In Anti & Politica

DI MARCO LIBERTA’

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– Genocidio Armeno

“… no, ma queste cose sono chiaramente frutto di errori nell’applicazione del socialismo… sicuramente provando di nuovo ci saranno arcobaleni, unicorni e fiumi di latte e miele per tutti.” (cit. un socialista qualsiasi e di qualsiasi schieramento)

Vorrei ricordare che negli ultimi decenni quei cattivoni capitalisti hanno ridotto drasticamente la fame nel mondo (tramite la creazione di colture migliori, più resistenti a basso costo) ed hanno migliorato la vita delle persone con le loro idee ed invenzioni.

Il socialismo è stato provato decine di volte in tutte le salse e sfumature, in ogni caso ha prodotto solo morti, carestie e crimini su enorme scala.

Il capitalismo viene applicato di rado e comunque viene sempre applicato di merda.

Nonostante questo fa girare il mondo.

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Showing 67 comments
  • Pedante

    Gli ebrei che abitano i paesi musulmani hanno un patrimonio genetico diverso dagli altri popoli che vi risiedono. Sono riusciti a tenersi geneticamente separati anche in condizioni di conversione forzata (p. es. gli ebrei mashadi in Iran e gli ebrei dönmeh in Turchia).

    https://tinyurl.com/ydbg9oge

    • Dino

      Sì, sono comunità etniche come i falascià. I sardi posseggono un patrimonio genetico sicuramente differente dai pugliesi e dai veneziani, ma appartengono alla stessa razza mediterranea, come l’80-85% degli italiani.

  • Dino

    Non credo che quella ebrea o ebraica, sia una razza. Di certo esiste una fortissima caratterizzazione etnica, difatti il sinonimo più usato in merito alla loro distinzione anche prima della shoah, era Israelita, figlio di Israele. Concordo in parte con Alessandro e Winston, in quanto la razza è semita. Tutte le comunità etniche che per svariate ragioni posseggono un fortissimo senso d’appartenenza, hanno sempre l’ossessione del preservare il sangue puro e quindi della tutela dei vincoli matrilineari, del resto come ha accennato in precedenza Alessandro, in merito agli spartanoidi della penisola araba, nel loro testo sacro, nonché codice religioso, legale e politico, si fa chiara menzione al divieto per le donne di matrimonio ed unione con uomini di altre religione, viceversa nullo nei riguardi degli uomini mussulmani, qundi quel contesto per il profeta Muhammad, veniva inteso in termini “etnici” Arabi e non certamente razziali. Ricollegandomi, alla mia digressione precedente, in merito alle guerre etniche, posso porre l’esempio a noi più vicino dei balcani e della guerra civile jugoslava: in quel caso, la razza è slava, illirica, però le comunità etniche che si sono scannate, ( per ragioni di fondo non certamente di sangue come ha sottolineato Stephen Kinsella nei suoi studi, o quantomeno velatamente) come in Bosnia erano Serbe, Croate e Bosgnacche, con l’unica discriminate religiosa, in quanto aventi lingua comune, il Serbo-Croato, in tutte le sue varianti. Ma in una guerra civile, dato il carattere ancestrale e tribale, il sangue conta e quindi lo stupro diventa un’arma terroristica, da parte delle fazioni in lotta, molte donne bosgnacche mussulmane ingravidate, una volta liberate venivano rifiutate dai propri famigliari, in quanto portatrici di un feto impuro e nemico, infatti ci fu un monito di Wojtyla sulla questione. Ciò che dice Pedante non è del tutto sbagliato, però etnia non è sinonimo di razza.

  • Alessandro Colla

    Sciocchezza. La madre ebrea che adotta, continua la matrilinearità senza isolare alcun patrimonio genetico. E’ il patrimonio ideologico che quella madre intende salvaguardare attraverso la continuità di una tradizione. Magari non è praticante ma riconosce il valore portante della cultura ebraica.
    Un po’come Oriana Fallaci quando si definiva atea cristiana.

  • Alessandro Colla

    Precisamente, se non mi converto al buddhismo non divento tibetano e se mi converto all’ebraismo non divento israeliano. Né caldeo. La matrilinearità è una tradizione di fede, non di sangue. Posso essere originariamente considerato appartenente alla fede ebraica con una madre (anche adottiva!) già appartenente a una comunità ebraica, poco importa se ashkenazita o sefardita. L’insinuazione di superiorità non è esplicita. Ma le preoccupazioni, mia e di Wiston Diaz, sono generate dall’insistenza sullo stesso tasto malgrado si portino prove dirette. Non solo quelle scientifiche, Cavalli Sforza può avere anche cambiato idea ma non è detto che la scelta giusta sia stata la prima; che poteva essere opportunistica o condizionata da costrizioni di regime Ma anche nel continuare a ritenere eccezioni due persone, quando è stato fornito un lungo ma incompleto elenco di personalità apparteneti all’ebraismo riformato. Evidentemente la religione più antica è in grado di riformarsi esegeticamente. Quelle più moderne, compreso l’integralismo biologista, forse un po’ meno. E comincio seriamente anch’io a ritenere di rischiare di indirizzare i miei sforzi verso qualcosa di culturalmente non ben definibile. Forse la mia, non appartenendo ad alcuna comunità ebraica, è solo faziosità filoisraeliana in politica estera. Ma all’epoca di Sabra e Chatila criticai pubblicamente Begin. Per responsabilità politica, perché gli autori delle stragi in realtà erano i cristiani maroniti. Un po’ come criticare De Gaulle, Churchill e Roosvelt per le violenze subite dalle nostre donne da parte delle pattuglie mercenarie del Marocco.

    • Pedante

      “La matrilinearità è una tradizione di fede, non di sangue.”

      No, la matrilinearità è un modo più affidabile di isolare un determinato patrimonio genetico. Si è sempre certi di chi è la madre del figlio. La maggioranza degli ebrei non è praticante. Ma tutti gli sono di madre ebrea. È il sangue che conta.

    • Dino

      Sabra e Chatila furono la “risposta” delle falangi maronite a delle stragi di cristiani avvenute in alcuni villaggi maroniti, se non erro nella valle della Bekaa ad opera dell’OLP di Arafat. Si nelle guerre civili, “etniche” e comunitarie, purtroppo il sangue conta, così come contano le risorse scarse (materie prime, approvvigionamento di cibo, acqua, energia, DONNE). Perdonate la mia digressione.

  • Alessandro Colla

    Il concetto di popolo biologico forse non mi è chiaro, non so se sia esatta come espressione scientifica. Forse perché chiamiamo ebreo ogni abitante di Israele. Ma un discendente dei caldei e un arabo sono tutti e due semiti. Qual è allora il popolo biologico? Ebreo cristiano è una persona che discende da altre persone di fede ebraica, preferibilmente in linea matrilineare, che si è convertito al cristianesimo. Continua a essere semita ma non pratica più l’ebraismo come fede. Se mi converto all’ebraismo non divento etnicamente semita ma comunque divento ebreo, come altri sono islamici o animisti o shintoisti. Non credo occorra essere per forza tibetani per diventare buddhisti. Al di là delle differenze somatiche, che comunque sono minime all’interno della nostra specie, mi preoccupano culturalmente certi discorsi che mi sembra tendano all’affermazione di una presunta superiorità di una razza su un’altra. Che un popolo biologico sia quello costituito dai razzisti di ogni parte del pianeta?

