Il libertarismo nella storia

Nel costruire il proprio passato, il libertarismo si è orientato verso gli spiriti più sovversivi e antistatalisti del XVII e del XVIII secolo: Locke, Sidney (1622-1683), Gordon (ca.1700-1750) e Trenchard (1662-1723), Jefferson (1743-1826), Paine (1737-1809), ecc.

Ha anche esplorato fuori dai confini delle dottrine politiche storiche ritrovando modelli di società autenticamente liberali.
Fino a trovare ispirazione in società preistoriche, antichissime, poco conosciute e perfino del tutto screditate.

È come se i libertari fossero ben consapevoli che se il liberalismo come teoria nasce soltanto nella seconda metà del XVII secolo, il liberalismo come pratica è qualcosa di molto più antico.
Almeno in taluni suoi aspetti essenziali.

Secondo Rothbard e molti altri autori, è necessario rovesciare la tesi marxista – tuttora prevalente – secondo la quale prima dell’emergere della modernità liberale non c’erano che le tenebre di una società feudale dominata dall’oppressione dell’uomo sull’uomo.
Le cose non stanno così.

La teoria liberale emerge proprio a difesa della società civile, minacciata e oppressa dal trionfo dello Stato moderno burocratizzato e centralizzato, sull’anarchia medievale.
Se prima della modernità non c’era una teoria liberale, è perché non c’era lo Stato come lo conosciamo noi oggi. Non vi era quindi l’esigenza di reagire di fronte al suo monopolio.

Il giurista fiammingo Boudewijn Bouckaert, sostiene che le libertà comunali ed il mercato sorgono intorno all’undicesimo secolo dopo Cristo per tutta una serie di fattori economici, istituzionali, culturali. Tra i quali si trovano la riforma cluniacense e la sottomissione dell’Imperatore e dei Re ad un più alto sistema di valori e di norme morali.

È in pieno Medioevo che si afferma un ordine sociale quanto mai libero, rispettoso dei diritti individuali e basato su relazioni essenzialmente private e contrattuali.

Gli antichi Comuni delle Fiandre e dell’Italia settentrionale divengono quindi modelli a cui guardare per coloro che – specie in America – iniziano a vivere entro città private.
Quartieri condominiali all’interno dei quali i servizi pubblici essenziali sono sottratti alla gestione inefficace dell’amministrazione pubblica.

Il Medioevo delle strade e dei ponti privati (con tanto di pedaggio e di ponteggio) non è però l’unico riferimento storico a cui guarda un autore libertario come David Friedman, figlio di Milton.

Un’altra società integralmente liberale fu quella del Far West americano, all’interno della quale la legge e la sicurezza erano assicurate da soggetti privati in modo efficace, civile e ben poco costoso, (come attestano molte ricerche storiche).

Ugualmente da apprezzare sono l’ordine civile delle tribù dei pellerossa, quello dell’Islanda medievale e quello vigente nelle relazioni internazionali.
Tutti analogamente caratterizzati dall’assenza di un potere centrale in grado di sopprimere opportunità di scelta, di competizione e di pluralismo.

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