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dfjkdi AXEL MERK*

Il 30 Novembre gli svizzeri votano se intendono modificare la Costituzione del loro Paese circa l’iniziativa dal titolo ‘Salvate l’oro della Svizzera‘. L’iniziativa sull’oro svizzero appare ampiamente fraintesa sia all’interno che al di fuori della Svizzera.

In questo articolo si parlerà delle implicazioni per l’oro, per il franco svizzero e sulla Svizzera in generale.

La motivazione

I promotori dell’iniziativa sull’oro fanno appello ai cittadini svizzeri affinché non vendano l'”argenteria di famiglia”. Alla fine degli anni ’90, la Banca Nazionale Svizzera (Bns) possedeva 2590 tonnellate d’oro; da allora 1550 tonnellate sono state vendute a prezzi di gran lunga inferiori alle attuali quotazioni odierne. Se alla Svizzera piace il suo oro resta fieramente indipendente….

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Showing 10 comments
  • CARLO BUTTI

    Non entrando nel merito della questione, rimango interdetto al vedere che nel tanto osannato modello elvetico si può modificare la costituzione a suon di maggioranze plebiscitarie, col pericolo di affidare agli umori popolari del momento decisioni complesse e difficili. E fin che si tratta di oro e banche centrali, passi. Ma si può decidere in questo modo anche sui diritti di libertà? Mi si dica di no, per favore, se si vuole che anch’io cominci a riverire il sistema vigente nella Confederazione.

    • eridanio

      seguendola nel ragionamento rimango io interdetto al vedere che c’è chi si stupisce che esista un ordinamento che si fondi anche sulla responsabilità di decidere e lo possa fare anche prendendo decisioni delle quali si potrà pentire domani. Una scelta democratica in generale ed in particolare non è mai assiomaticamente una buona scelta. Nemmeno è sinonimo di scelta migliore o più giusta rispetto ad altre. E’ solo uno strumento per governare scelte a maggioranza contro una minoranza. La cosa importante è che chi sceglie patisca nel bene o nel male le sostanziali conseguenze e sia agile ed ineludibile la responsabilità di porvi rimedio all’occorrenza.

      Pur comprendendo la sua valutazione di opportunità e di cautela dettate da profonda moralità personale della quale sono convinto, temo che il fatto che lei cominci a riverire il sistema vigente confederato sia irrilevante almeno quanto le mie valutazioni sullo stesso. Noi italici, al massimo per certi aspetti, compete solo rosicare. Non abbiamo, tra i valori soggettivi in distribuzione al pubblico, la sensibilità e l’attitudine di vivere senza preservativi, filtri e castrazioni chimiche istituzionali o mediatiche della libertà di deliberare.
      Uno stato o un ordinamento contendibile e resistibile pacificamente è un lusso che noi non abbiamo ancora concepito di poter desiderare maggioritariamente. Figuriamoci andare oltre in qualcosa di pratico o di operativo. :-)

  • Don

    Il mio SI all’iniziativa è stato inviato. Ma da quando in qua una moneta forte è una cosa negativa? Ne ho pieni i coglioni di sentire questi giullari di regime.

  • eridanio

    Ho chiamato ogni conoscente svizzero per suggerirgli di andare a votare e votare SI. Pero’…pensandoci un poco… e rimestando l’argomento devo dire che (a prescindere dalla Svizzera) cercare di salvare una banca centrale rendendo più forte la propria creatura valutaria di fatto ci si costringe a prolungare una sudditanza verso un sistema congegnato come una grande crimine. (Anche se qualcuno oggi marginalmente fosse più desiderabile dell’altro). Tra l’oro nei forzieri delle banche centrali e l’oro in libera circolazione tra la gente senza impedimenti o vessazioni giuridiche preferisco che la moneta sia dispersa tra chi l’ha inventata, tra la gente. Anche la Svizzera ahimè ha preso una brutta china dal momento che qualche testa d’uovo ha vomitato con apparente autorevolezza tutta la scarsa autostima propria addosso alla gente elvetica solleticando le fantasie velleitarie dei sempre più numerosi che anche li hanno imparato a vivere sulle spalle degli altri.
    Secondo voi il Si è sostenuto piu da ragioni di tattica o di strategia?
    Sicuramente la consultazione popolare rimarrà una fase consultiva e non deliberativa negli effetti concreti e a dispetto della rilevanza e cogenza di un esito referendario. Comunque la banca centrale, anche se fosse costretta al 100% di riserva, ha anche altri modi per aumentare la base monetaria. Mi ricorda la famosa vittoria di Robert Peel del 19 luglio 1844. Repetita juvant in ogni caso, anche se vincesse il si.
    http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=484:lorigine-di-tutti-i-problemi-economici&catid=38:teoria&Itemid=139
    http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=485:lorigine-di-tutti-i-problemi-economici-ii&catid=38:teoria&Itemid=139
    http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=486:lorigine-di-tutti-i-problemi-economici-iii&catid=38:teoria&Itemid=139

    • LucaF.

