In Anti & Politica, Economia

AFFONDA_ITALIADI MATTEO CORSINI

“Ma non ci sono anche tanti sprechi? Certo, ci sono, ma non sono macroeconomicamente significativi. Catturano l’attenzione dei media ma, nel contesto delle grandi cifre, valgono poco. Sono tuttavia moralmente devastanti ed è imperativo eliminarli… Purtroppo, tanti tentativi nel passato di ridurre la spesa pubblica assomigliano alle cariche di don Chisciotte. Se la spesa aggredibile è bassa vuol dire che è di tanto più forte la resistenza che si incontra quando i “tagli” si scontrano con la forza delle cose e le croste delle difese. Soprattutto, i tentativi di ridurre la spesa in queste condizioni sono destinati al fallimento, non tanto per le difficoltà obiettive quanto perché sottraggono domanda all’economia e quindi indeboliscono il Pil”. (F. Galimberti)

Secondo Fabrizio Galimberti, la spesa pubblica in Italia non è troppo elevata, bensì è concentrata su voci “incomprimibili”. Al contrario, ritiene che ci sarebbe bisogno di “maggiore spesa buona” o qualcosa del genere. Non è la prima volta che lo sostiene. Non credo che tutto ciò che viene considerato incomprimibile (soprattutto in materia di pensioni in corso di erogazione) lo sia realmente. Ma non è su questo che voglio soffermarmi. Mi interessa, piuttosto, considerare l’idea di Galimberti sulla “lotta agli sprechi”. Guai a voler usare il machete – par di capire – perché si incontrano resistenze e, soprattutto, si diminuisce la domanda, e con essa il Pil. Tutto questo, se portato alle logiche conseguenze, dovrebbe far propendere per non fare assolutamente nulla (anzi, ad aumentare la spesa senza badare al sottile).

Il problema è che se si aspetta di avere l’approvazione di un parassita per levargli la fonte di sostentamento (a carico degli altri), non si farà mai nulla. Al tempo stesso, se si guarda alla diminuzione del Pil per via della riduzione della domanda connessa al taglio dei viveri a qualche parassita, si finisce ancora una volta per ritenere giusto non fare nulla. Ma, come ammoniva Bastiat oltre 150 anni fa, la minor domanda dei parassiti è ciò che si vede, mentre le opportunità perse da chi non può fare uso del proprio denaro perché prelevato dallo Stato per mantenere i parassiti è ciò che non si vede. Anche quello sarebbe Pil. Forse non per Galimberti?

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