In Anti & Politica, Libertarismo

DI GIAN PIERO DE BELLIS*

Una cosa va innanzitutto detta e ridetta: i giornalisti sono oramai i portavoce della disinformazione organizzata, gli strumenti per l’inganno di massa. In alcuni casi non se ne rendono neanche conto perché la loro inclinazione all’oscurantismo e alla menzogna li porta a sorvolare su dati essenziali che caratterizzano la realtà attuale.

Uno di questi dati è la fuga continua e massiccia dal voto. La gente ha capito che votare non serve a niente perché:

– la scelta è illusoria, come quella tra escrementi di cane e escrementi di gatto che sono, entrambi, ugualmente, cacca;

– la scelta è inconseguente: il rappresentante non solo non rispetta le promesse illusorie fatte ma non le può rispettare e non è neanche tenuto a rispettarle.

Di tutto questi i giornalisti non ne parlano ma, ciò che è più grave, nascondono la realtà. Navigando su Internet è difficile trovare il dato del non voto nelle elezioni regionali in Francia del 15 Marzo 2010. È quasi nascosto, un dettaglio irrilevante di cui poi non si farà alcun riferimento negli aggiornamenti successivi. Eppure quel dato (quasi il 54% di astensioni) è il più importante che emerge dalle elezioni. Quando più della metà delle persone non esercita un suo diritto vuol dire che quel diritto è una farsa oscena, un gioco delle parti e che la gente lo ha capito e non ne vuole più sapere (Come pare sia il caso delle elezioni siciliane di ieri, ndr).

Questo vuol dire che siamo entrati finalmente e apertamente nell’epoca della democrazia srappresentativa.

Non che la democrazia abbia mai rappresentato davvero il volere del popolo (e poi quale popolo?). Però l’esistenza dell’illusione che fosse così dava al gioco elettorale una patina di plausibilità e di rispettabilità. Se la gente ci crede e vuole essere presa in giro andando a votare, illudendosi di contare, peggio per loro, ma è così. Adesso non è più così. La gente non ci crede più e non va più a votare.

Allora, è tempo di modificare le regole. Se ad una elezione non partecipa almeno il 50% degli elettori è ragionevole attendersi che l’elezione sia considerata invalida e che i seggi non vengano assegnati. Se ciò non avviene allora vuol dire che il gioco è totalmente truccato e che è gestito da bari di professione (i politici) coperti da una banda di manipolatori (i giornalisti). Questo fatto era già chiaro a coloro che da una parte avevano studiato che una delle caratteristiche essenziali della democrazia è che non vi è tassazione senza rappresentazione (no taxation without representation) e dall’altra vedevano molte persone che lavorano e pagano le tasse escluse dal voto (ad es. i lavoratori stranieri). Comunque, molti credevano ancora nella democrazia perché in alcuni paesi la maggioranza andava davvero a votare. Adesso ciò è sempre meno vero.

In sostanza da una democrazia maggioritaria rappresentativa, fasulla, monca e in alcuni casi pericolosa (quando entrava a decidere nella sfera personale) stiamo passando ad una democrazia minoritaria srappresentativa, del tutto fasulla, monca e altamente pericolosa (una minoranza vota ed un ristrettissimo numero di persone decide per tutti).

Dobbiamo perciò far capire anche a coloro che si beano della parola democrazia che il non andare a votare rappresenta un voto di sfiducia, come non andare a vedere un certo film rappresenta una bocciatura di quella pellicola. Allora, se per un film si tratta di produrre qualcosa di diverso, con un migliore soggetto e migliori attori, per la rappresentanza politica si tratta di rivedere tutto il contesto della politica. Forse quello di cui abbiamo davvero bisogno è un meccanismo diverso attraverso il quale le persone votano ogni giorno attraverso le scelte che fanno di acquistare un prodotto, di finanziare un progetto, di entrare a far parte di un gruppo, e così via.

E se una volta tanto attuassimo davvero un meccanismo basato sulla libertà e responsabilità personale?

