In Economia, Libertarismo, Primo Piano

DI PAOLO SALVINI

Da attento lettore dei quotidiani economici noto con un certo rammarico che quasi tutti gli articoli che tentano di dare soluzioni piu’ o meno originali a questa crisi non fanno altro che riproporre le solite ricette Keynesiane che affidano allo stato (o ad altre autorita’ da esso create, come le banche centrali) il compito di tappare i buchi che il mercato avrebbe creato. Da qui l’invocazione, anche da parte di illustri studiosi, di allentamenti quantitativi, di tassi di interesse da abbassare, di miracolosi fondi salva stati, di euro-bond, di nuove regole (leggi divieti) per la finanza…

Queste ricette, tutte sostanzialmente keynesiane sono sbagliate, perché le cause reali della crisi sono da ricercarsi proprio nell’applicazione forsennata (e interessata) dei dettami di Keynes nei decenni passati… dettami che hanno offerto una sponda accademica ai politici spendaccioni e ai pianificatori di ogni risma… tanto, affermavano, lo dice Keynes che se lo stato spende aumenta la domanda globale e il moltiplicatore aggiusta tutto… tanto, ripetevano, lo dice Keynes che se il governo paga un po’ di gente per scavare buche e a riempirle, anche indebitandosi, si “stimola” la crescita (le migliaia di politici o di forestali calabresi non sembrano proprio scavatori di buche ?) …. tanto, rincaravano, lo dice Keynes che basta colorare della carta, chiamarla denaro, offrirlo in prestito a tassi ridicoli perché come d’incanto la ricchezza aumenti, e i pani e i pesci si moltiplichino.

Perdonerete la semplificazione, ma sembra evidente che l’attuale crisi ha origine proprio nelle teorie Keynesiane, quelle teorie che hanno fornito una giustificazione a quel compito che il potere politico (monarchico o democratico) ha sempre tentato di espandere: quello di tassare, indebitarsi ed inflazionare la moneta a spese del popolo. Come non vedere che e’ proprio da qui che derivano le politiche monetarie espansionistiche che ci hanno fatto scoprire l’inflazione (la piu’ subdola delle imposte), e che grazie al denaro facile garantito dal governo (e non dal risparmio) hanno prima prodotto malinvestiment… e poi i crack conseguenti (prima quello delle dot-com, ora quello immobiliare). Come non vedere che la scusa sempre buona della funzione anticiclica e’ servita a giustificare le spese e i debiti pubblici fuori controllo, il welfare perennemente finanziato in deficit, per finire con le leggi manipolatrici dei meccanismi di mercato come, una per tutte, quelle targate USA a favore dell’acquisto di case che sono alla base, insieme al “denaro facile”, della crisi dei mutui sub-prime che ancora sconvolge il mondo.

In passato, eminenti studiosi avevano gia’ dimostrato che la teoria generale era sbagliata, fino negli assunti di partenza (si ricordi L.V.Mises). Ora che facendo due piu’ due abbiamo anche le prove empiriche, sarebbe ora che qualche voce si levasse ad affermare che Keynes sbagliava. Che la sua teoria e’, spiace per lui, errata … che non funziona, e che qualsiasi ricetta che segua quel solco e destinata a portare illusori e fittizi benefici nel breve, creando i presupposti per giganteschi danni futuri… poiché nel lungo periodo non solo non siamo tutti morti, ma ci troviamo i debiti da pagare!

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Showing 6 comments
  • zenzero

    Mises ci ha insegnato che l’economia è lo studio dell’azione umana.

  • Gianluca pavan

    L’economia si basa su interazione delle persone che nessuna formula matematica potra’ mai descrivere.

