In Economia

bitcoin_euroDI RIVO CORTONESI

Ho appena finito di leggere l’articolo di Fabio Pontiggia sul CdT di stamani. L’opinione del professore “liberista” di economia Sala-ì-Martin è certamente rispettabile, ma, a mio avviso, sbagliata. Vediamo perché.

1) la bancarotta della Mt.Gox, la maggior piattaforma online per la compravendita di bitcoin (ma non la sola piattaforma operante sul mercato, le altre sono ancora pienamente operative), non è un default del bitcoin, ma un furto, non si sa ancora bene se perpetrato da qualche dipendente della Mt.Gox o da qualche hacker, oppure se si tratta di una falla informatica nel sistema di gestione dei cambi. Tanto per fare un esempio: se depositaste presso un ufficio cambi una parte del vostro portafoglio in franchi per cambiarne all’occorrenza una parte in un’altra moneta e la somma da voi depositata fosse rubata da un ladro oppure il cambista corrispondesse al cliente 2’000 euro a fronte di 1’000 franchi, a causa di un errore nel software della sua calcolatrice, così da trovarsi presto in bancarotta, non potreste imputare l’accaduto alla moneta “franco” in quanto tale. È successo proprio questo: alcuni habitué del bitcoin hanno utilizzato la Mt.Gox come una cassetta di sicurezza, sbagliando. I più avveduti non fanno certe cose: si tengono i loro bitcoin ben stretti e li cambiano solo al momento del bisogno nella quantità strettamente necessaria all’operazione da espletare.

2) il valore intrinseco del bitcoin: Sala-ì-Martin sostiene che il valore intrinseco del bitcoin sarebbe prossimo allo zero. In ciò non si differenzia dalle altre monete, metallo giallo compreso. Tant’è che gli indigeni del nuovo mondo scambiavano volentieri conchiglie con oro. Anche l’oro non ha nessun valore intrinseco come moneta. La sua superiorità rispetto alle Fiat money dipende solo dalla sua minore inflazionabilità nel lungo periodo, se ad esse paragonato. D’accordo anche sul fatto che una moneta sia uno strumento per acquistare beni e servizi. Con i bitcoin si comprano pizze, ma anche Ferrari e case. Dov’è il problema? Dov’è l’aspetto devastante? Accettare o rifiutare una moneta fa parte di un libero contratto tra un acquirente e un venditore.

3) la domanda di bitcoin può essere alimentata da speculatori attirati dal forte incremento di valore: e allora? Il diritto di “speculare” è un diritto umano. Tutti siamo speculatori e tutti paghiamo le conseguenze delle nostre speculazioni infelici e veniamo gratificate da quelle felici. Nessuno è obbligato a comprare bitcoin.

4) rischi connessi al bitcoin; Sala-ì-Martin ne elenca alcuni:
4.1) che non sfondi come moneta di interscambio: se non sfonda vuol dire che il mercato ne avrà decretato la fine, che problema c’è? Ognuno, come detto, è responsabile delle proprie scelte. L’importante è che ciò non avvenga attraverso l’esercizio della violenza da parte degli attuali monopolisti delle monete.
4.2) che gli Stati ne decretino l’illegalità: questa è un’ipotesi molto plausibile e rientra nell’ipotesi di “violenza” accennata sopra. È una scommessa di libertà. È stupefacente il contenuto politico di questa moneta. Ci provino.
4.3) che ci siano furti informatici: ci sta, nessun sistema è, da questo punto di vista, al sicuro. Anche se il caso della Mt.Gox non rientra in questa casistica, almeno per quanto riguarda il “nocciolo centrale” del sistema, come spiegato al punto 1)
4.4) che altre monete digitali risultino migliori: questo non è un rischio, ma un auspicio. Senza azioni di violenza da parte degli Stati è giusto che sia il mercato a scremare le monete migliori, più affidabili e meno inflazionabili, secondo l’antico detto che “la moneta buona scaccia la cattiva”
4.5) che gli sconosciuti detentori del codice bitcoin modifichino un giorno il protocollo stesso comportandosi né più né meno come le banche centrali: anche questo ci sta, ma, in presenza di un libero mercato monetario, la cosa non potrà essere fatta a cuor leggero, pena il passaggio ad altre monete digitali da parte degli attuali possessori di bitcoin
4.6) le banche centrali sono identificabili, i possessori del protocollo bitcoin no e non rispondono a nessuno: certo, tutti i capi delle banche centrali centrali sono noti e appartengono allo stesso sistema di coercizione monetaria; quelli che stanno dietro ai bitcoin no, e fanno bene, perché rischierebbero la pelle, ma non è vero che non rispondono a nessuno: rispondono al mercato, che, se non inquinato da azioni violente, è il miglior giudice di tutto e sempre.

