In Economia, Libertarismo

DI GIUSEPPE SANDRO MELA*

Questa domanda è tutto fuorché pellegrina: in molti ci stanno pensando, anche se non lo dicono a voce alta. Ma i sussurri bisbigliati in certi ambienti sono come tuoni fragorosi. Facciamoci sopra un minimo di ragionamento, minuscola parte di un ben più vasto e complesso contesto, e che come tale é da intendersi.

Una valuta altro non è che un indicatore del reale valore dei beni: un chilo di pane costa tre euro, un pacchetto di sigarette ne costa cinque, e così via.

Da un punto di vista astratto ed in un sistema basato sulla cartamoneta, si potrebbe inferire che il valore é determinato dividendo il numero totale di banconote unitarie – equivalenti emesse diviso la totalità dei beni acquistabili. Più aumenta la massa stampata, più si innalza il valore di ogni singolo bene, almeno in termini medi.

Adesso, abbiamo tre possibilità.

Nella prima, il valore della cartamoneta é vincolato ad una certa quantità di un bene di riferimento. Per esempio, quaranta euro per un’oncia d’oro. Essendo l’oro virtualmente indistruttibile e di limitate disponibilità, in questo sistema diventa impossibile ad una banca centrale immettere liquidità in eccesso, ossia, generare inflazione.

Nella seconda, il valore della cartamoneta é vincolato ad una certa quantità di un bene di riferimento, ma questo bene in certi momenti non è raro, potendolo diventare in altri. Quando la disponibilità di questo bene di riferimento aumenta, la banca centrale può, od anche deve, stampare cartamoneta per mantenere invariato il rapporto del costo. Un caso di riferimento: il petrolio. Aumentando l’estrazione, entro certi limiti si può aumentare la massa circolante, senza particolari traumi al sistema.

Nella terza, il valore della cartamoneta é stabilito da una qualche autorità centrale. Si instaura così un valore forzoso, imposto più dalla politica che dall’economia. La conseguenza è semplice: quella valuta resta sul mercato solo fino a quando l’autorità politica riesce ad imporla, con le buone oppure con le cattive. La stampa è libera.

Se riguardiamo la storia dell’ultimo secolo, possiamo osservare come queste tre possibilità si siano succedute nel tempo.

Con il trattato di Bretton Woods si introdusse un “gold exchange standard“, basato su rapporti di cambio fissi tra le valute, tutte agganciate al dollaro, il quale a sua volta era agganciato all’oro. Il mondo si avviò a quello che fu definito il “miracolo economico” degli anni ’60.

Il sistema resse fino al 15 agosto 1970, quando il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon annunciò la fine della convertibilità del dollaro in oro. Il Tesoro degli USA aveva consumato quasi tutte le sue riserve auree. Di fatto, il dollaro americano rimase ancorato al petrolio. Letta in quest’ottica, la susseguente crisi petrolifera altro non fu che una grande svalutazione, resa necessaria perché la quasi totalità degli stati aveva adottato un politica di deficit sostenuto e costante. Tuttavia, l’incremento estrattivo, oltre ovviamente ad altri motivi, non permise all’inflazione di falcidiare i deficit, che si tramutarono rapidamente in debiti.

Tutto il mondo occidentale andò incontro ad un severo indebitamento, che esitò alla fine nella crisi del 2009. La crisi dei subprime fu solo il trigger. Il problema consisteva semplicemente nell’incompatibilità tra le politiche di risanamento con quelle di stimolo ad un’ulteriore crescita economica.

A partire da tale data il mondo é scivolato nella terza fase, ove le valute hanno valori fittizi, definiti politicamente. Tuttavia il mondo occidentale non é più l’unico punto di riferimento mondiale. I Bric non sono più paesi emergenti. Sono emersi, e la situazione debitoria dell’Occidente è semplicemente enorme, non più sostenibile.

Ciò detto, ed in molto ci si affida all’intelligenza ed alla competenza specifica del Lettore, diventa lecito domandarsi cosa potrebbe succedere, non ora, ma quando tutto sarà finito.

Che presto o tardi debba arrivare o una nuova immane depressione oppure il crash-up-boom non sembrerebbero esserci dubbi. Ma dopo?

Ecco, sono in molti a stimare che si tornerà al gold standard, ed i movimenti di molte banche centrali sembrerebbero proprio lasciare intravedere questa possibilità. Sembrerebbe proprio che la Federazione Russa potrebbe giocare un ruolo di primo piano su questo scacchiere.

Ascoltata in quest’ottica, l’intervista di Reuters, che riportiamo a seguito, diventa immediatamente credibile, un’ipotesi plausibile.

