In Anti & Politica, Economia, Primo Piano

DI GIORDANO MASINI

Gli organizzatori della protesta e dei blocchi stradali che hanno messo in ginocchio l’economia della Sicilia (bazzecole) si lamentano spesso del fatto che giornali e televisione non danno sufficiente visibilità alle loro rivendicazioni, e che se queste fossero conosciute al grande pubblico i loro concittadini sarebbero ben contenti di passare i guai che passano, pur di raggiungere tanto luminosi obbiettivi.

E allora andiamo sul sito forzadurto.org, cerchiamo il PDF dove sono elencate tutte le richieste, una per una, e prendiamo in esame quelle elencate sotto il titolo “Per le categorie della produzione agricola”.

 

A mio modesto avviso il movimento farebbe meglio a non darne eccesiva diffusione, ma tant’è, è giusto che ognuno faccia la figura che merita:

1. Arginare con leggi che limitino le strategie commerciali messe in atto dalla GDO che fa cartello nei confronti di un’offerta frazionata ed a tutela del consumatore pensare anche ad un ricarico massimo ammissibile.

Questo si chiama “controllo dei prezzi”. Si presuppone che il regolatore pubblico abbia maggior contezza dei costi di produzione e commercializzazione di chi opera sul mercato, e si impone il “prezzo giusto” (in questo caso il massimo ricarico ammissibile, non sia mai che ci vada di mezzo il produttore). Il risultato di qualsiasi politica di controllo dei prezzi è sempre stata la contrazione dell’offerta, dato che nessuno ha voglia di lavorare senza conseguire il margine di guadagno che ritiene opportuno, e gli scaffali vuoti, ma sono effetti collaterali del tutto irrilevanti, ovviamente.

2. Leggi ferree per scongiurare il taroccamento dei prodotti e conseguente intenso monitoraggio della Guardia di Finanza sui traffici merci alle frontiere ed ai porti.

E qui siamo al più stantio dei mantra di chiara ispirazione coldirettiana: si parte dal presupposto che il consumatore abbia l’anello al naso, e che se ha troppe opzioni tra le quali scegliere fa inevitabilmente confusione, rischiando di scegliere il prodotto migliore al prezzo migliore. Non sia mai, meglio la guardia di finanza alle frontiere.

3. Applicazione di una tassa per chilogrammo agli importatori di ortofrutta e prodotti ittici, devolvendo tale introito ad un fondo di riserva per l’agricoltura italiana e la pesca.

Diretta emanazione del punto 2. Purtroppo c’è anche qualche prodotto, tra quelli che sbarcano sull’isola, che non è taroccato. Per quelli come si fa? Facile, si fa pagare un bel dazio un tanto al chilo e il problema è risolto. Anche in questo caso la storia insegna che il protezionismo porta con sé contrazione dell’offerta e conseguente aumento dei prezzi, amplificato dal fatto che i produttori locali opererebbero in mercato privo di concorrenza, ma non credo che questa sia la principale preoccupazione dei “forconi”. La soluzione poi di devolvere i ricavi della tassa sulle importazioni ai produttori locali è geniale.Bello vincere facile, vero?

4. Abolizione degli sconti che la grande distribuzione richiede alle imprese commerciali che la riforniscono, e pagamenti più celeri secondo il modello francese.

Completa il punto 1. Se prima controllavamo il prezzo al cliente, ora interveniamo anche su quello al fornitore. Così, tanto per accelerare la sparizione delle merci dagli scaffali siciliani.

5. Perequazione dei maggiori costi di produzione che sostengono le aziende agricole siciliane.

Elemosine pubbliche, anche in questo caso. E poi, questi maggiori costi di produzione, rispetto a chi, alle aziende venete? A quelle olandesi? O a quelle dei famigerati paesi in via di sviluppo, che si avvantaggiano di un costo del lavoro decisamente inferiore? Probabilmente gli agricoltori siciliani, che ritengono di sostenere i costi più alti del pianeta, non hanno mai fatto due banali conti su quanto costa gestire un’azienda nell’Africa Subsahariana, dove un operaio costa quasi nulla, ma dove non ci sono vie di comunicazione, per riparare un trattore servono mesi, e dove le perdite di prodotto nelle fasi di stoccaggio e trasporto superano il 50% per l’assenza di infrastrutture minime. Chissà poi come verrebbe calcolato il caporalato, tanto diffuso nell’agricoltura del Meridione, nel computo dei costi di produzione.

