In Esteri, Scienza e Tecnologia

DI GUIDO GRASSADONIO*

Qualche anno fa, quando i risultati del fotovoltaico italiano erano considerati insoddisfacenti, si guardava al modello tedesco come esempio virtuoso. Nonostante potenzialità decisamente minori, per motivi evidenti di latitudine, il solare in Germania era diventato un settore trainante dell’economia, soprattutto della parte est del Paese. A condurre le danze erano soprattutto aziende tedesche. Nomi come Solon, Solar Millennium e Q-Cells erano diventati sinonimo del futuro “green” che si apriva.

Se siete dei lettori attenti, ricorderete che non molto tempo fa vi avevamo già parlato della crisi del fotovoltaico in Germania e del fallimento cui erano incorsi sia Solon sia Solar Millennium. Nonostante si stia parlando di aziende leader dal punto di vista della ricerca e delle capacità tecnologiche, la tenaglia della riduzione dei finanziamenti statali e della concorrenza orientale (imbattibile sul fronte prezzi) ne aveva stritolato la situazione finanziaria.

E, nei giorni in cui la Germania si appresta a dare un ulteriore giro di vite agli incentivi, anche la Q-Cells scivola verso la bancarotta. Siamo davvero di fronte alla fine di un’epoca.

Andando con ordine, il ministro di Economia tedesco Philipp Rösler, alla luce di una crescita del settore doppia rispetto alle attese, ha spinto per una riduzione davvero drastica degli incentivi. Facendo un po’ le veci del nostrano Ministro Passera, pretenderebbe che il fotovoltaico tedesco iniziasse a camminare con le proprie gambe. Nonostante gli sforzi contrari del Ministro dell’Ambiente, il risultato tutt’ora in via di approvazione non si discosta di tanto dalle richieste iniziali di Rösler.

Eppure, ricorderete come la Germania si stia apprestando a chiudere nei prossimi anni le proprie centrali nucleari. In questo contesto, risulta difficile comprendere, al meno ad un primo sguardo, il motivo di questa vera e propria mortificazione del solare. Carsten Körnig, presidente dell’associazione tedesca dell’energia solare, ha dato però una sua precisa lettura del fenomeno:

Le ragioni dei tagli risiedono in una lotta dietro le quinte per la divisione dei segmenti del mercato.

In pratica, dato il cambio radicale nella politica energetica voluto dalla Merkel, le grandi aziende tedesche dell’energia, che mai avevano investito sulle rinnovabili, sarebbero rimaste spiazzate:

Le quattro grandi tedesche dell’energia, RWE, W.On, Vattenfal e EnBW hanno sempre avuto il monopolio. Questa non sarebbe più la prospettiva con il cambio energetico e loro non hanno un “piano b” o se ce l’hanno non è comunque nell’ambito del solare.

Il Ministro Rösler, allora, starebbe semplicemente difendendo la posizione dominante di queste aziende e, di conseguenza, delle fonti tradizionali di energia.

E non si tratta di guai soltanto tedeschi. La Germania è, al momento, uno dei primissimi mercati del settore. Le aziende produttrici di pannelli di tutto il mondo rischiano di perdere, quindi, una fonte di guadagno importante. Nel frattempo, la Q-Cells è stata trascinata di fronte i tribunali fallimentari. L’azienda conta 2000 dipendenti ed ha sede in una zona disagiata del Paese. Era dunque una scommessa di occupazione e riscatto non indifferente nell’economia del Paese. Una scommessa che sembra ormai del tutto persa.

L’Italia ha molto da imparare da questa situazione. Se gli incentivi drogano effettivamente il mercato, pompando il settore oltre le sue capacità, una riduzione degli stessi troppo drastica punisce anche le situazioni più virtuose. Ed il rischio, come segnalavamo già ieri, è la perdita di migliaia di posti di lavoro.

 

*Link all’originale: http://www.greenstyle.it/crisi-fotovoltaico-tedesco-nuovi-tagli-agli-incentivi-e-fallimenti-8662.html

 

Recent Posts
Showing 4 comments
  • fabio

    anche in svizzera (cantone Zug) si taglia:

    Municipality cuts back on financial support for photovoltaic installations

    An announcement published in the latest edition of the Baar Official Gazette was short and clear. “In general no further funds will be made available for the installation of photovoltaic systems or similar.”

    But does this not go against the current philosophy of supporting the installation of solar panels and similar equipment to ensure the use of energy is kept at a sustainable level; a policy encouraged not only at municipal level but by the cantonal authorities and the Swiss central government, too?

    Whether this is the case of not, the municipality of Baar supported such installations in 2009 to the tune of CHF 100,000. Today the sum is more than CHF 200,000. “This figure is what we have promised to pay out so far this year but there are further applications amounting to another CHF 200,000,” explained councillor Paul Langenegger. “I am afraid these people will have to wait for their money as we have decided to stop any further contributions until the appropriate conditions have been reviewed.”

    It appears a specialist energy committee is advising the municipality not to support suppliers of photovoltaic equipment who already benefit from subsidies from the Swiss central government. “In a way the current system allows some companies to benefit from a double subsidy,” said Langenegger, who added that the committee would be presenting the municipality with a report in September, depending on which the council would then decide whether to contribute more to support the installation of photovoltaic equipment.

    Not that Baar is alone with this problem in the canton. Hünenberg announced it was having to reduce the amount it contributed as the demand for photovoltaic equipment had grown so much. “Unfortunately we do not have a bottomless pot of money,” said Erich Wenger of the local council.

    he council in Steinhausen is also considering taking similar steps. “The business in photovoltaic equipment is simply booming,” said Gregor Notter of the energy committee. “We set aside an annual CHF 120,000 contribution, but this is expected to rise to CHF 400,000 in 2014.”

  • maschile individuale

    il fotovoltaico italiano già oggi può scendere sotto i 2 mila euro per alcune tipologie di impianto. fai conto che si è competitivi con l’idroelettrico intorno ai 1500 (ma il dato è alterato dai vecchi impianti che si sono già ammortizzati da tempo).
    così come voluto da monti, il taglio agli incentivi è troppo brusco, non produrrà riduzione in bolletta(I CONTRATTI PREGRESSI SI PAGANO E SONO QUELLI CHE PESANO).
    vero che gli incentivi drogano il mercato ma talvolta bisogna capire la differenza tra spesa ed investimento. è una questione base dell’economia.

  • TPM

    Se i posti di lavoro sono ottenuti con incentivi statali allora non sono posti di lavoro, ma sono solo un modo raffinato per fare un furto.

  • Lorenzo

    La politica economica è il miglior modo per rendere le aziende private schiave dello stato!

Start typing and press Enter to search