 

* Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2012/04/e-se-il-mondo-tornasse-presto-al-gold-standard.html

 

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Showing 12 comments
  • francesco meriani merlo

    Interessante… anche se da ex farmacista dipendente ora falegname (?!) anarchico ho avuto qualche difficoltà a seguire tutto ciò che avete scritto. Ma al fatto che una moneta stampabile a piacere da una banca centrale ha solo un valore formale e convenzionale (finché dura), ci sono arrivato .Mia moglie è nata nella ex Jugoslavija ove a un certo punto aggiungevano uno zero al mese…. poi è arrivata la guerra…

  • mario

    I mercati hanno deciso che non vale la pena di rischiare nemmeno la fiat moneta prestandola a stati che ne obbligano l’utilizzo per gli scambi e per pagare le imposte. I mercati sanno benissimo che gli stessi stati contraggono debiti che non potranno mai ripagare se non attraverso la svalutazione della loro stessa moneta.
    Gli stati non solo svalutano dopo aver tassato, ma lo fanno dicendo che lo fanno per il bene comune.
    Chi sia il monopolista poco importa, il furto della moneta ai danni del mercato è un fatto.
    I mercati non sono solo le banche o le altre entità finanziarie. I mercati sono persone in carne ed ossa come te e altri 7 miliardi di persone. Al mercato ci va qualcuno che ha qualcosa da scambiare, beni reali e sevizi. Se pensi che i mercati siano quelli che fan nuvole di bit e carta ti sbagli. Quello è una frazione neanche tanto grande di quel che muove il mercato dell’insieme della gente. Il problema è che lo strumento usato per legge sono le fiches del casino’. Non riesco a capire perchè certa gente davanti ad un problema reale di tutela del diritto di proprietà come aspetto addirittura pregiuridico si possa accontentare di lagnarsi del croupier che fa la cresta. Le banche sono fallite perchè hanno fatto credito n volte quello che avevano disponibile a livello di sistema con la protezione della banca centrale. Hanno inoltre dirottato parte di questo flusso di credito a favore degli stati che hanno speso più di quello che incassavano. Il giochino è cent’anni che stà girando in questa maniera. I mercati sono stufi. Verrà giù tutto come un castello di carte con il primo stupido detonatore utile. Restano 7 miliardi di persone che per sopravvivere devono scambiare beni e servizi in maniera efficiente. Il furto della moneta al mercato è costato 2 guerre mondiali, una guerra fredda ed i conflitti più o meno caldi degli ultimi 67 anni. Senza la possibilità di emettere moneta dal nulla tutto ciò sarebbe stato impossibile. Il potere di emettere moneta, anche con le più nobili intenzioni, è fatalmente seduttivo e potenzialmente letale per il genere umano. Più il dominio della moneta è prossimo all’utilizzatore, più è diffuso tra tutti gli utilizzatori come il diritto di proprietà sui beni materiali ed immateriali, più avrò un incentivo naturale al rispetto dell’altrui proprietà ricevendone rispetto in cambio.
    L’economia non è un gioco a somma zero, o si vince tutti o non vince nessuno. Piripacchio

  • Claudio

    Scusami ma (a parer mio) stai delirando…Non è la Stato ora a decidere ,bensì i mercati.Da tanto ormai non è regolatore della politica economica. “Se mangiare è uno strumento di soddisfazione personale riconosciuto univocamente dalla collettività perchè dovresti tu privato a detenerne il diritto di proprietà ed il controllo e non la collettività stessa.
    Ma ti rendi conto delle cose che dici?” Io si,tu credo meno.Perchè dei privati (come la banca d’italia o la bce)devono ricavare benefici dalla creazione di uno strumento per la collettività e detenerne il controllo?Per quanto riguarda l’utilizzo dell’oro, a meno che tu non voglia stampare monete d’oro e farle circolare,nessuno riuscirà a controllare che l’emissione di moneta sia realmente proporzionata alle riserve d’oro, come già accaduto in passato.Tu parti di libertà individuali,ma in questo ambito non ha senso. Avrebbe senso se tutti potessero produrre i Piripacchi,altrimenti è dare l’enorme potere derivante dal bene per eccellenza ad un unico privato,che non fa certo il bene della collettività….

