In Anti & Politica, Economia

CHIUSODI VALENTINA CAVINATO

Mi capita spesso di leggere commenti e post, dove dite di essere favorevoli alla chiusura domenicale degli esercizi commerciali. E allora mi convinco sempre più, che meritiamo il fallimento. Il fallimento sarà doloroso, proprio come dopo un bombardamento, dove tutto viene raso al suolo.

Spero che arrivi rapidamente, perché si potrà pensare ad una ripresa, solo dopo una tragedia del genere. Non volete lavorare la domenica? Bene. Ci sto. Ma ad una condizione: devo essere libero di licenziare chi non è disposto a seguire le mie scelte aziendali (non dovrebbe essere necessario, in quanto, quando ti propongo un contratto, sei libero di accettare o rifiutare), per poter poi assumere chi è disponibile a soddisfare le mie esigenze. E, credetemi, sono in tanti.

* Avete rotto i coglioni per anni, con trattative sindacali demenziali, dove scioperavate per farvi ridurre l’orario di lavoro di ben DODICI minuti. GENI! * Avete rotto i coglioni per mille altre stronzate, dando retta a quei maledetti parassiti del sindacato.

* Vi ostinate a votare quei filibustieri, che ci aumentano le tasse ogni giorno. La vera causa dei fallimenti delle aziende, sono le tasse e non la barzelletta sull’evasione fiscale, che cominciano ad inculcarvi tra i banchi di scuola. PIÙ LO STATO INCASSA, PIÙ SPERPERA! Proprio non riuscite a capire, che con una pressione fiscale come la nostra, siamo destinati a rimanere tutti disoccupati. Le aziende chiudono, delocalizzano, ed è giusto che sia così. L’italiano se ne fotte di essere povero, per lui l’importante è che non siano ricchi gli altri (si chiama invidia sociale).

La povertà si combatte smettendo di torturare le aziende, invogliandole ad assorbire lavoro (assunzioni), per inseguire opportunità economiche (invogliare le imprese a guadagnare quattrini). Come possiamo sanare questa catastrofica situazione? Come possiamo sperare di rilanciare il mercato del lavoro? Continuando ad aumentare la spesa pubblica, magari aggiungendo altri sussidi, come suggeriscono i pentastellati con il reddito di cittadinanza? In Francia ha solo aumentato la disoccupazione, coccolando i fannulloni. E non è una mia opinione, è un dato di fatto, che ho vissuto sulla mia pelle.

Esiste solo una soluzione: – abbassare la pressione fiscale; – dare libertà di azione a chi produce ricchezza. Tu che vuoi decidere quando devo o non devo tenere aperto, tu che vuoi decidere come devo gestire la mia attività: – apriti una partita IVA; – investi i TUOI quattrini (se non ne hai, fai come me, fatteli prestare dalla banca); – assumi personale che abbia le tue stesse idee e, mi raccomando, pagalo profumatamente. Con le tue idee, sono certa che non farai il padrone sfruttatore e “figlio di puttana”; – rischia in prima persona (ti garantisco, quotidianamente, fantastiche scariche di adrenalina); – se ti ammali, sono cazzi tuoi; – in vacanza ci andrai, solo se, dopo essere riuscito a pagare tutto e tutti fino all’ultimo centesimo, parassiti compresi, ti rimarrà qualche soldo. Tutti sono convinti di poter fare l’imprenditore. In fondo, cosa ci vuole? Ovviamente sono anche esperti di economia, finanza, etc…

Prego baüscia, accomodati.

