In Anti & Politica, Libertarismo

DI MARCELLO GARDANI

PREMESSA 

L’agenzia statale che ci estorce il denaro delle tasse (Agenzia delle Entrate) ha (coi nostri soldi) trasmesso a lungo uno “spot” televisivo in cui presentava vari parassiti (del cane etc) e finiva mostrando un uomo sconosciuto dall’aspetto torvo e lo chiamava “parassita” sociale perché evasore fiscale.

Veniva da chiedersi: perché metterci un volto sconosciuto, quando il principe dei parassiti italiani si chiama Giorgio Napolitano e fa il presidente della repubblica italiana? E’ la faccia di quel parassita, pur osannato dai mezzi di comunicazione, il quale si fa mantenere ormai da 50 anni dagli italiani con tasse estorte a noi con la violenza e la minaccia della violenza, che va messa nello spot, con l’indicazione che, se venissero eliminati lui e tutti i parassiti come lui, non ci sarebbe nessun bisogno di tasse e di Agenzia delle Entrate (parassiti pure loro).

Motivata con la barzelletta “pagare tutti le tasse per pagare tutti meno tasse” o con “pagando tutti le tasse ci saranno più servizi” in Italia la pressione fiscale è invece aumentata ininterrottamente da decenni.

Alcuni risultati sono i seguenti:

– la distruzione del ritmo di crescita dell’economia italiana

– l’impoverimento progressivo di tutti coloro i quali si guadagnano un reddito col proprio lavoro o i propri risparmi o la propria impresa, rubando il LORO denaro con le imposte per trasferirlo allo Stato (Repubblica Italiana) ed ai parassiti che essa nutre, a migliaia o milioni.

– La perdita della speranza e della voglia di impegnarsi e lavorare di più per il progresso proprio e, per sommatoria, dell’Italia tutta.

– La devastazione dei risparmi privati, visti come colpevole sorgente da punire e da cui attingere per rubarci sempre più denaro.

– …

– Ma l’aspetto più nauseante consiste nel fatto che la Repubblica Italiana si comporta come una qualsiasi organizzazione malavitosa, una Mafia, una Camorra, che estorce denaro ai ceti produttivi, non offrendoci servizi (che noi possiamo scegliere di chiedere o no), ma estorcendocelo con la minaccia del furto o del carcere o della morte (in caso noi ci difendiamo con le armi da quei criminali).

ONESTA’ E CRIMINE 

Onestà impone che sia giusto pagare il costo dei servizi che ci vengono offerti dagli altri, purché sia stato ognuno di noi, singolarmente, personalmente, a richiederli.

Chi chiede servizi allo Stato o ad altri ha il dovere di pagarli per quanto costano e il diritto di usufruirne.

Chi NON chiede servizi allo Stato o ad altri ha il diritto di NON pagarli (neanche indirettamente, con altre tasse o con l’inflazione) e il dovere di NON usufruirne.

Questo vale per qualsiasi servizio: scuola, sanità, pensioni, strade, ferrovie (ad alta o bassa velocità…) etc.

Chiunque ci chieda con la violenza o con la legge (il che è lo stesso, ovviamente) il pagamento per servizi di cui non usufruiamo o che non abbiamo scelto personalmente va contro l’onestà e quindi è un criminale e come tale va trattato.

Le imposte sul reddito e sulla proprietà sono un furto e un’estorsione e chi le attua è un criminale.

Non è invece per nulla un criminale chi riesce a nascondere in parte o totalmente i suoi redditi e le sue proprietà agli estorsori, si chiamino Mafia o Repubblica Italiana, bensì un eroe nella lotta contro il crimine organizzato.

I parassiti dello Stato ingurgitano somme favolose estorte a noi con la violenza, per poi ammannirci di lezioni stucchevoli quanto false sulla necessità che NOI facciamo ALTRI ed ampi sacrifici “per il bene dell’Italia” o “perché ce lo chiede l’Europa” o per altre menzogne dello stesso spessore intellettuale.

Ma sono loro che hanno rovinato l’Italia e noi sudditi. Non siamo stati noi. Essi ne devono sopportare personalmente le conseguenze. Non noi.

Comincino loro a campare con lo stipendio medio di un operaio metalmeccanico.

Anzi, formalizziamo la proposta come proposta di legge e restiamo addirittura larghi, il doppio:

“Qualunque persona che riceva stipendi, pensioni, indennità o qualsiasi altro beneficio sotto qualsiasi forma da parte della Repubblica Italiana o da sue componenti (regioni, comuni, enti etc) non può ricevere in totale più del DOPPIO dello stipendio medio orario di un operaio metalmeccanico (intendendo la media aritmetica tra la paga oraria della categoria più bassa e quella della categoria più alta). Beninteso, le ore di lavoro annue anche virtuali (per i pensionati) non possono superare quelle annue lavorate del metalmeccanico, per non superare il doppio dello stipendio medio annuo. Ciò vale per tutti, dal vertice alla base: presidente della repubblica, senatori, deputati, ministri, giudici, impiegati, operai, pensionati, militari di ogni ordine e grado, etc.”

Se un operaio metalmeccanico ce la fa a campare con quello stipendio perché i parassiti della Repubblica Italiana non ce la devono fare con il doppio del suo stipendio? Tutto grasso che cola, vista la differenza di sudore sparso nei due generi di “lavoro”…

Tu, lettore, a quanto valuti la probabilità che i parassiti accettino il doppio dello stipendio del metalmeccanico?

Se la risposta è intorno allo zero % bisogna evidentemente pensare ad un altro modo di riformare la società.

I PRINCIPI PRIMI

La creazione di una società basata sulla giustizia, l’equità, il progresso, il rispetto di ogni uomo e della sua proprietà, sintetizzati in quelli che si possono chiamare i Principi Primi: “Nessuno ha il diritto di violare l’altrui diritto di disporre del proprio corpo e dei propri beni” è il più alto degli obiettivi politici che si possano proporre all’umanità.

Questa creazione è palesemente impossibile nello stato attuale della situazione politica, utilizzando mezzi legali, perché le leggi sono fatte dallo stato (da ogni stato, compresa la repubblica italiana) per perpetuarne l’esistenza di parassitismo ai danni di noi appartenenti alle classi produttive (ripetiamo: produttive non solo per lavoro, ma anche per risparmi, imprese, capitali, purché di natura contrattualistica, seguendo quanto sintetizzato nei Principi Primi).

Non potendo usare le leggi per distruggere i parassiti, è giocoforza pensare alla rivoluzione.

Poiché le frittate non si fanno senza rompere le uova, occorre pensare ad attuare, se opportuno e necessario, e quando la situazione sarà matura, non solo una rivolta fiscale, che pure sarebbe importantissima, ma anche una lotta armata contro lo Stato.

Noi non siamo certo comunisti (anzi, consideriamo la costituzione della repubblica italiana il male basilare, fondato sull’ideologia statalista (fascista o socialista o comunista), che ha permesso fino ad oggi la progressiva e sempre peggiore distruzione dei nostri diritti naturali), ma è necessario esaminare i fatti che possono istruirci nella modalità di lotta necessaria per la creazione di una società in cui i parassiti di Stato vengano finalmente puniti per i loro crimini e tutti i cittadini onesti possano vivere senza pagare tasse di natura estorsiva, come le tasse imposte da tutte le organizzazioni a delinquere esistenti in Italia, ossia Stato (Repubblica Italiana), Mafia, Camorra etc.

STUDIARE I METODI COMUNISTI 

Sebbene gli esempi di rivoluzioni siano molteplici, è opportuno valutare i metodi seguiti dai Comunisti, i quali, dal punto di vista della spietatezza omicida finalizzata alla conquista del potere, possono darci ampi ed illuminanti esempi.

Nel campo dell’omicidio singolo e di massa, nessuno al mondo ha fatto meglio dei comunisti (pare abbiano raggiunto la cifra di 100 milioni di singoli esseri umani uccisi da loro con i metodi più svariati).

Contateli, non 100 milioni, troppo comodo, ma 1+1+1+1+1+1…

Essendo diventati i maestri indiscussi dell’omicidio finalizzato, è dai loro metodi che bisogna trarre esempio. Citeremo così solo alcuni casi emblematici, di cui i primi due vissuti dal sottoscritto “in seconda persona” avendolo ascoltato direttamente da testimoni degni di fede.

Il mio carissimo zio Allegri Audilio di Torricella del Pizzo, grande mutilato di guerra, in guerra dal 1940 (bersaglieri) al 1945 (Guardia Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana) e poi in carcere dal 1946 al 1950 per la sua adesione alla RSI (e nonostante questo avrebbe ancora dato la vita per la “sua” Italia, caro vecchio tenerone…), mi raccontava dettagliatamente di un ufficiale GNR (di cui purtroppo non ho registrato il nome) in carcere con lui dal 1946: i partigiani (comunisti) non riuscendo a tendergli un’imboscata per ucciderlo, andarono a casa sua e gli assassinarono moglie, figlia e cane. L’ufficiale impazzì, letteralmente e per sempre, dal dolore e venne perso per la lotta contro i partigiani. Quindi obiettivo raggiunto dai comunisti.

Il 3 maggio 1945, il signor Francesco Meneghetti di Casalmaggiore [aiutante (cioè maresciallo) della GNR] fu assassinato in piazza a Casalmaggiore a colpi di chiodi infissi nelle carni. I partigiani comunisti presero il figlioletto di Meneghetti e lo costrinsero a guardare mentre infierivano sull’agonizzante padre coi chiodi e gli orinavano addosso (il racconto ci fu fatto, in persona, dal figlio ormai cresciuto). Anche in questo caso, pur se l’omicidio sembra inutile, a guerra ormai terminata, si nota l’intenzione “educativo-didattica” comunista di mostrare che fine fanno quelli che si oppongono a loro.