  • mario

    Gli stati non fanno economia, ma intermediano risorse già prodotte dal mercato.
    Se la moneta è uno strumento per scambiare risorse allora deve essere di proprietà del mercato.
    Gli stati che c’entrano? Nulla vieta agli stati di prelevare una parte di quel che mercato considera moneta.
    Anzi, il fatto che per gli stati la moneta sia determinata dal mercato è una garanzia di buona moneta.
    Se gli stati si accontentassero di spendere non più di quel che riescono a raccogliere, non ci sarebbero deficit e quindi non ci sarebbero debiti pubblici.
    A questo punto non ci sarebbero bisogno di banche centrali (d’imprinting comunque statale) per garantire l’equilibrio di un sistema finanziario fondato sulla ridefinizione (ex lege) di istituti giuridici quali il deposito ed il prestito.
    Certo, il fatto che l’oro sia tanto o sia poco non c’entra nulla con la possibilità di essere utilizzato come moneta. Anzi il fatto che sia scarso è proprio una delle caratteristiche necessarie ad un bene economico di quel tipo. Se detto bene economico sarà scarso o mal distribuito ciò non impedirà il suo utilizzo come moneta, tantopiù per il fatto che non sarà moltiplicabile a piacere per ragioni fisiche e che non deperirà. Non si ha paura di usare l’oro perchè è scarso ma, grazie alle manipolazioni del passato, perchè il processo di transizione potrebbe portare a squilibri transitori dei quali non si vogliono patire le conseguenze necessarie.
    Poniamo il caso che il mercato scelga il “piripacchio”, noto bene molto abbondante solo nella mia proprietà e praticamente inesistente altrove. Io avrei il monopolio della moneta. Chi vuole piripacchi deve portare altri beni in cambio. Direi molti beni perchè io sono molto avido. Ma fuori dalla mia proprietà dove si formano i prezzi dei beni i piripacchi attraverso certificati che rappresentano il mio cambio corrente funzionerebbero comunque. Chiunque mi consegnasse i beni il cui valore oggettivo di scambio corrispondesse ad un certo ammontare di piripacchi si vedrebbe consegnare da me i piripacchi corrispondenti. Il giorno in cui dalla mia proprietà non si potesse estrarre più alcun piripacchio significa che tutti i piripacchi saranno in circolazione nel mercato. Di questo si ha una fottuta paura. Si ha paura del naturale riaggiustamento. Non si ha paura dell’ignoto, avere paura dell’ignoto anche in economia è un controsenso. Semmai si ha paura delle conseguenze del riaggiustamento esattamente come si ha paura della recessione o della deflazione.
    La cosa strana è che ci sentiamo marginalmente più tutelati dall’arbitrio di uno stato e ci prodighiamo a fornirgli la possibilità di manipolare opacamente le informazioni necessarie al mercato per poter funzionare.
    Anche un solo ed unico piripacchio da un kg. sarebbe sufficiente ad essere utilizzato come moneta per denominare i prezzi di tutti gli scambi del mondo. L’unico inconveniente sarebbe la necessità di avere una calcolatrice con un numero sufficiente di decimali.
    Gli stati invece avrebbero bisogno d’altro. Una bella revisione alla “rule of law”, ad esempio. Una revisione che si potrebbe fare meglio se si gravassero queste entità ectoplasmatiche killer dall’onere improprio di occuparsi di moneta.

    • macioz

      Esatto.
      Hanno il terrore del gold standard perchè i piripacchi uscirebbero dai caveau delle banche centrali e finirebbero là dove dovrebbero stare, a casa della gente. E quando la gran parte della gente ha i piripacchi, per lo stato è molto più difficile imporre la moneta fasulla.

      • Giorgio Fidenato

        Perfetto, sarebbe proprio così!!!!!!

        • Brillat-Savarin

          Sottoscrivo al cento per cento: il problema dell’oro (e ancor di più dell’argento) è che cominci a circolare. Per la “salvezza” degli stati deve stare ben chiuso nei caveax delle loro banche centrali. Io penso che gli stati dovrebbero avere più paura dell’argento che dell’oro: non per niente sull’acquisto del metallo lunare vi è una bella IVA sopra, a differenza che sull’oro e – last but not least – i caveaux delle banche centrali sono sprovvisti del bellissimo metallo bianco…

    • Claudio

      Peccato che i Piripacchi li crei dal nulla e li “presti” alla collettività in cambio di interessi da strozzino…..ma spiegami: se i piripacchi sono un mezzo,uno strumento che acquisisce il valore che gli conferisce la collettività per accettazione,perchè dovresti essere tu privato a detenerne la proprietà ed il controllo e non la collettività stessa?!?E poi scusami,con le risorse finite si pone un problema….se cresce la popolazione e il complesso di beni e servizi,deve crescere anche la massa monetaria,perchè altrimenti si avrebbe penuria di cartamoneta e conseguente deflazione,con mancanza di liquidità per gli investimenti e contrazione del mercato…..La verità è che come mezzo di scambio deve appartenere al popolo per mezzo dello Stato,il quale deve regolarne l’emissione in rapporto con PIL popolazione.Una moneta FIAT del popolo.

