In Anti & Politica, Economia

DI GIUSEPPE SANDRO MELA*

«Anche i denari degli altri sono finiti», diceva Angela Merkel.

«Pubblico é bello se governo io», dicevano i sani pidiessini di una volta.

E così, nonostante la luna di miele elettorale, Napoli si ritrova ad andare a piedi.

 Bimbi non c’è più un centesimo.

Si sono brucati tutto, ma proprio tutto. E le casse dello stato sono vuote: quindi, fine degli “aiutini“.

Se però i Napoletani se ne vanno a piedi, in fondo i trasporti pubblici sono l’optional che i kapitalisti usavano per mandare a lavorare il proletariato, possono essere felici e contenti.

 E perché mai i Napoletani dovrebbero essere felici e contenti?

Elementare. Non avranno più autobus circolanti, ma in compenso continuano a pagare tasse bilionarie per mantenere il personale delle partecipate.

Che eroghino o meno i servizi é solo un dettaglio capzioso della Scuola Austriaca: roba da biechi sfruttatori del proletariato lavoratore.

 Enti e partecipate vivono benissimo di vita autonoma, e senza lavorare gli stipendi sono ancora più graditi!

Pagate, pecoroni!

Viva il sole dell’avvenire!

Viva il risanamento di Monte Paschi Siena!

E che, non lo sapevate che é

«Assolutamente normale che l’ex presidente Mussari finanziasse il Pd. Partito che, grazie al governo di Siena e Provincia, era responsabile della stessa nomina.  ….  Rivendico l’opportunità di un intervento statale quando si rischia il collasso di istituzioni fondamentali per il funzionamento del Paese.» on. Antonio Misiani, tesoriere del Partito Democratico.

 

Quindi, tutti a piedi e felici, gioiosi:

 

state mantendo Banca PD.

 

 

Il Mattino. 2013-01-30. Napoli, Anm in ginocchio: il gasolio è finito, gli autobus si fermano.

Il gasolio è finito e l’Anm si ferma. Mattinata da incubo per gli utenti del trasporto pubblico. Questa volta a mettere in ginocchio la partecipata è la mancanza di gasolio. I fornitori hanno deciso di chiudere i rubinetti.
La quasi totalità degli autobus dell’Anm sono rimasti nei depositi. Alcuni autobus sono usciti per effettuare alcune corse in mattinata, ma stanno rientrando nei depositi per esaurimento del gasolio nei serbatoi.

Il blocco praticamente totale dei servizi è spiegato dalla società che precisa come «dei 600 autobus che circolavano fino a pochi anni fa (2009) oggi ne circolano meno di 350 perchè – sottolinea – tra tagli governativi e regionali, i contributi che Anm riceve per pagare stipendi, contributi, fare manutenzione di mezzi ed impianti, pagare le assicurazioni, comprare il gasolio etc, si sono ridotti del 40%».

Con questi tagli – scrive Anm sul proprio sito – è «ovvio che non è più possibile fare le cose che si facevano prima» per cui l’Azienda non è nella condizione di «assicurare più mezzi, manutenerli. Non è questione di volontà o capacità – sottolinea – è questione di possibilità».

I primi disagi ieri pomeriggio. Sulle paline improvvisamente è comparsa la scritta «disservizi» tanto da indurre gli utenti a pensare ad una nuova protesta, improvvisa come le altre. Invece questa volta è il gasolio. L’azienda non lo nasconde e lo annuncia sulla pagina Facebook e sul sito: «Il 30 mattina per mancanza di gasolio il servizio non sarà garantito». In realtà i mezzi sono rientrati nei depositi già nel tardo pomeriggio. I primi a finire il pieno quelli che fanno base in via Delle Puglie e a Cavalleggeri. In pratica l’R7,il 140, il C18, il C128, in pratica tutte le linee in sostanza che servono il centro, il Vomero, Posillipo e altre aree della città.

Il servizio notturno è saltato del tutto. Le due linee N1 e N2 non sono state attivate e i dipendenti sono stati messi in congedo forzato, in pratica in ferie, dal momento che non potevano lavorare.

Un vero e proprio dramma che questa volta l’azienda non è riuscita ad evitare. Non è mai accaduto che i mezzi si fermassero per mancanza di gasolio. Il servizio è sempre stato ridotto per proteste (l’ultima la scorsa settimana messa in atto dai lavoratori della ditta di pulizia), per la mancanza di assicurazione o dei pezzi di ricambio che di fatto ha trasformato i depositi in veri e propri cimiteri degli autobus anche se sono di recente costruzione.

