In Anti & Politica, Esteri

di MARCO LIBERTA’

Vi racconto la storia di un grande uomo, José Manuel Mireles Valverde. Valverde è un medico chirurgo del Michoacán (uno stato al centro del Messico).

Si trova in uno dei posti infestati dai cartelli della droga, in particolar modo da un cartello molto violento e potente chiamato “Los Caballeros Templarios” (si, i cavalieri templari, molto sobrio). Questo cartello oltre a trafficare droga, traffica armi, ricicla denaro sporco, compie omicidi su commissione, rapine, stupri, rapimenti, estorsioni, ecc… Sono soliti sterminare e fare a pezzi famiglie intere, compresi bambini neonati che vengono presi per i piedi e sbattuti sulle rocce.
Il governo messicano ovviamente non fa nulla. E’ colluso e timoroso.

Dopo aver visto nel 2012 i suoi vicini massacrati, decapitati e le teste esposte per “avvertimento”, Valverde decise di correre ai ripari. Assieme ad altre persone della sua famiglia e agli anziani del suo paese valutarono delle soluzioni e si procurarono delle armi (il Messico ha leggi molto restrittive sul possesso e porto d’armi da parte dei cittadini… i criminali hanno di tutto). Formano poi un gruppo armato, una vera Militia di stampo americano, per combattere i templari del cartello. Immediatamente altri paesi vicini si uniscono, e nasce nel 2013 “Grupos de Autodefensa Comunitaria”. Un insieme di persone che, privatamente, iniziano a combattere contro il cartello. Assaltano e ripuliscono paese dopo paese, città dopo città.

Liberavano le città e le presidiavano per pochi giorni, per permettere ai cittadini di creare un consiglio cittadino e di armarsi per continuare a difendersi da soli. Ad Apo avvenne un fatto prevedibile. Dopo aver liberato la città, si videro arrivare un reparto dell’esercito messicano venuto non in loro aiuto, ma per fermarli.
Sequestrarono le armi del gruppo, ma il popolo intero della città si riversò nelle strade e costrinse l’esercito a restituire le armi alla Militia e a battere in ritirata.

In realtà Valverde non fu mai un problema per la gente, prendeva i criminali e permetteva loro di arrendersi. Quando accadeva li consegnava alla polizia anche se a detta sua poi le forze dell’ordine rilasciavano subito i criminali dandogli anche giubbotti antiproiettile ed armi per tornare a combattere.

Nel gennaio 2014 Valverde rimane gravemente ferito a seguito di un incidente aereo (era su di un piccolo aereo). Alcuni pensano ad un tentativo di omicidio. Valverde sopravvive nonostante tutto. Nel Michoacán alla notizia si scatena il caos, ed i templari cercano di sfruttare il fatto per contrattaccare. Nonostante questo il Grupos de Autodefensa Comunitaria guadagna terreno ed arriva a liberare metà stato.

Dopo aver liberato una città chiamata “Nueva Italia”, arriva un comunicato del governo federale per costringere la Militia a deporre le armi e sciogliersi. Il presidente del Messico si vergognò di questa guerra durante una visita di Obama, e decise che era arrivato il momento di ripristinare lo “stato di diritto” (AKA massacro di innocenti)… colpendo i cittadini della Militia e non il cartello.

Vennero minacciate misure durissime per chiunque avesse posseduto o portato armi senza un permesso governativo. I cittadini armati negarono ogni dialogo con le autorità ed ogni collaborazione fino all’arresto dei capi del cartello.

Valverde, ristabilitosi, incontra i suoi ufficiali subalterni per discutere di alcune brutte pieghe del movimento. Infatti pare che alcuni sbandati entrino in case non appartenenti ai membri del cartello per requisizioni, oppure eseguano fermi e torture per far parlare i templari o i poliziotti corrotti. Ma Valverde punta a punire questi comportamenti perché non vuole diventare come quelli che combatte ed ha già dei sospetti a riguardo.