Il 23 luglio 1936 il comandante falangista José Moscardò difendeva dai comunisti l’Alcazar di Toledo (Spagna). Non riuscendo a conquistarne le rovine, i comunisti catturarono il figlio Luis Moscardò (16 anni) e minacciarono di ucciderlo se il padre non si fosse arreso. Al rifiuto di Moscardò i comunisti gli assassinarono il figlio. In questo caso l’obiettivo non fu raggiunto dai comunisti, ma certo con un uomo meno ferreo e pieno di fede di Moscardò avrebbero avuto qualche speranza di resa in più. Anche qui l’intenzione “educativo-didattica” comunista è evidente.

Nel 1986, ai tempi dell’Apartheid in Sudafrica, Winnie Mandela (moglie di Nelson Mandela) e altri suoi complici comunisti erano soliti mettere un collarino costituito da una camera d’aria imbevuta di benzina al collo dei poliziotti negri e poi dargli fuoco. Così uccidevano atrocemente e pubblicamente poliziotti anche innocenti, in modo che gli altri non avevano più il coraggio di diventare poliziotti e lo stato si indeboliva.

(Dall’inglese: “Winnie Mandela’s reputation was damaged by her bloodthirsty rhetoric, the most noteworthy example of this being a speech she gave in Munsieville on 13 April 1986, where she endorsed the practice of necklacing (burning people alive using tyres and petrol) in the struggle to end apartheid. She said, “with our boxes of matches and our necklaces we shall liberate this country”.”

“La reputazione di Winnie Mandela è stata danneggiata dalla sua retorica sanguinaria, l’esempio più notevole di questo fu un discorso tenuto in Munsieville il 13 aprile 1986, dove ha approvato la pratica del necklacing (bruciare persone vive con pneumatici e benzina) nella lotta per porre fine all’apartheid. Ha detto, “con le nostre scatole di fiammiferi e i nostri collarini libereremo questo paese”.”)

La stessa Winnie ordinò molti omicidi, fra cui, nel 1988, il rapimento e l’uccisione del piccolo Stompie Moeketsi, di soli quattordici anni, che ebbe la gola squarciata da parte dei gorilla della stessa Signora Mandela, su suo ordine, come ebbe a confessare lo stesso esecutore materiale del delitto.

Metodi atroci? Sì, ma obiettivo raggiunto dai comunisti, che demolirono l’allora stato del Sudafrica.

Nota a margine: a Winnie Mandela fu poi garantita l’assoluta impunità per i suoi molteplici crimini. Quindi non è vero che “il crimine non paga”, se si conquista il potere paga, eccome!

ERRORE STRATEGICO DELLE BRIGATE ROSSE E STRATEGIA GIUSTA 

A questo punto ci si può rendere conto di come fosse “extra comunista” (cioè fuori dalla ingloriosa ma perfettamente funzionale tradizione omicida dei comunisti) e sbagliata la strategia delle Brigate Rosse comuniste di “colpire al cuore dello Stato”. Anche se erano riuscite a uccidere Aldo Moro, non sarebbero mai riuscite a uccidere le centinaia o migliaia di persone che erano ai vertici dello Stato, perché sempre troppo protette dalle forze di polizia.

La strategia giusta non è “colpire al cuore dello Stato”, ma “colpire i piedi dello Stato”, togliendogli le risorse economiche su cui si nutre a nostre spese (ad esempio con la rivolta fiscale) e/o uccidendo la base che supporta lo Stato come faceva Winnie Mandela e/o, come nell’illuminante esempio dell’ufficiale della GNR, uccidergli la famiglia.

Quindi bisogna colpire i piedi dello stato, non il cuore, perché senza il sostegno dei piedi, lo stato non potrà che crollare, come il famoso colosso sognato da Nabucodonosor, con la testa d’oro ma i piedi d’argilla.

Per farne rotolare la testa basta distruggere l’argilla dei suoi piedi.

IL CRITERIO SBAGLIATO DI EQUITA’ ALLA LUCE DEL “DIVIDE ET IMPERA”

Spesso si sentono lamentele che sostengono l’iniquità di un certo provvedimento legislativo

“perché non fa pagare abbastanza chi può pagare di più”

“perché non fa pagare di più i commercianti e di meno gli imprenditori”

“perché non fa pagare di più gli agricoltori e meno i pensionati”

ed altre mille…

ma alla fine tutte queste categorie sono riducibili a una sola:

“iniquo perché non fa pagare di meno me e di più qualsiasi altra persona che non sia io”

Queste affermazioni sono non solo indice di egoismo, bensì miope ed autolesionista egoismo, che divide tra loro i sudditi dei parassiti che ci spolpano e lascia i parassiti impuniti!

Proseguire a dividerci gli uni contro gli altri è manifesta stupidità che fa il gioco dei parassiti.

Vogliamo cadere ancora vittime del “divide et impera” così noto dai tempi antichi?

Non facciamo come i capponi di Lorenzo Tramaglino, che mentre venivano portati al macello presso l’avvocato Azzeccagarbugli, invece di prendersela con chi li maltrattava, erano tutti intenti a beccarsi vicendevolmente tra loro.

Tutti noi, finalmente non più capponi né sudditi, dobbiamo prima individuare con la citata logica e poi punire i criminali che ci sfruttano, non prendercela con gli altri derubati!

IL NEMICO DI TUTTI E’ LO STATO 

Ricordiamo sempre:

il nemico degli operai non sono gli impiegati, ma lo stato.

il nemico dei commercianti non sono i pensionati, ma lo stato.

Il nemico dei professionisti non sono i proprietari di immobili, ma lo stato.

Il nemico degli agricoltori non sono gli industriali, ma lo stato.

Il nemico di tutti è lo stato.

Il nemico di tutti sono i parassiti, dal presidente della repubblica (oggi Giorgio Napolitano), al presidente del consiglio (oggi Mario Monti) e a tutti gli altri sotto di loro.

Morte ai parassiti!

Viva la libertà e la giustizia!

Ricordiamoci che se ci muoveremo nella direzione di applicare quanto sintetizzato nei Principi Primi: “Nessuno ha il diritto di violare l’altrui diritto di disporre del proprio corpo e dei propri beni” creeremo finalmente, e per la prima volta nella storia, una società giusta e libera!

L’Italia potrà diventare uno dei fari del mondo, per libertà, giustizia, progresso, crescita, ricchezza personale e generale.

… E staremo tanto, ma tanto meglio, moralmente e materialmente.

 

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Showing 57 comments
  • Alessandro Colla

    Ho trovato solo oggi, lunedì 28 dicembre 2015, questi vecchi commenti. Trovo atroce che ci sia ancora chi non capisca le verità più elementari. C’è chi scrive che le società anglosassoni sarebbero invivibili. Non sono il massimo, certo. Ma pensare che quelle mediterranee siano migliori vuol dire non avere occhi per vedere. Ritenere che un libertario consideri cuore e bicipite come da trattare nello stesso modo è mero esercizio di autentica disonestà intellettuale perché i libertari sono per principio antiolistici. Quanto alla costituzione italiana che garantirebbe l’equità sociale, sarebbe meglio cominciare a capire che equità è sinonimo di diritto. Dove sta l’equità nell’imposta progressiva? Dove sta l’equità sulla tassazione imposta indipendentemente dalla mia volontà? Dove sta l’equità sulla sovranità altrettanto imposta da chi io non ho scelto? E’ questo che non si chiedono quelli che sostengono l’idiozia che il fautore del libero mercato non sarebbe un vero liberale? Ignoranza in tutto: in storia, in economia, in diritto, in filosofia, in letteratura… Che altro? Scommetto che anche in campo scientifico queste persone hanno mille superstizioni su uranio, organismi geneticamente modificati e antenne.

  • Francesco67

    Concordo in tutto, al tuo fianco anche l’uso delle armi per eradicare questo cancro ( alias classe politica) che ha abilmente e finemente impiantato, in questo schifo di nazione, un clima repressivo e ritorsivo come quello usato dalla Gestapo.

  • antonio

    Il problema è la vera democrazia…e il diritto internazionale che non ha mai funzionato dagli imperi ,monarchie assolute fino ad oggi si sono sempre calpestati il diritto delle genti,l.autodeterminazione dei popoli e il principio di nazionalità o meglio ad alcuni popoli sono stati determinati alcuni diritti inviolabili ad altri no.Vi è stata sempre disparità tra gli stati e tra le nazioni ,molte nazioni vivono sotto stati stranieri anche inconsapevolmente e attraverso cessioni di sovranità..anche le monete fanno parte del sistema colonizzatori dove popoli e stati usano denaro di non loro proprietà costretti ad indebitarsi con banche straniere anche a loro insaputa e attraverso cessioni di sovranità monetaria…potremmo tutti vivere bene anche se un politico guadagnerebbe 50 milioni di euro l.anno…certo non è morale ma se non cambia il sistema monetario e la democrazia non cambierà mai nulla …sopratutto deve cambiare anche l.essere umano

  • max

    Quanti commenti fate su basi di pensiero prive di senso, non vi interessa sapere il motivo della quale siamo caduti tutti nella merda.
    La finanza mondiale vuole ridurre la popolazione nelle aree più improduttive, l’Italia è un paese di vecchi ritenuto oggetto da colpire più di tutti gli altri, per questo motivo è fortemente irrorato da azioni di aerosol chimico.
    Se continueranno a oscurare il sole con nuvole chimiche gli alberi soffriranno fino alla loro morte, dando origine ad un aumento di anidride carbonica che è una minaccia per ogni forma di vita esistente sulla terra.
    Le politiche degli Stati che non si oppongono per che temono che si incrinino i rapporti
    economici, tocca a noi ristabilire la via giusta, con l’azione.

