In Economia

bernanke-vampDI MATTEO CORSINI

“Il QE non è un approccio nuovo, ma fra i rischi descritti da alcuni in relazione al QE solo uno per noi era rilevante, il pericolo che certi valori di asset potessero non allinearsi con valori congrui di mercato… seguiamo la situazione, ma ci sembra che i valori che registriamo siano coerenti con valori storici”. (B. Bernanke)

Queste parole sono state pronunciate da Ben Bernanke durante uno dei suoi ultimi discorsi da presidente della Federal Reserve. Non che ci si dovessero aspettare dichiarazioni diverse da parte sua, ma, visti i precedenti, non credo proprio che le parole di Bernanke debbano risultare rassicuranti. In primo luogo, Bernanke non vedeva nessun rischio neppure nel 2006, mentre la bolla immobiliare alimentata da tassi artificialmente bassi e regole scritte per far accedere al debito chiunque (tanto il rischio di credito veniva poi impacchettato in forme difficilmente comprensibili ai più e smerciato in giro per il mondo) stava raggiungendo il punto di scoppio. In secondo luogo, parlare di valori “congrui” quando da un secolo la politica monetaria distorce fortemente la formazione dei prezzi mi sembra piuttosto arbitrario.

Resta il fatto che tassi di interesse tenuti così a lungo artificialmente bassi anche grazie alla monetizzazione di circa 4 mila miliardi di debito sono un fenomeno quantitativamente senza precedenti. Tassi bassi hanno indotto poi una compressione dei premi per il rischio molto significativa, dovuta alla ricerca di maggiori rendimenti da parte di chi doveva impiegare tutta la nuova liquidità. In buona sostanza, il valore attuale netto della maggior parte degli asset risulta distorto (al rialzo) da tassi di interesse (compresi i premi per il rischio) eccezionalmente bassi. Non scorgere rischi in questo contesto, francamente mi pare allucinante.

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Comments
  • Fabio

    cos’altro dovrebbe dire? più che allucinante, il fatto è che sa bene cosa stanno colpevolmente conbinando e cercano dapprima di tranquillizzare in ogni modo gli sciocchi, e poi arrivati all’evidenza del disastro cercano capri espiatori su cui scaricare responsabilità e colpe.

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