In Economia, Esteri

TasseLETTI PER VOI

Dal 2014 tutti i nuovi imprenditori individuali russi che apriranno la partita Iva potranno godere dell’esenzione da tutte le imposte per un periodo di due anni. Il premier Dmitri Medvedev ha affidato al governo il compito di elaborare questa proposta. In linea di principio tutti i ministeri l’hanno già approvata, ha fatto sapere il vice ministro per lo Sviluppo Economico, Sergei Belyakov.

La testimonianza

Il vice ministro dell’economia Sergei Belyakov ha dichiarato a Russia Oggi che le nuove regole “potrebbero” essere applicate anche ai cittadini stranieri che apriranno un’attività in Russia.

“Tale misura è un tentativo di risposta alla fuga di massa degli imprenditori dalla legalità”, spiega il co-presidente dell’organizzazione Delovaja Rossija Aleksandr Galushka: dall’inizio del 2013, in seguito al raddoppiamento del premio assicurativo per gli imprenditori, 458mila di loro hanno chiuso la partita Iva (in totale al 1° giugno 2013 gli imprenditori individuali ufficialmente registrati erano 3,5 milioni). Il rincaro delle assicurazioni è stato fortemente voluto dal blocco socialista del governo, hanno affermato i partecipanti alle discussioni, e anche Medvedev lo ha appoggiato, benché sia Delovaja Rossija che Opora Rossii avessero avvertito che ciò avrebbe potuto significare la chiusura definitiva per mezzo milione di ditte individuali.

Quest’estate il governo ha cercato di salvare la situazione con un provvedimento di emergenza: la Duma di Stato ha approvato una legge sulla riduzione dei costi di assicurazione.

“Eppure, fare marcia indietro ormai non era più sufficiente, perché gli imprenditori avevano subito un colpo troppo forte – prosegue Galushka -. Erano necessarie delle misure energiche”. L’idea dell’esenzione è stata proposta dal Fronte Nazionale Russo, che ha raccolto a suo favore 40mila firme di imprenditori (Galushka è anche vice capogruppo del Fronte).

Le aziende italiane in Russia
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Attualmente gli imprenditori individuali pagano le tasse con regimi speciali, e ve ne sono diversi tra cui scegliere: il sistema semplificato (6 per cento sul fatturato, oppure 15 per cento sugli utili); l’imposta unica sul reddito temporaneo; l’imposta sul reddito delle persone fisiche e l’Iva; e il sistema delle licenze.  I contributi per la previdenza sociale si pagano in tutti i regimi, e le quote versate in ogni caso non vanno perdute. Belyakov avverte che il governo vigilerà affinché i vecchi imprenditori non tentino di usufruire indebitamente delle agevolazioni facendo passare il proprio business per una nuova attività. In verità, ammette il vice ministro, per ora non è chiaro come attuare la sorveglianza: i particolari sono all’esame del Ministero delle Finanze e del Servizio Fiscale Federale.

Il Ministero delle Finanze per ora non rivela a quanto ammonteranno le mancate entrate con l’esenzione di due anni dalle imposte per i nuoviimprenditori individuali.

In ogni caso, si tratterà di somme irrilevanti, prevede l’esperta del centro russo di ricerche EEG (Economic Expert Group), Aleksandra Suslina.

Vero è, dice la Suslina, che a sentirne la mancanza saranno soprattutto i bilanci delle regioni, che già si trovano in gravi strettezze. Il governo è disposto a rinunciare a queste entrate, assicura Galushka, i funzionari hanno ottenuto un ampio consenso: “Ciò che sta accadendo agli imprenditori è una catastrofe”.

Imprenditori russi e business
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A partire dal 2010 le fila già esigue degli imprenditori individuali continuano a ridursi. “Il problema non sono solo le tasse – ammette Aleksandra Galushka -, perché il calo era iniziato già prima del rincaro delle assicurazioni. Negli anni precedenti alla crisi la fortissima crescita dei profitti superava tutti i costi amministrativi e quelli legati allacorruzione; nel 2009 si è fermato l’aumento degli uni e degli altri, e dal 2010 i costi per gli imprenditori hanno cominciato a crescere più rapidamente degli introiti”.