  • Roberto Porcù

    Mia piccola, insignificante opinione.
    Si compra al prezzo minore del mercato e si vende al massimo realizzabile. I debiti vanno sempre onorati. I crediti vanno sempre riscossi. Se il cliente non paga si fa azione benevola cercando in tutti i modi di risolvere la questione nel modo a lui più congeniale e, solo se dà ad intendere di non voler proprio pagare, si inizia l’azione legale con il decreto ingiuntivo, pignoramenti e quant’altro, fino alla richiesta di fallimento. Queste sono le regole di mercato. I beni mobili ed immobili venduti alle aste si acquistano ad un prezzo, forse inferiore a quello di mercato, ma la qualità è sempre a scatola chiusa. E’ mercato anche questo.
    La riscossione fatta da Equitalia per conto di tasse (esose) non pagate, e talvolta non dovute, pecca nell’esosità dell’interesse applicato, che non è applicato invece dallo stesso stato quando è lui a ritardare i pagamenti. Inoltre non c’è a Berlino un giudice imparziale a cui ricorrere in una lite con lo stato.
    La chiamano repubblica democratica, ma è una volgare associazione a delinquere di stampo politico burocratico che impone il pizzo ! Importante è sapere con chi si ha a che fare.

  • Lorenzo

    Se cosi’ stanno le cose tanto vale riempire la casa con tutte le tue proprieta’ e far saltare direttamente tutto.
    Se tanto ti devono lasciare in mutande comunque allora che non se lo godano nemmeno loro.

    Una cosa sola mi viene da pensare….a tirare la corda, se si porta via ad una persona tutto quello che ha, finisce che poi si comporta come chi non ha piu’ niente da perdere.
    Il rischio reale e’ questo.

    In effetti non sapevo di questa bella cosa del metodo di calcolo dei pignoramenti necessari, in questo caso rimarrebbe solo il non presentarsi minimamente alle aste giudiziarie, peccato una cosa
    Che di una cosa sola ci si puo’ fidare sempre, ed e’ quello su cui contano i nostri “cari amici”:
    L’avidita’.

    Ci sara’ sempre qualcuno che in barba a tutti andra’ a comprare all’asta una casa o quello che e’ a un prezzo bassissimo, per cui, come sempre, siamo noi che facciamo guerra a noi stessi.

    La verita’ e’ una delle cose che piu’ apprezzo, anche se a volte lascia storditi.
    Ma e’ anche vero che se tutti stiamo ad aspettare che uno dia fuoco alle polveri rischiamo solo di vedere uno alla volta cittadini che rovinano la loro vita per niente, come l’imprenditore di Bergamo.

    Eppure ci devono essere modi per iniziare a far capire che gli italiani non sono piu’ disposti a tollerare…

  • Roberto Porcù

    Per un credito vantato di 500 € pignorano il divano che hai acquistato (perché ti serviva) a 1000 € – L’IVG (istituto vendite giudiziarie) lo mette in vendita e lo piazza a 300. Si trattiene 100 ed il tuo debito presunto scende di 200. Tornano e ti pignorano il motorino di tuo figlio per fare lo stesso giro. Finisce che tu paghi per evitare il pignoramento.
    Il fatto che un’impresa faccia investimenti ed operi in un certo senso trovandosi poi la legge cambiata, è un’infamia tutta italiana che meriterebbe un discorso più lungo. Quanto lungo ? Beh! Dipende da dove tu ti trovi, almeno fino al confine, c’è la coda per espatriare.
    Anche se ci dicono che è lo stato, abbiamo a ché fare con una associazione a delinquere di stampo politico-burocratico. Con l’acqua di colonia e gli sfoghi in internet non cambieremo le cose. O fuggi o combatti. Vedrai che prima o dopo qualcuno ridotto alla disperazione darà fuoco alle polveri.
    Scusami se la mia sincerità ti pare troppo schietta.

    • paolo lucchese

      concordo 100%

  • Lorenzo

    Sinceramente ho letto un po’ sgomento l’articolo.

    Passi il riferimento alle torture etc comuniste, e passi il riferimento legittimo o meno alla violenza.
    Sinceramente ho pensato piu’ di una volta che forse sarebbe stato il caso di fare come signore di Bergamo (ma con un po’ meno di bonta’ e remissivita’), solo che poi so benissimo che il solo risultato sarebbe quello di rovinare la propria vita e quella dei propri cari.

    Sinceramente da Anarchico (badate bene non non sbagliare la vera filosofia anarchica con i co….ni, che piazzano le bombe e ammazzano cittadini inermi), so benissimo che l’anarchia richiede troppa intelligenza, onesta’ e rispetto del prossimo da parte di tutti per poter essere applicabile, per cui nemmeno io sono sicuro che sarebbe fattibile l’idea dello zero tasse etc.

    Ci sono servizi dei quali non possiamo fare a meno, il piu’ semplice citato sono le strade, ma ce ne sono molti altri.
    Il problema delle tasse e’ che attualmente in italia per poche che ce ne possano chiedere sono sempre troppe per la qualita’ dei servizi che ci vengono dati in cambio.

    I signori parlano di evasione dicendo che e’ la causa unica dei mali dell’italia.
    BALLE

    Pensano che mettendo finanzieri a controllare tutti serva a risolvere il problema.
    BALLE PURE QUESTO

    Non hanno pensato che abbassare la tassazione a livelli accettabili aumentando la qualita’ dei servizi potrebbe rendere molti italiani piu’ disposti a pagarle quelle tasse?

    Certo che ci hanno pensato, ma non lo fanno perche’ questo vorrebbe dire rinunciare a tutto il loro enorme ladrocinio.
    Questo e’ quanto.
    Senza se e senza ma.

    Quindi e’ da questo che dovremmo partire.
    Inutile stare qui a disquisire su tasse si, tasse no e tasse quanto, ma solo su cosa potremmo attivamente fare tutti per cambiare la situazione…ma non parole, pratica.

    Io e la mia compagna abbiamo una azienda agricola con agriturismo, e siamo davanti in questi giorni ad una enorme ingiustizia chiamata “rimborso iva non legittimo” per il quale l’agenzia delle entrate ci ha richiesto praticamente il doppio di quanto rimborsatoci, e questo dopo approfonditi controlli fatti prima di erogarcelo.

    Perche’ in prima istanza era lecito e in seconda no?
    Il commercialista ha detto chiaramente che la differenza sta nel fatto che adesso sono sotto con il budget da fare tramite multe, recuperi etc.
    Quindi la nostra sola colpa e’ stata quella di aver richiesto indietro cio’ che era nostro di diritto.

    Che fare?? pagare?
    La nostra idea sarebbe una molto semplice, non dargli soldi sonanti, che per loro son sempre buoni, ma dirgli di venire tranquillamente a prendere letti e divani tali da coprire il “debito”.

    Sara’ una cavolata, e sicuramente non sono un tributarista, ma una cosa e’ certa, se tutti invece che pagarli in soldi contanti, dicessimo loro di venire a prendere qualcosa….beh si troverebbero con i magazzini pieni di roba vecchia e senza soldi in mano.
    D’altra parte a noi (intendo noi Italiani)i soldi servono per mangiare, ma possiamo ben fare a meno di un paio di oggetti in piu’.
    Ma anche loro hanno bisogno di soldi, non di oggetti da mettere all’asta sperando che qualcuno li compri.

    Se uno alla volta non possiamo niente, potremmo forse in questo modo fargli capire che possono riempire i loro magazzini di roba inutile, ma che i nostri soldi non li avranno tanto facilmente?
    E in risposta non potremmo smettere di andare a comprare alle aste pubbliche, o almeno far abbassare talmente i prezzi degli oggetti da rendere loro svantaggioso continuare?

    Ieri in un eccesso di rabbia ho messo un articolo su un blog che gestisco, se a qualcuno va di leggerlo…

    Spero solo che in italia si inizi a parlare un po’ meno e ad agire in modo da liberarsi da queste sanguisughe.

    buona serata

    http://www.sopravvivenza.org/sas-training/Blog.html

  • CARLO BUTTI

    Lo so,lo so:Piazzale Loreto è soltanto lo sconcio epilogo di quanto accaduto a Giulino di Mezzegra, tanto più sconcio perché segnato da una crudeltà che neppur si potrebbe dire bestiale, poiché le bestie sconciano le loro vittime solo per saziare la fame, non per consumare fino all’ultimo una brama di vendetta. Quindi non mi sento per niente fuori strada:Piazzale Loreto rimane l’emblema di un Repubblica rimasta sconcia perché nata sconcia, da un antifascismo che ha usato metodi uguali e forse peggiori di quelli fascisti. Aveva ragione Flaiano:in Italia ci sono due tipi di fascisti, i fascisti e gli antifascisti.Con buona pace di Machiavelli(che a dire il vero non l’ha mai affermato, per lo meno in questi termini espliciti) io non credo che il fine giustifichi i mezzi;credo invece che mezzi moralmente turpi rendano turpe anche il fine più nobile.Sulla violenza è nato lo Stato:mi chiedo come possa nascere sulle medesime fondamenta una società libertaria.

