In Anti & Politica, Libertarismo

libericomuniDI LUIGI CORTINOVIS

E’ possibile riuscire a far conciliare i principi del libertarismo con le istituzioni? Sinceramente, pare si tratti di una scommessa azzardata, ma “Liberi Comuni d’Italia” ci vuole provare, ovviamente in stile senese (come da tradizione dell’antica Repubblica), stile che contraddistingue Rivo Cortonesi, ideatore del nuovo progetto politico.

Il 4 maggio, proprio a Siena, si terrà l’assemblea costituente e, per allora, è stato redatto anche un codice, che alleghiamo qui sotto.

Principi e idee su come abbandonare questa Italia per dare forma ad un progetto senza Stato,fondato sulle municipalità, con tasse praticamente ridotte all’osso giusto per organizzare la difesa e tanta libertà, dove ogni Comune è libero di darsi le LEGGI COMUNALI che preferisce, purché non in contrasto con i PRINCÌPI fondamentali sanciti nel codice.

Si legge, ad esempio: “I cittadini dei Liberi Comuni rispettano integralmente la PROPRIETÀ PRIVATA dei cittadini di altri paesi e difendono la propria con ogni mezzo. A tale scopo, il diritto di detenere armi e ogni strumento atto a difendere e offendere all’interno di una proprietà privata non potrà mai essere negato, violato o ostacolato”. Oppure ancora: “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta. La coercizione fiscale è vietata in ogni territorio dei LIBERI COMUNI, quale reato contro la PROPRIETÀ PRIVATA e contro la LIBERTÀ”. Perle di libertà, ben lontane dal melenso collettivismo intriso nella moribonda costituzione italiana.

ALLEGATO: CODICE dei LIBERI COMUNI

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  • wikkel

    Il codice, così com’è redatto, rischia di discriminare i cittadini nella partecipazione al sorteggio per la composizione del consiglio.
    Non vi è scritto, per esempio, che al sorteggio possano partecipare TUTTI i cittadini.
    Non vi è scritto che non sia legittimo impedire a chiunque di prendere parte al sorteggio.
    Queste mancanze possono portare a delle conseguenze. Per esempio:
    1) Un Comune potrebbe stabilire limiti di censo, ad esempio potrebbe escludere dal sorteggio chi non fosse in grado di pagare la tassa o, al contrario, escludere alcune categorie di cittadini. L’art 2.0 non basta a fugare il pericolo.
    L’unica discriminazione giustificabile, a mio avviso, sarebbe l’età minima.
    2) Alcune categorie di cittadini potrebbero essere escluse, di fatto, in base a pressioni di vario tipo, ad esempio dei lavoratori dipendenti potrebbero essere caldamente invitati a non presentarsi al sorteggio o, nel caso ci fosse, come nel caso 1, una discriminazione per censo, a non iscriversi a qualche associazione che mandi un proprio rappresentante, raccogliendo i soldi per la tassa.

  • Dubbi vari

    “tasse praticamente ridotte all’osso giusto per organizzare la difesa” .
    Dunque: serviranno soldi per l’Esercito, per la Polizia, la Protezione Civile, oltre a Vigili del Fuoco e altro.
    Poi, servirà un’anagrafe, visto che bisognerà sapere quanta gente vive nei Comuni, e non sapendo chi abbia compiuto la maggiore età e sia, quindi, in grado di partecipare alla vita politica.
    Ci sono, poi, vari aspetti che sono legati alla sicurezza:
    1) l’anagrafe, come sopra. Se si vuole arrestare Tizio, almeno si dovrà sapere dove stia di casa.
    2) un registro degli autoveicoli, fosse anche curato dal Comune stesso. Mettiamo che Tizio investa Caio e scappi. Ci basiamo sul modello e sul colore della macchina?
    3) Disciplina del traffico: manutenzione e installazione della segnaletica e dell’illuminazione stradale. Questo potrà essere demandato alla Polizia locale, ma, comunque, dovrà avere soldi per questo.
    4) Attività di manutenzione su strutture di comunicazione nazionale.
    5) altro che mi sfugge.
    Per questo, pensate sia conveniente basarsi sull’elargizione volontaria?
    La tassa può anche essere una, ma non esigua come sperate.

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