6. Erogazione immediata di tutte le spettanze delle calamità naturali ad oggi accertate ed in mancanza di fondi, la creazione di una carta di credito per compensare tasse, Inps ed energia elettrica.

In questo caso la richiesta è sensata (per la legge dei grandi numeri?). Lo Stato debitore non è mai scrupoloso come lo Stato creditore, e questo è intollerabile.

7. Istituire una legge in base alla quale nei supermercati si limiti ad un massimo del 50% la presenza di prodotti ortofrutticoli ed ittici di provenienza non siciliana.

Vedi punti 1 e 4. Poco da aggiungere, se non che aprire un supermercato sull’isola diventerà un impresa entusiasmante, e i capitali accorreranno a frotte. Non c’è un punto che obbliga lo Stato o la Regione a prendere in gestione i supermercati siciliani quando non li vorrà più nessuno, una lacuna imperdonabile che, confidiamo, verrà colmata al più presto.

8. Applicazione di una tassa su “cibi spazzatura” ed introduzione della TAXA SODA applicata in Francia ed altri paesi.

I “forconi” per la salute dei siciliani. In attesa di capire come verranno catalogati il pani ca meusa, la pasta chi sardi e gli arancini di riso ripieni.

Allora, cari Siciliani, siete contenti? I disagi che state affrontando oggi non saranno vani, se serviranno, come auspicano gli organizzatori della protesta, a farvi avere prezzi al consumo più alti e minori opportunità di scelta. Se siete fortunati, e tutto va come deve andare, le file dal benzinaio e gli scaffali vuoti diventeranno la normalità, nel magico mondo di Forcolandia. Ma è tutto per il vostro bene, naturalmente.

* TRATTO DA http://lavalledelsiele.com

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Showing 22 comments
  • Roberto Porcù

    Non conosco la situazione siciliana nel particolare, ma mi pare di capire che in Sicilia confluiscano un mucchio di soldi e ci siano contemporaneamente persone che combattono per andare avanti.
    Da qualche parte i quattrini si fermano.
    La rabbia dei forconi che prima era indirizzata alle loro magnifiche istituzioni regionali, ho visto che ha cambiato obiettivo e che ad appoggiarli c’erano Lombardo & C. , CCIAA, ecc.
    Dispiace di come si siano fatti manipolare, leggendo la loro protesta, la mente mi tornava al Jacques Bonhomme di Bastiat.

  • Anguilla

    L’agricoltura ha perso negli ultimi 10 anni 800000 aziende. Regioni come il Lazio e la Liguria hanno perso oltre il 50 per 100 delle loro aziende.L’età media di un agricoltore diretto e’ sui 70 anni. Il piccolo agricoltore si sta estinguendo non riuscendo a mantenere i propri prodotti competitivi sul mercato. Io ho scelto di produrre cibi sani e biologici ma sono purtroppo destinati a un consumatore con una piu’ elevata disponibilita’ economica avendo questi costi di produzione piu’ alti. Mi piacerebbe invece che tutti si potessero permettere cibi più’ salutari. Stiamo assistendo alla fine di un mondo e non mi stupisco di vedere gente impegnata nelle barricate ,anzi mi auguro di vederne sempre di piu’. Forza forconi !!!

  • Ho letto articolo e commenti.
    Anch’io sono per la massima libertà d’impresa, STATO minimo o meglio niente, responsabilizzazione, libertà globale di commercio, ecc. ecc. e manifestazioni pacifiche, nella legalità, spirito ghandiano, carezze e baci ma QUANDO HAI UN’ATTIVITA’ CON CENTINAIA DI OBBLIGHI, DIVIETI, REGOLE, IMPOSTE, TASSE, ACCISE, BOLLI, MULTE, AMMENDE, SANZIONI, ecc. ecc. ecc. e la tua prima necessità è quella di portare a casa pane e companatico per la tua famiglia (che qui non si tratta più di stare benino invece di bene), NON HAI MOLTO TEMPO ed allora, in attesa che la rivoluzione culturale faccia il suo lungo percorso, se un gruppo di persone che usano il condizionale al posto del congiuntivo, non distinguno tra soggeto, predicato verbale e complemento oggetto, ma sanno solo addizzionare spesa di gasolo + traghetto + autostrada + bolli + assicurazione + stipendio secondo autista e contributi e tasse, e qualche multarella da pagare cash altrimenti il polizziotto non ti lascia ripartire, e la somma e superiore o pari all’importo della fattura che incasserai dopo qualche mese … hanno il coraggio di far smuovere l’APPARATO, anche facendo “danni collaterali”, BEH, IO LI GUARDO CON AMMIRAZIONE.
    Quando c’è da abbattare un PALAZZO, qualunque mezzo va bene e se il primo gruppo riesce a togliere solo un mattone o semplicemente esporre un cartello di “LAVORI IN CORSO”, pazienza … IN FIN DEI CONTI SONO SOLO PERSONE CON I CALLI SULLE MANI, … gli illuminati arriveranno dopo; forse !!!

