a coloro che hanno 55 anni viene rifiutato il trattamento nel 35 per cento dei centri di dialisi. Al 45 per cento dei pazienti di 65 anni vengono negate le cure, mentre i pazienti di 75 anni o più ricevono raramente le cure mediche in questi centri. In Canada la popolazione è divisa in tre gruppi d’età in termini di accesso all’assistenza sanitaria: quelli sotto i 45 anni, quelli tra i 45 e i 65 e gli over 65. Inutile dire che il primo gruppo, che potrebbe venir definito dei “contribuenti attivi”, gode di un trattamento prioritario.

I sostenitori della medicina socializzata negli Stati Uniti usano tattiche di propaganda sovietica per raggiungere i loro obiettivi. Michael Moore è uno dei propagandisti socialisti più importanti ed efficaci in America. Nel suo film, Sicko, ha ingiustamente e negativamente confrontato l’assistenza sanitaria per pazienti più vecchi negli Stati Uniti con malattie incurabili e complesse con l’assistenza sanitaria in Francia e in Canada per giovani donne che hanno parti normali. Se avesse fatto il contrario – ovvero, l’assistenza sanitaria per le giovani donne negli Stati Uniti comparata a vecchi pazienti con malattie complesse ed incurabili nei sistemi sanitari socializzati – il film sarebbe stato identico, con l’eccezione che il sistema sanitario statunitense apparirebbe ideale, e il Regno Unito, il Canada e la Francia apparirebbero barbarici.

Oggi negli Stati Uniti ci stiamo preparando per la discriminazione nel trattamento degli anziani quando si tratta di assistenza sanitaria. Ezekiel Emanuel è il direttore del Clinical Bioethics Department all’Istituto Nazionale della Salute e un architetto del piano di riforma dell’assistenza sanitaria di Obama. Egli è anche il fratello di Rahm Emanuel, il capo del personale della Casa Bianca. Foster Friess riporta che Ezekiel Emanuel ha scritto che i servizi sanitari non dovrebbero essere garantiti agli

Individui che sono irreversibilmente ostacolati dall’essere o diventare cittadini partecipi. Un esempio evidente è quello di non garantire servizi sanitari ai pazienti affetti da demenza [3].

Un articolo altrettanto inquietante, scritto da Emanuel, è apparso nella rivista medica The Lancet nel gennaio del 2009. Gli autori scrivono che:

diversamente dalla ripartizione [dell’assitenza sanitaria] per sesso o razza, la suddivisione per età non è una spiacevole discriminazione; ogni persona vive attraverso diverse fasi della vita piuttosto che in un’unica età. Anche se i 25enni hanno priorità rispetto ai 65enni, tutti coloro che hanno ora 65 anni hanno vissuto anche i 25 anni. Trattare i 65enni in modo diverso a causa di stereotipi o falsità sarebbe discriminante per gli anziani; trattarli diversamente perché essi hanno già trascorso più anni di vita non lo è [4].

La medicina socializzata creerà enormi burocrazie governative – simili ai nostri distretti scolastici unificati – imponendo costosi mandati che distruggeranno posti di lavoro ai datori di lavoro affinché forniscano la copertura, e imporranno il controllo dei prezzi che porterà inevitabilmente a carenze e una scarsa qualità del servizio. Porterà anche al razionamento non in base al prezzo (ovvero, il razionamento in base alle considerazioni politiche, alla corruzione e al nepotismo) del sistema sanitario da burocrati del governo.

I veri “risparmi” in un sistema sanitario socializzato possono essere raggiunti solo spremendo i fornitori e negando le cure – non c’è nessun altro modo per risparmiare. Le stesse argomentazioni sono state utilizzate per difendere la coltivazione del cotone nel Sud prima della Guerra Civile. La schiavitù certamente “riduce i costi” del lavoro, “elimina gli sprechi” della contrattazione per i salari e evita “l’inutile duplicazione e il parallelismo”.