  • Roberto Porcù

    @ Carlo Butti – “… un turpe delitto consumatosi a Milano in Piazzale Loreto … ” Sei fuori strada, il delitto è stato fatto altrove per eliminare testimoni e spartirsi il famoso oro di Dongo, in Piazza Loreto c’è stata solo una messa in scena.
    E’ su questi fatti “impuniti” che nasce la Costituzione della Repubblica Italiana fondata sul Lavoro.
    Fondata sull’arraffamento, altro ché!

    • Riccardo

      Sono pienamente daccordo. Per altro, dopo settant’anni sarebbe il caso che la verità venisse a galla. Questo è un altro buco nero della storia italiana. Lo stato italiano è stato costruito sulla menzogna da uomini con le mani sporche di sangue. Costruire una Nazione sulle bugie è come costruire un grattacielo sulle sabbie mobili. Prima o poi crolla. Bisognerebbe soltanto avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità ed ammettere di avere sbagliato, ma questo gli italiani non lo faranno mai. Qualcuno disse: “Tre libri non verranno mai scritti, quello dell’unorismo tedesco, quello dell’alta cucina inglese e quello degli errori italiani”. E non perchè gli italiani non sbagliino, ma perchè non ammettono mai di averlo fatto.

  • CARLO BUTTI

    Mi pare che il ragionamento non fili, né sul piano morale né sul piano logico né sul piano storico. 1)Il comportarsi da ladro e da assassino non è moralmente giustificato dal fatto che anche gli avversari si sono comportati da ladri e da assassini(diverso il discorso per l’occulta compensazione e la legittima difesa, che non sono mai in sé stesse la prima ladroneccio e la seconda assassinio). 2) Quasiasi progetto avrà successo non effimero solo se sarà stato attuato con mezzi idonei e coerenti con gli ideali che lo sorreggono. Se noi libertari ci proclamiamo contrari all’aggressione e consideriamo la guerra un delitto, ma poi decidiamo di usare gli stessi mezzi che hanno screditato altre rivoluzioni, partiamo col piede sbagliato e ci votiamo al fallimento. Vogliamo altre Vandee? Vogliamo altre Leggi Pica per la lotta al “brigantaggio”? Se la Repubblica Italiana è costruita su un turpe delitto consumatosi a Milano in Piazzale Loreto,, vogliamo fondare su delitti simili anche una futura società libertaria? 3)Gesù Cristo con la non-violenza ha sconfitto l’Impero Romano, che qualche secolo dopo averlo processato e condannato morte per salvarsi era costretto ad accettare e far propria la nuova fede. E, “si parvis licet componere magna”, Gandhi con metodi analoghi ha sconfitto l’Impero Britannico. I francesi tagliarono la testa al mite Luigi XVI e dopo pochi anni si trovarono sul groppone un Imperatore aggresivo e guerrafondaio. Qui sono io che mi metto a ridere!

    • Alessandro F.

      Sono d’accordo, la migliore strategia, anche per colpire lo Stato dai piedi d’argilla, è la resistenza passiva. Rothbard ha scritto che ogni vero libertario, posto di fronte a un “bottone magico” con il quale far sparire lo Stato da un momento all’altro, dovrebbe pigiarlo. Ebbene, questo bottone è alla portata di tutti. Se tutti smettessimo di pagare le tasse, quanto tempo sopravvivrebbero gli Stati?
      Non più di qualche settimana, e potremmo iniziare a costruire una società giusta fondata sulla libertà, la proprietà e l’assenza di coercizione e sfruttamento.

  • paolo lucchese

    chi provoca morte……merita morte. Basta con sti sermoni interminabili…..fatti!!!

    • Roberto Porcù

      @ Paolo Lucchese – Giusto, basta con le chiacchiere interminabili, servono fatti.
      La libertà la si conquista solo con la spada il resto è perdita di tempo.

      Approfitto del rientrare in tema per dire che elogio l’autore per l’invito a colpire i piedi dello stato.
      Quello che ci hanno insegnato a chiamare stato si rivela sempre più un’associazione a delinquere di stampo politico-burocratico e non merita il rispetto dovuto ad uno Stato.
      Poi si può esserne sicuramente in disaccordo, ma trovo che questa sia la strategia giusta e sono certo che a Romano Lombardo ed almeno in tutta la provincia, useranno un trattamento di riguardo per i Cittadini.

      • Roberto Porcù

        Rispondo a me stesso incollando un resoconto di Adnkronos del 4 maggio in merito alla strategia di colpire i piedi dello stato – ho sostenuto in più occasioni che questo non è uno stato, ma una associazione a delinquere di stampo politico-burocratico. In Italia sono puniti i reati inerenti alla fiscalità, gli altri godono, se non subito, di un trattamento di grande clemenza appena si sono spenti i riflettori. Qui si dice che l’autore rischia dai 6 mesi agli otto anni: staremo a vedere. Come per i Serenissimi, questo è una persona che io accetterei senza problemi come vicino di casa, lasciando la porta aperta ed i bambini incustoditi, ma è una persona di grande pericolosità per la riscossione del pizzo per l’associazione anzidetta.

        “Ho avuto paura di morire, ma soprattutto di rimanere ferito e invalido vedendo puntato contro di me quel fucile. In quei momenti pensavo ai miei cari, ai miei genitori anziani”. Così Carmine Mormandi racconta, ai microfoni di Tgcom24, il sequestro di cui è stato vittima ieri negli uffici dell’Agenzia delle Entrate a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo. Un sequestro, durato circa 6 ore, che si è concluso senza feriti, ma con tanta paura. “Sto bene, non ho riposato a causa della tensione accumulata”, aggiunge.
        Il sequestratore, Luigi Martinelli di 54 anni, “si è accanito contro di me, non so perché, anche a parole -racconta l’ultimo dei 15 ostaggi liberati in serata-. Ha tenuto proprio me perché io sono entrato dopo l’irruzione e quando ho visto le mie colleghe terrorizzate scappare via, io sono andato la’. Appena sono arrivato lui mi ha guardato e mi ha preso di mira senza motivo. Lui dice che era assillato da qualcosa che non ho capito. Io ho provato a chiedergli qualcosa e alle mie domande non ha risposto. Ha detto che era disperato, ha più volte indicato me in quanto impiegato dell’Agenzia delle Entrate”.
        In quelle lunghe ore “ho mandato messaggi continuamente sms col cellulare a mio nipote a alla mia compagna. Dopo mezz’oretta che inviavo e ricevevo messaggi, mi ha sequestrato il cellulare. Poi mi ha chiesto dell’acqua e lì potevo scappare ma vicino a me c’era quel carabiniere (il brigadiere che ha curato la trattativa, ndr) che è stato bravissimo. Gli ha parlato cautamente, gli ha fatto raccontare della famiglia, gli ha fatto delle battute e scherzava in dialetto”. Nonostante la presenza del militare, la paura di morire è stata tanta. “Al brigadiere Martinelli ha spiegato che voleva le telecamere e poi, ha spiegato che ce l’aveva con Monti. In tutto questo il carabiniere ha continuato ha scherzare e sdrammatizzare con il sequestratore mantenendo la calma. E’ stato bravissimo”, conclude il dipendente dell’Agenzia delle Entrate.
        Luigi Martinelli è ora in carcere a Bergamo in attesa, sabato mattina, dell’interrogatorio di garanzia. Rischia dai 6 mesi fino agli 8 anni. Intanto da Palazzo Chigi arriva la smentita che il presidente del Consiglio, Mario Monti, abbia mai dato la sua disponibilità a parlare con il sequestratore. La notizia riportata dalla stampa, che cita il procuratore di Bergamo Meroni, “è pertanto priva di fondamento”, si legge in una nota diffusa dalla Presidenza del Consiglio.

  • Roberto Porcù

    Vae victis. Io l’articolo lo condivido in tutto e per tutto.
    La storia è piena di persone che conquistano il potere con la violenza e poi fanno le leggi alle quali tutti devono attenersi senza violenza.
    L’osannata, intoccabile costituzione italiana è nata in questo modo da persone con le mani sporche di sangue.
    Sangue del quale non hanno mai accennato a pentirsi.
    Vogliamo cambiare la situazione con modi ghandiani?
    Andate avanti voi che a me vien da ridere.

  • sebastian

    bellissimo articolo

  • Alessandro F.

