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tasseDI MATTEO CORSINI

“E’ ora di finirla con i paradisi fiscali… Voglio che ci sia uno scambio automatico di informazioni sui redditi, i patrimoni e le attività dei francesi all’estero e degli stranieri in Francia. Questa dovrà essere la regola in Europa per cancellare definitivamente il segreto bancario”. (F. Hollande)

Francois Hollande, alle prese con dati di finanza pubblica che mostrano uno tra i peggiori trend a livello di Area Euro e meno propenso a ridurre il peso dello Stato e della spesa pubblica dei suoi colleghi italiani (il che è tutto dire!) lancia l’ennesima dichiarazione di guerra ai paradisi fiscali e al segreto bancario. Lo scambio automatico dei dati è peraltro già una consuetudine tra le amministrazioni fiscali di diversi Stati, ma alcuni hanno finora resistito a smantellare la riservatezza dei dati relativi a coloro che hanno investito nel loro Paese. Tra di essi il Lussemburgo e l’Austria, che pare però stiano cambiando idea, dopo aver ricevuto (soprattutto il primo) avvertimenti in stile vagamente mafioso dai partner all’indomani della deflagrazione della crisi cipriota.

Personalmente non mi stancherò mai di ripetere che annullare definitivamente il diritto alla riservatezza sui beni di cui si è proprietari, siano essi detenuti nel Paese di residenza o altrove, rappresenta il passo finale verso la realizzazione di quella che in 1984 di Orwell sembrava solo una fantasia da romanzo distopico.

Gli statalisti di ogni dove amano ripetere che se si è in regola con il fisco non si deve temere nulla, e che se non ci fosse evasione fiscale (ma adesso siamo passati alla lotta alla concorrenza fiscale tra Stati) pagheremmo tutti quanti meno tasse. Si tratta, nella migliore delle ipotesi, di due illusioni. In realtà si va verso lo svuotamento definitivo del concetto di proprietà privata, che probabilmente resisterà formalmente, ma che sostanzialmente non potrà in nessun modo essere opposto allo Stato.

Probabilmente quando le conseguenze di questa campagna contro i cosiddetti paradisi fiscali saranno chiare a tutti la schiavitù fiscale sarà ormai completa.

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Showing 2 comments
  • gastone

    gli imprenditori fortunati che hanno ancora la possibilità di avere la loro vita tra le mani e non sono assaliti dal desiderio di togliersela, presto si romperanno i coglioni e si toglieranno l’impresa dalle loro mani e il desiderio di imprendere dalla loro testa.

    il branco di parassiti allevato con il welfare statale, nell’ultimo trentennio ha assunto le proporzioni bibliche di una piaga irreversibile, il loro numero è così debordante in tutti gli stati socialisti d’europa, che tentare di “mantenerli” è semplicemente suicida otre che immorale.

  • Marco Tizzi

    Imprenditori e dipendenti privati in Italia sono 16 milioni di persone. Solo questi pagano le tasse. Perché mai dovrebbero interessare ai nostri politicanti?
    Molto più sorprendente il resto d’Europa, dove invece i creatori di ricchezza sono percentualmente molti di più.
    Ma nessuno ha notato che il tema “riduzione delle tasse” non esiste più nella politica europea, forse con la sola eccezione del U.K.?
    In Francia non è stato un tema nelle elezioni – Hollande voleva alzarle, Sarkozy al massimo tenerle così come sono – in Germania non si prende nemmeno in considerazione l’idea.
    Ora delle due una: o sono tutti dementi e non si rendono conto che l’impresa europea non può più farcela con questo livello di tassazione oppure lo fanno apposta per impoverire la popolazione.
    A voi la scelta.

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