    • winston diaz

      A mio parere encomiabile la tua paziente disponibilita’, ma sappi che la stai indirizzando verso una sub-cultura che, quando non si dissimula strategicamente, la considera solo una debolezza femminea da schiacciare come una zecca.

    • Pedante

      “preferibilmente in linea matrilineare”

      In altre parole, l’appartenza al popolo ebraico dipende dal sangue, non dall’ideologia o dalla fede.

    • Pedante

      Non so dove sia l’insinuazione di una “presunta superiorità di una razza su un’altra”.

    • Pedante

      Se mi converto al buddismo non divento tibetano.

  • Alessandro Colla

    Appunto, sono sempre ebrei. Appartenenti, quindi, alla religione ebraica. Sunniti, sciiti e wahabiti (con una o due “acca”, ancora non l’ho capito) appartengtono allòa religione islamica, non alla razza islamica perché questa non esiste. Io posso diventare ebreo o islamico, non semita. Loro possono cristianizzarsi ma rimangono appartenenti al gruppo genetico semitico. Sia gli arabi che gli israeliani appartengono a quel gruppo. Il semita ateo è sempre semita, non sempre ebreo.

    • winston diaz

      Caro Alessandro, tieni anche presente che e’ da un bel pezzo che la scienza, e proprio da quando sa qualcosa di piu’ sulla genetica dal punto di vista genotipico, rifiuta il concetto di razza dal punto di vista “chimico”, per un motivo molto semplice: che le differenze genetiche medie, una volta che si e’ potuto misurarle davvero, sono risultate di un ordine di grandezza maggiori fra i membri all’interno di una popolazione, che fra le medie di due popolazioni anche quando scelte fra le le piu’ estreme dal punto di vista genetico (aborigeni australiani e svedesi, per dire). A occhio non sembra cosi’ perche’ le differenze che notiamo di piu’, sono proprio quelle che pensiamo gia’ da prima che denotino una razza, e che probabilmente selezioniamo anche apposta per distinguerci in _razze_. Le altre differenze i razzisti fanno finta di non vederle. Con loro e’ comunque inutile (come stai sperimentando) ogni discussione, alla fine ti diranno comunque che quella tal razza ha la terza tripletta del dna del settimo cromosoma che influenza la forma del naso e la rende diversa dalle altre razze e peggiore o pericolosa, e dunque quelli col naso di quella forma vadano sospettati e poi eliminati. I medici nazisti, che non potevano immaginare l’esistenza del dna, dei geni e dei cromosomi, avevano letteralmente delle tabelle con le gradazioni di azzurro degli occhi, da usare per separare il grano dal loglio. Il padre di un mio amico si e’ salvato durante una cernita in un campo di concentramento solo perche’ aveva gli occhi azzurri. All’epoca, il razzismo era considerato una provata teoria scientifica ed era condiviso da quasi tutta la scienza dell’epoca, i nazisti sono solo stati piu’ conseguenti e rigidi nella sua applicazione politica pratica.

      In italia abbiamo uno dei massimi esperti e pioniere dell’argomento, la genetica delle popolazioni, Luigi Cavalli-Sforza, che ha scritto libri sia tecnici che divulgativi (fra l’altro e’ il primo che ha introdotto il concetto di meme, gia’ negli anni 60, cosa che ricorda nel suo testo “l’evoluzione della cultura” se non erro). Molto belle e piacevolmente leggibili le sue memorie, che raccomando a tutti.

      Essendo _tutta_ la socialita’ umana, di qualsiasi tribu’, tendenzialmente tribale (anche i libertari lo sono, a qualsiasi “razza” appartengano, e oggi ci sono i blog ad evidenziarcelo), essa tendera’ sempre a trovare un carattere distintivo, esistente o immaginario, che separi il proprio gruppo tribale dagli altri. Tribale e frattale, perche’ questa proprieta’ non dipende dalle dimensioni del gruppo, va dal clan familiare di poche persone alla nazione con un miliardo di individui. A tenere insieme la tribu’ non e’ l’amore verso gli altri membri del proprio gruppo, e’ sempre l’ostilita’ verso le altre tribu’, attraverso il meccanismo culturale del “capro espiatorio”. Se viene meno il capro espiatorio, la tribu’ si scioglie subito in sottotribu’ in guerra fra di loro, su di un altro capro espiatorio.

      Questo comportamento lo vediamo all’opera nella politica, nello sport, nelle classi scolastiche, nelle accademie, nelle religioni, nei gruppi giovanili, nei sessi, dappertutto. Non salta all’occhio solo perche’ e’ l’aria in cui siamo costantemente immersi.

      https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_catastrofe_di_Toba, sulla quasi estinzione della nostra specie circa 70.000 anni fa, e sulla conseguente riduzione del pool genetico. Siamo una delle poche specie che non ha specie affini, cioe’ un clone piu’ che un clade: i troppo “diversi” da noi li abbiamo gia’ sterminati tutti. Ma ci sono quelli per i quali non abbiamo ancora fatto abbastanza

      • winston diaz

        Scusate il doppione che c’e’ sotto, credevo che quello sopra non passasse a causa del link, e poi invece sono passati, anche troppa grazia, tutti e due.

      • Pedante

        Contrariamente a quanto sostengono Lewontin, Gould, Rose e Co. non è affatto così.
        https://keytothegate.files.wordpress.com/2016/01/la-fallacia-di-lewontin-a-w-f-edwards.pdf

        • Pedante

          La malattia di Tay-Sachs afflige in modo particolare “popolazioni che sono state o sono tuttora isolate geneticamente come gli amish della Pennsylvania, i cajun della Louisiana e i canadesi francofoni del Quebec”
          https://tinyurl.com/y7ub9br8

          • Pedante

            Nonché gli ebrei ashkenaziti, naturalmente.

    • winston diaz

      Caro Alessandro, tieni anche presente che e’ da un bel pezzo che la scienza, e proprio da quando sa qualcosa di piu’ sulla genetica dal punto di vista genotipico, rifiuta il concetto di razza dal punto di vista “chimico”, per un motivo molto semplice: che le differenze genetiche medie, una volta che si e’ potuto misurarle davvero, sono risultate di un ordine di grandezza maggiori fra i membri all’interno di una popolazione, che fra le medie di due popolazioni anche quando scelte fra le le piu’ estreme dal punto di vista genetico (aborigeni australiani e svedesi, per dire). A occhio non sembra cosi’ perche’ le differenze che notiamo di piu’, sono proprio quelle che pensiamo gia’ da prima che denotino una razza, e che probabilmente selezioniamo anche apposta per distinguerci in _razze_. Le altre differenze i razzisti fanno finta di non vederle. Con loro e’ comunque inutile (come stai sperimentando) ogni discussione, alla fine ti diranno comunque che quella tal razza ha la terza tripletta del dna del settimo cromosoma che influenza la forma del naso e la rende diversa dalle altre razze e peggiore o pericolosa, e dunque quelli col naso di quella forma vadano sospettati e poi eliminati. I medici nazisti, che non potevano immaginare l’esistenza del dna, dei geni e dei cromosomi, avevano letteralmente delle tabelle con le gradazioni di azzurro degli occhi, da usare per separare il grano dal loglio. Il padre di un mio amico si e’ salvato durante una cernita in un campo di concentramento solo perche’ aveva gli occhi azzurri. All’epoca, il razzismo era considerato una provata teoria scientifica ed era condiviso da quasi tutta la scienza dell’epoca, i nazisti sono solo stati piu’ conseguenti e rigidi nella sua applicazione politica pratica.

