In Anti & Politica, Economia

BISINDI FRANCESCO CARBONE

Raramente mi è capitato di andare a leggere il blog Noise From America di Michele Boldrin, noto incoerente liberista dei nostri tempi (per capire bene dove sta la sua incoerenza basta leggersi Cosa è il Denaro). Un blog che non a caso nel tempo ha attratto nel tempo tutti quei liberisti italiani che discutono di questioni economiche più o meno marginali evitando da un lato la più fondamentale questione monetaria e strizzando l’occhio, dall’altro, alle banche centrali e ad un certa classe politica ed industriale, secondo quel classico paradigma che potremmo definire leccaculismo all’italiana.

Oggi però mi hanno segnalato un articolo dal titolo Cos’è un Economista a firma di un certo Alberto Bisin che, con pazienza e parecchio affaticamento della vista (ma usare un carattere nero o un po’ più grande no?), mi sono sorbito per intero.

Allora tal Bisin, dottorato a Chicago, definisce come economista colui che:

1. ha un Dottorato di ricerca (PhD nella dizione anglosassone comune).
2. fa ricerca.
3. ascolta seminari e presenta regolarmente il proprio lavoro, a seminari e a conferenze; e poi fa referee report.
4. insegna ad un dottorato di ricerca e cura l’attività di ricerca degli studenti di dottorato.

Bene, basta mettersi d’accordo e possiamo benissimo accettare la definizione ristretta data da Bisin come buona (le ragioni per cui preferisce adottare una definizione ristretta sono riportate più avanti). Le domande interessanti però, stando a questa definizione, sono piuttosto le seguenti: Ma cosa davvero fa un economista, a cosa serve, ma perché esiste?

La mia risposta è la seguente: un economista, secondo la definizione di Bisin, è un soggetto che studia una scienza sociale utilizzando un approccio totalmente sbagliato fondato sulla matematica. La sua utilità non solo è prossima allo zero, ma sconfina abbondantemente in territorio negativo. I suoi lavori inutili, quando applicati al mondo reale, finiscono per fare danni enormi al sistema economico. Guarda caso Ben Bernanke rientra nella definizione di economista ed è in assoluto il peggior banchiere centrale di tutti i tempi. Non citiamo neanche, perché non li conosciamo, tutti quegli economisti che fanno previsioni economiche su modelli matematici, anche per le banche centrali, senza riuscire a vedere una bolla finanziaria o immobiliare più grande della luna pronta scoppiargli sotto il naso. L’economista, secondo la definizione di Bisin, esiste fondamentalmente per aiutare il pianificatore centrale a manipolare il sistema economico, dando legittimità scientifica ai crimini sociali che in ultima analisi sono inevitabile risultato dei suoi interventi economici.

Bisin questo non l’ha ancora capito e mai lo capirà visto che insegnando matematica applicata all’economia ha il cervello otturato da una deviazione positivista della scienza economica. Non sto neanche a commentare il resto dell’articolo, di una inutilità spaventosa, quasi da far apprezzare, al confronto, il lavoro di un burocrate di Stato che compila il prezzario delle opere pubbliche, tuttavia è nei commenti che Basin supera se stesso con frasi tipo le seguenti (che si commentano da sole):

“Se io oggi dico di essere un trader e dico comprate oro faccio una cosa disonesta. Nessun trader ci perde, perche’ probabilmente comprare oro è una cazzata. Ci perde il cretino che mi ascolta”.

“Nel caso dell’economia, poiché fino a ieri era disciplina semi-umanistica e perché per varie ragioni c’e’ molta piu’ gente che non capisce un cazzo che la pratica in qualche modo, la definizione piu’ ristretta e’ maggiormente appropriata secondo me.”

Bon, è tutto dall’America, basta rumori, torniamo alla buona musica ascoltando magari The Attractiveness of Austrian Economics del fenomenale Tom Woods.

p.s. (ovviamente per Bisin, gli Austriaci sono ideologi che fanno a botte con la matematica: “E chi e’ un ideologo necessariamente fa a botte con la matematica, almeno in economia. Pensateci bene: Austriaci…”, commento delle 15:54)

p.p.s.  non mi ritengo economista secondo una definizione più ampia del termine, sottolineo ancora una volta che mi limito a fare divulgazione di quelle che ritengo le fondamenta della disciplina economica come scienza dell’azione umana. Sono studioso in questo senso di economia come scienza sociale nonché appassionato di mercati finanziari, sui quali lavoro oramai da quasi 20 anni.

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Showing 9 comments
  • Rorschach

    L´articolo tratta un tema interessante, ma non capisco il senso di presentarlo con questo stile di critica a priori e privo di soluzioni. Cioé, perché non discutere ad esempio il motivo per cui l´economia non possa essere considerata scienza positiva? Ad esempio la questione delle conseguenze inintenzionali di Hayek citato nei commenti é interessante e secondo me bisognerebbe insistere di piú su critiche un tantino piú analitiche del “é cosí punto”.