L’azienda più volte si è scusata per i disservizi ma di più non può fare. Ogni giorno è una corsa contro il tempo per trovare le risorse e garantire un servizio ora diventato ai minimi termini. Delle 600 macchine necessarie per soddisfare l’utenza ne escono la metà sempre che la giornata lo consenta.

«L’amministratore sta facendo l’impossibile per trovare le risorse – spiega il direttore operativo Fabrizio Cicala – e auspichiamo una soluzione in tempi rapidissimi. Già oggi, anche se a rilento, il servizio riprenderà».

I sindacati sono preoccupati. La Faisa Cisal ha chiesto un incontro con i vertici aziendali e con il Comune per ottenere in tempi ragionevoli delle risposte e soprattutto delle soluzioni ad una situazione che giorno dopo giorno – lamenta il sindacato – sta diventando insostenibile e che espone in primo luogo proprio gli autisti spesso vittime di aggressioni da parte degli utenti.

Per evitare la paralisi del servizio sono intervenuti in sostegno dell’amministratore Renzo Brunetti il vice sindaco Tommaso Sodano e l’assessore al Bilancio Salvatore Palma. «Stiamo facendo – spiega Sodano – il possibile per evitare che i mezzi si fermino. I fornitori avranno ciò che gli spetta, avendo approvato il piano di riequilibrio finanziario, il trasferimento del fondo di febbraio è certo. E dunque se hanno pazientato in un momento di grande incertezza ora che c’è la sicurezza dei pagamenti, avendo approvato il piano, si tratta di attendere ancora qualche giorno dal momento che presto verrà trasferito il fondo di febbraio. In questo quadro non è giusto che a pagare sia l’utenza».

 

*Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2013/01/napoli-autobus-fermi-gasolio-finito-e-non-ce-piu-nemmeno-un-centesimo-in-cassa.html

 

 

 

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Showing 7 comments
  • Fabio

    leggevo di una recente sentenza di un tribunale del sud che rigettyava la richiesta di fallimento di una municipalizzata affermando che quei debiti contratti e quegli impegni assunti sono DEL COMUNE e lui ne DEVE rispondere !!

    La forma giuridica privatistica è solo quindi uno schermo dietro cui riescono quindi a fare i porci comodi loro fino a quando il giocattolo si rompe e di portano i libri contabili al comune pretendendo il pagamento dei mostruosi debiti accumulati.

    Sia d’insegnamento per tutte le municipalizzate con cui avete a che fare, trasporto, pulizia e mondezza, acqua, energia, gas, cimitero (tumulazioni e cremazioni)…. lo Stato ci controlla non solo dalla culla alla tomba ma anche dall’alba al tramonto e non combina che disastri. Per carità, non che il privato non ne faccia, ma paga di tasca sua!
    Nel privato vero (non la merda italiana spacciata per ‘liberismo’) chi sbaglia paga, ma al contrario se fabene s’intasca rendita e gloria.
    Con la truffa del “capitalismo” all’italiana se s’investe bene e si ha successo le rendite vengono privatizzate, se si investe da idioti e spesso sbaglia a cuor leggero si ha la certezza che le voragini saranno colmate con lavoro, sudore e risparmi di chi ha lavorato sul serio grazie all’estorsione detta tassazione.
    Privatizzare gli utili e pubblicizzare i costi NON è mercato libero ma infame statalismo!

    • Antonino Trunfio

      Sottoscrivo.

  • Albert Nextein

    Io mi accontenterei di una legge che li mandasse tutti affanculo.
    Naturalmente questa sarebbe una legge popolare.
    Corroborata da bastoni,spranghe,mazze,pugni di ferro.

  • pippo pg

    E a quel punto se un privato ne avesse la possibilità sta tranquillo che sui mezzi si sale solo dopo aver pagato il biglietto o l’abbonamento!!

  • carlo veneziano

    Una bella legge che obblighi i fornitori a dare il gasolio. Dai, che ci vuole a farla!

    • pippo pg

      sarebbe meglio una legge che obblighi a privatizzare le partecipate e a liberalizzare tutti i servizi

  • Nicola

    Si vede che non hanno mai letto – o non l’hanno capito – La Rivolta di Atlante…

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