      In italia abbiamo uno dei massimi esperti e pioniere dell’argomento, la genetica delle popolazioni, Luigi Cavalli-Sforza, che ha scritto libri sia tecnici che divulgativi (fra l’altro e’ il primo che ha introdotto il concetto di meme, gia’ negli anni 60, cosa che ricorda nel suo testo “l’evoluzione della cultura” se non erro). Molto belle e piacevolmente leggibili le sue memorie, che raccomando a tutti.

      Essendo _tutta_ la socialita’ umana, di qualsiasi tribu’, tendenzialmente tribale (anche i libertari lo sono, a qualsiasi “razza” appartengano, e oggi ci sono i blog ad evidenziarcelo), essa tendera’ sempre a trovare un carattere distintivo, esistente o immaginario, che separi il proprio gruppo tribale dagli altri. Tribale e frattale, perche’ questa proprieta’ non dipende dalle dimensioni del gruppo, va dal clan familiare di poche persone alla nazione con un miliardo di individui. A tenere insieme la tribu’ non e’ l’amore verso gli altri membri del proprio gruppo, e’ sempre l’ostilita’ verso le altre tribu’, attraverso il meccanismo culturale del “capro espiatorio”. Se viene meno il capro espiatorio, la tribu’ si scioglie subito in sottotribu’ in guerra fra di loro, su di un altro capro espiatorio.

      Questo comportamento lo vediamo all’opera nella politica, nello sport, nelle classi scolastiche, nelle accademie, nelle religioni, nei gruppi giovanili, nei sessi, dappertutto. Non salta all’occhio solo perche’ e’ l’aria in cui siamo costantemente immersi.

      C’e’ una teoria, quella sulla “catastrofe di toba” (vedere wikipedia), sulla quasi estinzione della nostra specie circa 70.000 anni fa, e sulla conseguente riduzione del pool genetico. Siamo una delle poche specie che non ha specie affini, cioe’ un clone piu’ che un clade: i troppo “diversi” da noi li abbiamo gia’ sterminati tutti. Ma ci sono quelli per i quali non abbiamo ancora fatto abbastanza

      • Pedante

        C’è parecchio da dire su Cavalli-Sforza. È probabile che abbia scelto la via del politically correct a causa del suo passato come ricercatore sull’antrace nella Germania nazista. Imbarazzante a dir poco. Spiegherebbe anche il cambio del cognome.
        https://tinyurl.com/y7nbkgj7

        • winston diaz

          Cos’e’, un link alle tue solite fonti naziste? Ti ricordo che sei in un sito di libertari, che ti lasciano libero di profferire le tue demenzialita’ sub-culturali solo perche’, appunto, sono libertari. Cavalli Sforza e’ un’autorita’ mondiale nel suo campo, come tutti gli scienziati puo’ sbagliare e le sue tesi, essendo scientifiche, sono sempre passibili di confutazione, ma non da parte di pazzoidi deficienti: il parere di cavalli-sforza non vale quello di un imbecille, mi dispiace.

          • Pedante

            Nel 1942 Cavalli-Sforza vinse una borsa di studio presso il
            Kaiser Wilhelm-Institut für Hirnforschung a Berlino per fare delle ricerche sull’antrace. Allora si firmava “L.L. Cavalli”.

          • Pedante

            Nel suo libro del 1977 Cavalli-Sforza sostiene chiaramente che esistono differenze razziali:
            “The differences that exist between the major racial groups are such that races could be called subspecies if we adopted for man a criterion suggested by Mayr (1963) for systematic zoology. Mayr’s criterion is that two or more groups become subspecies when 75 percent or more of all the individuals constituting the groups can be unequivocally classified as belonging to a particular group. As a matter of fact, when human races are defined fairly broadly, we could achieve a much lower error of classification than 25 percent, implying, according to Mayr, the existence of human subspecies”

            https://tinyurl.com/ydcyc4uv

          • winston diaz

            Senti, di cavalli sforza ho letto non 5 righe ma mezza dozzina di libri, e come ti ho gia’ spiegato dettagliamente altrove risparmiandoti un sacco di tempo, ti assicuro che cavalli sforza sostiene non che non esistono le differenze fra i vari gruppi umani del mondo, ma che sono IRRILEVANTI, dal punto di vista genetico, rispetto alle differenze fra gli individui all’interno di uno stesso gruppo (si parla di un quinto – un decimo). Quindi, QUINDI, e’ errato parlare di razze nel modo in cui ne stai parlando tu adesso, nel modo in cui TU intendi il termine, come soverchiamente importante nella categorizzazione degli individui.

            In altre parole ancora, sono MOLTO piu’ distintive le differenze fra individui all’interno di una stessa razza, che quelle fra due razze diverse: ma allora vedi che il significato di differenza razziale diventa irrilevante.

            Ripeto con altre parole ancora, in modo meno astratto e piu’ personale, cosi’ magari e’ piu’ facile: e’ assurdo parlare di differenze razziali come predominanti per il seguente motivo: io sono IN MEDIA diverso da te geneticamente molto di piu’ di quanto possano essere diversi IN MEDIA uno svedese da un aborigeno australiano, proprio perche’ e’ enorme la differenza genetica all’interno di quei due gruppi umani RISPETTO a quella media fra i due gruppi.

            Altro discorso invece per le differenze culturali: le differenze culturali possono essere enormi, come del resto evidenzia questo stesso scambio di opinioni. Ma la cultura e’ appresa, non e’ una caratteristica genetica innata. Sa fai crescere un bambino di quella che tu chiami un’altra razza in un’altra, crescera’ con le caratteristiche culturali della razza in cui e’ cresciuto. Anche se ha tre narici.

            En passant, la maggioranza degli scienziati ottocenteschi, con abbondanti strascichi nel XX secolo, era convinta non solo che le differenze razziali esistessero ma anche che fossero soverchianti rispetto a quelle fra individui, al contrario di quanto si crede oggi: ma allora non sapevano nemmeno che esistesse il DNA, vedevano solo una cultura europea (la loro) che dovunque arrivava schiacciava con facile noncuranza le altre, viste gia’ solo per questo inferiori: il primo a ipotizzare l’esistenza di una qualche struttura chimica all’interno degli organismi viventi che contenesse l’informazione necessaria a farli funzionare fu il matematico von neumann con un articolo sugli automi che si autoriproducono, degli anni 1940 o primissimi 50, mi pare, ho il libro col suo articolo qui dietro da qualche parte, ma non e’ un decennio in piu’ o in meno a fare la differenza. Per dire quanto siano aumentate e quindi cambiate le conoscenze in questo campo, e quanto, dal punto di vista dell’evoluzione biologica, recentissimamente. L’evoluzione culturale, nelle conoscenze scientifiche, in questi ultimi decenni e’ stata mostruosamente rapida, e imparagonabilmente maggiore della somma di quella delle centinaia di migliaia di anni di evoluzione della intera specie umana.

            L’evoluzione culturale procede a velocita’ che e’ di ordini di grandezza maggiore dell’evoluzione biologica, nell’uomo la cultura soverchia completamente i suoi limiti fisici-biologici.

            Solo che per l’evoluzione culturale bisogna pensare, studiare, imparare, correggersi, essere flessibili e pronti al cambiamento, cioe’ il contrario di chi si attacca all’idea della razza biologica: in questo modo si autocondanna alla sconfitta e all’irrilevanza.

            In parole piu’ chiare di cosi’ credo non si possa dire.

