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libertaDI MAURO GARGAGLIONE

La moneta elettronica digitale Bitcoin non potrebbe esistere se non avessero inventato una tecnologia che si chiama BLOCKCHAIN su cui il Bitcoin si appoggia.

E’ la BLOCKCHAIN la vera invenzione di libertà perchè non serve solo da supporto al Bitcoin (il che da solo vale il prezzo del biglietto) ma potrebbe sostituire per esempio l’ufficio del catasto, il PRA e tutti i registri statali che contengono i passaggi di proprietà volontari tra soggetti diversi.

E’ una tecnologia che fa paura perchè bypassa il controllo delle istituzioni e rimette questo controllo nelle mani delle persone che si scambiano beni e servizi volontariamente.

Ho trovato in rete una spiegazione a prova di profano della BLOCKCHAIN. Non scende nei particolari tecnici, che pure sono importantissimi, ma mette in condizione chiunque di sapere quel che c’è da sapere.

Ascoltatela che è tempo ben impiegato.

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Showing 23 comments
  • Lucia

    Caro Christian, io non sottovaluteri troppo questi OnecoinTroll perchè oramai sono 3 milioni e contnuano a crescere.

    • christian

      Mio precedente post forse è stato cancellato (o forse ho sbagliato io durante l’invio, ci può stare era tardi) con vari link a siti che parlavano della TRUFFA Onecoin adesso inserisco direttamente il link dell’autorità garante della concorrenza https://www.movimentolibertario.com/2016/12/blockchain-linvenzione-bypassare-centralismo/

      Aggiungo però che secondo me è giusto che gli stupidi pecoroni vengano separati dai loro denari, si tratterebbe di selezione naturale, se non ci fosse poi lo stato a mantenerli a spese degli altri.
      [Questi furboni credo di poter avere ritorni stratosferici alla faccia degli “altri” stupidi (secondo loro) che non sono in grado di cogliere l’occasione al volo, salvo poi venire a piangere da mamma stato che si fa bella con i c..o (i.e soldi) degli stessi “altri”. Forse che i furboni elargirebbero qualcosa agli “altri” in caso riuscissero ad avere i loro bei guadagni stratosferici?]

  • Evaristo

    Non capisco il “fa paura perchè bypassa il controllo delle istituzioni”.
    Certo all’abe (cioè l’abi europea) paura non fa, se ne occupa da tempo e di fatto gli ha già dato l’imprimatur. (chi è interessato può scaricare un paio di pdf impostando su google: http://www.abe cryptotechnologies)

    Sostituire pra e registri immobiliari?
    Serve una legge che lo consenta, sennò ci si attacca, ma se domani le compravendite per legge avvenissero su blockchain, invece di rottamare parassiti come pra e notai, lo stato non riciclerà forse i suoi fedeli sguatteri pretendendo sempre da noi il suo pizzo esoso per i passaggi?

    Credo che blockchain non sarà la soluzione ai nostri mali, ma la perpetuazione. Ci dicono che è decentralizzato, che non appartiene a nessuno: fumo negli occhi per ingannare, poco importa.
    Le transazioni sono tracciate, immagazzinate e rese accessibili a stato, ade, banche, assicurazioni…

    Dopo i vari redditometri, riccometri, ricavometri, serpico, riduzione e futura eliminazione del cash, tracciabilità, antiriciclaggio, controllo dei capitali, patrimoniali arriva il grande fratello planetario, manna per statalisti e loro accoliti, una perfetta tecnologia orwelliana per il portafoglio tracciabile del
    parco buoi.

    per approfondire:
    http://www.chefuturo.it/2015/10/blockchain-bitcoin-storia-spiegazione/
    senza frustrazioni se non ci si capisce nulla sul p2p.

    • winston diaz

      Basta vedere cosa e’ successo col fotovoltaico: teoricamente e’ una tecnologia che avrebbe potuto distribuire la produzione energetica sul territorio rendeno ognuno indipendente. Risultato pratico: incentivazione a pioggia ai furbetti che hanno fiutato l’affare, e obbligo di acquisto di quell’energia ad un prezzo stratosferico con enorme aggravio in bolletta per tutti gli altri, con ipoteca sul futuro per i prossimi 20 anni (il solo incentivo fotovoltaico si paga in bolletta con ben 200 euro a testa, una famiglia di 4 persone paga 800 euro in piu’ di corrente, molto di piu’ dell’IMU – ICI prima casa, e solo di incentivo, poi si paga a parte il costo dell’energia secondo il prezzo di mercato del momento, che e’ una piccola frazione del costo dell’incentivo (anche un decimo!).
      Dividete 10 miliardi di euro di incentivi all’anno per la popolazione italiana, si fa presto a fare i conti pro-capite.

