In Anti & Politica, Economia

federal-reserveDI MATTEO CORSINI

“Il confronto dell’evoluzione del Pil europeo (anche al netto dell’Italia)
con quello degli Stati Uniti mostra che esiste una questione europea. Gli
Stati Uniti recuperano il livello di reddito del 2008 già nel 2011.
L’Europa anche senza l’Italia, recupererà verosimilmente il reddito del
2008 solo il prossimo anno: quattro anni più tardi degli Stati Uniti”. (L. Guiso)

Tanto per portare un altro po’ di acqua al mulino keynesiano, Luigi Guiso
si lancia nel paragone tra l’andamento del Pil negli Stati Uniti e
nell’Area Euro tra il 2008 e il 2013, allo scopo di dimostrare come sia
necessario avere un budget comunitario più consistente (leggi maggiore
spesa), oltre a una politica monetaria più aggressiva.

Premesso che il budget dell’Ue non è un pasto gratis, ma alla fine è sempre
finanziato dai cittadini europei, in una sorta di trasposizione su base
continentale (e quindi ancor più iniqua) della suddivisione tra pagatori e
consumatori di tasse, uno sguardo un po’ più ampio ai numeri dovrebbe
rendere chiara l’origine della maggior crescita del Pil statunitense negli
ultimi anni.

I numeri che andrò riportando non forniscono di per sé una spiegazione
esaustiva delle diverse dinamicità delle economie statunitense ed europee,
ma sono indubbiamente più completi di quelli forniti da Guiso, perché
quanto meno mostrano entrambi i lati della medaglia delle politiche fiscali
e monetarie espansive.

Dunque, tra fine 2008 e fine 2013 il Pil nominale degli Stati Uniti è
aumentato del 13.9 per cento, mentre quello dell’Area Euro è aumentato solo
del 7 per cento. In pratica ci sono 6.9 punti di differenza nella crescita
nominale, 1.7 dei quali spiegati peraltro da una crescita dei prezzi al
consumo superiore negli Stati Uniti rispetto all’Area Euro.

Nello stesso periodo di tempo, il debito pubblico in rapporto al Pil è
aumentato di 31.7 punti percentuali negli Stati Uniti e di 24.9 punti in
Area Euro. In pratica gli Stati Uniti hanno fatto 6.8 punti di debito in
più dell’Area Euro in rapporto al Pil.

Venendo alla politica monetaria, la Fed ha registrato tra fine 2008 e fine
2013 un incremento costante del suo attivo di bilancio (dovuto ad acquisti
di titolo contro base monetaria nei vari QE) pari al 96.7 per cento, mentre
l’attivo della BCE, dopo essere cresciuto in occasione delle LTRO nel 2012,
è tornato sui livelli di fine 2008. Tra l’altro, dalla fine del 2013 a oggi
il bilancio della Fed è ulteriormente aumentato, mentre quello della BCE è
diminuito. Da qui le grida di allarme dei fautori del QE all’europea.

Quanto agli aggregati monetari, tra fine 2008 e fine 2013 la base monetaria
è aumentata del 123 per cento negli Stati Uniti e del 3.8 per cento in Area
Euro, mentre M2 è aumentato del 34 per cento negli Stati Uniti e del 12 per
cento in Area Euro.

E’ pur vero che altri indicatori, ad esempio la disoccupazione, sono in
discesa negli Stati Uniti e su livelli pari alla metà rispetto a quelli
europei; ma è bene ricordare che il mercato del lavoro statunitense è molto
più flessibile di quelli europei. In ogni caso, 6.9 punti crescita del Pil
in più sono stati accompagnati dalle differenze sopra esposte nel debito
pubblico e nell’espansione monetaria, i cui effetti collaterali non vengono
mai presi in considerazione prima che si materializzino.

A me pare che la cosa si possa riassumere così: gli Stati Uniti hanno fatto
più Pil, ma la dose di doping assunta è sproporzionata rispetto al miglior
risultato ottenuto nei confronti dell’Area Euro. Dove, però, si
moltiplicano gli appelli per dopare l’economia allo stesso modo.

Quando qualcosa andrà storto, sarà colpa del mercato?

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Showing 4 comments
  • hilda

    come cambia il vento……………………………

    • Fabio Colasanti

      dimostri di essere il solito superficiale.

      Mica si nega _qualsiasi_ Stato. Sarebbe come negare _qualsiasi_ unione carnale (comprese le volontarie) tra uomo e donna solo perché esistono stupri e violenze.

      Quindi benvenga la forma Statuale, ma su basi volontarie del tipo:
      -> Tu stai con chi vuoi e con chi ti vuole;
      -> senza costringere altri, contro il loro volere, in questa vostra comunità e senza che nessuno costringa TE in una comunità che non accetti;
      -> dimensioni piccole che permetta di avere sempre una frontiera vicina che permetta un’agile fuga dalla comunità che diventi oppressiva;quanto
      quanto sopra non è certo esaustivo, dev’essere solo un pungolo che spinga una mente curiosa (che un uomo come te dovrebbe avere) a porsi domande, ed un punto di partenza per cominciare a capire cos’è la libertà e cos’è invece la sudditanza, l’obbedire da schiavo agli ordini di uno stronzo che ha l’unico merito d’aver vinto anni addietro un insulso concorso pubblico magari truccato, la schiavitù volontaria di gente che si crogiola nella mediocrità e nella propria invidia facendosi beffe di chi è più bravo e meriterebbe.

      capirai? non credo, secondo me ne mancherai ancora una volta l’occasione, l’indottrinamento statale vincerà ancora ed ancora, per l’ennesima volta.
      e ne sarai pure contento e fiero.

  • Pedante

    “Premesso che il budget dell’Ue non è un pasto gratis, ma alla fine è sempre
    finanziato dai cittadini europei, in una sorta di trasposizione su base
    continentale (e quindi ancor più iniqua) della suddivisione tra pagatori e
    consumatori di tasse…”

    Ne concludo che esistano anche paesi virtuosi e non sono individui. Gli stereotipi nazionali hanno, dopo tutto, qualche fondamento nella realtà.

  • Albert Nextein

    Sarebbe interessante conoscere i valori assoluti .
    In miliardi di dollari e euro.

    In ogni caso è evidente che più la rimesti e più puzza.
    Se non capisco male, l’unione europea è in una depressione costante, ed ora si materializza una deflazione.
    Confermato dai poco buoni dati tedeschi.

    Non so se negli Usa continueranno a crescere con queste dosi di droga monetaria.
    Forse c’è qualche bolla finanziaria in formazione che scompaginerà tutto.

    Sta di fatto che le economie trascinanti, pur con tutti i loro guai, sembrano essere la russa, la cinese, la brasiliana, l’indiana.
    E costoro stanno preparando un attacco al dollaro come valuta di scambio internazionale e per le materie prime.
    Il Giappone è in una melma infinita.

    Per riassumere , quello che sta meglio ha la rogna.

    Io mi attendo che un evento inatteso e proditorio scateni un caos a catena di carattere terminale.
    Il vero default planetario.

    Io sono pessimista, perché vedo che la gente, me compreso, sta progressivamente peggio.
    L’economia è imbalsamata.
    E vedo che non esiste alcun liberale in sede governativa che proponga le soluzioni adeguate.

    Si tratta di una lenta agonia, con exitus certo.

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