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internet_-DI REDAZIONE

Un’alleanza mondiale dei maggiori operatori di Internet per permettere l’accesso alla rete a tutti i paesi piu’ poveri abbassandone l massimo i costi.

L’iniziativa, dal nome Internet.org, e’ stata oggi lanciata dal fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. “Ci sono dei grossi freni nei paesi in via di sviluppo per connettersi e unirsi all’econoia del sapere. Internet.org sara’ un partenariato globale destinato a questa sfida, rendere Internet accessibile a coloro che non se lo possono permetterselo”.

Oggi solo 2,7 miliardi di persone, un terzo della popolazione e-mondiale, puo’ connettersi al web e ogni anno il numero di nuovi utenti e’ sempre piu’ limitato. Tra i colossi di tlc che hanno aderito all’iniziativa Samsung, Nokia, Opera, Mediatek, Ericsson e Qualcomm che contribuiranno a migliorare le app e le componenti dei cellulari e delle reti cercando di ottenere il massimo trasferimento di dati con il minimo utilizzo di energia della batteria.

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Showing 16 comments
  • firmato winston diaz

    Interessante riguardo alle strategie comunicative, soprattutto nei commenti di Guidorzi:
    http://www.salmone.org/la-strage-e-iniziata-anche-questanno/

  • Giorgio Fidenato

    Ma amici, mi stupisco di certe discussioni sul nostro sito. Innanzitutto il ML non è contro i monopoli. Esso è contro i monopoli legali ma non naturali. Se Zuckemberg è stato il primo a cimentarsi con i SN e ora ha una posizione dominante, questa non gli deriva da una legge ma da una sua capacità. Come qualcuno ha detto, nessun medico ordina di collegarsi con FB e tutti sanno che i tuoi dati vengono gestiti per scopi commerciali. Probabilmente la maggior parte di coloro che vanno su FB ritengono più vantaggioso poter andare gratuitamente su social sapendo che i tuoi dati vengono elaborati, piuttosto che non andarci. E’ ora di smettere di pensare al bene degli altri: ognuno pensi a se stesso secondo il vecchio motto che chi pensa per se, pensa per tre!!!
    In secondo luogo se anche Zuc ci guadagnasse, dove sta lo scandalo? vale il discorso del medico sopra.

    Il discorso Pec è qualcosa di diverso. Qui c’è una legge che impone la PEC. Essa non è sorta spontaneamente dal mercato e la maggioranza l’ha ritenuta una cosa utile. Qui c’è una legge. Sapete tutti cosa pensa il ML delle leggi!!!!

    In poche parole, qui si dimostra ancora una volta che l’imprenditore, facendo di tutto per guadagnare, alla fine, come esito secondario, incontra i desiderata dei consumatori e li esaudisce!!!

    • firmato winston diaz

      La discussione non e’ inutile come sembra, molti qua dentro credono che eliminato lo Stato magicamente si risolvano i problemi, quando in realta’ a suo tempo lo Stato e’ stato voluto proprio per risolvere gli stessi problemi, il che dovrebbe indurre a porsi delle domande.
      Ad esempio se, nella societa’ con la tecnologia attuale che non e’ esattamente la stessa in cui vivono gli andamani, ci sarebbe qualcosa che sfugga dal trasformarsi in monopolio naturale, liberta’ interiore compresa…

      • firmato winston diaz

        E, secondo me, se non si sposta il dibattito in modo da far riflettere le persone sul paradigma in cui vivono inconsapevolmente, invece di sperare di indottrinarle ad uno, simmetrico, nuovo, non si arriva da nessuna parte in cui valga la pena di arrivare. Cambierebbero i suonatori (con grande soddisfazione dei nuovi), ma per tutti gli altri la musica resterebbe la stessa.

  • Antonio Belmontesi

    Sì, però, con riferimento al titolo, “un internet” si scrive senza apostrofo…
    Per favore, non facciamo gli stessi errori di quella gran massa di asini sfornati dalla scuola pubblica.

    • Gran Pollo

      Sicuro? internet è unA rete, quindi al femminile, secondo me l’apostrofo ci va.