    Concordo pienamente con l’articolo, anche per quanto riguarda l’uso della violenza. Quando lo Stato si fa rapace predatore e sottrae ai suoi sudditi il frutto del loro lavoro, è consentito e doveroso ribellarsi anche violentemente. Lo diceva Thomas Jefferson ed è quanto si legge nella dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, nati, è bene ricordarlo, da una ribellione fiscale. A chi obietterà che negli USA si pagano le tasse (e chi non lo fa va in galera) sarà bene rammentare che si tratta di un’evoluzione relativamente recente nata agli inizi del secolo scorso con il sedicesimo emendamento. Prima non c’erano imposte sul reddito, ma solo accise e tasse neanche lontanamente paragonabili al livello di pressione fiscale che subiamo oggi. A chi interessa il tema consiglio vivamente F. Chodorov, The Income Tax the Root of All Evil, titolo quanto mai eloquente. La vicenda degli Stati Uniti dimostra in ogni caso che lo Stato, anche se istituito come entità politica minima e destinata alla mera protezione della vita, della proprietà e della ricerca della felicità tenderà sempre a trasformarsi nel Leviatano.
    Concordo anche con chi ha giustamente criticato Marco sottolineandone la statolatria e l’accettazione supina della legge intesa come elemento autoritativo posto da un’autorità capace di attuare coercitivamente la propria volontà.
    Qualche spunto per Marco: a) i beni necessariamente “pubblici” non esistono; non c’è alcun criterio per stabilire quali servizi debbano essere necessariamente prodotti dalle autorità pubbliche. Un esempio per tutti: si cita la sanità quale bene necessariamente pubblico perché non producibile dal mercato e tuttavia necessario per la sopravvivenza. La produzione e distribuzione del cibo è ben più fondamentale per la sopravvivenza, eppure il mercato del cibo è interamente nelle mani dei privati in grado di offrire di tutto, dal discount al ristorante di lusso senza necessità che lo Stato ci metta le sue luride ed avide mani. Ergo: se la sanità fosse interamente privata ci sarebbe la clinica a cinque stelle e il discount della medicina e tutti troverebbero soddisfazione senza un mercato drogato dall’intervento statale. Non si citino, ancora, gli Stati Uniti che hanno una enorme fetta di sanità pubblica attraverso Medicare e Medicaid. b) Chi non paga le tasse non ruba un bel niente, semplicemente tiene ciò che è suo ed evita di farsi depredare. L’argomento sull’uso delle strade è singolare. Potrebbe venir buono per i mafiosi che, ai poveri commercianti che dovessero lamentarsi del pizzo, ben potranno obiettare che essi fruiscono della protezione della mafia coercitivamente imposta come quella dello Stato e che quindi chi non paga il pizzo in realtà ruba. Il parallelo tra Stato e mafia è ben esplicativo del fatto che si tratta di organizzazioni concorrenti aventi il medesimo fine, ossia lo sfruttamento delle persone mediante l’imposizione di tributi obbligatori. Non a caso l’immortale Franz Oppenheimer – che Marco farebbe bene a leggere – distingueva tra il mezzo economico per l’acquisizione della ricchezza, ossia la produzione e lo scambio di beni e servizi, e il mezzo politico, ossia l’appropriazione coercitiva della ricchezza prodotta da altri. c) La Legge non è il complesso di norme poste da un’organismo autoritativo (re, parlamento, duce etc.) bensì un insieme di principi che regolano la convivenza umana che devono essere scoperti dal giudice e dalle parti litiganti. Non è un caso che i due sistemi giuridici più importanti della storia, quello romano e quello anglosassone, non hanno avuto, per secoli, alcuna autorità legislativa. Sempre per Marco una rapida lettura di Bruno Leoni, Freedom and the Law o del primo libro del De Legibus di Cicerone potrebbe essere illuminante.

  • paolo lucchese
    • Pasquino

      Mi raccomando, non dimenticate anche di diffondere info su scie chimiche, HAARP, Ufo e triangolo delle Bermude.

  • CARLO BUTTI

    Caro Birindelli, non ha capito che quel signore parla una lingua e segue una logica diversa dalla nostra?

    • Giovanni Birindelli

      Caro Butti, lo ho capito perfettamente. La differenza fra noi e lui è che noi siamo coerenti con i principi che affermiamo di difendere, mentre lui non è coerente con i principi che afferma di difendere. Io sono consapevole di questa differenza, e lo è anche lei. Lui, tuttavia, non lo è. Io gli ho risposto per aiutarlo a rendersene conto. Non che speri minimamente di riuscirci, ovviamente: posto di fronte all’evidenza, come è stato qui, lui continuerà a negarla. A beneficio magari di altre persone, tuttavia, credo che questa incoerenza valga la pena di essere messa in evidenza perché è su questa che, a mio parere, noi vinciamo, non sulla difesa di posizioni aprioristiche: è mostrando a queste persone l’incoerenza fra i principi che essi stessi affermano di difendere e le loro posizioni che queste persone vengono mostrate per quello che sono e che l’inconsistenza dei loro pensieri viene a galla.

      • Marco

        sei pregato di mettere in evidenza l’incoerenza nel mio pensiero, anzichè dimostrati privo di argomenti e parlarmi vigliaccamente alle spalle cercando conforto tra le sottane del tuo blog…

        coraggio, sono in attesa di argomentazioni CONCRETE che ribattano i FATTI CONCRETI che ho esposto…..
        i sofismi utili a nascondere pretese egoistiche e condotte illegali non mi sembrano efficaci.

      • Marco

        ti ripeto, il diritto non è un’equazione matematica da applicare acriticamente. il principio che invochi tu, se applicato come sembri applicarlo tu, trova un’infinità di eccezioni.

        se la legge è uguale per tutti (nel senso che vorresti intendere tu), perchè si applicano le attenuanti?? perchè gli incensurati hanno un trattamento diverso??

        rimango convinto di una cosa, sei competente in ciò che dici ma lo strumentalizzi nel peggiore di modi; e questo è certamente peggio che essere degli incompetenti che parlano a vanvera.

        • Giovanni Birindelli

          L’incoerenza del suo pensiero viene fuori in maniera molto precisa e concreta dalla sua incapacità di rispondere alla domanda che le ho posto e cioè di dire quale è la differenza, sul piano dell’uguaglianza davanti alla legge, fra il Lodo Alfano (che la Corte costituzionale ha dichiarato violare l’articolo 3 della costituzione e cioè il principio dell’uguaglianza davanti alla legge) e la progressività fiscale.

          La sua incoerenza riflette quella della costituzione la quale da un lato stabilisce il principio di uguaglianza davanti alla legge e, dall’altro, nelle parole della Corte costituzionale e negli articoli della stessa costituzione, permette che questo principio venga violato purché a violarlo sia il più forte (la maggioranza qualificata che serve a cambiare la costituzione). Infatti, nel bocciare il Lodo Alfano, la Corte costituzionale ha affermato che il Lodo Alfano può essere imposto ma solo “come legge costituzionale”. Cioè violare il principio dell’uguaglianza davanti alla legge va bene finché è la costituzione che dovrebbe difenderlo a farlo, cioè finché è chi è più forte politicamente a farlo.

          Vede Marco, la differenza fra lei e me è questa: lei dà per scontato (senza però essere in grado di difenderlo coerentemente) un sistema di riferimento centrato sulla ‘legge’ intesa come decisione di chi detiene il potere politico (e quindi centrato sul potere politico, sulla volontà del politicamente più forte). Io, viceversa, credo in (e sono in grado di difendere coerentemente) un sistema di riferimento centrato sulla Legge intesa come principio generale e astratto, la quale è indipendente dalla volontà di chicchessia (soprattutto di chi detiene il potere politico).

          Se lei avesse letto e capito la seconda parte dell’articolo che ho citato non mi avrebbe posto l’obiezione delle eccezioni: nella seconda parte di quell’articolo, infatti, io non escludo la possibilità che vi siano eccezioni alla Legge e al principio dell’Uguaglianza davanti alla Legge, ma escludo due cose: la prima è che queste eccezioni possano essere chiamate “legge”, e cioè che la violazione della Legge o del principio di Uguaglianza davanti alla Legge possa essere chiamata “legge”. La seconda è che queste eccezioni, cioè queste violazioni della Legge, siano definite in modo arbitrario.

          In altre parole, la differenza fra lei e me può essere espressa anche dicendo che lei crede nella sovranità del parlamento mentre io credo nella sovranità della Legge (di cui il parlamento non è autore ma custode: nel momento in cui pretende di diventarne autore smette di essere un’istituzione legislativa). Lei (probabilmente in modo inconscio ma, da ciò che scrive, inconfutabile) identifica la “legge” con la decisione della maggioranza rappresentativa e quindi con lo strumento di potere del quale chi detiene il potere politico può servirsi per conseguire gli scopi particolari che si prefigge; io viceversa identifico la Legge con il limite a questo potere. Pur parlando la lingua italiana (le cui regole non sono state ‘fatte’ da nessuno ma sono emerse attraverso un processo spontaneo e disperso di selezione di usi e convenzioni e sono rispettate anche da coloro, come i bambini di 4 anni, che non saprebbero come formalizzarle) lei non è in grado di concepire regole che non siano state ‘fatte’ ma sono invece ‘cresciute’ (e cioè lei è incapace di concepire un ordine spontaneo, frutto dell’azione delle persone ma del disegno di nessuno e quindi, nelle parole di Friedrich A. von Hayek, lei è un nemico della libertà)). In sintesi, la differenza fra lei e me è che lei ritiene che sia la ‘legge’ a orbitare attorno al potere politico, mentre io ritengo che sia il potere politico a orbitare attorno alla Legge: cioè lei ritiene che sia il Sole a orbitare attorno alla Terra e che io invece ritengo (e sono in grado di sostenere coerentemente, a differenza di lei) che è la Terra (il potere politico) a orbitare attorno al Sole (la Legge).

          • Marco

            bene, ti dirò che questo esercizio di stile, impeccabile dal punto di vista formale, serve solo a difendere una logica dannosa e dimostra una certa strumentalizzazione delle competenze. significa piegare l’intelletto a logiche settarie. anche perchè tu liquidi frettolosamente la faccenda delle eccezioni nelle procedure del diritto (che eppure sono una parte fondamentale), mentre ti dedichi all’applicazione meccanica delle leggi. anche questo è intellettualmente disonesto. nemmeno io apprezzo la posizione del Parlamento nei confronti della legge, mi spiace che tu abbia inteso questo, purtroppo al momento non mi sembra esista una divisione dei poteri più equa di questa (anche se questa è lontana dalla perfezione). in una parola, stai estrapolando certi elementi dal contesto, strumentalizzandoli, e godendo anche un pò della tua arroganza.

            peccato che nella realtà dei fatti, quella che si vive nella realtà e non nei blog, se non paghi le tasse e usi una strada stai rubando…non c’è alternativa che tenga. quindi tutto il resto del discorso è fuffa.

            possiamo parlare del fatto che le tasse siano troppo alte, che ci siano sprechi, che alimentino sistemi parassitari e di un milione di altre cose….ma cercare di fare passare l’idea che chi evade le tasse sia un eroe legittimato a farlo, è un’azione ipocrita. il tuo articolo si configura come un atto di disonestà intellettuale.

