In Economia

DI FRANCESCO CARBONE*

L’ultimo articolo di Marco Bollettino ripubblicato qua settimana scorsa era stato postato anche su un altro sito molto conosciuto in Italia per raccogliere e discutere praticamente tutte le teorie alternative, etichettate molto spesso come cospirazioniste, che si possono trovare in circolazione. Cosa non si è scatenato! Credo che la cosa più sconcertante e triste allo stesso tempo è rendersi conto, leggendo i commenti al suo articolo, che esiste nel mondo civilizzato una buona percentuale di persone che ritiene usura applicare qualunque tasso di interesse ad un prestito. Ecco se andate su luogocomune.net di tali personaggi ne trovate quanti ne volete! A partire, ahimè, dallo stesso gestore del sito: Massimo Mazzucco.

Ora non volevo neanche scrivere questo articolo, perchè messi di fronte ad una discussione così infima sul tema ci sarebbe solo da stare alla larga (come disse Arthur Bloch: mai discutere con un cretino, gli altripotrebbero non accorgersi della differenza). Tuttavia considerando che certi invasati riescono a fare adepti in maniera veramente facile facendo leva sulla diffusa ignoranza in temi economici (si veda da ultimo il caso Barnard e la MMT) ho pensato che sarebbe stato meglio spendere qualche parola a riguardo cercando di fare chiarezza sul tema una volta per tutte.

L’idea che il prestito a interesse fosse usura a prescindere dal tasso applicato era alquanto diffusa tra gli ignorantoni che popolavano il medioevo. Essa portò le tre religioni monoteistiche dominanti (islamica, ebrea e cristiana) a vietare il prestito a interesse. I più furbi furono senza dubbio gli ebrei che vietarono sì il prestito a interesse tra di loro, ma non verso gli aderenti alle altre religioni (alla faccia della coerenza!). L’escamotage permise loro di prosperare meglio degli altri senza dover ricorrere al trucco del Depositum Confessatum che invece si diffuse tra i cristiani per cercare di aggirare l’assurdo divieto.

Come scopriremo leggendo il corso di economia di Huerta de Soto che pubblicheremo tra qualche settimana, fu proprio quel divieto “istituzionale” a causare nel tempo la confusione giuridica intorno alla riserva frazionaria. Tale confusione nel tempo finì per originare e giustificare il mondo alla rovescia del central banking nel quale viviamo oggi e che sta alla radice di questa società malamente fondata sul debito. Se tale sistema si sta oramai accartocciando su se stesso lo dobbiamo indirettamente proprio al divieto istituzionale sul prestito a interesse imposto qualche secolo fa.

Una delle verità economiche che personalmente trovo intituive ma che ancora oggi una percentuale di persone non riesce ad accettare, dal basso della profonda ignoranza economica in cui sguazza, è che la società non può funzionare senza prestito a interesse. La categoria della preferenze temporale che dà origine alla prima componente fondamentale del tasso di interesse (le altre essendo il premio per il rischio e le aspettative di svalutazione del denaro) è connaturata in ogni azione umana.

Nel thread di discussione che ha fatto seguito all’articolo, Marco Bollettino si è prodigato per spiegare bene tale concetto, ma non c’è più sordo di chi non vuol sentire. Dice bene Marco, a commento di un imbarazzante articolo sull’argomento USURA che porta la firma dello stesso Mazzucco:

Ogni volta che si effettua un prestito e si chiede un interesse, ci sono tre componenti che vanno a formare questo “tasso”:

1) tasso di preferenza temporale o interesse originario (ne parliamo dopo)
2) rischio (me li restituirai o no? Devo cautelarmi)
3) aspettative inflazionistiche (i 100 che mi dai tra un anno compreranno le stesse cose dei 100 che ti presto ora?)

Lasciamo perdere per ora le ultime due componenti, parliamo della prima: la preferenza temporale. Che cosa sarà mai? E’ un qualcosa di criminale insito nella natura umana?

