In Anti & Politica, Libertarismo

statua libertàDI CRISTIANO MARIO SABBATINI

Se qualcuno, ultimamente, non avesse sputtanato così tanto l’appellattivo, non avrei avuto alcun problema a definirmi un pragmatico. Nonostante le mie note posizioni ultra-radicali, ad esempio, nella disputa tra miniarchici e anarco-cpaitalisti, per me l’unico limite alla riduzione del perimetro dello Stato è solo quello che l’inerzia del reale mi pone innanzi, non ve ne è un altro dal punto di vista concettuale e di principio.

Quello che mi distingue, non so se in meglio o in peggio, da alcuni altri libertarians è che io non mi pongo minimamente il problema se la nostra visione del mondo sia in assoluta la migliore possibile che l’umanità possa sperimentare in ogni epoca.

Io penso, soltanto, che la visione del mondo libertarians è quella più adatta a garantire a questa moltitudine di individui che chiamiamo società occidentale, giusta o sbagliato che sia, un orizzonte di pace e di cooperazione tra gli uomini per ancora un’altra cinquantinna di anni e forse (speriamo) ancora di più.

Tutto qui… per me il libertarianesimo è un’euristica, a mio avviso più efficace di tutte le altre possibili e sperimentabili, ai fini della libera convivenza fra individui, per un ricettacolo umano con delle caratteristiche specifiche come quelle che corrispondono all’individuo che popola l’attuale società occidentale, così come è data.

Trovo vani, stucchevoli e, spero mi perdonerete, incolti tutti quei tentativi di far passare questa visione del mondo come qualcosa che travalichi l’epoca in cui è nata. Nessuna visione del mondo, per quanto adatta alla sua epoca, la può travalicare, in quanto a metro di giudizio assoluto sul suo valore.

Non esiste una visione del mondo che si distacchi dal valore di come abbia saputo interpretrare un’epoca e gli uomini che dinamicamente la vivono e la esprimono.

Solo dopo aver premesso questo passaggio, le comparazioni tra weltannshauung ed epoche storiche cominciano ad avere un senso reale ed, in effetti, quanto compariamo una data epoca in virtù dei patterns di una specifica visione del mondo, ad uno sguardo più attento e meno prevenuto, se ci pensiamo, non è mai di quella data epoca che stiamo dando una descrizione in termini assoluti, ma soltanto della capacità di interpretrarla secondo i metri di valutazione e giudizio che la visione del mondo applicata in tal caso può fornire.

A titolo esemplificativo, voglio dire che non esiste una Logica, esistono delle Logiche che vanno da quella classica, la quale, ha come discrimine il principio di non-contraddizione a quelle meno convenzionali che possono fornire risposte di out-put efficienti anche by-passando il principio del terzo escluso.

Ora senza nulla togliere alla simpatia soggettiva che il singolo può riservare all’una o alla’altra delle Logiche, il vero atteggiamento corretto è quello di sperimentarle e valutarle ognuna in funzione di come rispondono a precisi risultati di performance rispetto ad un dato problema che ci troviamo a dover afforntare e risolvere.

Se il problema da risolvere è: quale sia la migliore visione del mondo per la pacifica convivenza dell’uomo occidentale contemporaneo con i suoi simili, la risposta è senza ombra di dubbio il LIBERTARIANESIMO.

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Showing 5 comments
  • Cristiano Mario Sabbatini

    Hai ragione Pedante … ma si va di fretta ed a braccio, grazie per le correzioni. :)

  • Pedante

    anarco-cpaitalisti.☺

  • Pedante

    Weltanschauung!☺

  • Cristiano Mario Sabbatini

    Appunto Bruno le Logiche (aristoteliche o meno) sono euristiche, consentono al soggetto, così come le weltannshauung di dare ad un soggetto dato delle risposte di output ad un problema, anch’esso dato. In uno dei miei libri sulla teoria dei giochi, mi sono perfino avventurato a definire l’uomo: un animale euristico (di tipo complesso)

  • Bruno CAUDANA

    Condivido.
    Un solo piccolo appunto riguardo alla logica. Per come capisco, e per come era probabilmente nelle intenzioni di Aristotele, la logica è semplicemente “sorveglianza del linguaggio” priva di contenuti fattuali. Cioè una sorveglianza di come si usano i termini nelle proposizioni al fine di evitare di trarre conclusioni erronee, date le premesse. Un po’ come la matematica. Cioè una tecnica per non barare con le parole. Nulla di più. Che però non è neanche poco.

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