Conclusioni: Sala-ì-Martin è libero di restare tra “los tontos”. Mi auguro che cambi idea se mai dovesse realizzare, da “liberista” quale si dice che sia (ma quanti liberisti, stringi stringi, alla prova dei fatti si dimostrano poi statalisti e interventisti), che restare tra “los tontos” significa, ahimè, restare anche tra “los esclavos”.

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Showing 6 comments
  • andrea

    Vorrei fare solo una precisazione all’articolo che comunque condivido.
    Si fa un accenno errato alla Legge di Gresham dicendo che la moneta buona scaccia quella cattiva e non viceversa come nella realtà accade (“la moneta cattiva scaccia quella buona”) nel senso che quando due tipi di moneta circolano in una nazione, dello stesso valore nominale ma non dello stesso valore intrinseco, quella di minor valore resterà in circolazione e l’altra, appena possibile, sarà tesoreggiata… Perciò oltre ad essere stato formulato male “il detto” credo sia errato anche il contesto.
    Mi scuso con il Sig. Cortonesi se mi sono permesso.
    Grazie dell’articolo
    Saluti Andrea

  • FrancescoL

    Tutto ineccepibile, complimenti all’autore

  • Albert Nextein

    North, che mi pare sia un libertario, è critico in merito al Bitcoin quale nuova valuta elettronica.
    Lessi , tempo fa, un articolo con un’analisi argomentata piuttosto incisiva , in cui adombrava situazioni del genere.
    Alla fine , se ho ben capito, lui considera il Bitcoin alla stregua di un investimento finanziario ad alto rischio.

  • myself

    È inutile aver inventato Bitcoin, una valuta totalmente decentralizzata e con possibilità di transazione completamenta anonima se poi per custodire il proprio portafoglio ci si basa su qualche sito come in questo caso Mt Gox.

    Ogni utente deve custodire il suo portafoglio Bitcoin sul proprio computer.

  • virgilio

    Aldilà degli specifici aspetti tecnici (sui bitcoin non sono preparato) secondo me tal vicenda mostra la pericolosità di quantità di scambio elettroniche e gestibili solo in via informatica. L’oro lo tieni in “tasca”, è un oggetto che puoi scambiare direttamente e fisicamente da mano a mano, quando si passa a tot. quantità perlopiù virtuali il singolo possessore non ne ha più un controllo e una gestione alla sua piena portata, l’effettivo possesso può diventare una qualità totalmente mediata da altri meccanismi e da altri individui…o comunque vulnerabile ad interferenza anonima di chiunque (ovviamente in ciò s’avvantaggia chi gestisce mezzi e facoltà tecniche e politiche molto potenti). Quel che qui accade, a parer mio, indica come i progetti d’obbligare i cittadini ad usare “moneta” elettronica con la scusa (giustificata o meno) di contrastare operazioni finanziarie illecite o l’evasione sia da accogliere con cautela e qualche sospetto…

  • Salvatore

    Solo un appunto: non sarebbero hacker, ma cracker.
    Sono due figure profondamente diverse e perfino opposte.
    È come se si confondesse un libertario con un comunista.

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