 

*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/elezioni-voto-democrazia/

 

 

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Showing 10 comments
  • FRANCESCO MARIA ALBERTO

    Bene bene…finalmente in Italia – in Europa è in corso una riflessione seria sulla sovranità del popolo.
    Io avrei da suggerire una provocazione:
    Che i seggi alle camere e in generale in ogni consiglio elettivo vengano proporzionati al numero di votanti !
    Es. il 50 % degli aventi diritto si reca alle urne … bene !
    I seggi assegnati saranno esattemente il 50% del totale.

    Due risultati immediati:
    1) riduzione immediata del numero dei rappresentati politici ;
    2) la necessità da parte della politica di inseguire l’elettore.

    Grazie e scusate per la semplice provocazione.

  • A prescindere da tutte le altre considerazioni, se il numero dei componenti le assemble fosse collegato all’affluenza alle urne quantomeno ci sarebbe un controllo diretto sul numero degli eletti che dimunierebbero in proporzione all’astensione.

  • Riccardo

    Il problema è che lo stato italico ha inculcato nei suoi sudditi che l’alternativa alla democrazia è il fascismo, cioè, come disse recentemente qualcuno in cerca di voti, il male assoluto. E gli italioti, che nulla sanno di fascismo, di comunismo e di libertarismo, terrorizzati di fronte ad una prospettiva simile, rimarranno sempre fedeli ai loro padroni, qualunque vessazione questi gli propineranno. Mettete ad un uomo una catena e presto non saprà più farne a meno, anzi, odierà chi non la porta. L’odio peggiore lo riserverà a chi non la vuole. Lo schiavo non odia il padrone, ma lo schiavo che si è liberato. Quanto alle elezioni siciliane, ricordo che la regione Sicilia è tecnicamente fallita. Né Crocetta, né nessuno potrà salvarla. E’ come cercare di impedire ad un palazzo devastato da un terremoto di crollare, cambiando l’amministratore del condominio.

  • Giancarlo

    Da qualche tempo ho aperto una società di e-commerce con sede a Londra, direttamente on-line, progettando in un prossimo futuro mi trasferirò in UK, che rappresenta attualmente uno stato che è riuscito ad attuare in maniera soddisfacente almeno i principi fondamentali di uno stato liberale.
    Forse il Vostro movimento può essere un’ultima possibilità per l’Italia, quella di far rinascere uno stato moderno dalle ceneri di quello mafio-medioevale in cui attualmente abbiamo la sventura di trovarci, con buona pace dei milioni di persone che campano in modo parassitario su burocrazia ed uffici ed enti inutili.

    • leonardofaccoeditore

      INTANTO TI FACCIAMO I MIGLIORI AUGURI PER LA TUA ATTIVITA’, NOI FARE L’IMPOSSIBILE, MA NON SONO OTTIMISTA SULLA BONTA’ DEL MERCATO ITALICO PER RECEPIRE IDEE DAVVERO LIBERALI.

  • Firmato Winston Diaz

    Evidentemente il modo per temperare questa situazione consiste nel tornare al proporzionale puro senza alcun sbarramento con piena liberta’ senza ostacoli alla presentazione di qualsiasi lista, cosa che viene quasi da tutti osteggiata in quanto intrinsecamente limitativa dell’efficienza del potere (oltre che, e in questo a ragione, fonte di caos legislativo per eccesso di perfettismo nella rappresentanza) .
    Ma al si la’ del sistema elettorale, a costituire problema nel nostro caso e’ l’effettiva l’illimitatezza del potere e la totale inadeguatezza a porvi limite della tanto decantata quanto completamente inutile Costituzione che ci ritroviamo, Potere attenzione che peraltro evidentemente non si trova solo negli organismi elettivi come mi pare emergere con evidenza dagli ultimi sviluppi. Ma a riconoscere questo come male siamo in pochi, la stragrande maggioranza delle persone il potere lo vuole potente e illimitato, illudendosi che esso poi possa essere messo al suo servizio.

    @butti
    a mio avviso man mano che la tecnica, non solo economica, diventa sempre piu’ importante e la societa’ piu’ complessa e dipendente dalle “cose”, il campo della necessita’ progettuale e ingegneristica rispetto a quello delle libere scelte possibili si allarga sempre di piu’, per cui un parlamento non serve nemmeno piu’ a nulla, basta una efficiente ragioneria. Ironia della sorte, in un oggettivo convergere delle posizioni del Giannini del movimento dell’uomo qualunque con quelle dell’euro-tecnocrate Monti. Tempi grami per l’umanesimo.