      • charlybrown

        teoricamente e’ una tecnologia che avrebbe potuto distribuire la produzione energetica sul territorio rendeno ognuno indipendente.

        Certo, basta rendere indipendente anche il relativo pagamento.
        Dire alla gente di farsi il fotovoltaico è come dire che si comprino le brioches al posto del pane. Chi vuole le brioches se le paghi e non rompesse gli zebedei a tutti gli altri.
        Se sull’onda delle scempiaggini truffaldine ecoambientaliste si fanno leggi per rapinare la maggioranza a vantaggio di pochi, poi mi sembra inutile dare la colpa a quelli che ne approfittano.

  • Lucia

    E’ una fortuna che la gente non capisca il nostro sistema bancario e monetario, perchè se lo facesse, credo che scoppierebbe la rivoluzione prima di domani”
    Henry Ford
    La moneta che sta rivoluzionando l’economia è arrivata. Il Bitcoin ha indicato la strada ma una moneta che ha iniziato il suo processo di creazione/distruzione nel 2015 ha corretto le imperfezioni del Bitcoin. Si tratta di Onecoin la moneta che avrà la più ampia usabilità. Chiunque convertendo inizialmente una cifra assolutamente abbordabile può partecipare alla “minerzione” cioè alla creazione della blockchain più potente e con in maggior numero di monete 120 miliardi contro i 21 milioni di Bitcoin. Inizialmente centralizzata ma disribuita, sarà successivamente (al raggiungimento dell’80% di monete trovate) scambiabile in una piattaforma pubblica.
    https://www.facebook.com/onecoinonelifecriptovaluta/

    • christian

      Cara Lucia credo che tu abbia sbagliato direzione.
      Le pecore da tosare sono da questa parte ————–>[ITALIOTI]
      Qui ci sono sono libertari mediamente più svegli (e qualche TROLL, ma nemmeno loro crederebbero a queste cavolate).
      http://truffacoin.com/
      Tanto per citare un sito tra i mille. Lascio a chi è interessato ricercare maggiori informazioni.

  • winston diaz

    “Ma una opzione in più è sempre meglio di una opzione in meno”

    :)

    Quelle che sono opzioni solo all’inizio, poi diventano schiavitu’, c’e’ tutto quello che ci circonda a testimoniarlo, e’ inutile che facciamo finta che non sia cosi’.

    Tant’e’ che chi si occupa di diffondere queste cose, come imperativo ha quello di far superare ad ogni costo alla gente il valore d’uso di soglia, magnificandolo e regalandolo all’inizio, perche’ sa che una volta superato il valore di soglia la gente non potra’ piu’ tornare indietro, e che sara’ la stessa maggioranza relativa che fara’ uso di quel qualcosa a costringere gli altri, anche attraverso la forza bruta della legge, a farne uso. Sono strategie ovvie, per chi si occupa di queste cose.

    Quindi il problema, che poi e’ quello dibattuto in questo sito, e’: come fare perche’ le opzioni restino tali, e non diventino camicie di forza?

    Ma andrebbe dibattuto anche: e’ davvero possibile che alla fine non ci sia una vincitrice fra le opzioni che diventi necessariamente una camicia di forza? Io nutro dei dubbi.

    L’unico modo di liberarsi di una camicia di forza, ormai, e’ cambiarla con un’altra.

    E tutta questa tecnologia incontrollabile e incomprensibile agli stessi che la producono, e’ una camicia di forza quale forse non abbiamo mai avuto prima.

    Percio’, si dovrebbe lottare perche’ il nostro mondo resti abitabile e comprensibile anche a chi vuole continuare a vivere in modo semplice. Altro che catasto, moneta, e comunicazione elettronica: che prima o poi diventeranno obbligatorie (vedi la pec, l’uovo di colombo per semplificare all’amministrazione il recapito degli atti amministrativi e giudiziari, moltiplicandone cosi’ l’uso – per i professionisti e’ gia’ obbligatoria, e la cosa e’ stata presentata come un grande progresso! Snellisce la burocrazia! Bum!).