    Comunque secondo me in parte Bisin ha ragione, anche perché in un mondo di gente che si dichiara economista, scienziato o filosofo con zero pubblicazioni internazionali all´attivo é bene marcare distinzioni. D´altronde la definizione che lui pone mi sembra abbastanza neutra, e nessuno vieta ad altri accademici di produrre una dottrina economica un pó piú antropologica é un pó meno matematica e di contraddire i rivali. Essere economisti non implica necessariamente aver ragione, cosí come non tutti i filosofi hanno ragione per il fatto di essere filosofi.

  • Liberty Defined

    “Se io oggi dico di essere un trader e dico comprate oro faccio una cosa disonesta. Nessun trader ci perde, perche’ probabilmente comprare oro è una cazzata. Ci perde il cretino che mi ascolta”.

    da parte di un cretino:
    https://www.youtube.com/watch?v=2NJnL10vZ1Y

  • Alessandro

    Io non salvo nemmeno il libro di Boldrin… Esempi senza senso per dimostrare tesi strampalate

  • Pedante

    A difesa di Boldrin, consiglio il suo lavoro Abolire la proprietà intellettuale per utilitaristi incapaci di immaginare un mondo senza il monopolio intellettuale sancito dallo Stato.
    http://noisefromamerika.org/recensione/perche-napster-aveva-ragione

    Per il resto, sono d’accordo.

    • Dom

      La difesa della proprietà intellettuale è una delle mosse più stataliste ed antiliberali del nostro mondo. La sparo grossa ma penso sia così.

  • firmato winston diaz

    A volte puo’ essere utile un ritorno alle origini, sembra passato un secolo, ed e’ solo un anno:

    http://www.rischiocalcolato.it/2012/09/serata-lombarda-di-fermare-il-declino.html

    Da tutto cio’, mi pare scontato che quasi tutti quelli con tendenza all'”ingegneria sociale”, tendano ad essere professori, universitari e non, e di area scientistico-positivistica, ineluttabilmente sfociante nell’ex-pci/pd.
    E’ intrinseco.
    Come pure e’ scontato che si schieri su posizioni opposte chi ha in sospetto un certo tipo di cultura anche perche’ dotato di atavica consapevolezza che spesso essa viene usata, a mo’ di latinorum, per fregarlo e sottometterlo.
    A meta’ stanno quelli come Hayek, che era partito anche lui dalla econometria, ma e’ diventato quello che e’ diventato proprio dopo aver visto che con l’econometria non ne azzeccava una. Ha scritto “L’abuso della ragione”. Stesso percorso Ricossa. Memorabile il suo libro: “Maledetti economisti. Le idiozie di una scienza inesistente”
    Ma si tratta di coraggiose eccezioni.
    Se mettiamo insieme tutto cio’ col fatto che e’ stato dimostrato dai dati statistici che i trader della finanza hanno lo stesso successo, in media, di una scimmia che compri e venda a caso, c’e’ proprio da stare tranquilli. Siamo in ottime mani.

  • Marco Tizzi

    Miglior titolo 2013

  • eridanio

    Un buon economista è anche una casalinga che sa mettere in fila colazione, pranzo e cena tutti i santi giorni a dispetto di chi le fa evaporare il reddito dal borsellino.

    La casalinga, anche senza un PhD, è in grado di coordinare le risorse necessarie con quelle disponibili nel tempo che le è stato dato, pagando personalmente ogni errore di valutazione.

    Gli economisti accademici, in compagnia dei loro padrini politici e con il sostegno dei banchieri centrali che chiudono il cerchio magico della solidarietà tra lestofanti, sottraggono risorse anche alla casalinga dicendo di parlare e ragionare di economia devastando e consumando risorse che sarebbero richieste con più urgenza in altri processi di mercato senza mai risponderne.
    Ma non ditelo agli economisti perchè se la potrebbero prendere e poi mai nessuno ha insegnato loro come matemetizzare le conseguenze non intenzionali della loro ingenuità del tutto sincera.
    Bravo Carbone! Continua a far loro un ( ! ) così.

  • Albert Nextein

    Concordo.
    In merito ricordo trichet, il quale nel luglio-agosto 2008 prevedeva un’economia in spolvero.
    E quindi pensava di alzare i tassi.
    Ma certamente altri banchieri centrali hanno fatto enormi cazzate, e io non li ricordo.
    Mi risulta che gli economisti , in larghissima parte, non ne azzeccano una che sia una.
    Arrivano, arrampicandosi sugli specchi con teorie una più astrusa dell’altra, sempre e regolarmente dopo la puzza.
    Ragionano quasi sempre, quando non sbagliano, ex-post.

    Anche io posso essere un economista.
    Basta usare il buon senso comune.
    Basta confrontare lo stato ad una famiglia , allargata a cugini, ascendenti, discendenti.
    E’ semplice.

    Noto che Carbone, del tutto recentemente, scrive come mangia.
    Senza tanti fronzoli.
    E’ molto meglio.

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