In Anti & Politica, Libertarismo

DI CARLO MELINA*

“Io sono un disadattato”. Inizia così l’intervento di Andrea Zucchi, uomo libero, soprattutto “persona”, come si dice lui. Un intervento che riproporremo in forma integrale audio video e che ha spiazzato e successivamente esaltato la platea del centro congressi di Jesolo, riunita per la convention de L’Indipendenza: “Non voglio perdermi nei dettagli, non voglio aspettare che la maggioranza cambi opinione, non credo nell’azione legale – spiega l’imprenditore piacentino – Avere ragione non basta perché il Leviatano consumi se stesso. Credete che basti avere ragione per ottenere ragione giuridica? Credete che servano proteste di piazza?” Con la piazza, chiarisce Zucchi “si portano a casa conseguenze spiacevoli,  ma nessun risultato”.

“Credo invece nella funzione positiva del debito pubblico – continua – Per lo Stato centrale, finché c’è debito, c’è speranza. Soprattutto finché ci sono i polli che non hanno il coraggio di guardare la bestia negli occhi (ossia lo Stato, ndr).  Svegliamoci, approfittiamone! Quando ci ricapita uno Stato che non riesce a pagare i debiti? Che ha bisogno di tutti i nostri soldi per pagare il debito suo? Sfidiamolo, mettendo a rischio quel che abbiamo, chissenefrega? Non è importante quello che abbiamo, ma quello che siamo. Dobbiamo essere disponibili a pagare il prezzo della nostra libertà. Altrimenti… saremo costretti a scegliere per l’unica opzione di libertà che ci concede lo stato: ucciderci”.

Fra le proposte di Zucchi c’è quella della cosiddetta rivoluzione del divano: “Non importa se perdiamo un po’ del nostro benessere. Siamo passati dalla civiltà dell’essere a quella dell’avere. Abbiamo paura che ci portino via le nostre cose, ce le porteranno via tutte. Siamo ricattabili. Freghiamocene. Stiamo a casa, non andiamo a lavorare, smettiamo di produrre. Io da domani mi siedo sul divano, e aspetto. Fisso il cielo. Voglio vedere cosa fa lo Stato. Come campa, senza i miei soldi. Tempo due mesi e crolla tutto.

“Se proprio non ce la vogliamo fare, se vogliamo continuare a chiederci, argomento interessantissimo ma inutile, se Brescia è stato veneto o lombardo, be’… se la bestia è più forte di noi, io me ne vado. Io vado all’estero e all’estero formo la futura classe dirigente che tornerà quando questo Stato sarà in macerie. Cioè presto – prosegue Zucchi, prima di irridere commentatori e giornalisti: “C’è ancora gente che crede nella ripresa? Vi rendete conto? La migliore università italiana è al 252esimo posto nel mondo e ancora c’è gente che dice che in Itala si parte dalla cultura, che come facciamo noi cultura in Italia, non la fa nessuno, vi rendete conto?”

Ripeto – ha concluso Zucchi – Il mio futuro non prevede questa classe politica. Quindi o la combattiamo, o me ne vado. Tanto se me ne vado, ci perde lei, perché sono io che la mantengo”.

*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/zucchi-stato/

 

 

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Showing 5 comments
  • Dino

    Vi dirò, è difficile stare sul divano, io soffro un casino sapendo di non poter di fatto lavorare a causa dell’oppressione fiscale e burocratica.

  • vecchiorob

    comincio io!
    a breve chiudo l’attività….nell’ infelice esperienza sarà comunque un sottile piacere non versare più un cent per iva inps ica e ladrate varie. Mare arrivo!!!

  • Mauri Milano

    Io sono d’accordo, ma siamo troppo pochi!!

  • Ernesto rossi

    Grande!

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