  • Gran Pollo

    sarà ma io di zuccaberg non mi fido per niente (e non sono iscritto a nessun social network).
    Per quanto le parole magiche ”libero mercato” possano far spegnere il cervello ad alcuni che non fanno che ripeterle, il sig. Zucchenberg vive (e che vita!!) di monopolio! Provateci voi a creare il vostro social network e vediamo quanti utenti riuscite a racimolare! Per non parlare dell fatto che i sn, alla faccia di ogni privacy, forniscono alle intelligence statali ogni sorta di dato sugli utenti che esse richiedono… E in cambio zucchy ne avrà pure dei benefici… Libero mercato anche questo?
    Se tanto mi da tanto, le mire di zuk e compagnucci sono a costruire una internet di loro proprietà, da vendere prima ai paesi poveri, poi a quelli sviluppati, in cambio del totale controllo su tutto quello che potrà circolare.
    Caro movimento libertario, vuoi continuare a esistere sul web? Paga le tasse (a Zuckenberg) oppure costruisciti una internet tua.

    • Roberto

      Che assurdità va dicendo…

      Facebook non ha il monopolio di un bel niente perché non ci sono leggi dello Stato che obbligano i cittadini ad iscriversi o che vietano l’iscrizione ad altri social network.

      • Gran Pollo

        ah tu dici? Magari la legge non impone ancora di avere un profilo facebook nominativo con dati veri e contenuto minimo, ma può riservarsi il diritto di farlo un giorno. È già successo, sai? In Italia, con la famigerata PEC. Nessuno la voleva (giustamente, un indirizzo mail lo si può avere gratis da vari fornitori e il tuo ISP te ne da sempre almeno uno, da contratto) e l’hanno fatta diventare obbligatoria per chiunque eserciti un’impresa o una professione. Oh, la legge prevede(va) anche soluzioni alrernative in cui gli ”esperti” vedevano la possibilità di pecchizzare un indirizzo qualsiasi con sistemi di firma / crittografia tipo PGP ma se provi a iscriverla alla CCIAA ti rispondono PICCHE! PEC o niente, persinno la famigerata ”pec del cittadino”, la CEC-PAC non va bene. E per averla la devi acquistare da privati, non dallo stato, più il costo del gestirla (computer, internet…) e la responsabilità (ignorare una pec è come ignorare una raccomandata a/r).

        • firmato winston diaz

          Di certo ci sono pressioni formidabili da parte di tutta la politica per vietare l’accesso anonimo alla rete, attenzione non solo alla rete fisica (lo e’ gia’, sia per internet che, forse senza che ve ne siate accorti o abbiate dato giusto peso alla cosa, per la rete cellulare, cosa che rende tracciabili tutti in tutti i loro movimenti fisici e sociali e in tutte le conversazioni), ma anche alle semplici pagine web qualora si intervenga con commenti: vogliono vietare l’uso di nickname.
          Poi, di certo fra non molto, quando internet la dovranno usare tutti per non restare tagliati fuori (oppure per obbligo di legge, basta pensare alla pec che giustamente citi, oppure ad una normale classe scolastica, penso che gia’ oggi per un ragazzo sia impensabile frequentare la scuola primaria e secondaria senza internet, e probabilmente anche senza un account facebook con cui comunicare con gli insegnanti) avremo di sicuro una tassazione, che comincera’ come al solito con un piccolo obolo per poi crescere a dismisura nel tempo approfittando delle varie crisi economiche che, come ben sappiamo, non mancano mai.
          La stessa cosa sta succedendo col denaro: anche senza il denaro elettronico obbligatorio, a cui si arrivera’ prima o poi, la sola tracciabilita’ di tutti i conti bancari da parte dello Stato vuol dire che qualche milione di italiani puo’ sapere tutto sui movimenti economici dei rimanenti altri: i dipendenti statali che direttamente o _indirettamente_ possono accedere a quei dati sono milioni (pensate ai dipendenti dell’agenzia delle entrate e alla forza pubblica e a loro parenti, mariti, mogli e fidanzate: saranno 5 milioni solo loro, e pensate agli investigatori privati che pagando profumatamente qualcuno di costoro, da 1000 euro al mese, chiedano informazioni). Oppure pensate ad un “Assange” (ma puo’ essere un ministro, Visco se non ricordo male pubblico’ tutte le denunce dei redditi di tutti, sono ancora su emule e ci resteranno per sempre, suppongo) che improvvisamente decide che tutti quei dati devono essere consegnati alla rete pubblica: chi glielo puo’ impedire? Si tratta di azioni irreversibili.
          Secondo me la questione va ben oltre cio’ che afferma Fanelli, stiamo costruendoci da soli con grande solerzia ed entusiasmo le sbarre della piu’ formidabile prigione sia mai stata pensata, con controllo totale e assoluto di tutti (pensate alla maggioranza dell’opinione pubblica gia’ favorevole al denaro elettronico e probabilmente all’abolizione dell’anonimato in rete se interpellata, cosa su cui esprime con estrema leggerezza un’opinione senza rendersi minimamente conto di cosa implichi in termini di perdita di liberta’ il fatto che tutti possano sapere tutto di tutti, e non ci sia modo di impedirlo senza auto-escludersi dalla societa’, cosa peraltro impossibile nel momento in cui certe cose vengono rese obbligatorie per legge).