  • Giorgio Fidenato

    La bravura degli austriaci è stata quella di aver eliminato la matematica dall’economia, perchè è una scienza umana, non fisica, quindi prevedibile ed configurabile con una funzione matematica.
    Che M:F. fosse un cirlatano lo ha già detto Rothbard più volte. In pratica M.F. è sulla stessa linea dei Keynesiani, solo che lui pensava di essere liberale. Poi abbiamo già dimostrato che l’interferenza di un’entità esterna nel mercato provioca sempre disastri. E’ la storia che ci insegna ciò: da tutti gli imperdi prima di cristo fino ad oggi. In quesi pochi momenti in cui l’interventismo era ridotto ai minimi termini, si è sempre avuto prosperità. Nell’otto-novecento poi abbiamo avuto, anche grazie alla tecnologia, anche delle guerre micidiali che hanno fatto cataste di morti. Il tutto grazie all’interventismo, allo statalismo e al keynesianismo. Tu piuttosto non potrai mai dire che la totale assenza di stato provoca i disastri che tu affermi, perchè in tutta la storia non si è mai avuto un periodo senza l’assoluta assenza di qualcuno che interferisse nell’economia. Possiamo solo vedere che quando era bassa la vita era più prospera e migliore.

  • TONY

    “Queste ricette, tutte sostanzialmente keynesiane sono sbagliate, perché le cause reali della crisi sono da ricercarsi proprio nell’applicazione forsennata (e interessata) dei dettami di Keynes nei decenni passati… ”

    Sbagliato! La causa reale della crisi la si ricerchi nell’ideologia di Milton Friedmann, che Keynes aveva smesso di dettar legge ancora negli anni ’70.

    “Ora che facendo due piu’ due abbiamo anche le prove empiriche, sarebbe ora che qualche voce si levasse ad affermare che Keynes sbagliava. Che la sua teoria e’, spiace per lui, errata … che non funziona”

    Perché non lo fai tu? Perché non cerchi di provarlo con qualche funzione matematica, cosi come fecero i keynesiani per provarla.

    Guarda che la scienza è per definizione riformatrice: chi riesce a provare il contrario di una teoria, sostituisce la teoria stessa, senza se e senza ma.

    Invece di saltare alle conclusioni mettiti al lavoro, armato di matematica e teoria keynesiana, e prova il contrario. Sarò il primo a seguirti.

    Ti ricordo anche se casomai ci riuscissi (una tale ipotesi non si esclude mai), ti aspetta il Nobel. In alternativa non ti spetta altro che una bella risata.

    hasta fariseo

    • paolo salvini

      Tony, se la matematica fosse di qualche utilita’ nel dimostrare teorie economiche vivremmo gia’ tutti nell’eden.

      Comunque guarda, giusto per stare sulla tua linea: la teoria di keynes parte dall’assunto che la propensione marginale al consumo cali all’aumentare del reddito, da cio’ deriverebbe che man mano che le persone si arricchiscono consumano sempre meno e risparmiano sempre di piu’ … da cui deriva la spiegazione keynesiana delle crisi cicliche e della necessita’ dell’intervento governativo per sostenere la domanda … e quindi il consumo. Ho semplificato molto, ma il succo e’ questo.
      Bene, anche tralasciando la discussione circa l’opportunita’ di costringere le persone a consumare piuttosto che a risparmoare, da una analisi dei dati statistici non sembra affatto che la propensione marginale al consumo si riduca come dice keynes… gli Italiani ad esempio risparmiavano di piu’ negli anni 50-60 rispetto ad oggi, pur essendo oggi indubitabilmente piu’ ricchi. E da recenti studi sembra addirittura che persino nel medioevo le persone risparmiassero quote di reddito superiori …
      La teoria di keynes poggia quindi su un assunto arbitrario ed errato, e, proprio attraverso l’uso insensato di egualianze matematiche giunge a conclusioni aberranti.

  • MarinoBeat

    …anche grazie ai giochi di Stato….la nostra indignazione espressa in musica e video…

    http://youtu.be/yIxMilIy7G8

    Grazie per l’attenzione

    Joe & MarinoBeat

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