    Sono entusiasmi fuori luogo.

    Moltissimi anni fa lessi un libro di un grande scienziato, con ogni probabilita’ un po’ piu’ intelligente del giovanotto del video, che comincia con questa citazione del 1910:

    Nella nostra città c’è una legge terribile (è stata fatta per errore, ma
    ormai c’è), secondo la quale chiunque voglia un congegno meccanico
    ha diritto di averlo, ma dopo averlo avuto non può più smettere di
    usarlo.

  • eridanio

    Come al solito tutto è soggettivamente opinabile. La curiosità e l’intraprendenza di alcuni, nel successo o nel disastro, non disturba necessariamente la tranquillità dei più inerti che pagheranno pegno d’ignoranza o si eviteranno un grattacapo.
    Ma una opzione in più è sempre meglio di una opzione in meno.
    Lo abbiamo già visto con le macchine a vapore, le mongolfiere, il cinematografo .. .. .. .. .. .. ..

    Anche il caro Pazzaglia sarebbe stato d’accordo. :-)

  • eridanio

    A me basta che esista.
    Meglio una opzione in più che una in meno.
    Può venir utile in particolari frangenti.
    Non è una invenzione ma piuttosto un modello di utilità, manifestamente ingegnoso, di più tecnologie piuttosto datate e di sperimentata efficacia.
    Non è anonimo, ma pseudonimo. Dipende dalla intelligenza dell’individuo farne un uso efficacemente prudente. Non chiedo nulla di più.
    Lo scambio sicuro di certificati digitali senza una autorità sopraordinata per diverse finalità è una pratica di antica tradizione informatica.
    Sicuramente se ne avvantaggeranno tutti: stati, banche, amministrazioni pubbliche e private. In pratica già tutti la usano in qualche forma embrionale o frazionale ad esempio quando si accede col browser a siti “sicuri”. Senza ledger senza p2p.
    La logica aggiunta che vincola una modalità di comunicazione allo scambio di certificati sicuri in rappresentanza di valori di soggettivo e convenzionale interesse potrà essere utile a prescindere dal fatto che oggi qualcuno li chiami “moneta”, “criptostacippa” o quel che si vuole.

    • winston diaz

      Mah, non credo che questa roba concorrera’ a diminuire il nostro stato di dipendenza, e di potenziale illiberta’, fara’ il contrario. Quindi, perlomeno, non gioiamone.
      Non e’ incasinando sempre di piu’ le cose con ammennicoli e stupidaggini tecnologiche fuori dalla nostra comprensione ancora prima che dal nostro controllo, che miglioreremo la nostra condizione esistenziale.
      Il bitcoin e’ stato presentato da molti come chissa’ quale portento, quando secondo la “bitcoin” stessa:

      “Bitcoin opera ad un livello di trasparenza senza precedenti, a cui la maggior parte delle persone non è abituata. Tutte le transazioni di Bitcoin sono pubbliche, tracciabili e raccolte in maniera permanente nella rete di Bitcoin.”

      Quindi, come minimo, va ridimensionato, e va riservata meno credulita’ ai relativi venditori di pentole.

  • winston diaz

    ah ah ah!
    Tutte le transazioni, di tutti, completamente pubbliche a tutti e per sempre!
    Rivoluzionario!
    Molto tennico e difficile!

  • Antonino Trunfio

    L’ho trovato interessante per capire il concetto di data base distribuito. Ho una domanda per qualche esperto:
    ci sono un gran parte di transazioni, che nessuno vuole rendere pubbliche. Cosa assicura eventualmente la blockchain, a tale riguardo?

    • Mauro Gargaglione

      Per quanto ne so, sul libro mastro delle transazioni, la blockchain, appare una stringa identificativa della transazione (non di chi la effettua e nessuna informazione sul contenuto dello scambio) e l’importo. Si considera che se una transazione è andata a buon fine essa deve essere per forza accettata volontariamente dai contraenti. E tanto deve bastare.