          • Marco

            c’è una questione che non mi sembra tu abbia esplicitato. se il potere oggi usa la legge in modo arbitrario per soverchiare i soggetti da lui controllati, quando invece la legge dovrebbe muoversi in senso astratto e limitare quel potere coercitivo, chi decide quale è il limite che quella legge ideale dovrebbe fare rispettare? non rischierebbe anche quello di essere un giudizio arbitrario?

            e per favore smetti di darmi del Lei perchè la trovo una cosa ridicola.

          • Giovanni Birindelli

            Si lo so: fa comodo parlare di “sprechi”, di “tasse troppo alte”, di “casta” e di “auto blu”; consente di illudersi che il sistema di riferimento centrato sul potere politico sia fondamentalmente corretto e che vada solo aggiustato qua e là, che vada migliorato. E’ normale che ci sia una resistenza conservatrice enorme a cambiare sistema di riferimento, a passare cioè dall’idea che sia la “legge” a orbitare attorno al potere politico (cioè a essere prodotta da questo) all’idea che invece è il potere politico a orbitare attorno alla Legge intesa come principio (cioè a essere prodotto da questa, “non nel senso che l’autorità legislativa viene costituita in base alla legge ma nel senso che essa richiede obbedienza perché (e fino a quando) applica una legge che si presume esista indipendentemente da essa” – Friedrich A von Hayek). Cambiare sistema di riferimento è faticoso perché implica il cambiamento di troppe cose che uno ha imparato (o è stato indottrinato) a dare per scontate. Basti pensare alla rivoluzione copernicana: per quasi duemila anni fu osservata l’apparente retrogressione dei pianeti (che era prodotta dallo stesso sistema di riferimento geocentrico e che lo metteva in crisi) e la soluzione a questo problema fu cercata all’interno dello stesso modello geocentrico che la produceva (ovviamente in vano). Se cadeva il modello geocentrico, infatti, cadeva tutto (la fisica e la chimica aristoteliche, il potere della Chiesa, quello degli scienziati – all’epoca, “filosofi” – che avevano investito tutta la loro vita a custodire un sapere che si sarebbe rivelato falso, eccetera). E’ normale che ci siano resistenze conservatrici molto forti a cambiare sistema di riferimento perché questo vorrebbe dire mettere in discussione gran parte di ciò che uno ha vissuto, creduto, fatto e dato per scontato. Ma non si possono evitare le conseguenze della realtà. Il problema non sono gli sprechi, le tasse troppo alte, la casta, le auto blu, i finanziamenti ai partiti, eccetera: questi sono solo sintomi. Il problema è il sistema che li ha prodotti, il sistema, la costituzione e l’idea di “legge” che questa impone e che lei incoerentemente difende: la soviranità del parlamento o del ‘popolo’ invece di quella della Legge. Molti, forse anche lei, si sono scandalizzati per il fatto che Berlusconi abbia fatto le “leggi” ad personam, ma nessuno si è scandalizzato del fatto che le abbia potute fare, che il sistema gli abbia consentito di farle legalmente.

            Quanto alla sua affermazione che non esisterebbe una separazione dei poteri più equa di questa questo è un falso logico, storico e culturale. E’ un falso logico perché oggi non c’è una separazione fra il potere legislativo (quello di difendere e custodire la Legge intesa come principio) e il potere politico (quello di fare provvedimenti particolari per l’amministrazione dello stato) ma anzi questi due poteri sono confusi l’uno con l’altro (“quello che è successo con l’apparente vittoria dell’ideale democratico è stato che il potere di scoprire le leggi e il potere di approvare misure di tipo governativo sono stati messi nelle mani delle stesse assemblee. L’effetto di questo è stato necessariamente che la maggioranza parlamentare di governo è diventata libera di darsi qualsiasi legge l’aiutasse meglio a raggiungere i particolari scopi del momento. Ma necessariamente ciò ha significato la fine del principio del governo sotto la legge. […] Mettere entrambi i poteri nelle mani della stessa assemblea (o delle stesse assemblee) ha significato di fatto il ritorno al governo illimitato” Friedrich A. von Hayek). E’ un falso storico perché in molti casi il potere legislativo e quello politico sono stati ben divisi: basti pensare alla distinzione romana fra jurisdictio e gubernaculum (si veda Michael Oakeshott, “Lectures on the History of Political Thought”; oppure Bruno Leoni “La libertà e la legge”) oppure alla common law anglosassone quando era ancora intatta, tanto per citare solo due esempi. E’ un falso culturale in quanto Hayek, fra gli altri, ha fatto una proposta per questa divisione dei poteri che (per quanto possa essere migliorata – io ho le mie idee a proposito) sarebbe del tutto attuabile (si trova nei capitoli 16 e 17 del terzo volume del suo “Legge, Legislazione e Libertà”).

            Quanto alla sua domanda (“chi decide?”) essa riflette perfettamente il suo sistema di riferimento e quindi l’idea che la legge possa essere fatta o decisa. Nel mio sistema di riferimento, invece, la Legge non può essere decisa così come non possono essere decise le regole della lingua italiana (nessuno può decidere che rubare sia legittimo o che la disuguaglianza legale sia legittima, allo stesso modo in cui nessuno può decidere che sia corretto usare il passato remoto al posto del futuro). Come la lingua italiana, la Legge intesa come principio può essere solo difesa, custodita e eventualmente scoperta: dove c’è decisione non c’è legge.

            Poi è vero che alcune decisioni collettive sono inevitabili (poniamo quanti giudici assumere) ma questo non significa affatto che queste decisioni siano la Legge: esse devono essere distinte e limitate dalla Legge il che significa che chi le prende deve essere separato da (e sottomesso a) chi ha la responsabilità di difendere la Legge. Inoltre, esse devono essere ridotte al minimo indispensabile (un minimo indispensabile che non è arbitrariamente definito: qui rimando alla seconda parte dell’articolo che ho citato).

            Casi particolarmente difficili e molto comuni sono quelli in cui ci sono diversi principi in competizione fra loro, ma anche qui, per stabilire la risultante della combinazione vettoriale di questi principi in competizione fra loro, non solo non servono decisioni ma queste sarebbero la negazione della Legge (qui tuttavia il discorso si fa complesso e non può essere discusso in un blog).

            Quello che lei dice sul mio atteggiamento circa le eccezioni è contraddetto dalla seconda parte dell’articolo a cui la ho rimandata, quindi ritengo inutile commentare.

            Il “lei” in questo caso ha due funzioni: sottolineare il rispetto per l’avversario e la distanza che mi separa da esso. Potrò darle del “tu” quando lei mi troverà la differenza, sul piano dell’idea di Uguaglianza davanti alla Legge, fra il ‘Lodo Alfano’ (eventualmente costituzionale) e la progressività fiscale.

          • Marco

            siccome sembra che tu goda della tua disonesta intellettuale ti spiego in altri termini dove si fonda la tua ipocrisia.

            il cuore e’ un muscolo, il bicipite e’ un muscolo. entrambi sono fatti di tessuti che si tendono e si rilassano, consumano ossigeno ed energia, sono irrorati da sangue. dunque, seguendo il tuo ragionamento e trattandoli come se fossero sistemi identici, se ci fosse una disfunzione dovremmo trattarli allo stesso modo.

            ti sembra un ragionamento che fila??

            se tu avessi ragione il diritto avrebbe una sola procedura per tutte le sue branche, non esisterebbero specializzazioni, esisterebbe lo stesso meccanismo per ogni tipo di diatriba. cosa che evidentemente non e’. ora, siccome non sei stupido, evidentemente sei un ipocrita perché paragonare una legge basata su termini di equita’ sociale garantiti dalla Costituzione, ad una che voleva cambiare la Costituzione per eliminare equita’ sociale e’ un operazione da mentecatti.

            se poi vogliamo eliminare ogni forma di equita’ sociale e creare societa’ invivibili come quelle anglosassoni…ti sei gia’ risposto.

          • Giovanni Birindelli

            L’unica cosa che con quell’esempio lei ha spiegato è la sua incapacità di distinguere la società da un’organizzazione o da una macchina (in gergo, un ordine spontaneo da un ordine razionale). Lei confonde mele con pere. Non c’è dubbio che se un organo del mio corpo è irrorato dal sangue in modo insufficiente rispetto al suo bisogno (che poniamo sia 100) mentre un altro organo del mio corpo è irrorato dal sangue in modo più che sufficiente rispetto al suo bisogno (che poniamo sia 200), allora io posso autorizzare il chirurgo a operarmi in modo da deviare un pò di sangue dal secondo organo al primo. Ma questo caso non ha nulla a che vedere con quello di cui stiamo parlando infatti qui i trasferimenti di risorse avvengono nel rispetto dei diritti di proprietà di chi li autorizza (essendo il legittimo proprietario del mio corpo io sono anche il legittimo proprietario di entrambi gli organi e quindi sono libero di deviare il flusso sanguigno fra di essi come mi pare e piace). Ma se consideriamo il caso di Tizio che ha entrambi i reni funzionanti e di Caio che non ha nemmeno un rene e per il quale l’unica possibilità per non morire è ricevere uno dei due reni di Tizio, allora qui il discorso è molto diverso. Se lo stato manda la polizia a prendere Tizio e gli fa asportare forzasamente un rene per darlo a Caio sta violando i diritti di proprietà di Tizio. Evidentemente lei è incapace di vedere questa differenza.