      • mario

        Anche la tua signora appartiene al popolo e per mezzo dello stato quest’ultimo ne regola le effusioni in rapporto al tuo rischio cecità?
        Ma fammi il piacere
        Vuoi il denaro prestato o vuoi il denaro tuo? Quando prendi lo stipendio lo vuoi solo in prestito?
        Vuoi continuare a non essere libero di disporre del frutto del tuo lavoro? Vuoi qualcuno che abbia la possibilità di variare il potere d’acquisto dei tuoi sforzi annacquandolo?
        Ti piace vivere a debito?
        Son problemi tuoi. Se non sai cosa è il danaro troverai sempre qualcuno che ti dice che è lo sterco del diavolo.
        Non sono io a decidere cosa deve essere il danaro, non sei tu che lo decide comunque. Pensare che sia lo stato (come è ora) non mi rende molto tranquillo. Se ti piace dove ci ha portato il denaro di stato sono propblemi tuoi.
        Se mangiare è uno strumento di soddisfazione personale riconosciuto univocamente dalla collettività perchè dovresti tu privato a detenerne il diritto di proprietà ed il controllo e non la collettività stessa.
        Ma ti rendi conto delle cose che dici?
        Se scambiare beni è uno strumento di soddisfazione personale riconosciuto univocamente dalla collettività perchè dovresti tu privato a detenere il diritto di proprietà e il controllo dei beni che scambi e non la collettività stessa.
        Credimi, hai bisogno di una manutenzione profonda alle infondate convinzioni che ti stanno rovinando la vita.
        L’oro, l’argento, il piripacchio non hanno alcun valore intrinseco. Sono beni reali che si possono scambiare perchè hanno caratteristiche reali e utili per essere usati al posto del baratto di fogli di carta contro beni reali.
        La quantità non conta più di tanto se non per ragioni di praticità, ma le variazioni si. La qualità, nelle mani dello stato è sempre manipolabile per fini diversi da quelli che l’umanità (e quindi nessuno in particolare) ha assegnato il danaro nel mercato. Pensi che l’intelligenza umana collettiva di migliaia di anni ed innumerabili generazioni non valga niente? Pensi di essere più intelligente di un sumero?
        Spero di non aver offeso il tuo amor proprio, non era mia intenzione.

      • macioz

        Non hai capito, i piripacchi non li crei affatto dal nulla. Sono beni reali, hanno un costo di produzione come tutti gli altri beni, è questo che li rende una moneta onesta. E’ onesta perchè nessuno se la può fabbricare a casa sua ad libitum.
        Esistono solo due sistemi monetari, quello in cui la moneta è una merce come tutte le altre e produrla costa risorse, quindi soggiace a tutte le costrizioni delle attività produttive e imprenditoriali. L’altro è quello in cui la moneta non costa nulla, ma, guarda caso, questo sistema necessita di un monopolista della stampante per durare più di una settimana.
        Capisci facilmente che il monopolista tiene tutti gli altri per le palle.
        Oggi il monopolista di fatto è il sistema bancario, con l’avallo più che totale del potere politico. Eliminare o ridurre il ruolo delle banche e lasciare il monopolio allo stato, idea signoraggista, non cambierebbe di molto le cose.

  • IlPaolo

    Sbagliato legarsi all’oro.
    Quando la massa monetaria è subordinata alla quantità d’oro, innanzitutto non c’è abbastanza oro nel pianeta per soddisfare la domanda di moneta, ma anche se ci fosse, uno stato che aumenta le sue riserve (attraverso vendite o nuove miniere) ha la possibilità di stampare nuova moneta, uguale INFLAZIONE (più moneta con la stessa produzione di beni e servizi), o viceversa uno stato che diminusce le sue riserve, è costretto a ritirare moneta, uguale DEFLAZIONE (meno moneta con la stessa produzione di beni e servizi).
    Il sistema è già stato usato nel secolo scorso ad esempio nell’Inghilterra vittoriana, allora che fare?
    Secondo me un compromesso sarebbe legare la moneta (di propietà dello stato quindi senza debito) alla produzione di beni e servizi nella nazione, si produce di più si stampa moneta, si produce di meno, si ritira e si distrugge moneta, facendo così si tiene il sistema in equilibrio con i prezzi stabili senza inflazione e deflazione.

    • Lucio

      PENSO CHE FRIEDMAN SAREBBE D’ACCORDO CON TE . L’INFLAzione si ha se si stampa più carta moneta rispetto alla crescita del PIL.
      CIAO. L.

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