Nel 2012 3 milioni e 700mila imprenditori hanno chiuso la loro attività. “Una parte di loro è definitivamente uscita dal mercato, e un’altra parte è scivolata nell’ombra dell’economia sommersa”, spiega la Suslina.

Il contributo degli imprenditori individuali al Pil nazionale è solo del 5 per cento, perciò le agevolazioni non porteranno alcun effetto macroeconomico, prevede l’esperta economica di BNP Paribas Yulia Tseplyaeva; ma gli effetti sulla società sono importanti: “Se negli anni Novanta il sogno dei russi era lavorare in proprio, oggi è cercare di ottenere un impiego statale”. Secondo Galushka, un fattore importante nella diminuzione del numero degli imprenditori individuali è stato anche l’atteggiamento di sospetto nei loro confronti da parte delle autorità.  Ora però i funzionari sono fermamente convinti, afferma il politico, che si debba “cancellare il marchio di ladri e furfanti imposto agli imprenditori”.

“Ad ogni modo, applicando la nuova agevolazione solo ai nuovi imprenditori il governo stesso crea una nuova classe di disonesti”, mette in guardia la Tsepljaeva. “I vecchi imprenditori faranno registrare le proprie attività a nome di amici e parenti: adesso stanno tutti pensando a come realizzare questi propositi”, condivide l’opinione della Tsepljaeva un imprenditore attivo dagli anni Novanta.

I funzionari governativi questo lo sanno, e in principio non volevano escludere nessuno, ci confida un collaboratore del settore economico-finanziario del governo: “Poi però la volontà politica è bastata solo per le agevolazioni limitate, i lobbisti hanno deciso di non spingere oltre le proprie richieste”.

“Resteranno esclusi dalle agevolazioni tutti coloro che hanno già aperto un’attività ma non sono riusciti a mandarla avanti, e vorrebbero provarci di nuovo”, osserva l’amministratore delegato della società di auditing Gradient Alpha Pavel Gagarin. “Così si crea una discriminazione sul mercato, non si capisce perché i vecchi imprenditori dovrebbero essere peggiori dei nuovi”, concorda il funzionario.

Inoltre, sarà difficile scoprire gli schemi illeciti. Volendo si potrà stabilire chi sono gli affiliati degli imprenditori; ma che senso hanno allora le agevolazioni, si domanda perplesso un interlocutore del giornale: “Vuol dire che stiamo creando solo un nuovo motivo di sospetto?”.

“Bisogna semplicemente lasciare in pace gli imprenditori, liberarli dagli eccessivi obblighi contabili e dai controlli troppo rigidi”, consiglia la Tsepljaeva. E apportare meno modifiche alla legislazione, raccomanda la Suslina: “Se le grandi imprese possono coprire facilmente le variazioni delle spese chiedendo prestiti a breve termine, le piccole imprese attingono a tale scopo al loro capitale operativo”.

“Non è la pressione fiscale in sé (che per gli imprenditori individuali è abbastanza contenuta) a paralizzare l’imprenditoria in Russia, ma il modo caotico con cui vengono prese le decisioni sulle imposte”, conclude l’esperta.

Tratto da http://russiaoggi.it – Per leggere la versione originale dell’articolo, cliccare qui

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Comments
  • Christian

    Oramai lo scontro tra stato (qualunque) ed economia reale è arrivato all’assurdo.
    Anche nei BRIC, dove l’economia nel ventennio maledetto (per l’occidente) ha avuto notevoli sviluppi grazie a liberalizzazioni, lo stato, come un parassita, ha cominciato (ricominciato?) a succhiare più sangue di quanto il corpo economico del paese si in grado di produrne.
    In Russia, dopo un eccessiva succhiata, si è accorto che l’ospite stava diventando anemico ed a provato a risputarne dentro un po’.
    Inutile, perché una volta attaccatosi il parassita cresce ed avrà bisogno sempre di maggior sangue. Potrà assopirsi per un po per evitare la morte dell’ospite, ma il risulto sarà sempre lo stesso. E’ sempre stato così e sempre lo sarà.
    Unica soluzione, andare dove il parassita non ha ancora attecchito (od è ancora piccolo).

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