            Semmai, mangiati le dita per il fatto che un “coglione qualsiasi” che abbia comprato un po’ di bitcoin qualche anno fa cominciando poi a fare ostinata e maniacale campagna propagandistica sull’importanza del bitcoin diffondendone il meme per renderlo desiderato e quindi farne salire il valore, stia diventando ricco molto piu’ di cavalli sforza in un’intera vita di lavoro ;) Ma la ricchezza di cavalli sforza era di altro genere… e soprattutto il meme del bitcoin e’ alla portata di tutti (ricchezza facile senza fatica!) e sfrutta quella si’ scritta nei nostri geni propensione al gioco d’azzardo, mentre il meme di cavalli sforza e’ negativo per l’uomo della strada occidentale medio, perche’ quello che gli dice e’ che non appartiene a nessuna razza eletta e dominatrice: e la merce abbondante e uguale alle altre, nella comune percezione del valore, vale poco o nulla.

            Se ci sono errori pacchiani scusate e correggeteli leggendo, non ho piu’ tempo.

          • Pedante

            “differenze fra gli individui all’interno di uno stesso gruppo (si parla di un quinto – un decimo).”

            Ma queste cifre, chi le citate? Non Cavalli-Sforza che io sappia. Se le differenze tra i gruppi umani siano importanti o no è una questione politica.

            Ripropongo l’articolo di Edwards che confuta Lewontin e gli altri sostenitori della tabula rasa. Le differenze tra due aborigeni sono molto minori rispetto a quelle tra un aborigeno e uno svedese.
            https://keytothegate.files.wordpress.com/2016/01/la-fallacia-di-lewontin-a-w-f-edwards.pdf

    • Pedante

      Non so cosa c’entrino i musulmani o i cristiani (aderenti a una fede) con gli ebrei, un popolo biologico. A titolo d’informazione esistono ebrei buddisti, ebrei atei, e addirittura ebrei cristiani:
      https://it.wikipedia.org/wiki/Ebrei_per_Ges%C3%B9

  • Alessandro Colla

    Cuba è multirazziale perché ci sono i latini e gli africani. In Israele ci sono sefarditi ashkenaziti e arabi. Questi ultimi hanno sindaci, magistrati, parlamentari e altro. Cinque seggi nella Knesseth sono riservati a loro. A Cuba gli africani non contano nulla se non come schiavi de facto. L’ebraismo è una religione, come il cristianesimo o lo shintoismo. Non esiste la razza cristiana né quella shintoista. Ergo, non esiste neanche una razza ebraica. Si chiamano così perché seguaci di un caldeo di nome Eber. Potevano chiamarsi Noaici, Abramaici, Mosaici o Giacobbici. I seguaci del collettivismo di stato si chiamano marxisti ma non esiste una razza marxista. Le popolazione mediorientali, persiani esclusi, sono in larga parte semite ma questo vale anche per gli arabi. Indipendentemente dalla confessione religiosa che seguono o non seguono.

    • Pedante

      A quanto pare Michael Bilewicz non si identifica con la maggioranza etnica polacca perciò è logico che non veda di buon occhio queste espressioni di nazionalismo.
      https://tinyurl.com/yahj4fbr

  • Dino

    Nel frattempo a Varsavia, c’è stata negli ultimi giorni, per il festeggiamento dell’Indipendenza Polacca, un’imponente manifestazione spiccatamente patriottica (che male c’è in fondo a sventolare bandiere Polacche??), soprattutto anticomunista ed antinazifascista; ovvio che i media mainstream, abbiano subito puntato il dito contro il carattere “nazionalista ed antisemita”(FALSO!!) della manifestazione, soprattutto perché i manifestanti pare abbiano espresso chiaro dissenso verso la politica open border adottata dall’Ue.
    Purtroppo non si vuole assolutamente comprendere come chi ha preso ordini da Mosca per 45 anni difficilmente li vorrà prendere da Bruxelles per i prossimi 50, così come non si riesce a capire in questa parte dell’Europa occidentale, che questi popoli ad est da noi, hanno ben impresso nelle loro menti il significato della libertà, più precisamente ne conoscono il prezzo, altissimo della Libertà, concetto ormai inflazionato da noi e privo di senso

    • winston diaz

      “chi ha preso ordini da Mosca per 45 anni difficilmente li vorrà prendere da Bruxelles per i prossimi 50”

      Perche’ no? tanto sono gia’ abituati.
      Scherzi a parte, il problema e’ quando chi non vuole prendere ordini, non vuole non perche’ e’ liberale (nella nobile accezione che trovate sulla treccani del termine) bensi’ perche’ gli ordini vuole darli lui, e questo e’ sempre il caso delle destre nazionaliste, specie quando impastate di bigottismo religioso (e’ lo e’ anche delle nostre leghe, quando arrivano al potere si scopre che si tratta di movimenti antropologicamente all’opposto che liberali o libertari, facco che li conosce bene ne sa qualcosa, e pure il prode fidenato). Del resto basta conoscere un po’ l’ambiente, o conoscerne bene qualcuno personalmente: trattasi di personalita’ francamente autoritarie e caratterialmente illiberali: ripeto, l’estremo opposto del libertario o del liberale. Quando arriva a conoscerli bene, il vero liberale-libertario si vergogna di avergli eventualmente dato il voto, o di aver collaborato con loro. Se la discussione parte da questo livello, da un lato sulla opportunita’ dell’antisemitismo, dall’altro sulla legittimita’ delle destre ultranazionaliste su base etnica, ne abbiamo di strada da fare… cosi’ si diventa un caso di studio antropologico e nemmeno troppo interessante, non un sito libertario, questa deriva dall’anarchismo arrabbiato alla simpatia per l’autoritarismo razzista e’ quanto di piu’ frequente e banale che ci sia.

  • Alessandro Colla

    Appunto, i cubani non sono una razza come non lo sono gli ebrei. Sull’impossibilità della conversione nutro seri dubbi, con questo principio le famiglie ebraiche non adotterebbero mai nessuno. E so per certo che non è così. Chabad Lubavitch è un’organizzazione ortodossa, come volevasi dimostrare. Non appartiene certo al filone dell’ebraismo riformato. Quanto alle eccezioni, lo era anche Baruc Spinoza? E Netanyahu? Sharon, pur differente dal successore? Shamir? Toaff?. Sono eccezioni anche Ugo Pisa, David Goldberg, Diana Pinto, Cathy Eller, Abraham Geiger, Kurt Fleischer, Norman Roth, Michael Laitman, Donald Niewyk, Claude Lévi – Strauss, Samuel Eisenstadt, Cesare Valabrega, Enrico Tullio Liebman, Fiamma Nirenstein, George Gershwin, i produttori degli abiti in tela genovesi… ? Se continuiamo con l’elenco delle eccezioni, lo spazio del sito non sarà mai sufficiente. E’ Soros l’eccezione, uno di quelli che per opportunismo finanziano le organizzazioni antiisraeliane. Dimenticandosi che a causa della sua religione d’origine, il padre ha dovuto portarsi dietro lui e il resto della famiglia dall’Ungheria quando questa diventò comunista e filosovietica. Gli ebrei sono sempre satati associati all’accumulazione di ricchezza, a quella di denaro, all’avvento del capitalismo. Sempre odiati dalla sinistra. Greenback era un movimento pseudoambientalista e antiebraico al quale si ispirarono successivamente i nazionalsocialisti,. Ci sono i Soros come ci sono stati i Trockij. Ma mi rifiuto di pensare che gli autolesionisti consapevoli siano la maggioranza.