Nel sostenere la richiesta per una medicina socializzata, gli operatori sanitari americani sono come delle pecore che chiedono un lupo: non comprendono che l’alto costo delle cure mediche negli Stati Uniti è in parte dovuto al fatto che gli operatori sanitari americani hanno il più alto livello di remunerazione al mondo. Un’altra fonte dell’elevato costo del nostro sistema sanitario sono le normative vigenti in campo industriale, regolamenti che impediscono la concorrenza che abbasserebbe i costi. Le regole esistenti quali i “certificati di bisogno”, le licenze e le altre restrizioni sulla disponibilità dei servizi sanitari impediscono la concorrenza e, quindi, si traducono in prezzi più alti e meno servizi.

I sistemi sanitari socializzati non sono serviti per aumentare la salute generale o lo standard di vita in nessun luogo. Infatti, sia il ragionamento analitico che il punto di vista empirico portano alla conclusione opposta. Ma i clamorosi insuccessi della medicina socializzata nel migliorare la salute degli individui e la longevità non hanno colpito il suo fascino per i politici, gli amministratori e i loro servi intellettuali alla ricerca di potere assoluto e controllo totale.

La maggior parte dei paesi soggiogati dall’impero sovietico si sono spostati da un sistema completamente socializzato verso la privatizzazione e assicurando la concorrenza nel sistema sanitario. Altri, tra cui molte socialdemocrazie europee, hanno intenzione di privatizzare il sistema sanitario nel lungo periodo e decentralizzare il controllo medico. La proprietà privata degli ospedali e delle altre unità è visto come un fattore critico determinante di un sistema nuovo, più efficiente ed umano.

Articolo di Yuri N. Maltsev su Mises.org

 

 

*Link all’originale: http://vonmises.it/2012/06/29/quello-che-ci-insegna-la-sanita-sovietica

Traduzione di Nicolò Signorini

Note:

[1] “Speranza di vita russa verso una tendenza al ribasso” (St. Petersburg Times, 17 gennaio 2003)

[2] Rapporto CRS per il Congresso: “Speranza di vita negli Stati Uniti”. Aggiornato il 16 agosto 2006, Laura B. Shrestha, Codice d’ordine RL32792

[3] Friess Foster “Potete credere che viene preso in considerazione di negare lassitenza sanitaria allepersone affette da demenza?” (14 luglio 2009). Si veda anche Ezekiel J. Emanuel, “Dove si incontrano laDemocrazia Deliberativa e il Repubblicanesimo Civico” (The Hastings Center Report, vol. 26, n° 6)

[4] Govind Persad, Alan Wertheimer e Ezekiel J. Emanuel, “Principi per lallocazione degli interventimedici scarsi” (The Lancet, vol. 373, numero 9661).

 

 

Recent Posts
Showing 6 comments
  • Riccardo

    Il fatto che nelle Nazioni comuniste la sanità pubblica fosse un inferno, non implica necessariamente che lo debba essere dovunque. In generale però, penso che una libera concorrenza migliorerebbe i servizi.

  • TPM

    eppure non dovrebbe esserci problema.
    Chi vuole la sanità pubblica paga le tasse e la usa. Chi non la vuole non dovrebbe pagare le tasse e non la usa.
    Così ognuno potrebbe fare come vuole e non ci sarebbero discussioni.

    Ma come al solito gli statalisti sono dittatori nell’anima

  • antonio

    sull’urss è tutto vero. però:
    1) in sierra leone o guatemala o altri 100 paesi è molto peggio e sono paesi a sanità privatizzata.
    2) in italia 100 anni fa era molto peggio e la sanità era sostanzialmente privatizzata
    3) la speranza di vita in usa è tra le peggiori dell’occidente, nonostante spendano per la sanità il 19% del pil, contro il 9% medio dei paesi europei a sanità socializzata
    4) è disonesto comparare l’urss sempre e solo coi migliori paesi capitalisti.

    • Giorgio Fidenato

      Antonio, le associazioni di mutuo soccorso create dagli operai alla fine del ‘800 come le definiresti? Sanatà pubblica o privata? Dammi una risposta.

  • leonardofaccoeditore

    GRANDISSIMO ARTICOLO!

  • Lorenzo

    Se hai mal di denti non vai certo a farti curare in un ospedale pubblico, vai dal dentista privato. E quì ti tocca pagare le tasse! Altro che diritto alla salute, se sei costretto a rivolgerti al privato perché lo stato non garatisce cure adeguate, lo stato ci guadagna sulla tua salute!

Start typing and press Enter to search