  • Daouda

    Il liberismo totale , ergo l’anarco-capitalismo , è “comunista” nel fare dell’umanità un’entità comune a tutti gli homini, e ciò è contraddittorio due volte.
    Una perché si blatera tanto del fatto che non ci siano astrazione, ma l’umanità lo è ( ad ulteriore conferma del concetto di specie in tommaso d’aquino, e di genio negli antichi greco-romani, il ché non sia mai potrebbe giustificare dei moti etno-nazionalistici!!! Aborro!!!! ) e qui in tal punto vi deridete da soli. L’altra perché , fattualmente, ogni homo merita in modo diverso il che implica che l’uguaglianza non possa venir neanche valutata riguardo al NEP e quindi neanche rispetto alla proprietà, libertà, vita ( CHE OMETTETE SEMPRE IN QUESTO SITO ), ossia la possibilità che alcuni homini è bene che siano oppressi perché per la loro natura differenziale non si tratterebbe affatto di prevaricazione ma di favorirne anzi lo sviluppo come si deve fare con gli infanti di cui non vi vergognate di ragionarne il caso.

    Una merdata invece è fare i furbi. Non è un’errore perché teoricamente avete sempre ragione.
    Epperò ogni stato è soggetto anarcocapitalista rispetto agli altri stati, nonostante qualche organizzazione internazionale che si impone e dirige in qualche modo le interazioni mondiali.
    Ma comunque sia anche i vari para-imperi globali sono, rispetto agli altri, entità anarco-capitalistiche.
    Quindi:
    Perché ignorare lo stato? Che tradotto significa : dato che viviamo in un sistema paese , perché si tende ad indebolirlo?
    Cui prodest? Giocare a fare gli utili idioti per le grinfie altrui è veramente da boccaloni, perché se la teoria è giusta, nella pratica si servono gli altri stati. Se si riesce a dimostrare che l’umanità ed il genio non esistono , vi risparmiate la pippa sul tradimento, ma rimane il fatto che certi proponimenti sono proprio da utili idioti…

    Per quanto riguarda IL MERCATO : innazitutto un mercato NON SARA’ MAI LIBERO. Ciò non perché il concetto che ne avete in mente sia errato, ma perché la parola libertà è troppo sublime per venir accosta a STE STRONZATE.
    Il mercato è limitato ipso facto, per definizione, dai suoi stessi intermediari e compartecipanti. Ciò noto, dacché così è , ovviamente, la teoria economica serve solo qualitativamente, come ogni scienza.
    Ma la scelta non deve per forza di cose dipenderne, nel campo economico come in tutti gli altri campi.
    Non siamo automi ed i fattori di scelta sono innumerevoli.
    Una volta privatizzato tutto, se fosse, rimane sempre il problema del “chi controlla i controllori?” , rimane sempre sto cazzo di problema degli asini e degli sciacalli.

    Il problema è semplicemente che si fanno scelte anti-economiche sulle nostre spalle, non che si facciano scelte anti-economiiche.
    Essendo però che i fattori della vita sono innumerevoli e non solo economico-giuridici , tutti questi, interagendo tra loro , se volessimo la società perfetta ( SPONTANEAMENTE ed ASSOCIAZIONISTICAMENTE perfetta si intede , in utopia of course ) , si dovrebbero limitare e rispettare l’un l’altro.