  • Alessandro Colla

    Il rabbino Gutmann, si vede già dagli abiti che indossa, appartiene alla corrente ortodossa. La stessa corrente che non vuole lo stato di Israele. Toaff non sarebbe stato d’accordo con lui. Esistono ebrei che abbracciano il dirigismo, come Terracini o l’onorevole Fiano, e quelli che abbracciano il liberismo come Mises e Rothbard. E i neocentristi come Sharon. Non esiste l’unità politica degli ebrei. E non esisteva neanche quella dei cattolici in realtà, perché nella Democrazia Cristiana tra dossettiani e degasperiani c’era un abisso. Che c’entra la richiesta di un esame del DNA con la razza? Se volessi entrare a Cuba dichiarando che Camilo Cienfuegos era parente di un mio antenato, Raùl Castro mi chiederebbe di sottopormi a un analogo esame. Se risultasse positivo avrei il visto d’ingresso. Se risultassi discendente di Fulgenzio Batista, il visto mi verrebbe comprensibilmente negato. Non mi chiedono sangue cubano, ma discendenza diretta o indiretta con un comunista. Le autorità israeliane hanno solo chiesto a Gordokel di dimostrare la parentela con un membro della comunità. Non gli hanno chiesto di dimostrare che il parente sia discendente di Abramo o di Mosè, per loro va bene anche che si sia convertito successivamente. O al massimo che ci sia un’unica ascendenza matrilineare, non certo che si risalga ai tempi del pentateuco. Anche perché sarebbe impossibile. Se in un campo di concentramento tedesco un cristiano si fosse convertito all’ebraismo, non credo proprio che Israele avrebbe fatto storie per un visto d’ingresso o una richiesta di cittadinanza da parte del convertito. Anche se di madre cristiana.

    • Pedante

      I cubani non sono una razza, perciò niente test del DNA.

      La conversione è solo una foglia di fico per coprire un radicato ciovinismo razziale, in altre parole è quasi impossibile convertirsi all’ebraismo.

      Il rav. Gutman appartiene al movimento Chabad Lubavitch, sostenitore del sionismo. Ebrei come Mises e Rothbard sono l’eccezione che conferma la regola.

    • Pedante

      Con l’eccezione di una piccola minoranza (i Neturei Karta) gli ortodossi sono i più ferventi sostenitori dello Stato di Israele.

  • Pedante

    In quanto alla storica adesione degli ebrei della diaspora ai movimenti di sinistra (anche quello rivoluzionario), lascio che sia Walter Block a discutere il dirigismo ebraico:
    https://mises.org/system/tdf/The%20Mishnah%20and%20Jewish%20Dirigisme_2.pdf?file=1&type=document

  • Pedante

    La fede non ha nulla a che vedere con l’essere ebrei.
    http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000000067785

  • Pedante

    Gli ebrei costituiscono una razza. Il rav. Gutmann spiega qui l’importanza del matrimonio consanguineo per il popolo ebraico:
    https://www.youtube.com/watch?v=gy9gGYFko7c

  • Alessandro Colla

    Il sito Igenea, dal nome francamente preoccupante, non mi sembra offra alcunché di scientifico ma solo ipotesi. O si sostiene che Fenici, Assiri, Sumeri, Caldei, Amorrei, Aramei e Arabi non erano semiti al pari degli ebrei, oppure non ha senso tutta la ricerca proposta guarda caso a pagamento. Gli ebrei erano un ramo caldeo dell’etnia semita. Il loro nome è religioso ed è dovuto a un loro capo di nome Eber. Se li chiamiamo razza per questo, dovremmo definire razza quella marxista perché prende il nome dal fondatore del cosiddetto scoialismo scientifico (evidente ossimoro: il socialismo se diventa scientifico non è più socialismo). Anche i cristiani prendono il nome dal loro fondatore. Dovremmo parlare di una razza cristiana? Sarebbe bizzarro, dal momento che il fondatore in questione era un ebreo circonciso. Dobbiamo immaginare che anche il cristianesimo sia opera dei gruppi di pressione ebraici (detesto il termine “lobbyes” o “lobbies”)?. Il rabbinato, come affermato da eminenti suoi esponenti del calibro di Spitz e Toaff, si basa sulla flessibilità obbligatoria che ritiene un dovere apportare modifiche quando necessario. Il rispetto della tradizione va coniugato con l’interpretazione temporale e se i tribunali israeliani hanno difficoltà burocratiche ciò è dovuto proprio alla flessibilità stessa. Non mi risulta che gli ebrei che praticano un matrimonio misto siano cacciati dalla comunità o ritenuti infedeli. Sui sette membri originari del primo Comitato Centrale ha implicitamente risposto Wiston Diaz parlando dei banchieri. Esistono associazioni marxiste anche in Israele ma la massa degli israeliani non è marxista. Su sette può capitare una maggioranza strana ma i membri ufficiali del comitato centrale diventarono ben presto millecinquecento. Quattro su millecinquecento mi sembrano una minoranza trascurabile. Il fatto di essere stati perseguitati dallo zar e dalla chiesa ortodossa può aver indotto in errore alcuni personaggi provenienti da famiglia ebraica, probabilmente non praticanti. Vengo da una famiglia protezionista ma ho abbracciato il liberismo. Ho “derazzato”? L’ebraismo è una religione indvidualista, il marxismo è collettivista ed ateo. Gli individualisti “complotterebbero” per contribuire all’affermazione di ciò che è contro di loro? Sono forse scemi? L’ebreo che abbraccia il marxismo va giudicato uno che pratica un matrimonio misto? Secondo me o non è più credente o si contraddice come i crstiani per il socialismo o i cattocomunisti. Pinchas Lapide ricorda come, prima del 1938, il governo italiano rispondeva a Hitler che gli ebrei italiani fossero non solo buoni italiani ma anche buoni fascisti. Sbagliavano anche questi ultimi ma non vuol dire che il corporativismo sia una loro invenzione. Si può essere cattolico e repubblicano come protestante e democratico. Lo stesso discorso vale per gli ebrei. Sono presenti, come tutti i membri di tutte le altre confessioni, nelle varie aree della società. Compresi i differenti partiti politici. Se l’eccezione c’è stata con i nazionalsocialisti tedeschi è perché questi ultimi, al contrario dei più furbi comunisti, hanno sin dal primo momento sollevato la pregiudiziale antiebraica unitamente al concetto di presunta superiorità ariana. Il nazionalismo in sé, per quanto non condivisibile, non è automaticamente razzista né antiebraico. Perfino il Mapai, il partito di Ben Gurion, era un movimento socialista di stampo nazionalista. Questo perché il sionismo è una forma di nazionalismo ma con ciò non arriva di certo a sostenere la superiorità di una razza Il guaio durante la repubblica di Weimar lo hanno compiuto i banchieri (e il governo interventista – inflazionista) al pari dei guai che stanno combinando in Italia. Guai dovuti alla legislazione mercantilstica in loro favore, non certo alle pressioni delle sinagoghe. Magari queste ultime avevano investito il loro fondo cassa in titoli raccomandati da un noto istituto di credito senese e si sono ritrovate beffate al pari di altri risparmiatori. Se nella Germania weimariana tra le varie centinaia di banchieri ce ne erano due ebrei, ciò non vuol dire che la legislazione merantilistica di favore sia stata un vantaggio solo per loro due. Mi sembra che lo IOR conti internazionalmente di più delle società finanziare israeliane. E più che lo IOR, l’autentica Banca Vaticana denominata Amministrazione per il Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), sconosciuta ai più e che a dispetto delle chiacchiere inutili pronunciate dall’attuale Pontefice, continua i suoi giochi allegri liberamente svincolata da quella trasparenza che le varie conferenze episcoipali richiedono a tutti gli altri. Al complotto massogiudaico ci credono solo quelli di Casa Pound e i sostenitori di Abu Mazen o quelli di Hamas. Lontano da questi e da quelli. A tutti gli altri, Shalòm.

