In Anti & Politica, Economia, Libertarismo, Novità, Primo Piano, Varie

DI LEONARDO FACCO

Per Thomas Jefferson, il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza. Per il sottoscritto – ma non è certo farina del mio sacco – la libertà non la regala nessuno e prima ancora che vigilare, la libertà bisogna conquistarsela, coi denti e con le unghie, ma soprattutto con le azioni.

Oggi, vi parlerò di libri e di una legge che ne regolamenta la scontistica. Partiamo, però, dall’attualità.

Serena Sileoni, persona che stimo, mi ha inviato da firmare un’accorata petizione da presentare al presidente della Repubblica affinché si eviti che la “norma sulla regolamentazione del prezzo dei libri entri in vigore” il prossimo mese di settembre. L’appello lo ha lanciato sul blog di Oscar Giannino.

Il giorno dopo, l’Istituto Bruno Leoni (col quale la bravissima Sileoni collabora), mi ha spedito una mail carica di soddisfazione. Ve ne riporto il primo capoverso: “In un solo giorno, la petizione promossa dall’Istituto Bruno Leoni contro la nuova legge sull’editoria ha raccolto oltre 450 adesioni. Per il direttore dell’Istituto, Alberto Mingardi, si tratta di “un successo per una petizione promossa in una domenica estiva solo attraverso Twitter e social network: un altro sintomo di malessere. Se siamo davvero sul Titanic, se abbiamo disperato bisogno di tornare a crescere perché la nostra classe politica perde tempo a regolamentare gli sconti sui libri?”. Fra i firmatari della petizione intellettuali, imprenditori, giornalisti piccoli editori e tanti lettori. La lista dei firmatari è disponibile qui.”.

Ora facciamo un passo indietro. Il sottoscritto, editore da quasi vent’anni, non solo non ha firmato la petizione (ho spiegato all’amica Serena il perché) ma poco dopo l’approvazione della legge infame di cui sopra, sul sito del Movimento Libertario ha lanciato una “Offerta fuorilegge”, ovvero una proposta di vendita di libri della LFE che se ne strafotteva delle imposizioni di prezzo governative. Ecco il primo capoverso di quel post, che rappresentava – e rappresenta – un’azione di disubbidienza civile nei confronti dello Stato: “Come forse saprete, il Parlamento ha deciso – per legge – che non si potranno vendere libri con sconti superiori al 15%, o il 20% una tantum. Una norma liberticida, che un editore libertario non considererà mai legittima! Che un imprenditore non possa decidere come e a quanto vendere i propri prodotti è abominevole, roba da pianificazione sovietica”. E misi in vendita un pacco di libri del valore di 84 euro a soli 25 euro! Con mia soddisfazione, aderirono parecchi lettori.

La suddetta, breve cronistoria l’ho voluta raccontare per dare una mia personale, e concreta, risposta a quei liberisti italiani che – giustamente e legittimamente – di fronte ad un paese sempre più statalista (e di fronte ai risultati nulli ottenuti dalla “casta liberale”) si pongono, e rivolgono anche ad altri, la seguente domanda: “che fare”?

Il Movimento Libertario (peraltro proprietario della Leonardo Facco Editore) ha scelto di fare esattamente quel che fa da sempre: disubbidire alle norme idiote e liberticide! Saremo un po’ grezzi, poco politicamente corretti certo, ma così come “diamo tutti i soldi in busta paga ai dipendenti”, così come “seminiamo mais biotech autorizzato”, così come ce ne freghiamo “dell’obbligo di aderire al censimento”, il primo settembre prossimo(giorno dell’entrata in vigore ufficiale del dispositivo di legge voluto dal senatore pidino Riccardo Levi), noi, per quel giorno, lanceremo un’altra “offerta fuorilegge”. E senza aspettare che il signor Napolitano decida per conto nostro, chiunque potrà scegliere di acquistare un bel pacco di libri “sottoprezzo”. Penso che nessuno si sentirà “aggredito” dalla nostra scelta…

Per dirla con l’impareggiabile Herbert Spencer… e lo Stato? Lo ignoriamo!

P.S. Da un tizio che se ne frega di 3 milioni di firme depositate dai grillini raccolte per discutere un disegno di legge popolare che c’è da aspettarsi di fronte ad una petizione sottoscritta da qualche migliaio di persone?

