In Anti & Politica, Economia

gorini robertoDI ROBERTO GORINI

E’ credenza diffusa che uno Stato che vuol far “ripartire l’economia” debba cominciare a spendere. Ma perché una spesa produca benessere economico, deve essere fatta nella direzione giusta. Deve produrre qualcosa che serve. Un bene o un servizio di cui la società necessita. Non basta quindi avere la volontà di farlo, ma bisogna sapere dove e come.

Questo è ciò che fa l’attività imprenditoriale. Intuisce, vede o prevede ciò che serve alla società. E questo è un talento che genera profitto per entrambe le parti coinvolte nella transazione economica. Il produttore guadagna attraverso il denaro, e il consumatore attraverso la soluzione di un esigenza reale. Se non c’è coercizione, un libero scambio è sempre un affare che si fa in due.

Quando è lo Stato invece a spendere per far “ripartire l’economia”, dimentica di salvaguardare il vantaggio di chi paga, il cittadino. Non spende per una propria esigenza, ma lo fa a favore di qualcuno per immettere liquidità nel sistema, a prescindere dall’utilità della prestazione di chi riceve. Il costo lo pagano i cittadini (anche in caso di emissione di nuovo denaro, vedi inflazione), e il recettore “prende” indipendente dall’utilità del suo lavoro. Non c’è produzione di ricchezza reale, non c’è un vantaggio per il popolo, si innalza solo il PIL, ma la società non aumenta il proprio benessere.

Perché allora si suggerisce di aumentare la spesa pubblica per favorire i consumi ? Questo deriva da una ormai vecchia concezione dell’economia per cui “il consumo è il motore dell’economia”. I vecchi economisti (che ancora oggi siedono al potere), tendenzialmente di stampo keynesiano, pensano che “la mia spesa è il tuo ricavo”, per cui se si vuol far crescere l’economia bisogna che qualcuno cominci a spendere. In questo modo aumenta il PIL, ma l’economia reale è tutta un altra cosa. Si pensi che John Maynard Keynes, l’economista che più ha influenzato queste credenze, in caso di recessione economica arriva a suggerire di “far scavare delle buche a qualcuno e farle ricoprire da qualcun altro, pagandoli entrambi”. Con i soldi dei cittadini ovviamente ! Sostiene che così chi incassa il denaro ha più capacità di spesa, ma è una illusione. E’ solo una redistribuzione costosa. Se lo Stato paga attraverso nuove tasse è un costo per tutti, se lo fa emettendo nuova moneta c’è una perdita di potere d’acquisto generalizzato. Si da solo un vantaggio per chi lavora per lo Stato e uno svantaggio a tutti gli altri. Non si fa altro che spendere in cambio di nulla.  Non c’è via d’uscita, non ci sono pasti gratis in economia. Comunque la si prenda, questa attività dello Stato fa solo danni.

Ma perché lo Stato non può stimolare la crescita tramite la spesa ? Perché non sa cosa fare. Non ha  le informazioni necessarie che permettono di capire come impiegare delle risorse per generare qualcosa, beni o servizi che avranno un valore maggiore del costo delle risorse impiegate. Si potrebbe obiettare che uno Stato può esaminare meglio il mercato di un imprenditore. Di un imprenditore solo forse si, ma di milioni e miliardi di imprenditori e consumatori che tutti i giorni, con le loro micro transazioni e con le loro scelte, danno indicazioni sul da farsi, no.

Lo Stato, inoltre, nella sua funzione economica, ha altre limitazioni. Il funzionario di Stato è  per natura meno efficiente in quanto non gestisce una ricchezza propria, ma di altri: i cittadini. Chiunque gestisca un “bene comune” è sempre meno attento di chi gestisce un bene proprio. Può essere eticamente sbagliato, ma è oggettivamente così, è un atteggiamento umano. Infine più autonomia di spesa ha uno Stato e più aumenta il fenomeno della corruzione. E non si parla solamente di “furto”, ma il potere economico può essere utilizzato a favore di alcune categorie di elettori. Non c’è alcuna possibilità che uno Stato possa essere più efficiente nel produrre ricchezza dei propri cittadini.

Se uno Stato vuole veramente favorire la ripresa economica deve favorire l’unica attività che produce ricchezza per tutti: l’attività imprenditoriale. E non deve farlo concedendo denaro a fondo perduto alle imprese, ma riducendo gli ostacoli all’attività degli imprenditori.

Lo Stato deve in definitiva creare un ambiente dove ci sia la certezza del diritto, poca burocrazia e bassa tassazione. Solo così potrà favorire la crescita economica. Poca spesa pubblica e poche ma buone leggi. Il contrario di quello che si sta facendo e che si crede sia giusto fare.

www.robertogorini.it

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