  • Pedante

    “Il primo Comitato centrale del Partito è composto da 7 membri, di cui 4 sono ebrei: Trockij, Kamenev, e Zinoviev, nonché Sverdlov eletto presidente del Comitato esecutivo…”

    https://tinyurl.com/y7gxta63

  • Pedante

    Il matrimonio misto non è riconosciuto dal Gran Rabbinato.
    http://www.ilpost.it/2014/06/08/matrimoni-israele/

  • Alessandro Colla

    La razza è semita, non ebraica. Comprende quindi arabi ed ebrei. Tra i miei amici ebrei c’è il pieno di matrimoni misti, non so in quale testi di diritto ebraico se ne preveda il divieto e anche in Israele i matrimoni misti sono frequenti.. Non mi risulta che Guglielmo II Hohenzollern e Theobald von Bethmann – Hollweg, principali finanziatori di Lenin con i soldi dei contribuenti tedeschi, fossero di religione ebraica. Schiff finanziò il Giappone in funzione antirussa perché anche la Russia zarista perseguitava gli ebrei. Quando i menscevichi salirono al potere si limitò a non praticare più l’embargo dei prestiti verso la Russia. Se Lenin è riuscito ad approfittare della situazione, il fatto non va attribuito a Schiff. Se qualcuno finanzia volontariamente chi poi lo perseguiterà, a meno che non sia un ingenuo patentato, è un rinnegato. Vale per tutti, per gli ebrei collaborazionisti con Stalin come per i kapò in Germania. Anche qui ci sono state responsabilità di singoli ma le opere dei rinnegati non vanno ascritte alla religione ebraica o a i rabbini o ai fedeli. Quale sarebbe la predominanza degli ebrei nel “movimento”? Quale movimento? Quello boscevico. Lenin non conosceva le proprie origini, quando le ha sapute se ne è vergognato e le ha tenute nascoste. Stalin era cristiano ortodosso fino alle midolla anche se per ragioni politiche si autodefiniva ateo. Non erano ebrei Leonid Krasin e Aleksander Bodganov come non lo erano Lunacarskij, Antonov e Zinovev. Rimane il solo Trockij e abbiamo visto la fine che ha fatto. Di incontrovertibile c’è il documento che ho già citato del professor Enzo Collotti. Che da uomo di sinistra avrebbe tutto l’interesse a nascondere le persecuzioni sovietiche contro gli ebrei oppure a imputare loro il fallimento della rivoluzione. Attendo documenti che “attestino” l’organizzazione giudaica della marcia su Roma e la “predominanza” degli ebrei tra i marciatori e tra le sciarpe littorie.

  • Alessandro Colla

    Se veramente si vuole produrre informazione corretta occorre che essa sia soprattutto completa. Intanto Lenin non era antisemita per la stessa ragione per cui non lo era Hitler. Qust’ultimo, pur essendo un assertore della presunta superiorità della razza ariana, non ce l’aveva con i semiti e ciò è testimoniato dalla sua assidua frequentazione e collaborazione con il Gran Muftì di Gerusalemme; e cioè quel politico chiamato Amin al Husseini più noto come nonno di Yasser Arafat. La confusione concettuale che si continua a perpetrare è tra antisemitismo e antiebraismo. Gli arabi sono semiti come gli ebrei, solo che non esiste una religione araba (sono quasi tutti musulmani ma ce ne sono anche cristiani, atei o agnostici) mentre una religione ebraica esiste da sempre. Hitler ce l’aveva con gli ebrei, non con i semiti, perché aveva capito che erano più capaci. La loro religione, in quanto la più antica, era di fatto la più moderna perché con maggiore esperienza si eliminano gli errori passati. Cosa possibile in un pensiero aperto come lo è tendenzialmente quello della storia delle popolazioni ebraiche. Più difficile in religioni spartanoidi che si basano sulla spada, la conquista territoriale e la distruzione fisica del nemico infedele. L’articolo che ci indica le possibili ascendenze ebraiche di Lenin non fa che confermare che lui ed Helphand erano due “parvus”, minuscoli omuncoli traditori della propria gente. Uno per arricchirsi, l’altro per comandare. Tanto è vero che di queste origini il signor Ulianov si vergognava e si è ben guardato dal divulgarle, anzi ha preteso che fossero nascoste. Con la rivoluzione di febbraio, Aleksandr Kerenskij e Georgij L’Vov abolirono le persecuzioni nei confronti degli ebrei. Con la rivoluzione di ottobre, Lenin decretò lo scioglimento delle Comunità Ebraiche e il divieto di insegnamento religioso. Subito dopo seguirono gli arresti dei capi dei circoli sionisti. Ne “Il Profeta Disarmato” di Léon Trocki si evidenziano le agitazioni antiebraiche delle cosiddette cellule operaie moscovite, tanto per dare un assaggio del comportamento cialtronesco di Stalin. Nel 1939, senza alcuna richiesta da parte tedesca, avviene l’epurazione degli ebrei dall’esercito. Dove sarebbe, quindi, la loro presenza sproporzionata all’interno della polizia segreta? I continui voltafaccia di Stalin sono dovuti alla rottura del patto Ribbentrop – Molotov. A quel punto, viste le persecuzioni in Germania, avere l’appoggio degli ebrei poteva tornatre utile. Stessa cosa nel riconoscere, a guerra terminata, la sovranità di Israele. In funzione antibritannica, ovviamente. Ciò potrebbe spiegare la punibilità con la pena capitale di manifestazioni antisemite, ammesso che questa notizia sia esatta. Abbiamo visto poi quanta coerenza ci sia stata nella politica sovietica, con Stalin e con i suoi degni successori. Zdanov già nel 1946 li accusò di apoliticità, meno di un anno e mezzo dopo avviene l’esecuzione di Salomon Mikhoels. Seguirono gli arresti di quasi tutti i rappresentanti della cultura Yddish. Siamo nel 1948, più di tre anni proima del 1951 citato. Poi seguiranno le distruzioni sistematiche delle sinagoghe, la profanazione dei cimiteri ebraici, le aggressioni fisiche e giudiziarie ai sionisti, le discriminazioni e le rappresaglie per gli esiti della Guerra dei Sei Giorni. L’apparente neutralità dei comunisti nella questione è determinata dal fatto che i marxisti non danno importanza al concetto di nazione ma solo a quello di classe. La sostanza, però, non cambia: gli ebrei sono accusati di favorire il “pericolo” borghese, di essere l’incarnazione del capitalismo e persecutori del cosiddetto ceto operaio. O comunque del proletariato internazionale. Soprattutto di essere agenti al soldo dell’imperialismo statunitense, le stesse accuse che gli rivolgevano i nazifascisti. Non so se Yuri Slezkine si sia ingannato sulla presenza di ebrei in alcune istituzioni. Mi sembra di aver capito che la stessa Susanna Nirenstein, credo ebrea anche lei, non gli dia molto credito. Spero non sia anche lui una sorta di Parvus. Ma il fatto che ci sia stato collaboriazionismo di alcuni ebrei con il governo russo nella seconda guerra mondiale, per ovvie ragioni antihitleriane, non può significare che gli ebrei siano i responsabili del comunismo in Russia. O da altre parti, non sarà mica una loro creatura anche Mao Tse Tung. Giorgio Bassani, ne Il Giardino dei Finzi Contini, rivela quanta parte dell’ebraismo italiano avesse, per paura o per errato calcolo, preso la tessera del PNF. Per questo dovremmo pensare che fascismo e nazismo lo abbiano inventato loro? Personalmente disapprovo le adesioni degli ebrei alle varie sinistre ma è la stessa disaprrovazione che nutro nei confronti dei cattolici che abbracciano cause comuniste. Per me è contradditorio perfino un partito labourista in Israele. Ma dobbiamo considerare che il loro “socialismo” non è quello obbligatorio dei marxisti ma quello spontaneo e volontario dei Kibbutzìm. Marx considerava l’ebraismo una forma di alienazione, nonché l’espressione del potere del denaro. Altro che radici ebraiche nel comunismo! Non so se le fonti in merito abbiano la stessa qualifica storica dei sette savi di Sion. Uno studio dei primi anni novanta del professor Enzo Collotti e della dottoressa Valentina Piattelli è molto istruttivo al riguardo. Ha purtroppo un titolo fuorviante: L’antisemitismo in Unione Sovietica. In realtà è antiebraismo e abbiamo visto perché. Mi sembra comunque ben documentato, non l’ho trovato di inutile lettura. Al contrario di Biancaneve e i sette savii o altre favole pseudostoriche. Che nelle zone dove si produce buon formaggio vengono definite bufale.

