In Anti & Politica, Libertarismo, Primo Piano, Saggi

DI GIOVANNI BONOMETTI

Lo Stato è un’entità storica, che si è sviluppata per l’azione (non pienamente consapevole di ciò che stava avvenendo) di uomini politici, giuristi, teologi, filosofi ecc.

A seguito di conquiste, unificazioni, matrimoni, rivoluzioni e altri avvenimenti di diversa natura, i vecchi “regni” medievali – che nulla avevano dello Stato moderno nel momento i cui essi erano partecipi dell’ordine giuridico cristiano (imperiale, feudale, comunale, ecc.) – diventano la base d’appoggio su cui alcune dinastie costruiscono un’entità nuova. Questo avviene particolarmente in Francia, ma anche in Inghilterra e altrove.

Lo Stato si proclama sovrano e già nel 1648 in Europa abbiamo un sistema internazionale di Stati: di entità politiche astratte ed impersonali, che ormai hanno spazzato via i rapporti personali, diretti, “di fedeltà” ecc., propri dell’epoca precedente.

Questo è lo Stato: che essendo sovrano fin dall’inizio non fu mai né mai potrà essere “minimo” (non fosse altro per il suo costante giocare con la forza legittimatrice della religione). Questo Stato è certo cresciuto nel tempo e oggi si occupa di cose che in precedenza lasciava al libero gioco sociale (l’istruzione o la sanità, ad esempio), ma esso esiste perché e grazie a quel vero e proprio “salto” che ha avuto luogo con la crisi dell’ordine medievale.

Ora: i libertari considerano la società libera (= anarchia) come il criterio etico-politico con cui ogni relazione sociale ed ogni ordine politico vanno giudicati. Poiché la coercizione è illegittima, un ordine è tanto più da condannarsi quanto più fa uso della coercizione, quanto più è lontano dal modello di riferimento (la società libera).

In questo senso, uno Stato che non si occupasse di istruzione, sanità, strade, ambiente, ecc. (lo Stato “minimo” che è sovrano, ma si autoconfina nel monopolio della violenza e si limita a gestire l’apparato legale-giudiziario) sarebbe preferibile ad uno Stato che puntasse – pur senza riuscirci – ad essere totalitario. Tutto questo, però, ha poco senso.

Le vere domande da porsi, infatti, sono queste:

a) Questo Stato “minimo” (che di tutta evidenza non può essere un criterio di giudizio per un libertario, che non vorrebbe mai la coercizione) è un obiettivo realistico? mi pare di no.

b) E’ ragionevole continuare a restare arroccati all’idea che non vi siano alternative all’istituzione sorta con la disgregazione del Medioevo e che, quindi, si debba scegliere tra questo o quel modello di Stato?

c) Che fare di tutte quelle esperienze (anche moderne) che non sono in linea con il modello statuale e che hanno avuto e in qualche caso continuano ad avere una loro presenza sulla scena dei rapporti giuridico-politici? Penso ad esempio agli ordini federali, che come hanno insegnato i maggiori studiosi del federalismo contemporaneo (da Miglio a Elazar) non sono ordini sovrani-gerarchici ma pattizi-orizzontali?

Insomma, lo Stato “minimo” non solo non può offrire un criterio normativo di fronte alla complessa realtà delle nostre relazioni sociali, più o meno segnate dalla libera cooperazione e dall’aggressione violenta. Esso non solo non offre una prospettiva “realistica”, ma incarna invece un’utopia irraggiungibile (uno Stato sovrano che si auto-confina, quando la storia della sovranità ci parla invece di una progressiva espansione dei poteri statali).

Esso è pure del tutto inadeguato ad offrire ipotesi nel momento in cui – se mai avverrà – l’epoca della statualità volgerà al tramonto e si aprirà lo spazio per altre forme di convivenza. Per altre combinazioni di libertà e coercizione.

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Showing 4 comments
  • Luciano

    Se Gianfranco Miglio è stato l’ideologo della Lega Nord molto prima di Umberto Bossi
    ( importante ricordare che Miglio pubblicò per gli Oscar Mondadori il libro di Henry David Thoreau “Disobbedienza Civile” , oltre che Miglio fu anche fondatore del Partito Federalista) , Gilberto Oneto è stato il riscopritore del cosiddetto Sole delle Alpi; dalle espressioni della cultura popolare alle loro trasformazioni in iniziative politiche, nei primi anni settanta è stato apprezzato vignettista, con lo pseudonimo di Gamotta, della rivista La voce della fogna, diretta da Marco Tarchi, foglio satirico e ideologico nato negli ambienti vicini al partito neofascista Movimento Sociale Italiano.
    Oggi , invece, la Lega ha intrapreso una profonda svolta Salviniana che la pone a fianco di Putin e del FN di Marine Le Pen e che come osserva giustamente IL MIGLIO VERDE “La Lega Nord non è più la Lega Nord di una volta” https://www.miglioverde.eu/oneto-il-partito-di-salvini-non-e-piu-la-lega-nord/

  • Luciano

    Il Partito Federalista viene fondato il 17 dicembre 1995: nelle intenzioni di Miglio, doveva essere un soggetto antipartito, monotematico, docile a scomparire una volta che la Repubblica federale o confederale fosse diventata realtà. Gilberto Oneto fu amico personale e collaboratore del professor Gianfranco Miglio, impegnato per l’indipendenza della Padania.

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