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Gli Organismi geneticamente modificati “sono buoni, aiutano le coltivazioni a difendersi dai parassiti e non provocano alcun danno. Io li mangio con regolarità”. Lo ha dichiarato questa mattina il ministro cinese dell’Agricoltura Han Changfu ai margini dell’Assemblea nazionale del Popolo in corso a Pechino. Le dichiarazioni del ministro “aprono” di fatto la politica agricola nazionale all’uso degli Ogm, questione molto dibattuta nel resto del mondo.

Al momento, la Cina consente l’uso di Ogm solo nelle coltivazioni di cotone e papaya. Ma di fatto molti altri prodotti agricoli – la soia al primo posto – sono importati da Stati Uniti, Brasile e Argentina: tutte nazioni che usano questa tecnica di coltivazione. Han ha spiegato che “la tecnologia agricola è un concetto nuovo per molte persone, quindi è comprensibile che ne siano spaventati o preoccupati. Ma è arrivato il momento che la gente conosca e accetti questa realtà”.

Secondo i sostenitori di questa tecnica, l’uso di Ogm aiuta i prodotti agricoli a svilupparsi meglio ed elimina di fatto la necessità dei pesticidi. Secondo i detrattori, invece, si tratta di una modificazione genetica troppo invasiva, che elimina le proprietà nutritive dei vegetali e rappresenta un rischio potenziale per i consumatori. In Cina, dove gli scandali legati alla produzione alimentare sono all’ordine del giorno, la questione è ancora più sentita a causa della rapida urbanizzazione del Paese, che porta all’esproprio forzato dei terreni agricoli e provoca enormi proteste sociali.

Il ministro ha affrontato anche questo problema: “Il trasferimento dei terreni agricoli dovrebbe essere regolato dalla legge, effettuato in maniera volontaria e ricompensato in modo adeguato. Deve essere chiaro che al centro della questione ci sono i contadini, non i funzionari del Partito”. Il riferimento è alla vendita dei terreni effettuata in maniera illegale dai quadri comunisti, che cedono i terreni agli investitori senza il consenso delle popolazioni locali e senza i risarcimenti previsti dalla legge.

Il governo centrale è consapevole del problema e ne teme gli sviluppi, che potrebbero mettere a rischio la propria presa sul potere. Aprendo la XII sessione dell’Anp, il premier cinese Li Keqiang ha sottolineato però che “il primo obiettivo” è quello di garantire la sicurezza alimentare della Cina: “Miglioreremo la qualità dei terreni coltivati, aumenteremo la capacità produttiva e garantiremo l’auto-sufficienza nel settore dei cereali. In questo modo, avremo il pieno controllo delle derrate alimentari necessarie agli 1,3 miliardi di cittadini cinesi”. (AsiaNews)

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