Questa “preferenza temporale” ci dice che, a parità di condizioni, preferiamo i beni presenti ai beni futuri, non sappiamo se è meglio l’uovo oggi o la gallina domani, ma sicuramente preferiamo l’uovo oggi all’uovo domani. Per assurdo, se la preferenza temporale non fosse vera, preferiremmo posticipare il consumo dei beni (preferisco mangiare il piatto di pasta domani invece di oggi) e così all’infinito (preferirò mangiare il piatto di pasta dopodomani rispetto a domani, etc.). Una ricca morte di fame e sete attende l’uomo con preferenza temporale negativa.

Sostenere che l’usura, in quanto tale, sia sempre un crimine è sbagliato e l’unico risultato dell’obbligare la gente a prestare a tasso zero, sarebbe quello di eliminare il credito: nessuno presta più nulla e si tiene i soldi in portafoglio. Opinione mia? No, legge della domanda e dell’offerta applicata al controllo dei prezzi: se fissi il prezzo di qualcosa ad un livello troppo basso, tutti vorranno comprarlo e nessuno vorrà produrlo. Qui avremo tutti che vogliono indebitarsi a tasso zero e nessuno che presta denaro.

Domanda: abbiamo reso la vita più facile per chi aveva bisogno di ricorrere al credito, fissando il tasso di interesse per legge a zero? NO, gli abbiamo impedito di ottenere credito.

Non siete d’accordo con me? Secondo voi prestare a tasso zero è un dovere? Un tasso di interesse positivo è criminale?

Bene, io son sempre qua, pronto a farmi prestare soldi da voi a tasso zero, per uno, due, cinque, dieci anni, vi prometto di restituirveli tutti, non uno di meno!

Sono sicuro che farete la fila per darmi i vostri soldi.

Il problema della società e dell’economia non è il prestito a interesse, assolutamente legittimo ed imprescindibile in qualunque azione umana. Chiunque affermi una tale stupidaggine, come ha fatto Mazzucco nel suo ultimo articolo, si situa a un gradino ancora più basso rispetto al generico cialtrone monetario, categoria alla quale appartengono in genere tutti gli economisti neoclassici che giustificano la banca centrale e la moneta creata dal nulla e imposta con il corso legale.

I veri problemi della società e dell’economia, come spiegato un po’ in tutti i nostri libri, e in particolar modo finora da Cosa è il Denaro di Gary North, sono la moneta fiat e la riserva frazionaria, che non solo violano i diritti di proprietà in maniera diffusa, persistente e continuativa, ma causano anche un ciclo economico di tipo maniacale depressivo ormai sempre più evidente. Seguendo le cosiddette politiche anticicliche consigliate dagli economisti di regime, keynesiani o monetaristi che siano, negli ultimi 30 anni è stato necessario aumentare in maniera esponenziale il debito, con due effetti principali:

– permettere un ignobile trasferimento di ricchezza verso le caste che ruotano intorno alla sacra alleanza tra banchieri e governanti (o politici che è la stessa cosa).
– raggiungere inevitabilmente un punto di non ritorno che oggi è praticamente garanzia della prossima grande depressione, a prescindere dalla cura che il banchiere centrale di turno deciderà in futuro di somministrare al paziente oramai in fin di vita.

E’ quindi ora di finirla con questa stupidaggine totale, ripetuta come un mantra, che se esistono gli interessi NON è fisicamente possibile restituire capitale più interessi alla fine dell’anno. Si tratta di una idiozia alla quale continuano a credere solo i boccaloni che non hanno mai aperto alcun libro serio di economia. La cosa si verifica eventualmente proprio nel sistema attuale in cui il denaro creato dal nulla genera, tramite moltiplicatore bancario, un ammontare di prestiti pari a 10 volte circa la base monetaria reale. Ma non è certo il tasso di interesse a causare il problema (peraltro oggi fissato artificialmente dalle banche centrali a livelli ridicoli), bensì la riserva frazionaria. La necessità di stampare sempre più denaro via banca centrale per rattoppare il sistema bancario tecnicamente insolvente è solo una conseguenza di questo perverso meccanismo.