    Per farti un esempio. Ad esempio per contestare l’Halakah o la Shariah ( se gli si vuol dar credito ) bisognerebbe padroneggiare tutte le scienze ed esser capaci di sintesi tra di esse affinché si possa ricavare una legislazione/scienza che soddisfi tutte le variabili in campo dello scibile e dell’interazione che ha l’umano. Ora potranno pure pararsi il culo col fatto che si dicono divine , apposta , e pretendono di esservi riuscite, ma tu sei in grado di fare una cosa del genere e da tale cosa sconfessarle? Sennò la figura di merda la fà più l’idiota che adotta come unico parametro l’economico od il giuridico di chi si affida a Dio , soprattutto sapendo che Dio non è né dimostrabile né indimostrabile.

    E’ più chiaro adesso?

    • Tom

      Daouda chiede: “Perché ignorare lo stato? Che tradotto significa : dato che viviamo in un sistema paese , perché si tende ad indebolirlo? Cui prodest?”.

      Qua nessuno lo ignora lo stato. Magari si potesse. Lo stato e’ IL problema. E credere (ancora?!) che un altro stato sia possibile in italia, quello si che e’ davvero da boccaloni. Ed e’ ridicolo paventare interessi ostili che ci guadagnerebbero dalla sua eliminazione. Gli Afghani continuano a dimostrare che anche un’orda di sodomizzatori di capre analfabeti privi di stato puo’ rompere il c… agli imperi + potenti del pianeta. Basta volerlo.

      • Daouda

        Senti , lascia perdere, perché evidentemente non hai capito.

        L’emirato islamico in Afghanistan, quando diretto al popolo a cui avrebbe dovuto esserlo, i pashtun, controllato dai talebani, NON ERA UNO STATO.
        Ergo non c’entra nulla con quanto io scrivevo. Io semplicemente fatto notare che ogni sistema, se ben oliato, è oppressivo per chi lo subisce ma in sé è un soggetto anarcocapitalista rispetto agli altri sistemi statuali.

        E MANDARE AFFANCULO IL PROPRIO SISTEMA per favorirne altri peggiori è stupido.

        D’altronde non è lo stato il problema POICHE’ NON ESISTE.
        Le merde sono il problema , è chi da adito alle merde di essere tale per via della sua boccaloneria e gli permette di creare sistemi.
        Ma lo stato in sé NON ESISTE NE’ MAI ESISTERA’.

  • antonio

    non mi dite che considerate giusto erogarVI aiuti statal-colletivisti in caso di calamità naturali… mi crollerebbe l’idea mitica che mi sono fatto di voi!

  • Daouda

    Innazitutto gentile ‘n par di palle. Dovremmo ammazzà per lo meno il 10% delle persone di questo paese ( ahhhhhhhhhhhhhhh, vedi che ci hai pensato AR PAESE…CI HAI PENSATO!!!!… a merda! Perché allora nun se devono avé aziende pubbliche totali visto che ogni paese è un soggetto rispetto all’antro? A IPOCRITA DEMMERDA! ) e un’altro 20% espropiarlo delle false proprietà di cui dispone.

    Barzellatta of course.

    Arisponno:

    Sav: arisparmiete ‘a battuta. Nun è questione de ricchezza, sempre sta cazzo de ricchezza…E’ questione che Stirner nun lo leggete mai , Tucker nemmanco, Spooner nemmeno. E’ questione che io posso da preferì de pagà de più pé chissà quale motivo, arimettendoce, perché ME VA’.
    E se lo posso io lo può STO CAZZO DE MERDA DE MERCATO, o no? A STRONZI! Io sò no il mercato. Il mercato nun esiste.

    Andrea: è bello pagare di più quando credo che sia buono fallo, dalla qualità migliore alla carità alla voglia da pijallo inder culo senza vaselina.

    Sopravvire a spese della società? Ma che cazzo è la società? Nun falli sopravvive e abbasta ed avanza! Ma si ce tieni io non sto scrivendo che si debba foraggiare la merda.
    Io dico che si possa, anche, deliberatamente spendere di più, e deliberatamente CHIUDERE una possibile branca del mercato, e deliberatamente, RIFIUTARE un determinato prodotto, individualmente E COLLETTIVAMENTE ( daje l’ho scritto pé favve rode, intendevo associazionisticamente ).

    Domenico:

    Visto che gli homini non sono tutti uguali, a priori, ciò implica che l’uguaglianza liberale è una mera idiozia.
    L’umanità è in tutti, ovvio, ma nessuno ha propriamente l’umanità, e di umanità particolari ce ne sono molte…

    Ciò implica che se determinate persone sono impedite nella loro scelta non è affatto un male.
    Ciò implica che se determinate persone pagano e soffrono di più, non c’è ingiustizia.

