In Economia

Gulpdi REDAZIONE

A maggio, in calo il fatturato dell’industria e gli ordinativi. Al netto della stagionalità, il fatturato diminuisce dell’1,0% rispetto ad aprile, registrando flessioni sia sul mercato estero che su quello interno (rispettivamente -1,9% e -0,6%). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di maggio 2013), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dello 0,1%, con un aumento dello 0,1% sul mercato interno ed una flessione dello 0,1% su quello estero. Lo comunica l’Istat.

Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo diminuisce dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti (-0,8% per il fatturato estero e -0,7% per quello interno). Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano diminuzioni congiunturali per i beni di consumo (-1,7%), i beni strumentali (-1,2%) e i beni intermedi (-1,0%), mentre l’energia segna un incremento (+2,7%).

L’indice grezzo del fatturato cala, in termini tendenziali, del 3,1%: il contributo più ampio a tale flessione viene dalla componente interna dei beni intermedi.

Per il fatturato, limitatamente al comparto manifatturiero, l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+6,0%), mentre la diminuzione più ampia riguarda la fabbricazione di prodotti chimici (-5,4%).

L’Istat comunica che anche gli ordinativi dell’industria sono in calo. A maggio hanno segnato una flessione congiunturale del 2,1%, con una diminuzione del 4,5% degli ordinativi esteri e dello 0,2% di quelli interni. Nel confronto con il mese di maggio 2013, l’indice grezzo degli ordinativi segna una diminuzione del 2,5%.

L’ennesimo segnale di ripresa… per i fondelli!

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Showing 8 comments
  • andre

    @Rino: ti sbagli, è bene che non ci sia nessuno stato a fare da badante a nessuno, anche perchè lo stato è composto di individui che fanno i loro propri interessi come tutti, con l’aggiunta che come componenti dellostato hanno in monopolio una pistola carica nella fondina. È bene che l’operaio si svegli e si sbatta da solo per aggiungere valore alle proprie prestazioni e imparare a venderle al miglior offerente. Così acquisterà sempre più liberta e autonomia.

  • andreazyx

    @Rino: appunto, che c’entra ? Che vuoi ? A noi interessa liberarci dallo stato e dalle banche centrali, perchè sicuramente senza questi quella differenza che tu evidenzi si ridurrà. Ma non è essenziale: l’essenziale è che i guadagni siano ottenuti liberamente, senza pistola puntata alla tempia di nessuno a nessuno. E comunque basta che l’operaio guadagni in base a quel che da, non facciamo confronti col manager, non ci interessa.

    • Rino

      Che lo stato butti via soldi lo sappiamo benissimo, meglio darne sempre meno, però come organo di controllo nei rapporti di lavoro credo sia fondamentale. Un lavoratore può essere estremamente produttivo, ma se non è bravo a contrattare, a far valere le sue ragioni, sarà abbindolato dai suoi superiori, che guadagneranno alle sue spalle. Queste cose ci sono sempre state e ci saranno sempre, non potete negarle a meno che non viviate nel mondo dei sogni, pertanto è indispensabile l’intervento dello stato a tutela dei lavoratori dipendenti.

  • Rino

    Ma io non capisco…. voi dite di volere il capitalismo ma col capitalismo i manager guadagnano sempre di più prendendo superbonus indebitando le aziende pubbliche e private, mentre i lavoratori che si fanno il mazzo guadagnano sempre di meno.
    Vi fa tanto piacere questo sistema economico? mi sa che siete masochisti e non poco…

    • leonardofaccoeditore

      Cosa c’entra col capitalismo il fatto che i manager guadagnino di più e i dipendenti di meno? Si chiama mercantilismo quello, ovvero far arricchire per legge (di Stato) qualcuno anziché qualcun altro.

      • Rino

        Che cavolo centra lo stato se la retribuzione di un manager negli ultimi 40 anni è passata da circa 10 a circa 2.000 volte lo stipendio di un operaio?!

  • Albert Nextein

    I numeri della miseria incipiente.

  • RobetoFedeli

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