In Anti & Politica, Economia

DI GIUSEPPE SGUBBI*

Alcuni giorni fa,  Corrado Passera,  ministro per lo sviluppo economico,  ha presentato  la bozza di un decreto il cui fine è quello di  convincere i disoccupati a diventare imprenditori. L’offerta è a prima vista  allettante, per alcuni anni,   niente Iva,  niente Irpef   e tasse al cinque per cento. Una vera e propria “pacchia”. Conoscendo,  al riguardo del lavoro autonomo, ” l’aria che tira”,   sorprende non poco il silenzio che ha accompagnato la proposta.

Ma cosa sarà successo? Occorreva forse la crisi,  per rendersi conto  che la colonna portante della economia  italiana,  è stata , lo è tuttora   e  sarà sempre,  il lavoro autonomo? Occorreva forse il terremoto emiliano per capire che se le  aziende  chiudono,   i “conti” non tornano? Indipendentemente dalle ragioni, si tratta di “cambiamento epocale”. Ma dove sono finiti i commentatori politici ed economici che nei  giorni successivi all’annuale denuncia dei redditi ,  commentando quelli denunciati dagli  artigiani,  ripetono più volte  l’aggettivo scandaloso? Mi sarei aspettato che al seguito di una proposta come questa,   che permette ad  alcuni  artigiani di pagare solo il 5 per cento di tasse , venissero indetti almeno un paio di scioperi generali.  A tale proposta non si può non dare il benvenuto  ed augurare grande successo, anche se alla luce di alcune considerazioni,  il grado di credibilità è abbastanza scarso: quelli che oggi  dicono  “alzate le saracinesche “,    sono quelli che fino a ieri hanno dato  tutte le disposizioni possibili per farle abbassare. Quelli che oggi  invocano la “natalità” sono sempre quelli  che hanno potenziato il “plotone di esecuzione”, perciò qualche proverbiale “ riserva” occorre averla.  Speriamo che non si tratti di  Scherzi a  Parte.Naturalmente,  per poter valutare  il contenuto di un decreto, occorre vederlo operativo, cioè approvato dalle camere,  rimandiamo a tale data il necessario ed indispensabile definitivo  giudizio.

Ma anche senza conoscerne a fondo i contenuti è possibile dare qualche consiglio  ai futuri possibili “lavoratori in proprio”,  consigli che non hanno lo scopo di “frenare”  l’entusiasmo dei  coraggiosi, ma piuttosto di illuminare  un percorso non privo di ostacoli. Mi rivolgo  in particolare  ai  disoccupati da lavoro dipendente,  che con  tutto il rispetto che ho per loro , temo, che seppur in buone fede, siano   stati oggetto di un “lavaggio di cervello”,  cioè potrebbero avere le “idee confuse”.

Non mi rivolgo ai disoccupati da lavoro autonomo, in quanto  ciò che dirò lo conoscono  benissimo, infatti   lo hanno vissuto sulla loro pelle.

Caro disoccupato e possibile  artigiano:  per fare in modo che la proposta del ministro Passera ti  diventi   “allettante”,  sono scesi  in campo molte “sirene”, conosciamo già  gli slogan,  “nuove  opportunità”,  “opportunità irripetibili  che sarebbe  un peccato non approfittarne”, “ interessanti agevolazioni”.  Si sta facendo  di tutto per  convincerti che finalmente non avrai  più padroni,  che potrai lavorare  solo quando ne avrai  voglia, che finalmente potrai realizzare tutti i tuoi sogni, che hai la possibilità  di entrare nel ristretto novero  degli  idealisti, degli indipendenti, degli appassionati della vita. In parole povere,   che   finalmente  potrai organizzarti il lavoro da solo,  potrai  autogestire il tuo  tempo libero,   puoi mandare qualcuno “a quel paese”, potrai dare sfogo alla tua creatività, potrai fare il lavoro che ti piace,  non sarai più un lavoratore alienato, e naturalmente, che se sei abile, avrai la possibilità di  migliorare  la tua posizione economica.

Ma la cosa più interessante, cioè quella che dovrebbe essere la “spinta” più convincente,  già la sai  in quanto te l’hanno detta in tutte le lingue,  che finalmente  potrai evadere  quanto ti pare, in quanto stai per  entrare nel “paradiso della evasione”. Ebbene mi preme comunicarti che, a parte alcune  agevolazioni fiscali, puoi detrarre  dalle tasse  oltre gli attrezzi, anche la vettura,  tutto il resto  sono verità “teoriche”,  ma che alla fine molte di queste  si tramuteranno  in “pie illusioni”. Mi auguro che tu non sia stato un credulone,  in caso contrario  il  tuo sarà un risveglio amaro. Considerato che mi sono prefisso il compito di “illuminarti”,   non posso non farti presente un dato di fatto “inoppugnabile”,  tu ti trovavi in un  “mondo”,  ora stai per entrare in un ”altro mondo”.