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Showing 23 comments
  • libreriarizzoli

    Senza entrare nel merito della Legge, quello che abbiamo pensato di fare è di offrire tutto il catalogo con il 35% di sconto.
    Questo sarà possibile fino al 31 agosto 2011.
    Qui troverete tutti i dettagli della nostra iniziativa.
    https://www.facebook.com/libreriarizzoli

  • Maximus

    Ascoltate la puntata di mercoledi 27 luglio 2011 di Focus Economia dall’ archivio di Radio24 .

    http://WWW.RADIO24.IT

    Si parla proprio della legge sugli sconti librari.

    Il deputato che difende questa legge del cazzo si chima Levi.

    • leonardofaccoeditore

      HO SENTITO OGNI CAZZATA CHE HA DETTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! POCO CONVINCENTE LA SILEONI INVECE, ANZICHE’ PUNTARE SUI PRINCIPI IN DIFESA DEL LIBERO MERCATO, S’E’ MESSA A PARLARE DI TECNICALITA’

  • Roberto Porcù

    Questo non è un commento, ma la domanda di uno che non ha molta dimestichezza con il computer.
    Ho cominciato ad ordinare il libro sull’euro, bene, poi ho guardato e ne ho visto altri due disponibili, bene, ma non trovo come ordinare quello su Umberto Magno, io avevo intenzione di fare un unico acquisto e non so come fare. Grazie della risposta

  • Al

    Petiozione: tonnellata di carte scarabocchiate senza nessun valore legale (che poi non significa un bel nulla) tranquillamente ignorabile dal parlamento e dal “presidente della repubblica”.

    I CACASOTTO FIRMINO PETIZIONI.

    LE PERSONE SERIE SE NE FOTTANO DI CERTE LEGGI!!!

  • Massimo74

    Complimenti Leo,davvero un ottima iniziativa.

    • leonardofaccoeditore

      Grazie, conterò su di te come cliente, eheheh!

  • dave

    Ragazzi sbagliate a non firmare la petizione IBL: va nella direzione giusta e non c’e’ motivo per non sostenerla.

    Se tra i pochi liberali-liberisti-libertari che siamo in Italia, ci mettiamo anche a litigare su chi ha ignorato cosa e su chi ha fatto questo, allora facciamo il gioco degli Statalisti parassitari.
    Uniamo le forze e diamo una spinta a questa petizione!

    • leonardofaccoeditore

      Caro Dave, io non litigo proprio. Semplicemente, affermo un principio, che è quello che sta scritto nell’articolo qui sopra. Ora, è chiaro che dall’IBL, ormai, mi dividono molte cose, ma ciò non significa che io debba litigare con loro, anzi: ciascuno percorra la sua strada. Inoltre, dato che non è che noi siam qui “pettinare gli statalisti” ma facciamo azioni forti all’insegna della disubbidienza civile, mi sarei aspettato che dall’IBL fosse arrivato un sostegno diverso, invece – legittimamente, ripeto legittimamente – loro preferiscono tenere le distanze dal Movimento Libertario.
      Tornando al principio ed all’azione nello specifico, tu credi che io debba andare da Napolitano e chiedergli, perfavore, di cancellare una legge demenziale? Questo significa (al contrario di ciò che sostiene il libertarismo, e questo movimento) legittimare il gran capo dei parassiti tutti. Eh no, io – finché starò in questo paese – cercherò di mettere in partica quegli insegnamenti di grandi autori che riportiamo da sempre su questo sito, insegnamenti, peraltro, che prima che nascesse l’IBL sembravano un dogma anche per Mingardi e gli altri fondatori dell’Istituto (tra i quali sono apparso anche io all’inizio).
      Cambiare idea è legittimo, oppure scegliere altre vie per combattere lo statalismo è più che legittimo. Ciononostante, sono (saranno) i risultati a decretare ciò che è meglio fare: “trial and error” diceva Popper.
      Io quella legge la ignoro, vendo i miei libri come meglio mi pare e chi vorrà potrà acquistarli se gli pare. E il mio risultato lo avrò CONCRETAMENTE ottenuto, in barba alla norma liberticida.

      • leonardofaccoeditore

        Dimenticavo: inoltre – da buon libertario – io non ho invitato altre persone a non firmarla, ho parlato solo a mio nome, sostenendo le ragioni per cui la scelta della petizione (come dimostra la storia di questo paese) è più una scelta d’immagine che altro. A ciascuno, poi, la sua libera scelta!
        P.S. Certo poi che se a firmarla ci sono anche quelli che sono a libro paga di Futuro e Libertà (stuprata), figurati tu che roba…

    • leonardofaccoeditore

      Un aggiunta Caro Dave: su facebook la Sileoni scrive: “leggere su un quotidiano nazionale “Liberilibri di Macerata, in prima fila contro la legge, è un gigante dell’editoria” non ha uguali!”.