    • Pedante

      Gli ebrei sono innanzitutto una razza, un popolo creato da una religione che vieta il matrimonio misto.

      In quanto alla rivoluzione bolscevica, fu finanziata da banchieri ebrei di New York (p. es. Jacob Schiff) e la predominanza degli ebrei tra i ranghi più alti del movimento è incontrovertibile.

      https://www.andreacarancini.it/2008/02/unopinione-assai-imbarazzante/

      • winston diaz

        Pedante, ragioni seguendo la fallacia tipica dei complottisti, di invertire la direzione causa-effetto.
        Se una cosa e’ stata finanziata dai banchieri, poiche’ alcuni ebrei sono banchieri, allora se quella cosa ha avuto successo e’ colpa (mai merito, chissa’ perche’) di tutti gli ebrei.

        Ma c’e’ un piccolo particolare, anzi due: intanto non tutti i banchieri sono ebrei, e inoltre i banchieri finanziano di tutto, perche’ questo e’ il mestiere dei banchieri.
        Il mestiere del banchiere, cosi’ come quello dello speculatore, e’ di investire i propri mezzi li’ dove pensa che ci sara’ il successo, la “vittoria”, perche’ li’ sa che ci sara’ il guadagno, o perlomeno che non rischiera’ di perdere i propri soldi.
        E’ cosi’ che si fanno i soldi in quella professione, non gli si puo’ chiedere chissa’ cosa.

        Se non erro in questo sito c’e’ una (secondo me eccessiva) infatuazione per lo speculatore: in fin dei conti e’ solo gente che fa il suo mestiere, cercare di guadagnare operando nei mercati, da cui la loro preferenza per mercati aperti dove lo speculatore potersi muoversi liberamente.

        Tanto maggiore e’ il guadagno, quanto piu’ si e’ puntato su quello che tutti gli altri ritenevano essere un brocco (esattamente come alle corse dei cavalli).
        Cosi’ si spende poco all’atto dell’acquisto, e si guadagna molto all’atto della vendita. Semplice, no? Vedi la recente propaganda pro-bitcoin.
        Ovvio che quando si punta su di un brocco, si cerca anche di farlo vincere, per aumentare le proprie probabilita’ di guadagno, con tutti i mezzi possibili, compreso il tentativo di convincere la gente che la propria merce e’ la migliore e la piu’ preziosa, mentre quella degli altri non vale nulla.

        Se noti, Pedante, i siti anarco-liberisti sono quasi tutti in qualche modo collegati a gente che opera nel campo finanziario (vedi rischio calcolato che e’ fondamentalmente un sito di speculatori/promotori finanziari, carbone di usemlab e del truffone, che di professione fa il trader, cioe’ lo speculatore finanziario, ecc), e la cultura che li informa e’, in parte importante, frutto di pensatori liberali-liberisti di origine ebraica (della triade hayek mises rothbard, solo hayek non era ebreo – ma, nella grande vienna, allora importante fucina di cultura e di grandi pensatori, era cugino di wittgenstein – alla lontana, siamo tutti parenti…).

        Per chi opera nel mercato, qualsiasi cosa venda, la dissimulazione e’ fondamentale, e diventa una seconda natura: ma cio’ vale anche per il pizzicagnolo all’angolo, e anche e soprattutto per il mercato delle idee, soprattutto quelle dei siti, regolarmente complottisti e divulgatori di verita’ parziali quando non bugie, che ci segnali. Pesca a strascico si chiama, si butta la rete e qualche sfigato, frustrato e incazzato per chissa’ quali suoi motivi (a nessuno di noi ne mancano, diciamoci la verita’…), alla ricerca di una comoda spiegazione del suo malessere, lo si pesca sempre.

        • Pedante

          No, non ho affatto dato la colpa a tutti gli ebrei.

          • Pedante

            Nemmeno cado nella trappola di scambiare l’uomo per l’homo oeconomicus.

  • Pedante

    Gli ebrei erano presenti in modo sproporzionato nella polizia segreta e nei più alti ranghi del partito e del governo fino al complotto dei medici nel 1951. L’antisemitismo era punibile con la pena capitale.
    http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=&sez=80&id=39851

  • Alessandro Colla

    No, a quelle di Lenin e Stalin. E anche a quelle dIi Kruecev e Breznev, ricordo da ragazzo la comunità ebraica italiana che affiggeva manifesti che chiedevamo esplicitamnente “Libertà per gli ebrei in URSS”.

  • Pedante

    Non so a quali persecuzioni si riferisca, quelle zariste?

  • Alessandro Colla

    Per loro non c’è speranza ma per chi viene dopo di loro sì. Mancano le scuole. E a proposito del presunto non tradimento della sua gente da parte di Elphand: le persecuzioni degli ebrei in Unione Sovietica sono pari a quelle subite in Germania. Quindi ha tradito la sua gente per pensare solo al proprio mercantilistico vantaggio. Un parvus, appunto, come Colbert.

  • Sando Gibellini

    Ma provate a ricordare agli gli ex-socialcomunistoidi i 60/70 milioni (?) di morti che quella ideologia criminale ha fatto e che loro hanno sostenuto e propagandato con dedizione. Sapete cosa rispondono? L’ idea era giusta: la sua applicazione era sbagliata!!!
    Non c’ è speranza!

  • Dino Sgura

    Chiaro che se si volessero aggiungere dettagliatamente, tutti i crimini socialisti del XX° secolo, non basterebbe un libro, ma un intera enciclopedia in stile VTET, come quelle di un tempo….. A me invece, ha sempre appassionato lo stile di vita edonisticamente sconsiderato dei suoi leaders: Tito ha vissuto agiatamente, meglio di qualunque monarca in Europa di tutto il novecento, nelle varie regge requisite ai Karadjodjevic, dove se la spassava con le sue amanti; Mao, il moralista e bramoso Mao, che considerava con disprezzo la vita urbana, borghese e cittadina di Shangai, finirà per accoppiarsi alla più bella e affascinante ballerina dei teatri di tutta la Cina, sino ad arrivare ai completino Canali e rolex al polso di un tale Fausto Bertinenko durante le sue esibizioni al Leonkavallo okkupato (come il cesso) ecc ecc.
    Il socialismo funziona fin quando ci sono i soldi ed il CULO degli altri, con o senza vaselina.