  • Massimo74

    @fabrizio

    Berlusconi, in ogni caso, non ha mai avuto una maggioranza assoluta (cioè oltre il 50%) dei consensi, ma solo una maggioranza relativa.E questo, indipendentemente dagli astensionisti.

  • FABRIZIO DALLA VILLA

    mi piace e condivido in toto. Anche quando Berlusconi affermava che la maggioranza degli italiani fosse dalla sua parte e i media trascrivevano le sue parole come fa la segretaria col capoufficio, io facevo notare che, essendoci stata un’astensione tra il 25 e il 30%, per avere la maggioranza su tutti gli aventi diritto, sarebbe stato necessario almeno un 65% dei voti. E’ evidente che occorra un pallottoliere nuovo per questi signori.
    Sul discorso democrazia anch’io ho dei dubbi. Le minoranze, seppur lavorando e pagando le tasse come chi è in maggioranza, si vedono negare dei diritti. Ora, in Sicilia, chiunque dovesse governare, si troverebbe in minoranza rispetto alla popolazione avente diritto. Anche secondo me non ha senso la convalida di votazioni in cui, se va bene, il vincitore rappresenta il 10% degli aventi diritto. Purtroppo!

  • Fedo

    Ma perchè ancora adottare la democrazia? ma direttamente aboliamo parlamenti, rappresentanze, sindacati e tutte queste inutili cosette da società troppo libera e molliccia e torniamo ai regnanti, quelli si che funzionano… il Re ( o l’Imperatore) che comanda, tu, inutile omuncolo col sangue rosso, obbedisci e se alzi la testa la si taglia via… completiamo il collasso della democrazia, non azzardiamoci nemmeno a considerare l’idea di aiutarla a rivivere rinfocolando in coloro che la partecipano e subisco la fiducia… tanto a cosa serve? tutta una farsa!… come il computer da cui ogni uno qua ha scritto che certo non è figlio di un clima positivo creato da regimi liberali e democratici che hanno dato un’impulso enorme al progresso scientifico-tecnologico (oltrechè morale e civile… ma ci si è ritorto contro… come ‘esistenza di questo articolo dimostra)….

  • CARLO BUTTI

    Quello della democrazia è sempre stato un mito, privo di consisenza sul piano razionale, che ha funzionato, talvolta anche bene, fintantoché ha goduto di consenso diffuso (ma lo stesso si può dire per i regimi teocratici per le monarchie di diritto divino, o per l’ideologia dell’ “uomo forte” e dei vari “salvatori della patria” o “amici del popolo”). Oggi sembra cadere sempre più nel discredito, a dispetto di chi non sa vedere o finge di non vedere. Il difetto -di là dalle macroscopiche degenerazioni involutive dei giorni nostri- sta proprio all’origine, nel pretendere che una maggioranza numerica, spesso fissata e calcolata con criteri arbitrari, possa rappresentare una fantomaica volontà collettiva:che è una contraddizione bella e buona, perché ogni atto di volontà è squisitamente individuale. Ecco perché è sbagliato pensare di risanare la democrazia ritornando al sistema diretto, quasi che, eliminando il principio rappresentativo, si restauri ipso facto la cosididdetta sovranità popolare.Al contrario, si corre il rischio di legittimare la dittatura della maggioranza(o presunta tale)a scapito della minoranza. Nella tanto decantata democrazia dell’antica Atene su circa 300.000 abitanti dell’Attica solo 30.000 costituivano il “demos”; di questi, era tanto se a un’assemblea partecipavano in 5.000. Bastava raggiungere un certo “quorum” per mandare in esilio per 10 anni una persona ritenuta pericolosa, senza altre motivazioni(il famigerato ostracismo). Già nell’ambito filosofico della Sofistica ci si rendeva conto che era un sistema bacato. Che dire allora di chi oggi propone referendum senza quorum per rendere operante un diritto di secessione? Un’infima minoranza potrebbe decidere per tutti, trincerandosi dietro la menzogna della “volontà popolare”. Non credo che partendo da premesse così truffaldine si possa arrivare molto lontano.

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