      @Eridanio
      Il referendum svizzero non è consultivo ma costituzionale, ergo se i Si vincono sia l’esecutivo che la Bns entro un certo periodo di tempo devono modificare rispettivamente la Costituzione e lo statuto della Bns sulla base dei punti proposti dai promotori dell’iniziativa referendaria.
      Dunque il referendum è in un certo qual modo deliberativo.
      Tra l’iperinflazione e la conseguente distruzione della ricchezza degli svizzeri e la prospettiva di un rafforzamento del franco svizzero attraverso una sua lenta conversione a moneta sonante (con un ritorno del gold bullion standard) indubbiamente la scelta meno autolesionista è la seconda.
      Se le riserve auree venissero vendute stai certo che l’oro non andrebbe in libera circolazione o nei portafogli delle persone, dato che esistono acquirenti istituzionali e commerciali per tale bene di mercato, costoro hanno canali privilegiati e preferenziali per acquisire l’oro ove fosse venduto.
      L’articolo spiega in maniera esauriente perché il Si va sostenuto, e come anche in caso di sua vittoria alle urne, questo sarebbe un primo step verso un ritorno al gold standard e verso un aumento della percentuale di riserva aurea.
      La Legge Peel c’entra poco con la situazione del referendum in favore di un franco svizzero sostenuto da una riserva di valore.
      La questione della riserva frazionaria delle banche commerciali è un altro argomento che però non viene trattato in questa consultazione come quesito di voto sulla scheda.
      Ricordo che in Svizzera stanno ancora raccogliendo le firme sulla “Vollgeld Iniziative” (iniziativa contro la riserva frazionaria delle banche commerciali).
      Le due iniziative referendarie non sono incompatibili tra loro.

      • eridanio

        Caro Luca Fusari,
        figuriamoci se metto in dubbio gli effetti giuridici, la efficacia, il rango deliberativo del referendum secondo il diritto elvetico.
        Ho semplicemente osservato che in un sistema di denaro “pubblico” e non privato gli incentivi alla manipolazione ed alla mistificazione attraverso la ridefinizione di elementi contabili e giuridici può accadere che le teste d’uovo riescano a rendere inefficace e come inespresso, velleitario ed inutile come se fosse consuntivo anche il più costituzionale e civile referendum. Esattamente come successe al tempo di Robert Peel.
        La riserva frazionaria delle banche commerciali non è elemento del referendum, ma il sistema monetario si fonda sul separato e distinto diritto rispetto al diritto civile dei cittadini. La riserva frazionaria nel sistema monetario rese inefficace le prescrizioni normative del 1844 della riserva intera per l’emissione dei biglietti di banca.

        Si tratta di rimarcare la necessità di attenzione e l’importanza della consultazione perché al di la dei minuetti giuridici ci sono conseguenze non intenzionali che alla luce di fatti storicamente rilevanti non sono da sottovalutare. La coazione a ripetere è una debolezza umana che porta a consumare inutilmente più energia del necessario.

        Ho suggerito di votare SI, mi pare d’aver scritto.

        La ragione per la quale vale la pena di votare SI è che limitare la discrezione della BNS non è mai troppo auspicabile. Soprattutto ne vale la pena perché poi comunque è nelle mani della gente con facilità, snellezza e velocità porre eventuale rimedio se si trovassero nella necessità di cassare proprie precedenti deliberazioni.

        Consolidare il potere d’acquisto di una moneta è sempre e solo il processo di mercato che tende a rendere evidente l’abbondanza di beni e servizi che sono disponibili per il consumo.

        Votare SI il 30 novembre non ha a che fare col processo di mercato di emersione della prosperità ma è una volontà tesa a creare le condizioni perché la prosperità possa manifestarsi attraverso processi di mercato e non per decreto.

        O per lo meno un passo in questa direzione.

        Togliere la discrezionalità dirigista espressione della politica e dei delegati alla manipolazione monetaria per diritto civile separato da quello riservato dei comuni mortali in materia di denaro è di importanza capitale?

        XXX SI XXX

  • Pedante

    Passato il referendum, la coalizione dei volonterosi si impegna ora a stanare il terrorista Guglielmo Tell dalla sua rete di caverne nei pressi di Zermatt.
    https://www.youtube.com/watch?v=FGhGHxw0mSo

  • Fabio Colasanti

    che poi la banca centrale svizzera ne ha vendute già enormi quantità negli ultimi anni, senza alcuna autorizzazione referdendaria popolare per una cosa così straordinaria. L’iniziativa, da quanto ho letto, mira a bloccare questa sciagura e recuperare almeno una minima parte di quanto disperso.

  • fabrizioc

    Purtroppo i sondaggi lo danno perdente, non più del 30%.

    • LucaF.

      Il sondaggio più recente sulla Gold Initiative dà al momento i ‘No’ al 47%, i ‘Si’ al 38%.
      Gli indecisi sono però il 15%, dunque c’è ancora matematicamente la possibilità di vittoria da parte dei promotori del referendum.
      In ogni caso la storia insegna che i sondaggi non sono uno strumento attendibile di rilevazione degli umori delle persone.

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