Il vero problema piuttosto è che quei i soldi non sono nostri, e non lo sono perchè sono stati espropriati, oltre un secolo fa, dallo Stato in combutta con i banchieri, senza che la popolazione di pecore allora vivente dicesse niente. La gente è cambiata ma le pecore sono rimaste tali. Ancora oggi non dice niente, e nonostante tutta la conoscenza resa possibile dal progresso e dalla tecnologia, ancora appoggia questo esproprio cercando in altre direzioni la soluzione agli effetti che tale esproprio ha causato nel tempo, direzioni che spesso e ben volentieri si risolvono con il perpetrare ai danni dei cittadini crimini ancora peggiori!! (signoraggisti, barnardiani, marxisti, luogocomunisti… la lista è lunghissima).

Dove starebbe il problema dei tassi di interesse se i soldi fossero nostri, scelti da noi come scegliamo qualunque altro prodotto sul mercato, anziché essere emessi ed imposti per legge (fiat money) da una banca centrale pseudoprivata?

Poniamo che in tal caso lo stock monetario in un certo momento fosse pari a 100. La maggior parte di quei soldi sarebbero di proprietà della gente, apparterrebbero alla gente, solo una piccola frazione di quello stock sarebbe delle banche così’ come altre piccole frazioni sarebbero di proprietà di altri settori economici (come capitale proprio). La gente deciderebbe quanto risparmiare e quanto tenere come riserva di liquidità contro le incertezze e gli imprevisti (il 3, 4, 7%, non lo possiamo sapere ma ragionevolmente sarà un cifra intorno a quelle percentuali).

Quel che la gente decide di risparmiare lo presta a qualcuno. A chi? Ma ovviamente all’istituzione creditizia volgarmente nota come banca, la cui funzione di intermediazione genuina del risparmio è perfettamente legittima e indispensabile all’evoluzione, alla civilizzazione, al progresso, alla creazione di benessere.

La decisione di tenere da parte una riserva di liquidità ci porterebbe ad aprire presso le banche dei depositi a vista che, in un regime a riserva intera, cioé a difesa integrale dei diritti di proprietà sul denaro, sarebbero sempre e in qualunque momento a disposizione del depositante, alla stessa maniera dei soldi tenuti in tasca o sotto il materasso. Il resto del denaro diventerebbe risparmio, ovvero si presterebbe finendo in quel processo di intermediazione al cuore del quale c’è la banca, specialista nel diversificare i rischi e nel capire dove i risparmi meritano di essere canalizzati.

La banca pagherebbe il 3-4% ai clienti che le prestano i soldi e incassarebbe il 5-8% da chi prende a prestito, marginando il suo onesto differenziale. Fine della storia. Non sfrutta nessuno. Non fa usura. Fa solo il suo onesto lavoro di intermediazione del risparmio a beneficio degli investimenti e della generica funzione imprenditoriale.

Il prestito si ripaga benissimo, non solo perchè non sono tutti i 100 a venire prestati, ma solo una parte di essi, ma anche perchè come spiega sempre Marco nei suoi interventi ciò che davvero conta nel tempo è che il denaro permetta di poter ripagare il prestito indirettamente con la creazione di nuovi beni, cioè facendo fruttare l’investimento che il finanziamento ha permesso.

Se tanti, troppi ancora nel III millennio non hanno capito questi processi è perchè ancora oggi non hanno la più pallida idea di cosa sia l’economia o il denaro. Se la prendono con le banche e il sistema bancario accusandoli di un capo d’imputazione sbagliato. Propongono soluzioni che sono ancora più distruttive per la società (ripeto senza interesse la società così come la intendiamo oggi collasserebbe fino a una regressione totale degna e forse neanche del medioevo).