    Tutto sta, mi dirai, a capire come, giacché forse io che te lo faccio notare dovrei essere il tuo servo e tu il mio padrone, ma permettimi di dubitare alquanto al riguardo ;-) , o no?

    Bordeline Keroko:

    Ovvio. Ma dipende rispetto a chi. E non dirmi che non scorgi l’egualitarismo intrinseco al liberalismo!!! Perché almeno un cristiano serio, spirituale, quanno che me dice ( o perlomeno dovrebbe dirlo, ma i tempi sono quel che sono…) che abbiamo pari dignità in Dio, non lo dice rispetto alla materia, né rispetto all’anima individuale, ma rispetto all’intelletto di cui l’homo compartecipa, che essendo facoltà universale, è per definizione oltre la distinzione.
    Un cristiano dovrebbe quindi avere gioco facile nel predicare l’uguaglianza, essendo tutti Uno in Dio. D’altronde il Cristo è venuto per farci compartecipi della sua natura, e san Giovanni ( sanGiovanni 1,12 e san Giovanni 3,16 ) e nel suo evangelo lo scrive chiaramente…questo sì che è EGUALITARISMO…GRAZIE AR CAZZO, E’ IDENTITA’, che 2,5 sia uguale a 2,5 è scontato, o no?
    Tutto sto sfogo contro qualsivoglia distributismo.

    Comunque nun me pija per culo così. Pare che nun se semo mai letti in giro…eddaje porca putténa…

    x Carlo:

    Grazie pé l’educazione. Vi faccio ( che il lei è da recchioni ) notare che ho scritto ANCHE…Ad ogni modo , per me, siete i primi tra i comunisti.

    Voi credete che gli homini siano tutti uguali. Ovvio che nel profondo sia così, ma nella modulazione degli esseri non lo è.
    Ed in tale modulazione c’è chi merita di essere schiavo. Il vostro difetto è credere che ciò non si possa stabilire e sapere e prevedere, come se solo l’economia possa venir qualitativamente studiata.

    La genesi dello stato è da spiegarsi proprio da questa differente modulazione. E’ troppo comodo pensarla come SEK 3.
    Ha ragione, io gli dò ragione, ma è troppo comodo.

    Tutto ciò implica una riflessione ben più profonda di quella a cui Rothbard si è spinto.

    Walter Block ci rammenta che il mercato non è morale. Walter Block ci rammenta L’UOMO, ma voi volete nasconderlo.
    Molti preferiscono l’onore , altri la fica, altri il disimpegno totale…direste voi che non c’è da trovarvi problema…eppure non siete capaci di gerarchizzare tali cose nel vostro estremo basarvi sull’individuo.

    Permettevi di farvi notare che , non comprendendo l’universalità dei principi su cui vi basate, FATE LA PARTE DEGLI STATALISTI, dacché ammantate l’arbitrio.
    Usate i principi come servi dell’individuo il ché è idiota o quantomeno fallace…

    Ecco perché nun riuscite a capiì gli ifami idioti de sinistra. Io invece li capisco, e capisco pure a voi, e me fate schifo tutti e due…

    • Nicola

      Credimi… con tutto il rispetto… non si capisce “na’ mazza”.

      • Fidenato Giorgio

        Nicola… non perdere tempo per capire daouda…. non ne vale la pena nemmeno stare ad interloquire. Quello che è importante è capire che non tutte le proteste vanno sostenute. Io mi sono fatto un’idea: secondo me il 95% delle proteste sono su quella lunghezza d’onda. Ora qualcuno pensa che bisogna andare oltre e prendere la parte che a noi interessa e il resto lasciarlo perdere. Io posso essere anche d’accordo ma va sottolineato che noi su la gran parte delle cose che dicono non siamo assolutamente d’accordo. Io sono convinto che a quel punto sono loro a non volerci. Io l’ho provato con molti movimenti o protestatari degli agricoltori. Si discuteva e quando io me ne uscivo che non trovavo giusto ad esempio distruggere i camion delle arance dei produttori spagnoli (mentre loro ad esempio approvavano tali azioni) veniva fuori subito le nostre differenze e, credetemi, li irritava molto le mie posizioni e subito il fronte si spaccava.