  • Alessandro Colla

    Il potere in Cina non fu conferito a una massa di studenti ma solo a pochissimi fanatici che vessavano tutti gli altri. Le masse sotto il comunismo hanno sempre sofferto, anche se venivano esaltate nei discorsi ufficiali dei capimaf…pardon dei capipartito. Potere, poi, per modo di dire perché il potere autentico rimaneva nelle mani di Mao con qualche delega a Ciu En Lai e a Lin Piao. Le dottrine idiote i milioni di proseliti li ottengono prima di prendere il potere; dopo non ci sono più proseliti ma solo sudditi che si accorgono troppo tardi di essere stati ingannati. I liberisti non sbagliano strategie, semplicemente non hanno i mezzi. Le sinistre hanno sempre avuto qualche mercantilista finanziatore interessato, anche Lenin lo ha avuto: si chiamava Aleksander Helphand detto “il piccolo” (parvus), un traditore della sua gente. In più Lenin ebbe diversi regali dalla cancelleria tedesca. Qualcuno vede possibile un liberista italiano finanziato dal protezionista Trump? O comunque dalla Casa Bianca grande protettrice della Banca Federale degli Stati Uniti? Chi sarebbe il carismatico in grado di rappresentare i liberisti? Se ci si riferisce al sessuomane di Arcore, non vedo come ci si possa sentire rappresentati da l’ex finanziatore del socialista Craxi, nonché sempre remissivo negli scontri con i confessionalisti. E il suo mercantilismo radiotelevisivo (vedi le leggi Mammì e Gasparri) non mi sembra compatibile con un programma liberista. Idem per il suo appoggio all’interventista Obama e alla guerrafondaia Hillary Clinton.Tutto questo, ultimi esempi a parte, era evidente già da prima di quando fu “messo in campo”. Da come ha gestito il suo partito si vede che non è all’altezza (nessuna ironia sulla sua statura, con i miei 164 centimetri sono più basso di lui). Non è liberista chi ha paura dell’antiproibizionismo, non lo è chi si allea con confessionalisti, nazionalisti e neocorporativisti. Ammettiamo che all’inizio si voglia scoprire se possa essere data fiducia a chi promette la rivoluzione liberale. A tradimento avvenuto si ritiene che il problema sia dovuto al fatto di non essere all’altezza? O a motivazioni legate alla salvaguardia di emittenti personali che qualche magistrato liberticida voleva oscurare? Ci sono eccome i rappresentanti potenziali del liberismo, per ora evito i nomi altrimenti si accende il solito vespaio su “quello che però quella volta ha detto ma poi ha tradotto e a volte non si capisce sulle alleanze, però non ha esperienza e in fondo la sua dialettica non è sufficiente ma se fosse coerente non si candiderebbe perché poi la gente non capirebbe in quanto…” Cercasi finanziatore, altro che personaggio carismatico. Se il familista brianzolo di cui sopra vuole riscattarsi, può finanziare i liberisti senza nulla chiedere. I proseliti arriverebbero in breve tempo, mi si perdoni l’ottimismo in me non abituale. Fra due anni ricorre il novantesimo anniversario del crollo di Wall Street. Vuole il poco fedele in campo coniugale, contribuire alla realizzazione di un seminario per far capire “alle masse” che non fu una crisi del capitalismo ma del mercantilismo e dell’interventismo statale in campo economico? E’ disposto ad affrontare una battaglia contro la vulgata ufficiale che ha generato uno dei peggiori luoghi comuni nella storia dell’economia? Se sì, batta un colpo. Altrimenti continui a mandare in onda palinsesti utili alla sinistra che può accusarlo giustamente di programmare trasmissioni anticulturali. Lo sono anche quelle della sinistra ma ben mascherate. Ristudi, lo,sciupafemmine, la commedia dell’arte: in fondo il Zanni è lombardo come lui. Non gli si chiede tutta la logistica, una sola rete in chiaro e non per ventiquattr’ore ma solo per alcune ore idealmente raggiungibili dal grande pubblico. Ma probabilmente preferirà continuare a finanziare la sua stampa che predilige i titoli spazzatura. Perché è convinto che i suoi lettori premino quel tipo di giornalismo. Gli sfugge un particolare: i lettori non hanno alternativa se non la stampa di sinistra che non può essere obiettiva in quanto portatrice insana di un pensiero disonesto all’origine. Non sono i liberisti a sbagliare ma coloro i quali dovrebbero supportarli. E che invece si limitano a sopportarli. C’è “in campo” qualcuno che voglia finanziare ciò che lo pseudo rivoluzionarliberale non ha finanziato? Se dice di esserci, mostri la borsa. Con soldi veri, non quelli dei sedicenti acquirenti delle squadre di calcio. E cerchi di capire, questo qualcuno, che nel medio termine si guadagna di più investendo in vera cultura; e con minori rischi giudiziari.

    • Dino Sgura

      Ricordo un bell’articolo se non erro di Gary North, tradotto da Francesco Simoncelli, dove l’autore arguiva in base alla questione posta da Anna Maria Castoldi, che Marx nell’ottocento non era affatto popolare, in quanto, il primo a dichiararsi pubblicamente Marxista e prigioniero politico fu un tale studente di nome Vladimir Ilich Ulyanov, al momento dell’arresto per attività rivoluzionaria da parte della polizia zarista. Non solo, North da buon storico qual’è, aggiunge che al funerale di Karl Marx a Londra, vi presero parte quattro gatti, diversamente da ciò che in seguito di tale evento la storiografia mainstream abbia sempre cercato di raccontare: folle oceaniche di lavoratori, proletari oppressi, sindacati, tutti uniti nel dolore sotto il cielo plumbeo Londinese ecc ecc. Quindi chi è che ha reso popolare i principi marxisti? Semplice, secondo l’autore fu Lenin e la sua continua ed obiettivamente infaticabile attività di propagazione delle idee di K.M., in quel preciso contesto storico.
      North, prendeva in esame Lenin, per far capire come si diffondono le idee e se da questo episodio storico i libertari potessero trarne una lezione.

    • Pedante

      Aleksander Helphand non era traditore della sua gente.

  • Anna Maria Castoldi

    Però sia socialismo che comunismo hanno fatto milioni di proseliti e in alcuni stati sono ancora in maggioranza. Dove sbagliano i liberisti che sono sempre in minoranza e non fanno che pochi proseliti?
    Quel che è peggio è che appena si trova qualcuno con carisma in grado di rappresentarci, quando lo si mette in campo si scopre che non è all’altezza.

    • Albert Nextein

      I liberali sbagliano nel voler trovare punti di contatto coi socialisti.
      Sono due ambiti antitetici.

  • Max

    Con Mao ci si va troppo leggeri, la “campagna di rettifica” manco la conoscevo, ma i milioni di morti provocati dalle carestie per le sue scelleratezze (come lo sterminio dei passeri che causò l’aumento degli insetti) insomma il suo “grande balzo in avanti” fallimentare, sfociò poi nella rivoluzione culturale, in cui si conferì a una massa di frustrati studentelli fanatici un potere praticamente illimitato che causò altri milioni di morti.

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