    • Marco

      che pena ragazzi, non sapete come rispondere e ripiegate vigliaccamente portandovi dietro la puzzetta sotto il naso….

      dunque, caro Butti, hai delle cose da ribattere a quello che ho detto o devo prendere atto della mancanza di argomenti???

      io ho solo preso elementi dall’articolo in questa pagina, tu non hai nulla da dire in merito a quello che ti ho scritto, per ora sei solo scappato….

      abbiamo dei contenuti o solo una grand voglia di salvare la faccia???

  • CARLO BUTTI

    Pare che in questo nostro confronto non solo esponiamo idee contrapposte(com’è giusto:altrimenti che confronto è?), ma addirittura parliamo due lingue diverse.Di più:ci basiamo su due logiche diverse. Non ci sono i requisiti minimi per continuare. La saluto cordialmente. Corro a rileggermi l’Antigone nell’originale greco

    • Marco

      non sono stato certo io a tirare fuori il solito discorsetto sui comunisti (che due maroni….), sullo Stato criminale, sul fatto che chi evade le tasse (rubando) è un eroe, sul fatto che le tasse non debbano esistere perchè i servizi devono essere finanziati su base volontaria….non sono stato io, è stato l’autore dell’articolo.

      queste sono le questioni alle quali non sai rispondere, quelle di fronte a cui scappi. delle due l’una, o ti dissoci da quello che dice l’autore (tradendo quello che hai affermato in un tuo precedente commento nel quale approvavi tutto il contenuto dell’articolo tranne l’uso della forza) oppure ammetti che nell’articolo sia scritto quello che critico io (e basta leggerlo per vedere che cito cose esistenti in quell’articolo) e rifletti su cosa ti porta ad evitare il confronto e a comportarti da vero arrogante. un pò di umiltà non guasta mai, liberisti.

  • CARLO BUTTI

    Ma che ragionamenti sono questi? Quando mai noi libertari siamo stati relativisti morali? Siamo gli unici ad avere il coraggio di appellarci al Diritto naturale! Sono i nostri critici, che proprio per questo ci prendono a gabbo, a entrare in un’insanabile contraddizione quando- pur essendo fautori del positivismo giuridico- divinizzano la Costituzione.Caro Marco, si rilegga l’Antigone di Sofocle, se mai l’ha letta.

    • Marco

      guarda che il tuo commento lo devi rivolgere all’autore dell’articolo, io ho solo preso elementi dalle righe scritte dal suddetto (ma anche da altri autori di questo blog)…

      se non vi piace la verità impegnatevi per migliorare, però senza fare gli ipocriti. cosa che vedo vi appassiona.

    • Marco

      non sono stato certo io a tirare fuori il solito discorsetto sui comunisti (che due maroni….), sullo Stato criminale, sul fatto che chi evade le tasse (rubando) è un eroe, sul fatto che le tasse non debbano esistere perchè i servizi devono essere finanziati su base volontaria….non sono stato io, è stato l’autore dell’articolo.

      non ti piace? peccato, eppure fa parte di quello che approvi.

  • Marco

    si va bhe…solite balle da pseudo libertari…..

    i comunisti mangiano i bambini, lo Stato è criminale, chi ruba è un eroe, vogliamo una società classista in cui ognuno si fa i cazzi propri e se qualcuno ha un problema non deve ricevere nessuno aiuto, anzi si merita il suo male e deve morire come un parassita che mi ruba i SOLDIIIIIII ( a meno che non abbia un’azienda in crisi, allora sì che servono i contributi pubblici alle imprese)….ma non vi fate schifo da soli???

    non siete nemmeno umani, ci vediamo tutti a Casa Pound….i nazisti avrebbero molto da imparare.

    VERGOGNA.

  • Giovanni Birindelli

    Sul ricorso alla violenza fisica sono totalmente in disaccordo, in quanto verrebbe violata la sovranità della legge e questo ci metterebbe sullo stesso piano criminale dello stato.

    • Marco

      la sovranità delle legge, all’articolo 53 della nostra straordinaria COSTITUZIONE recita:

      Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

      Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

      dunque?? come la mettiamo?? ci scegliamo da soli quali leggi rispettare e quali no?? allora io decido che chi sevizia un fautore del libero mercato (persona ben diversa da un vero liberale) merita una medaglia d’oro al valore civile.

      ti piace??

      • Giovanni Birindelli

        Grazie della risposta. Per quanto riguarda in generale l’idea di ‘legge’ che è imposta dalla nostra costituzione (e che lei sembra dare per scontata) e in particolare per quanto riguarda l’articolo 53 della stessa costituzione che lei cita, rimando al seguente articolo ( http://www.lindipendenza.com/evasione-fiscale-progressivita-e-stato-minimo-parte-prima/ ). Sulla base delle considerazioni che faccio su quell’articolo, rivolgo a lei la stessa domanda che ho rivlto a Tinti. Quando lei mi troverà, sul piano dell’uguaglianza davanti alla legge (ripeto: sul piano dell’uguaglianza davanti alla legge e su questo piano solamente) la differenza fra il cosiddetto ‘Lodo Alfano’ (che la Corte costituzionale ha dichiarato violare il principio di uguaglianza davanti alla legge) e la progressività fiscale imposta dall’articolo 53 della costituzione italiana, allora se ne può parlare. Fino ad allora, non riterrò che il suo commento abbia un senso.

        • Marco

          nella seconda metà dell’articolo dici “Coloro che non sono in grado di ragionare in termini di legittimità ma solo in termini di legalità non riescono a ragionare su un piano di principio (che richiede coerenza astratta) e quindi non riescono a non applicare una diversa idea di uguaglianza davanti alla legge a seconda di ciò che gli conviene nei diversi casi”. peccato che sia la premessa di fondo (difendere qualcosa che si danneggia tutti) ad essere sbagliata. in seguito ti perdi in certi sofismi sterili (i seviziatori) nel tentativo di sostenere una tesi che non può esistere nei fatti (evadere le tasse è un bene perchè lo Stato è criminale). nei fatti sono “paraculate” disoneste. lo Stato è criminale e ti ruba le tasse?? è lo stesso che ti difende con la polizia, che ti opera d’urgenza in pronto soccorso, che educa tutta la società nel tentativo di renderla meno ignorante, che risolve situazioni critiche in caso di catastrofi naturali, che ti permette anche solo di muoverti con ferrovie e autostrade. tutte cose meno concrete e importanti dei tuoi sofismi, pare. sono anche cose che non affiderei al vostro caro idolo, il “libero mercato”.

          la tua visione del diritto, a mio parere, è eccessivamente rigida (meglio non indagarne le motivazioni). seguendo il tuo stesso esempio, se l’unica cosa che conta è l’ugualianza formale di fronte alla legge, perchè ai minori si applicano altri tipi di pene? un minore che ruba o uccide compie lo stesso atto compiuto da un adulto, quindi perchè tutelarlo?? la legge deve essere uguale per tutti. oppure, certe norme religiose possono infrangere i nostri regolamenti, eppure i giudici in quei casi comprovati non emettono sentenze di colpevolezza. perchè?? la legge non dovrebbe essere uguale per tutti??
          vogliamo parlare di disparità di trattamento?? probabilmente Niccolò Ghedini è un avvocato migliore (e più costoso) di quello che difende un immigrato. dunque?? dove va a finire l’ugualianza nelle “possibilità” della legge di emettere un verdetto equo?? la distorsione è a monte e citare il principio di ugualianza di fronte alla legge come l’unico ad essere importante è un fatto sterile

          perchè è così?? perchè la Costituzione è il codice di leggi che comprende tutti gli altri. questa è una cosa che sa anche un bambino delle medie (ed il fatto che tu sembri dimenticartene ci dice molto su molte cose).

          ora, vogliamo dire che la Cosituzione debba essere cambiata?? va bene, siamo liberi di discuterne. questo però è un discorso che non c’entra NULLA con il paragone Legge Alfano/fisco. queste è DISINFORMAZIONE bella buona, cose che il berlusconismo ci ha aiutato a riconopscere (ma che a qualcuno evidentemente piace). il tuo è un esercizio intellettuale disdicevole.

          ti ricordo anche che democrazia non significa dare voce alla maggioranza ma rispettare le minoranze e i soggetti più deboli della società, perciò la Costituzione è scritta in un certo modo. (non lo dico io, l’ha detto Eco. adesso salterà fuori che anche Umberto Eco è un mangiabambini).

          potete girarla come volete, io nelle vostre tesi vedo solo rancore sociale ed egoismo settario. l’evasione fiscale risponde a quelle logiche che hanno sfasciato l’Italia (rendendola italietta) negli ultimi 30 anni almeno. chi usufruisce di servizi che non paga è un ladro, perciò se qualcuno fra voi evade le tasse ed usa anche solo una strada pubblica è un LADRO. non c’è tesi che tenga, i sofismi si rivelano quello che sono.

          p.s. sai perchè la concretezza è, a volte, più utile delle balle da sofisti?? perchè ti fa vedere le cose per quelle che sono. secondo la guardia di finanza, esistono pochi evasori costretti ad evadere per salvare la propria azienda (e relativi posti di lavoro), mentre la maggior parte sono persone già estremamente ricche che per avidità NON VOGLIONO pagare le tasse, anche se non ne sarebbero danneggiati.

          davanti alla REALTA’ le tesi astratte si sciolgono come neve nel deserto.

          fatti due conti.

