In Anti & Politica, Economia

casa_brucia-750-650x433DI MATTEO CORSINI

Quanto interessi al giornale della Confindustria la difesa della proprietà privata lo si può capire dalla posizione riservata a un articolo che esprime perplessità sulla circolare diramata dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, in merito alla cosiddetta emergenza abitativa.

L’articolo, a firma Tommaso Edoardo Frosini, si trova a pagina 27 (su 38) nell’edizione dell’8 settembre. Se la tutela della proprietà privata fosse di un qualche reale interesse credo che avrebbe dovuto essere quanto meno richiamato in prima pagina, dove invece c’è una grande foto di (San) Mario Draghi.

Attenzione: l’articolo di Frosini non è una difesa radicale della proprietà privata, con argomentazioni contrarie anche al concetto stesso di proprietà pubblica. Semplicemente si richiama alla Costituzione vigente, per ricordare che, in barba a quanto vanno blaterando i solidaristi più o meno sinistri in circolazione, il diritto alla casa non esiste, mentre, semmai “è prevista l’inviolabilità del domicilio (articolo 14) e la tutela della proprietà privata (articolo 42)”.

Quindi neppure il compromesso catto-comunista dal quale nel dopoguerra scaturì la Costituzione arrivò a calpestare il diritto di proprietà quanto vorrebbero i solidaristi di cui sopra, ancorché, in un periodo di fervente antifascismo, nulla fu fatto per rimuovere dalla legislazione (si pensi al Codice civile del 1942) tutte le compressione statal-dirigiste alla proprietà privata per finalità di interesse generale (che, poi, è quello ritenuto tale da chi detiene pro tempore il potere).

Fatto sta che, scrive Frosini, “lascia perplessi quel riferimento, esplicitato nella circolare ministeriale, alla «ricognizione dei beni immobili privati e delle pubbliche amministrazioni inutilizzati» per consentire la predisposizione di «un piano per l’effettivo utilizzo e riuso a fini abitativi». Lascia assai perplessi l’incursione statalista nel volere mappare gli immobili dei privati. È davvero compito dello Stato tenere sotto controllo quante sono le case dei privati, se sono abitate o piuttosto libere? Peraltro questa statistica è stata già elaborata dall’Istat, a fini di ricognizione sociologica, che ha individuato circa sette milioni di immobili privati non abitati, quindi pari al 22,5% delle case nel Paese, con una maggiore concentrazione in Liguria e Valle d’Aosta e nelle regioni del Sud, che hanno subito maggiori fenomeni di spopolamento. Che lo Stato voglia conoscere quante sono le case private disabitate per poi varare un piano per l’effettivo utilizzo a fini abitativi, lascia presagire la possibilità di un qualche tentativo di requisizione «per motivi di interesse generale», come la Costituzione consentirebbe sebbene attraverso una sua forzatura interpretativa”.

Prosegue Frosini: “Certo, sarebbe un vero attentato alla libertà e al diritto di proprietà se si concretizzasse un simile scenario. E siccome non basta un atto amministrativo, come la circolare ministeriale, ma piuttosto ci vuole una legge, questa difficilmente troverebbe una sua condivisione parlamentare e comunque sarebbe soggetta a scrutinio di costituzionalità. Con alte possibilità che venisse dichiarata illegittima nel bilanciamento tra gli eventuali «motivi di interesse generale», tutto da dimostrare, e il diritto di proprietà privata, che finirebbe col prevalere. Almeno fintanto che riteniamo di essere una democrazia liberale”.

Ecco, io, da libertario, non sarei ottimista.