Inizio facendoti presente alcune cose che a te  sembravano ovvie, in quanto “diritti acquisiti”,  ma che invece dovrai    “dimenticare”per sempre.  Per nessuna ragione potrai prendere soldi non  lavorando Perciò niente in malattia, niente durante le  ferie, niente cassa integrazione, niente prepensionamenti,  niente sussidi di disoccupazione, niente tredicesima, niente liquidazione. Non vi saranno più permessi pagati,   donatore sangue, permessi sindacali, matrimoniali, ecc.  Tieni presente che non esiste un artigiano  che prende dei soldi senza lavorare! Non avrai più nessuno che ti difende, se uno sciopero venisse indetto, non sarà per far rispettare i tuoi diritti, magari   sarà stato  indetto per annullare eventuali tuoi presunti “privilegi”. Per completezza ti farò presente anche  alcune altre  cose che non conosci ma, che invece  sarai obbligato ad affrontare.

Per iniziare l’attività avrai bisogni di soldi, ebbene ti renderai conto  che le  banche sono disponibili ad aiutarti  solo se loro si sono resi  conto   che non ne  hai  bisogno.  Avendo  bisogno  di una infinità  di permessi,   farai la conoscenza del burocrate,  cioè di una figura  che farà di tutto  per ostacolare ogni tua iniziativa, e quasi sempre ci riesce. Conoscerai il finanziere che costantemente ti terra d’occhio.  Conoscerai   la giustamente famigerata  agenzia delle entrate.  Al riguardo delle tasse, della evasione fiscale  e della agenzia delle entrate, sarà bene che mi soffermi un poco, in quanto si tratta d temi di “ vitale importanza”.  Sicuramente avrai letto da qualche parte  l’assicurante “motto” del ministro delle finanze, “chi non ha evaso può stare tranquillo, non gli può succedere niente di spiacevole”.  Questa, lo dico per esperienza diretta,  è una balla colossale.

Mi spiego: se deciderai di pagare le tasse fino all’ultimo centesimo, a parte il fatto che senza un pò di evasione fiscale   sarai costretto a chiudere”per tasse”,    sicuramente  non avrai “problemi”  con i finanzieri,  infatti,  pur essendo loro dei  cercatori “certosini”,   non possono trovare quello che non esiste. Ma con la agenzia delle entrate è tutta un’altra”musica”,  questi,   grazie ai fantasiosi studi di settore, si arrogano il diritto di farti il conto in tasca, per loro non puoi non aver evaso, perciò ti chiameranno  a giudizio, cioè dovrai subire regolari processi. Questo significa  che  dovrai anticipare una cifra di soldi,  che dovrai farti  un avvocato,  che  dovrai perdere giorni di lavoro. Considerato che non hai evaso,  sarai il sicuro vincitore, sicuramente potrai   uscire dai tribunali   a testa alta, ma attenzione, nonostante la vittoria,   una parte dei soldi anticipati non ti saranno restituiti, dovrai pagare l’avvocato,  il tempo perso non ti sarà risarcito. Naturalmente questo non  è per un solo anno, anzi considerato che la prima volta  gli è “andata buca”, riproveranno anche negli anni successivi, alla fine  cederai per “sfinimento”,  cioè non avendo altra alternativa per porre fine ad un vergognoso  accanimento, ed  anche per il disperato  tentativo di   vivere in pace,  darai a loro  la cifra che  ti avevano chiesto. Diventerai   un “perseguitato fiscale”,  senza  associazione.

Ma cosa ai fatto di male? Essere troppo onesto è una colpa?  Attenzione,  non credere che per “chiudere”  con l’agenzia delle entrate, sia sufficiente chiudere bottega, neanche per sogno,   per un buon numero anni  sarai in balia dei  loro asfissianti tentacoli.  Eppure ti avevano detto che senza evasione fiscale  avresti potuto “vivere tranquillo”,   purtroppo non ti hanno detto l’unica grande verità, che  chiedendo la partita Iva, diventi un “potenziale evasore”, un essere”socialmente pericoloso”,  perciò “schedato” per tutta la vita.

Quando ti renderai conto  che ciò che ti sto dicendo corrisponde alla verità, sicuramente ti verrà la tentazione di  fare  un pò di evasione, ebbene avrai la conferma  che effettivamente ti trovi in un altro “mondo”.  Se prima facevi un piccolo lavoro in nero,  anche quello era evasione fiscale, passavi praticamente inosservato,  nessuno ti controllava , ma da ora in poi  attenzione, sei diventato un “sorvegliato speciale”,  se  ti pescano sei fritto.  Tu sai come si è espresso  il presidente della repubblica Napolitano,  che naturalmente non si riferiva alla evasione  praticata dai dipendenti,  ma a  quella praticata dagli artigiani,  ha detto che  tali evasori   non potranno  più “definirsi  italiani”.  Pensa che roba, il mafioso, il  lestofante, l’assassino,  può continuare a definirsi  italiano, ma tu no, per la sola colpa di aver fatto un pò di evasione, evasione per “sopravvivenza” e per “legittima difesa”,   non puoi più dire  ”sono di nazionalità italiana”,  per avere una nazionalità dovrai  recarti all’estero.