Nel frattempo arriva l’ultimatum del governo, che intima alla Militia di deporre le armi e, se lo vogliono, a statalizzarsi sotto controllo governativo in una “forza di difesa rurale” statale. Cosa che Valverde non vuole (essendo il governo corrotto e da sempre a braccetto col cartello).
Il governo però ha già preso contatti di nascosto con alcuni suoi subalterni di alto grado ed infiltrato in passato membri del cartello nel movimento, vuole mettere in pratica il “Divide et Impera”, promettendo agli stessi il perdono per le azioni commesse e posti di comando nella forza di difesa rurale statale. Il tutto avviene grazie gli infiltrati all’interno del movimento.

In seno ai Grupos de Autodefensa nasce una sorta di cartello interno che mira alla sua distruzione. Tutto questo voluto e sostenuto dal governo federale messicano. Volevano far fuori Valverde, statalizzare il movimento, metterlo in mano al cartello e continuare come prima.

Nel frattempo viene istituita la “forza di difesa rurale” statale, e si scopre che alcuni subalterni di Valverde già ne fanno parte. Dei Giuda. Molti della forza di difesa rurale sono ancora oggi membri del cartello, producono e vendono droga sotto l’occhio complice dello stato, e protetti da questo.

Nel giugno 2014 Valverde è stato arrestato con l’accusa di porto abusivo d’armi, attualmente è detenuto in un carcere di massima sicurezza a Sonora, Messico. I suoi sostenitori affermano che si tratti di un modo per tenerlo lontano dai media e non farlo parlare delle “trattative stato-cartello”.

Valverde fece qualcosa di grande, liberò la gente dall’oppressione e dalla criminalità, e lo fece in pochissimo tempo con risultati a cui il governo messicano non si avvicinò mai minimamente. Commise solo un errore: fu troppo collaborativo col governo. Infatti fu proprio il governo corrotto ad infiltrare membri del cartello nelle sue fila e a portare alla rovina di Grupos de Autodefensa.

Quando vi parlano di stato di diritto
Quando vi dicono che le armi dovrebbe averle solo lo stato
Quando vi parlano di lotta alla criminalità organizzata

Pensate a questa storia.

NB: quello che ho scritto, e molto di più, hanno come fonte un bellissimo film-documentario chiamato “Cartel Land”, del 2015, diretto da Matthew Heineman candidato al premio Oscar al miglior documentario. Consiglio vivamente la visione di questo documentario (che si trova facilmente in streaming sul web e credo anche su Netflix) perchè mostra i fatti reali, crudi ed i protagonisti in diretta, non è una ricostruzione. Mostra anche un gruppo di Militia americana che lotta contro il cartello sul confine USA.

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Showing 4 comments
  • Pedante

    Non ho visto il film ma sarei curioso di sapere come affrontano il problema dei free rider.

  • Dino

    Una bella lezione soprattutto per il sud Italia. Mi chiedo: in Texas esistono estorsioni o tentativi tali ai danni di imprenditori e commercianti?? Io non credo.
    In ogni caso, in presenza di sistemi sanitari privati, forse la la legalizzazione della produzione e del consumo non sarebbe sbagliata.

  • Max

    In Messico essere sbirro significa avere la possibilità di entrare a libro paga dei narcos e avere molti soldi che integrino lo stipendio.
    Quindi se Valverde consegna gli arrestati a los gobiernativos è troppo benpensante per questo sporco lavoro; d’altronde un Valverde più spregiudicato farebbe presagire uno scenario di tipo colombiano dove i paramilitari hanno seminato il terrore nelle zone sotto il loro controllo e si sono sostituiti ai cartelli dei narcos nella gestione del traffico di cocaina. Non si scappa.

    • Dino

      Al sud Italia, negli anni passati ci sono stati casi di criminali e soprattutto contrabbandieri che si sono opposti al traffico ed allo smercio delle stupefacenti, ma hanno fatto brutta fine.

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