          • Giovanni Birindelli

            la domanda “quale è, sul piano dell’uguaglianza davanti alla legge (ripeto: sul piano dell’uguaglianza davanti alla legge e su questo piano solamente), la differenza fra il cosiddetto ‘Lodo Alfano’ (che la Corte costituzionale ha dichiarato violare il principio di uguaglianza davanti alla legge) e la progressività fiscale imposta dall’articolo 53 della costituzione italiana?” rimane senza risposta.

  • CARLO BUTTI

    Sarebbe davvero un macabro paradosso se noi libertari, apostoli della non-aggreassione, facessimo nostro quel che di peggio i comunisti e i loro accoliti ci hanno insegnato. Ma il principio secondo cui il fine giustifica i mezzi non è proprio alla base della dottrina statalista che noi esecriamo? La seconda parte di questo articolo, purtroppo, finisce di screditare anche la bontà della prima. Vade retro!

  • Alessandro

    Bel guazzabuglio di banalità e demagogia. Si parte dalla disubbidienza fiscale, passando per i comunisti partigiani, spagnoli e del mondo, arrivando poi alle brigate rosse e al nemico stato.
    Si fa riferimento a Napolitano, che sicuramente è criticabile, ma senza far riferimento ai politici che in tempi recentissimi si sono intascati soldi pubblici !!

    Vorrei poi sapere dal Sig.Gardani: come fa a non usufruire delle strade quando esce con la sua auto ? Se domani dovesse avere un incidente, vorrei proprio vedere se la coerenza arriva a rifiutare le cure mediche del caso !!!

    Forse è il caso di arrabbiarsi con gli sprechi, le troppe nomine, i disonesti e pretendere che chi viene colto sul fatto venga allontanato e paghi anche materialente per il danno arrecato ! La strada proposta la trovo senza mezzi termini stupida !

  • angelo

    condivido quasi tutto meno l’apologia di fascismo. I fascisti erano e sono dei criminali ,hanno portato l’italia in una guerra disastrosa affiancando il nazismo. nel luglio del 43 hanno avuto l’occasione di uscire di scena senza troppi danni ed invece hanno portato l’italia nella guerra civile. i repubblichini hanno massacrato civili e gente innocente , mmeritavano di essere fucilati tutti ma l’italia e’ sempre uguale. comunque per il resto sono d’accordo

  • mux

    Ascolta lillo, riguardo ai metodi dei fantomatici “comunisti” mi sà che sei un pò fascio..(a proposito, lo sai che i più truci e violenti, tra i partigiani erano spesso ex fascisti rinnegati che si erano uniti frettolosamente alla resistenza? no eh, studia la storia!); in quanto a tuo zio, era un benemerito coglione, punto. Se poi ti vuoi fare una cultura sulla violenza, beh, un conto è bruciare nei forni degli innocenti, un conto è appendere in piazza mussolino e i suoi tirapiedi..la storia è una cosa un pò più complicata di quelle due cacchiate che citi te, bischerello, e la libertà, la giustizia, tutte quelle paroline che ti piacciono tanto, non si ottengono solo con il blahblah su un blog, ma con le lotte, a volte col sangue, ma i “comunisti” troppe volte si sono dimostrati troppo buoni per lottare con le bestie fasciste e liberiste.
    Anch’io penso che lo stato sia il nemico, ma anche la vostra ignoranza non aiuta..

  • Riccardo

    Consiglio a tutti di leggere: “For God and Evil…” di Adams Charles. Tutti i popoli del mondo si sono sempre ribellati alle tasse inique. Tutti, tranne gli italiani del XXI esimo secolo. Quanto a Napolitano, concordo, ma non è il caso più emblematico. Anche la Francia e gli USA hanno un presidente della repubblica. In fondo un presidente ha la sua funzione, seppur simbolica. Quello che non hanno o forse hanno in misura molto minore è la pletora di parassiti che infestano la Nazione. Riguardo Gandhi, concordo. Basterebbe non pagare l’IMU per fare una rivolta non violenta. Ma quanti hanno gli attributi per fare una cosa simile? Oltretuto bisognerebbe organizzarsi. I singoli individui lasciati da soli, non possono fare niente. In Italia non abbiamo un Gandhi e purtroppo neanche un Robespierre.

  • Giorgio Fidenato

    Non condivido la parte dell’uso della violenza dell’articolo. L’usare per primi la violenza non è da libertari ed inoltre si va contro il principio l’autore ha enunciato. Violenza porta violenza e non risolve niente.

    Noi dobbiamo essere gandhiani fino al midollo, non facciamoci illudere che con la violenza terremo alcunché.

    Stiamo attenti a farci illudere dalle sirene della violenza e dalla sete di vendetta per tutto il male che creano questi parassiti, in primis il presidentone giorgione. E’ vero: lui è il parassita maximo, ma risponsiamo alla loro violenza con la forza della ragione e della non violenza!!!!!!!

    Gandhi è stato il più grande rivoluzionario della storia!!!!!!

    • Roberto

      Grande Giorgio!

      Era fondamentale puntualizzare sulla questione della violenza.
      Le reazioni violente sono proprio ciò che l’oppressore utilizza per giustificare le proprie prevaricazioni.

      Fintanto che si rimane non violenti si è dalla parte del giusto, sia sul piano morale che su quello pratico.

    • Drago78

      Sono completamente d’accordo!! Si combatte con le stesse “armi”… mai con armi diverse in battaglia. E la ragione e la parola sono due armi eccellenti e che provocano anch’esse seri danni. Gandhi insegna!! Bravo Fidenato!!

  • Drago78

    “Le imposte sul reddito e sulla proprietà sono un furto e un’estorsione e chi le attua è un criminale.”, qua non sono del tutto d’accordo. Dipende dall’entità di tali tasse. Per me ad esempio, le tasse sul reddito dovrebbero essere intorno al 21% in Italia, forse anche meno, con ciò che abbiamo in cambio. E sono stato di manica larga… molto larga XD. Sulla proprietà invece nessuna tassa, dato che già paghi l’IVA ecc… a monte. Quindi ok.

    • Giorgio Fidenato

      Le tasse giuste sono 0 (zero). Poi è chiaro che ogni servizio richiesto va pagato. Il porre un limite al 21% è del tutto arbitrario e dipende dalle convinzioni personali di ognuno di noi, quindi non è un criterio giusto.Rendere responsabili gli individui, significa anche fare in modo che, quando ognuno di noi si renderà conto che non c’è più mamma stato che provvede, tutti saremo portati a chiedere di più per la nostra prestazione lavorativa. In fondo questo sistema favorisce i veri ricchi, perché toglie conflitto di interessi fra chi si scambia beni e servizi, a tutto vantaggio delle persone potenti e danarose che hanno la possibilità di resistere un po’ di più. Quando domani una persona sa che non ha la sanità gratis, non andrà più a fare la badante a 800,00€ al mese, ma richiederà di più perchè deve pagarsi l’assicrazione. E così chi ha più potere contrattuale sarà costretto a sborsare di più per pagare la prestazione ricevuta. Questa è la vera redistribuzione della ricchezza, non quella fasulla attraverso lo Stato che rende i potenti sempre più potenti. E’ il libero mercato che libera le persone e non la liberazione dal bisogno attraverso la redistribuzione statale che crea solo distribuzione della miseria!!!!!!!!

      • Drago78

        Mi fa piacere che Fidenato in persona mi abbia risposto, ciò mi fa onore. Vorrei rispondere gentilmente al tuo commento se mi è permesso. Condivido la tua battaglia e spero che tu la vinca, sono al tuo fianco, da libero professionista. Beh forse hai ragione in ciò che dici, il tuo discorso è molto interessante. Io facendo parte di una classe agiata e non mi vergogno di dirlo, ma non sono molto ricco, ho sempre difeso i ricchi da chi tentava di attaccarli ingiustamente, ma cmq tu hai ragione nel dire che questo sistema favorisce i ricchi perchè toglie conflitto d’interesse nello scambio tra beni e servizi. E dopo lo spieghi pure il perchè tu dici ciò, facendo l’esempio della badante. Si la tua idea di redistribuzione seria della ricchezza è molto interessante. Ma come si fa a fare a meno delle autostrade e dei vari servizi senza pagare almeno un minimo di tasse (toh diciamo il 10-15% per non essere troppo larghi di maniche XD)?? Privatizzazione generale?? Io sono dell’idea che ci voglia in Italia un federalismo geografico e fiscale alla americana, cioè regioni/stato indipendenti in tutta Italia, ma paese cmq in modo figurativo unito, come gli Stati Uniti appunto. Quindi il 90% dei soldi della tasse rimangono nelle regioni, il restante va allo stato centrale. Fatto ciò, credo che pagare un minimo di tasse alla propria regione sia pur sempre necessario… perchè Montecarlo soppravvive senza tasse perchè ok è un francobollo di stato, ma noi?? Preferirei un modello di stato con una flat-tax molto bassa, fissata per costituzione in modo da non poterla più furbamente variare. Che ne pensi di ciò?? Un caro saluto.

  • Bisata'

    Condivisibile tutto a parte il ricorso a qualunque tipo di violenza fisica.

  • Drago78

    Si Grillo non esagerava… STATO = MAFIA. Ormai è chiaro!! Cmq bell’articolo condivido in toto!!

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