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  • Alessandro Colla

    Non è solo questo il problema. I molti contenti, forse, non sono nemmeno la maggioranza (anche se di idrocefali ce ne sono comunque troppi). Ma gli scontenti sono senza scarpe. Quali calci possono dare? Le armi ce le hanno gli altri. Però forse una soluzione c’è. Mi hanno detto che un signore che abita ad Arcore vuole fare la rivoluzione liberale e fornire di scarpe tutti gli scontenti. Ha detto che se lo votiamo…

  • christian

    “Quello che mi chiedo è perché ad affronti di questo genere, palesemente contro, non solo la proprietà privata, ma contro i più elementari diritti naturali individuali, non ci incazziamo e prendiamo a calci nel culo questi cialtroni cattocomunisti che stanno calpestando la nostra libertà.”

    Ai presenta questa barzelletta.
    “Due comunisti si ritrovano, come tutte le sere, alla sezione del partito. Il primo chiede all’altro:
    «Se tu possedessi due palazzi nel centro storico, che cosa ci faresti?».
    Il secondo, prontamente:
    «Ne donerei subito uno al partito!».
    L’altro insiste:
    «E se avessi due appartamenti?».
    «Uno a me e uno al partito!».
    «E se avessi due barche a vela?».
    «Una a me e una al partito!».
    «E se avessi due Ferrari?».
    «Una a me e una al partito!».
    «E se avessi due biciclette?».
    «Ah, no, quelle ce le ho veramente…».
    Molte persone non hanno seconde case (sfitte o meno) quindi non gli interessa di questo attacco alla proprietà, almeno fino a che non arriveranno a toccare le “biciclette”.
    Sono convinto, anzi, che molti sarebbero contenti di vedere requisite le case di quegli sporchi “possidenti”,

    • Albert Nextein

      In nome del diritto alla casa, naturalmente.

    • Dino

      Assolutamente d’accordo con tè. Gioiscono pure ad ogni aumento delle tasse, purtroppo l’invidia marxiana ormai è l’unica chiave di lettura che ha la maggior parte della gente della realtà circostante.

  • Riccardo Rossi

    Quello che mi chiedo è perché ad affronti di questo genere, palesemente contro, non solo la proprietà privata, ma contro i più elementari diritti naturali individuali, non ci incazziamo e prendiamo a calci nel culo questi cialtroni cattocomunisti che stanno calpestando la nostra libertà.

    • Albert Nextein

      Impossibile prenderli a calci.
      Tempo sprecato in ogni caso.
      Meglio tenersi i soldi in tasca e attuare una protesta fiscale incisiva.

  • Albert Nextein

    Il provvedimento di minniti è la solita storia del colpo alla botte ed al cerchio.
    I fatti sono altri, e minniti non li affronta.
    Egli sostituisce il sano pragmatismo familiare e popolare con l’ideologismo socialista dei benpensanti buonisti.
    Quanto alla proprietà privata, essa è in ginocchio da decenni.
    Vessata da tasse, leggi e regolamenti, piani urbanistici.
    Divorata senza ritegno e piegata a superiori scopi sociali.
    Io possiedo alcuni immobili sfitti da anni.
    Li ho resi inabitabili appunto in previsione di atti governativi del genere.
    Sono vere e proprie grotte urbane.
    Censiscano pure.

    • Albert Nextein

      Dimenticavo.
      Confindustria non conta un cazzo, e minniti ha sbagliato mestiere.

  • Giovanopoulos

    Da ignorante, a me sfugge la ragione per la quale il giornalista confindustriale ritiene che ci voglia una legge ad hoc per espropriare le case sfitte (per la verità mi sfugge anche la ragione per la quale egli ritiene la nostra, una democrazia liberale, ma questa è un’altra storia).
    A me sa che procederanno diretti con una bella circolare, ovviamente nel nome dell’interesse generale come fanno con i terreni per fare l’autostrada.
    Lo Stato ha creato il problema con le porte spalancate all’invasione, mi sembra giusto che lo risolva il popolo, tanto “lo Stato siamo noi”.

  • Alessandro Colla

    E infatti non c’è da essere ottimisti. Contrariamente al finale dell’articolo di Frosini, le democrazie, proprio in quanto tali, non sono mai autenticamente liberali. E neanche la Confindustria lo è.

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