        • Daouda

          Ti dò ragione dalla fine all’inizio.

    • andrea

      “Sopravvire a spese della società? Ma che cazzo è la società? Nun falli sopravvive e abbasta ed avanza! Ma si ce tieni io non sto scrivendo che si debba foraggiare la merda.
      Io dico che si possa, anche, deliberatamente spendere di più, e deliberatamente CHIUDERE una possibile branca del mercato, e deliberatamente, RIFIUTARE un determinato prodotto, individualmente E COLLETTIVAMENTE ( daje l’ho scritto pé favve rode, intendevo associazionisticamente ).”

      Appunto, siccome non ci tengo, preferisco deliberatamente spendere meno, anche a costo di far chiudere tutti gli agricoltori siciliani mafiosi e inefficienti(che tanto verrebbero rimpiazzati dalla parte sana dell’agricoltura e dell’imprenditoria siciliana), e rinunciare deliberatamente al loro prodotto. Comunque se la maggior parte dei siciliani fossero davvero disposti a sacrificarsi per mantenere gli agricoltori più inefficienti(sinceramente non credo proprio che la maggior parte dei siciliani sono dalla parte dei forconi, la Sicilia è stata paralizzata a forza, con la violenza e le minacce mafiose), per me va benissimo, a patto che i siciliani la smettano di succhiare finanziamenti al resto d’Italia….
      Se vogliono fare la secessione, facciano pure tutto quello che vogliano, anche impedire ai prodotti stranieri di sbarcare sull’isola, ma tanto a perderci sarebbero solo i siciliani stessi, il resto d’Italia avrebbe tutto da guadagnare a liberarsi da una regione-fardello come la Sicilia

  • Fidenato Giorgio

    Come volevasi dimostrare. Non sempre chi protesta ha ragione, ma vanno analizzate per bene le loro richieste!!!! nIn questo caso, siamo proprio tanto, ma tanto in basso nella scala della proposte minimamente accettabili!!!

  • Carlo

    Gentile Sig. Daouda ,

    il “nostro” non è ideologismo ma semplice razionalità…….ed essere razionali………non è mai da scemo.

    Un saluto libertario

    Carlo Maggi

  • andrea

    Veramente credi che sia meglio avere meno scelta e prezzi più alti?

  • Daouda

    “avere prezzi al consumo più alti e minori opportunità di scelta”

    Quello che fà ridere di voi è appunto l’ideologismo. Perché bisognerebbe ( sottolineo il condizionale ) seguire solo voi e non gli altri, giust’appunto.

    Come se avere prezzi più alti e minore opportunità di scelta fosse ipso facto male. Sapete che non è così, ed è per questo che siete anche voi molto ma molto scemi.

    • Sav

      Boh, io di solito cerco sempre di acquistare i prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo, e questo di solito mi riesce meglio quando c’è più scelta.
      Naturalmente se fossi tanto ricco non me ne curerei, ma evidentemente sono solo tanto tanto scemo…

    • andrea

      Quindi secondo te è bello pagare di più, per far sopravvivere a tutti i costi agricoltori inefficienti ? non sarebbe meglio che si riorganizzino per diventare più competitivi, invece che sopravvivere a spese del resto della società?

    • domenico

      Cioè per te non sarebbe necessariamente un male:
      1) Avere meno libertà di scelta.
      2) Pagare di più.

      E poi dai degli scemi agli altri?

    • Borderline Keroro

      @Daouda
      Avere prezzi più alti e poca scelta è di per sé peggiore che avere prezzi più bassi e più opportunità di scelta.
      Ma tu sei troppo intelligente per capirlo.

    • fabio (da roma)

      Sembri uno di quei ragazzini trenta/quarantenni che vivono ancora a casa di mamma e che non devono fare la spesa. Magari staresti bene con una bella tesserina che ti assegni un tot di beni alimentari giornalieri, senza scelta di qualità perché già fatta dal funzionario preposto al bene e salute pubblica.

      ma pensandoci, non era capoccione che pensò ad una bella tessera del pane??

      PS.: cerca su emule (non è ancora bestemmia scriverlo, vero?) il film “Racconti dell’età dell’oro” per vedere fare la spesa senza scelte.

      • Daouda

        A Fà nun hai capito. Bella pé te.

        Ma tieniti il tuo egualitarismo. COMUNISTA der cazzo.

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