      Ora, con tutta la mia, solita, sincerità e scorrettezza politica dico: 1) Ottimo risultato d’immagine (come ho scritto nel post di risposta poco fa); 2) Ci vuol poco a far contento un liberista. Lo statalista glòi dà una pacca sulla spalla, gli dice bravo e poi se ne frega altamente del resto. 3) La legge verrà abolita? 4) Se non verrà abolita il mio amico Canovari rispetterà la legge?

  • Antonino Crisafulli

    Quello che fa veramente paura è l’ignoranza della realtà in cui si trova il mondo del libro. Non ho letto,fra i signori firmatari della petizione un solo riferimento alla legge sul libro francese o tedesca o svizzera. Non mi risulta che i lettori di quei paesi si siano finanziariamente rovinati. Controlliamo invece i costi alla fonte,chiediamoci perchè un libraio deve acquistare con lo sconto del 30% e il supermercato del 50%. Questa è libertà o concorrenza sleale? E come mai quando in Inghilterra si andò al prezzo libero si verificò un tale caos da dover fare immmediatamente marcia indietro? Ai firmatari “uomini di cultura” vorrei infine chiedere come faranno a trovare al supermercato un “classico” che ha una rotazione di vendita minima e che il libraio di un tempo teneva orgogliosamente nello scaffale. Se esiste una espressione di libertà,questa è data lal libro. Lo compro per il suo valore,non perchè mi offrono un pacco da dieci con lo sconto del 70%.

  • AndreaBo63

    Si certo, spediti dall’estro. Non vedo che difficoltà ci possa essere per un rivenditore francese o tedesco nel creare una sezione in lingua italiana con sconti del 40 o 50%. se c’è un mercato la cosa nascerà spontanea.
    E chi se li comprerebbe più i libri su internet in Italia?

  • Fabrizio Dalla Villa

    troppi sconti = a meno IVA, perciò la casta non ci sta.

  • zenzero

    Spedite all’estero?

  • AndreaBo63

    Non conosco i dettagli della legge, ma da quanto leggo, posso immaginarmi i siti d’oltralpe brindare al nuovo business. Così come oggi è da stupidi acquistare CD o DVD vergini in Italia, domani sarà la stessa cosa per i libri, almeno per quella parte di lettori, sempre più estesa, che acquista su internet.

  • Francesco

    anche io non ho firmato pur essendo oramai editore. innazitutto preferisco ignorare certi provvedimenti idioti come fa facco, e poi non sottoscriverei mai una petizione dell’IBL che continua a ignorare le questioni importanti. Dove erano quelli della IBL nel 2007 quando lanciammo la petizione “volete vendere l’oro? vendetelo agli italiani!” http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=224:volete-vendere-loro-vendetelo-agli-italiani&catid=13:editoriali? forse a cena con qualche banchiere che li finanzia?

  • Leonardo Facco

    ECCO UNA CONTRADDIZIONE IN TERMINI

    ” Secondo Enzo Macrì della libreria Mondadori di Alessandria ” limitando le promozioni non si fa un dispetto ai clienti ma si regolarizza il mercato”. Macrì spiega anche come secondo lui questa sia una legge positiva per il sistema librario, ma anche per il cliente”.

    DETTO DA UN TITOLARE DI UNA CATENA OLIGOPOLISTA E’ IL MASSIMO. INOLTRE, DIRE CHE LIMITARE LO SCONTO E’ POSITIVO PER IL CLIENTE E’ UN OSSIMORO. REGOLAMENTARE IL MERCATO, POI, E’ IL CLASSICO TEOREMA DEMENZIALE DEGLI STATALISTI

  • Brillat-Savarin

    ignorare è bello: male non fare paura non avere. quando non si limita la libertà altrui – principio di non aggressione – tutto è lecito.

  • Maciknight

    Purtroppo è così, le petizioni, che in taluni casi possono rivelarsi efficaci, in un caso così liberticida si riveleranno probabilmente inefficaci, occorre semplicemente non riconoscere pragmaticamente la legge per eccesso di demenza e volontà liberticida, come quando un superiore militare dà un ordine palesemente criminale e fuori da ogni regola, il subordinato non solo può rifiutarsi ma può legittimamente destituire dal comando il superiore e passarlo in consegna a chi di dovere per gli accertamenti del caso … siccome non esiste una commissione psichiatrica parlamentare, ed nostri parassiti governativi sono sempre più fuori di testa, non ci si può sottostare a dei pazzi, oltretutto corrotti ed insipienti

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