Capisco che occuparsi di finti sbarchi lunari, medicine alternative, massoneria, alieni, marijuana, e teorie complottistiche di ogni sorta sia molto più divertente che non prendere in mano un libro di economia e cominciare a studiare seriamente. Ma se non si inizia un serio processo di educazione economica è meglio stare zitti, altrimenti si finisce solo con il dire una marea di stupidaggini che automaticamente tolgono credito a qualunque altra cosa sulla quale si pretende di pontificare, anche quelle che potrebbero avere un qualche fondamento di verità.

*Link all’originale: http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=778:ossessionati-dai-tassi-di-interesse&catid=21:scuola-austriaca-di-economia&Itemid=177

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Showing 7 comments
  • Stefano

    A proposito degli “ignorantoni” del medioevo, la spiegazione dottrinaria è che non si potevano prestare soldi a prestito ricavandoci un utile perché in quel modo si lucrava sul tempo, e il tempo apparteneva solo a Dio.

  • Pedante

    A meno che io non l’abbia capita male, la parabola dei talenti implica che prestare a interesse non è illegittimo da un punto di vista biblico. L’errore di intepretazione deve essere perciò della Chiesa.

    • iano

      Mi sono sempre chiesto tutte quelle persone con la tonaca,ma chi glielo paga lo stipendio, e che lavoro fanno…!!??qual,è la loro produzione,le tasse le pagano ??é un lavoro faticoso ???Consigli ai giovani…(con i tempi che corrono fate i preti !!)E campi 100anni…..

      • Pedante

        Sì, permangono troppi lacci tra Stato e Chiesa per considerarli due istituzioni antitetiche. Abolire il 5 per mille sarebbe un buon inizio per il ripristino della Sua autorità morale.

  • iano

    Non tutti hanno i contanti per comprare la casa o la macchina nuova…in banca ci vai tu con i tuoi piedi,nessuno ti obblica,se il tasso interessi è alto,puoi sempre cambiare banca,daltronde nessuno regala niente(anche loro devono mangiare)!!!!!

  • daniele

    il tasso d’interesse caro leonardo deve essere razionale e nn da usuraio: voglio 10 mila euro in prestito te ne’ posso restituire 14 mila (esempio) ma nn devi chiedermi cifre assurde se no nn ha un senso: cosa faccio mi impicco per restituirti una somma super maggiorata per fare piacere a te!!?

    Diciamoci la verità leo….molte banche hanno spolpato in questi anni e sè ne’ sono approffitati alla grande di controparte molti deficienti che ricevevano prestiti nn hanno mai rimborsato le cifre pattuite!

    Se nn c’è razionalità e buon senso in questo capitalismo non si puo’ andare lontano!

  • fabio (da roma)

    aggiungerei che se io, consapevolmente, volessi depositare i miei soldi presso una banca che dice chiaro e tondo che NON applica la riserva integrale ma bensì frazionaria ad un tot percento, dovrei essere libero di farlo.

    immagino che ci saranno, in competizione fra loro nell’accaparrarsi clienti:
    – banche a riserva integrale, che fanno semplice custodia che chiederanno un compenso per il loro lavoro;
    – banche a modesto moltiplicatore, dove i clienti si assumono un modesto rischio di insolvenza della banca e riceveranno denaro per ricompensarli;
    – banche ad alto moltiplicatore, dove i clienti depositeranno dietro forte compenso.

    tutto trasparente, rischi valutati dalle parti e ricompensati, contratti volontari alla luce del sole.

    Oggi abbiamo banche a forte moltiplicatore che s’intascano per giunta quanto spetterebbe ai clienti tenuti all’oscuro grazie all’azione dei loro complici: politici e massimi funzionari pubblici (indottrinamento nella scuola pubblica e media pubblici).
    E quando arriva l’insolvenza, perché arriva eccome!!, ricasca sempre sulle spalle clienti/sudditi dello stato.

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