      • winston diaz

        Nel registro, pubblico per sempre e a tutti, c’e’ l’identificativo sia di chi paga che di chi incassa che la cifra. Mantieni l’anonimato solo se riesci a non far sapere a nessuno che a quell’identificativo, che e’ come un numero di telefono pubblico, corrispondi tu.
        Auguri…

        • Mauro Gargaglione

          Quindi mi sta dicendo che ci sarà un buon numero di persone a conoscenza dei suoi codici di accesso all’on line banking? In questo caso il problema non starebbe nella tecologia, abbia pazienza …

          • winston diaz

            NO!

            Ad essere completamente pubblico e’ il registro delle transazioni che comprende bitcoin scambiati e numero indentificativo pubblico dei contraenti.
            Il numero identificativo equivale al numero di telefono, si mantiene la privacy solo finche’ nessuno sa a chi corrisponde quel numero. Ma per effettuare transazioni pratiche, e’ quasi sempre necessario trasmettere al contraente la propria identita’, che a quel punto puo’ essere associata al numero identificativo. E a quel punto, chi riesce a conoscere tale corrispondenza di dati entrambi pubblici, riesce a vedere immediatamente TUTTA la storia delle transazioni associata a quell’identita’. TUTTA in un colpo solo. Storia peraltro che NON E’ CANCELLABILE in alcun modo.

            L’unico modo per rendere difficile questa associazione e’ cambiare numero identitificativo, cioe’ nella metafora il numero di telefono, ad ogni telefonata. Dal punto di vista pratico e’ impensabile per la maggior parte degli utenti.
            Di solito l’identificativo bitcoin di chi chiede donazioni, ad esempio, e’ scritto in bella vista sul sito, e per fare un ordine ad esempio da amazon e’ indispensabile dirgli dove e a chi spedire il prodotto!

            Mi pare che sia spiegato abbastanza chiaramente sul sito di bitcoin che ho linkato.

            Per quanto riguarda i codici di accesso dell’online banking, li’ grazie al fatto che non siamo degli sconosciuti di solito e’ possibile bloccare le operazioni in caso di effrazione. Vorrei proprio vedere una criptovaluta anonima…

            Ma il punto piu’ importante e’ che una volta compiuta la transizione al sistema elettronico, diventera’ un gioco da ragazzi per la prima burocrazia che voglia farlo venire in possesso di TUTTI i dati dell’utente. Ci stiamo costruendo la gabbia da soli, non impareremo mai.

            Se ci piacciono queste cose, perlomeno, evitiamo di perorare il contante (che peraltro e’ un gioco da ragazzi, per lo Stato, mettere fuori corso dall’oggi al domani e pretendere una gabella per il cambio con la nuova emissione).

          • winston diaz

            Quindi il bitcoin, ‘sta roba, corrisponde ad un bonifico fatto tramite iban su un registro pubblico di TUTTE le transazioni e PER SEMPRE. Sfido che le banche e lo Stato se lo studiano, per loro e’ una manna. Per lo Stato di sicuro, e le banche troveranno il modo di renderlo profittevole dando qualche garanzia, magari cosi’ risparmiando il costo dell’infrastruttura tecnologica per ottenere lo stesso risultato che ottengono adesso.

    • winston diaz

      Nel caso di bitcoin c’e’ scritto chiaramente come funziona nel sito di bitcoin stesso:

      “Bitcoin opera ad un livello di trasparenza senza precedenti, a cui la maggior parte delle persone non è abituata. Tutte le transazioni di Bitcoin sono pubbliche, tracciabili e raccolte in maniera permanente nella rete di Bitcoin. Gli indirizzi di Bitcoin sono le uniche informazioni utilizzate per definire dove si trovano i bitcoin, e dove sono inviati. Tali indirizzi sono creati privatamente dai portafogli di ciascun utente. Tuttavia, una volta che gli indirizzi vengono utilizzati, sono corrotti dalla storia di tutte le transazioni con cui sono coinvolti. Tutti possono vedere il bilancio e tutte le transazioni di ogni indirizzo. Dato che gli utenti di solito devono rivelare la propria identità, per poter ricevere servizi o beni, gli indirizzi Bitcoin non possono restare totalmente anonimi. Per queste ragioni, gli indirizzi Bitcoin dovrebbero essere utilizzati solo una volta e gli utenti devono prestare attenzione a non divulgare i loro indirizzi.”

      bitcoin.org/it/proteggi-la-tua-privacy

      Esistono altre implementazioni del protocollo, o di protocolli simili, studiate per la segretezza, se ne e’ parlato mi pare qualche tempo fa qui dentro (a proposito del fatto che un avvocato e parlamentare montiano, mi pare, ha proposto di vietarle per legge).

      http://punto-informatico.it/4351903/PI/News/zcash-nuova-criptomoneta-davvero-anonima.aspx

      Resta comunque il problema di fondo che il registro delle transazioni deve per forza essere pubblico se e’ distribuito, e nel momento in cui ti fregano la chiave di crittazione, non solo possono sapere tutto di te e della tua storia, ma addirittura diventano te.