Non so se ci tenevi, ma non potrai più essere considerato un lavoratore,  infatti la tua nuova attività  non è  prevista nello statuto dei lavoratori. Ironia della sorte,  farai almeno dalle 16 alle venti ore in più alla settimana,  ma non sarai più un “lavoratore”. Se volessi elencarti  tutte le differenze fra artigiani e dipendenti, che sicuramente ti sarebbero utili,   non basterebbe un articoletto, ma dovrei scrivere un libro. Termino facendoti una domanda, come mai quelli che stanno facendo di tutto per convincerti  che il lavoro autonomo  è un lavoro “paradisiaco”,  non  sono diventati artigiani?  Non ti do la risposta, se diventerai artigiano. la scoprirai da solo. Caro disoccupato, ti ho parlato “franco”,   ma non sono stato “brutale”,  se volevo esserlo mi sarei soffermato  su un tema che meritava di essere approfondito, gli “inspiegabili”  suicidi.

 

*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/lettera-aperta-da-artigiano-agli-artigiani/

 

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Showing 7 comments
  • luca

    bhe non saprei troppo rischioso…

  • ristrutturazioni milano

    Al giorno d’oggi è impossibile e impensabile soprattutto nel campo dell’edilizia lavorare in nero. E detto molto onestamente il nero purtroppo ormai è del colore di una chimera in questo settore

  • dean

    pura verita quella soprascritta provata sulla mia pelle lavorate a nero e basta

    • Ristruttura casa

      Con i controlli e le sanzioni che ci sono non conviene lavorare in nero.

  • Webraffa

    Bellissima Lettera… Parla un artigiano di oltre 10 anni di attività… pagato tutte le tasse regolarmente ed ora che sono in difficoltà sono a rischio chiusura… Senza un indennizio, un minimo di riconoscimento.. Niente.. P.S. Facendo i conteggi, in 10anni tra iva, Inps e studi di settore, ho versato alle casse dello Stato Ben 130.000 euro… GRAZIE STATO! GRAZIE MONTI… Un consiglio che vi do.. Non apritevi la PARTITA IVA, LAVORATE IN NERO. Questo è ciò che vuole lo STATO… Lavorerete oltre 15ore al giorno per non ritrovarvi niente… Almeno lavorando in nero, il piatto in tavola vi posso garantire che lo metterete.

  • mirko

    Santissime parole! Giovane artigiano disoccupato!!

  • FEMINE

    E non è tutto…impossibile elencarle tutte… Insomma è una vita tormentata a meno che non si abbia la fortuna di fare tanti ma tanti soldi con la propria attività ( caso più unico che raro) e allora si può anche sopportare di essere negletto dalla società e oppresso dall’asfissiante burocrazia statale, delle tasse esproprianti al 70% del reddito ( tanto ne resterebbero da godere in abbondanza) e farsene un baffo delle controversie fiscali malevole, messe in opera da funzionari interessati non solo alla sopra-mercede sottintesa ma anche per ricevere incensi e plausi dalla collettività sanguigna e cieca, la cui approvazione diffusa conferma e consolida la casta dei gabellieri di stato.
    Il giudizio sommario e “interessato” del nostro vetusto monarca che non si vergogna di alloggiare nella reggia a spese anche del pubblico piccolo contribuente, non racconta nulla di nuovo. Anch’egli è un facente casta ed ogni sua iniziativa è orientata a far sopravvivere l’entourage di cui si nutre con avidità a scapito di chi realmente lavora con fatica improba e rischia di suo tutto il suo avere ( beni se ne possiede e dignità personale e famigliare).
    Qui è stato detto giustamente un’amara verità : se cominci una vita professionale con un nome in ditta, sappi che non sarai mai più libero e anche se chiudessi l’attività, ricordati, non basteranno anni e anni per essere lasciato in pace, neanche pagando balzelli non dovuti nella speranza di toglierti dal gobbo l’asfissia e il tormento dello stato “tassatore” nelle sue forme più disparate. La tua parola anche se documentata vale un fico secco; la validità delle tue controprove, in caso di controversia fiscale, è assegnata all’ufficio gabelle e figurarsi se quello accetta di perdere il colpo con i soldi. Oltre all’esperienza concreta personale, di altri esempi da elencare ne avrei fino a chissà quando. Se crepo, arrivi a dire la finisco… E, no! Ci sono gli eredi che se non rinunciano all’eredità del reprobo sono le vittime elette delle angherie. A questo punto,che gloria sarà mai sentirsi o meno italiani di questo stato padrone che mi rende e mi tratta indegnamente da suddito!

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