          L’unica cosa che rendera’ vivibile un mondo cosi’ che ad alcuni adesso sembra spaventoso, e’ che la gente che ci nascera’ dentro dara’ per scontata la cosa, ci si abituera’, e si adattera’ pecorinamente.

          Del resto e’ quello che vale, esattamente, anche per il mondo che stiamo vivendo adesso. Ci restera’ la liberta’ interiore, quella del famoso filosofo Croce che infervoro’ tanti dibattiti al tempo dell’intervento nella prima guerra mondiale e poi della lotta al fascismo? Non credo proprio, per quanto detto nella frase precedente: e’ impossibile astrarsi dal mondo dello spirito in cui si nasce, si cresce e si vive, l’uomo ha la benedizione/maledizione di adattarsi a qualunque situazione, anche la piu’ abietta, e di conformare i suoi modelli di pensiero ad essa.
          E’ per questo che la lotta di questo sito per la liberta’ probabilmente fa sorridere di compatimento chi quella liberta’ vuole comprimere e controllare: perche’ sa che e’ una lotta persa in partenza, e che i suoi migliori alleati sono proprio i controllati.

          D’altra parte e’ da discutere anche se sarebbe possibile una convivenza civile senza che le menti delle persone appartenenti alla norma siano omologate ad un’idea di societa’ politica e civile, e piu’ in generale ad un substrato di “programmazione” sociale sotterranea ed inconscia, che siano comuni ai piu’.

          Solo quando tale programmazione porta ad una rovina estesa ed oggettiva, viene messa in discussione, anzi viene rigettata per qualcosa di diverso (e non necessariamente migliore).

  • lorenzo s.

    Dopo decenni di inutili e costose politiche di sviluppo che tanto piacciono ai Cofferati finalmente gli abitanti dei paesi in via di sviluppo avranno la possibilità di prosperare grazie all’accesso ai mercati globali.
    Come sempre la soluzione arriva dal mercato.

    • firmato winston diaz

      @lorenzo:
      “finalmente gli abitanti dei paesi in via di sviluppo avranno la possibilità di prosperare”

      Io ci vedo piu’ che altro un tentativo di omologare tutto il mondo ad un unico modello di sviluppo, quello dominante nel nostro emisfero, omologazione diretta ovviamente dallo Zuckerberg di turno, ubriacato dal proprio personale successo. Modello repulsivo questo nella fattispecie di facebook, se posso esprimere una personale opinione: proporlo ad altre culture significa cancellarle per sostituire ad esse una squallida volgarizzazione di massa, non aiutarle.

      Date un’occhiata a questo, che non ha tutti i torti:
      http://www.keinpfusch.net/2013/08/perche-le-darket-perche-internet-e-morta.html

      Altro che zuckerberg.

      L’omologazione del mondo alla nostra isterica follia futurista (peraltro al solo scopo di lucro) non ha nulla di libertario, suppongo.

      • Franco Grassi

        Bello l’articolo di Fanelli, ma la vera liberta’ e’ quella di Manning… una dimensione interiore. La liberta’ di coloro che si ribellarono ad Hitler e ne pagarono le conseguenze.

        Quella liberta’ che descrive Fanelli e’ una liberta’ “tecnica”.

        LUI E’ UN TECNICO

        • firmato winston diaz

          E’ dai tempi di Croce che ci si interroga su quanto valga la liberta’ interiore, con Croce che affermava essere l’unica che conta… ma la liberta’ interiore possono averla tutti se vogliono, o meglio possono avere quella che ritengono tale, anche stando in galera a pane e acqua e frustate, quindi evidentemente non e’ di quella che vale la pena di preoccuparsi operativamente.
          Fanelli piu’ che un tecnico, come lui stesso insiste di essere, mi pare uno con spiccate attitudini filosofiche.

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