      E non ci vuole un genio per capire che se prendesse piede una demenzialita’ del genere per prima cosa lo Stato ti obbligherebbe a passargli la tua chiave di crittazione per le transazioni, in modo da sapere in un colpo solo TUTTO di te.

      A me onestamente sembrano tutte superfregnacce pseudo-tecnologiche che preparano, per l’entusiasmo dei futuri “ancora piu’ schiavi”, il medioevo prossimo venturo (che non sara’ cosi’ bello come il precedente).

      Secondo me se rivoluzione ci dovesse essere mi augurerei che fosse al contrario di questa, e cioe’ per la riscoperta delle persone in carne, ossa, e magari se c’e’ anche un po’ di spirito.

      Se c’e’.

      • Mauro Gargaglione

        Io non definirei questi sviluppi tecnologici delle fregnacce. E non mi porrei neanche il problema se mi fregano la chiave di crittazione. Clonano centinaia di carte di credito al giorno solo in Italia.

        Abbiamo visto cosa può fare un Amato che entra nei c/c dei correntisti e preleva i loro soldi, oppure come ha fatto il governo a Cipro per garantirsi il bail in, chiudendo banche e conti on line per una settimana. Forse non gli riuscirebbe così facilmente con le chiavi personali di crittazione.

        La tecnologia ha il brutto vizio di non star ferma, bollarla come sciocchezza mi pare come minimo ingeneroso. Sta di fatto che il mese prossimo l’ABI organizza presso la sede in Via Olona a Milano un convegno sulla blockchain per capire opportunità e minacce per il sistema bancario. Non male per una fregnaccia …

        • winston diaz

          Le carte di credito sono bloccabili proprio perche’ non sono anonime, e la transazione non e’ immediata.

          Una criptovaluta anonima per definizione non potrebbe funzionare cosi’.

          La burocrazia e il controllo attuali sarebbero impossibili, anzi impensabili, senza il progresso della tecnologia.

          Esempio terra-terra: una volta il valore catastale tassabile degli immobili era simbolico, irrilevante sul valore reale, contato a “vani”, e la tassa si pagava solo al momento della transazione di compravendita, quando almeno si incassavano i soldi (bei tempi, fino al 1992 era una specie di iva, e infatti si chiamava invim), perche’ contabilmente srebbe stato difficile fare altrimenti: oggi, coi gis (sistemi di informazione territoriale) dove e’ registrato tutto, il valore e’ valutato al centimetro quadrato, si paga la tassa due volte l’anno con obbligo di prelievo automatico e tracciabile sul conto per valori sopra i 1000 euri, cioe’ quasi sempre, direttamente da parte dell’agenzia delle entrate, ed e’ pesantissima.

          Abbiamo voluto la bicicletta? Adesso pedaliamo! E poi la moto, l’automobile, la barca, l’aereo… col risultato di pedalare cento volte di piu’, non di meno.

          Non impareremo mai.

          • winston diaz

            A proposito, il genio dell’economia e dell’informatica che ha fatto il video dice che la blockchain potrebbe essere rivoluzionaria anche e proprio per il catasto, rivoluzione di cui forse sarebbe meglio fare a meno, a meno di non accettarne gli inevitabili effetti collaterali che non saranno gradevoli (eterogenesi dei fini o hayekianamente inintenzionalita’ la chiamiamo: burocratizzazione a pervasivita’ totale + casa di vetro).

            Sara’ un ex promotore finanziario della mediolanum della rivoluzione liberale berlusconiana degli anni ’80-’90… il libertarismo economico da blog e’ spesso in mano a gente cosi’, trader, promotori finanziari dall’unico libro, che nell’intermediazione finanziaria del futuro vedono una speranza di far passare e restare qualcosa nelle loro tasche. Siamo ben messi… Adesso vado a zappare la terra e a tagliare la legna che e’ meglio…

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