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  • Alessandro Colla

    Le banalità vanno comunque segnalate. Leggo che in rete sia stata trasmessa una protesta nei confronti di Gianni Morandi perché avrebbe utilizzato la domenica per le sue spese personali. Qualcuno si sarebbe anche spinto più in là, definendo la cosa addirittura “vergognosa”. L’artista è accusato di “scarso rispetto per le persone costrette a lavorare” e di non tenere in considerazione “quei poveri commessi che non possono stare insieme alla loro famiglia”. Bene. Mi auguro che chi ha scritto queste cose si comporti coerentemente:
    1) Non viaggino la domenica nei lunghi percorsi per evitare che quei poveri addetti agli erogatori di carburante siano costretti a lavorare.
    2) Non viaggino di domenica nei brevi percorsi per evitare che quei poveri agenti della polizia municipale siano costretti a lavorare.
    3) Non chiedano soccorso domenicale in caso di incendio per evitare che quei poveri vigili del fuoco siano costretti a lavorare.
    4) Non si lascino aggredire di domenica per evitare che quei poveri carabinieri siano costretti a lavorare.
    5) Non si lascino derubare di domenica per evitare che quei poveri ladri siano costretti a lavorare.
    6) Non si ammalino mai di domenica per evitare che i poveri medici e i poveri infermieri siano costretti a lavorare.
    7) Non incontrino mai di domenica quei poveri lavoratori, specie se pendolari, che dal lunedì al sabato non riescono mai a trovare il tempo per la spesa.
    8) Non incontrino mai quei disoccupati che non possono stare con le loro famiglie la domenica perché devono andare a cercare gli avanzi dei mercati generali o dei ristoranti.
    9) Non incontrino mai quei disoccupati che sono diventati tali o che non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro per la prima volta, proprio a causa delle restrizioni legislative nel lavoro e nel commercio.
    10) Non abbiano scrupoli nel disincentivare le aperture domenicali in modo tale che gli esercizi commerciali siano restii ad assumere e propensi a licenziare; o magari a chiudere. Così quegli ex lavoratori godranno di maggiore rispetto e potranno stare insieme alla loro famiglia davanti a un bel piatto vuoto che in quanto tale è notoriamente più rispettabile di un piatto pieno. Infatti da vuoto è pulito mentre pieno è unto e pieno di grasso, che schifo!
    11) Non incontrino mai quegli studenti – lavoratori, specialmente di medicina e biologia, che per pagarsi studi e affitti fuori sede lavorano soltanto il sabato e la domenica.
    12) Non vadano mai a mangiare fuori di domenica perché quei poveri cuochi e camerieri non siano costretti a lavorare.
    13) Dicano sempre ai disoccupati che sono fortunati rispetto a coloro che sono costretti a lavorare di domenica.
    14) Non acquistino mai quotidiani di domenica per evitare che i poveri giornalai siano costretti a lavorare.
    15) Non acquistino mai giornali di lunedì per evitare che il giorno prima giornalisti e tipografi siano costretti a lavorare.
    16) Non guardino mai la televisione di domenica per evitare che gli addetti ai programmi televisivi siano costretti a lavorare.
    17) Non ascoltino mai la radio di domenica per evitare che gli operatori radiofonici siano costretti a lavorare.
    18) Non effettuino mai telefonate di domenica per evitare che gli operatori telefonici siano costretti a lavorare.
    19) Non vadano mai a teatro o al cinema la domenica per evitare che attori, macchinisti, cassieri e operatori dello spettacolo siano costretti a lavorare (e poi vadano a dirglielo).
    20) Non partecipino mai a funzioni liturgiche la domenica per evitare che quei poveri sacerdoti siano costretti a lavorare. Per non parlare, poi, di quei poveri fotografi costretti ad operare durante matrimoni, battesimi, cresime e comunioni che in troppi si ostinano a celebrare di domenica.
    Temo che come vigintalogo sia scarno ma gli altri amici libertari potranno senz’altro arricchirlo.
    Leggo che il celebre cantante avrebbe chiesto scusa ed effettuato una mezza marcia indietro. Non so se sia vero ma potrebbe esserlo visti i trascorsi politici dell’ex consigliere comunista al comune di Monghindoro. Però lo immaginavo diventato sostenitore del Partito Democratico in quota corrente bersaniana, se non altro per “ragioni emiliane”. E quindi favorevole almeno alle cosiddette “lenzuolate” nella parziale liberalizzazione del commercio. Ma si sa: il coraggio uno non se lo può dare. Da Manzoni a Dante: auguro al celebre cantante, che è anche contrabbassista, che gli venga risparmiata la legge del…contrappasso. Con le “pi”.

  • christian

    Dilemma, alla domenica è meglio stare sotto un ponte con la propria famiglia senza soldi perché non si vuol fare un lavoro che migliaia di immigrati sono pronti a fare e che tra poco sarà sostituito da assistenti digitali che non rompono le balle sulla domenica, oppure è meglio avere quattro soldi per dare una mina possibilità al proprio figlio di non finire come il padre (magari andando a studiare un paese degno di questo nome).
    Non mi spreco nemmeno a dire di cercare di riflettere prima scrivere stupidaggini in quanto oramai manca la materia prima (detta anche materia grigia).

  • Marc

    Dilemma, alla domenica è meglio stare con la propria famiglia tranquilli insieme o fare una prestazione lavorativa domenicale in un negozio?’ Ricordo che nel contratto del commercio se va bene è un 10% …cerchiamo di riflettere prima di offendere e parlare a zero……..

  • Alessandro Colla

    Leggo che qualcuno si chiede ancora come si farebbe a poter riposare senza le leggi? Semplice: abolendo le contrattazioni collettive obbligatorie. Se tutti i lavoratori fossero autonomi avrebbero maggior potere negoziale. Il guaio è che si vive ancora nella convinzione paternalistica che i diritti siano possibili solo attraverso la legislazione, peraltro gestita da un soggetto monopolistico non scelto liberamente, mentre è proprio grazie a questa che se ne sono persi alcuni, è proprio grazie ad essa che ora c’è un minor numero di persone ad usufruire di vantaggi rispetto al passato. Un passato dove la legislazione era minore quantitativamente e meno invasiva contenutisticamente. Non accorgersene o volerlo negare significa non accorgersi dei cicli stagionali o dell’alternanza tra giorno e notte, il tipico negazionismo di ogni sinistra. Lavoro e decido io quando riposare e quanto guadagnare se il datore di lavoro è un mio cliente, non un mio padrone. Altro che “benevoli concessioni”. Forse le concessioni del legislatore, che qualcuno si illude possa essere limitato dal sistema democratico, sono meno utopistiche? I fatti non stanno smentendo quest’utopia?

  • Alessandro Colla

    Post Scriptum: “Italiota” è la sintesi satirica dei termini “italico” e “idiota”. Non significa che tutti gli italici o tutti gli italiani siano idioti ma che alcuni di loro possono esserlo. Così come non tutti gli italiani sono santi, eroi, poeti, navigatori, ingegneri, contabili, cuochi, veneti, abbruzzesi, lucani, sardi o piceni. ma alcuni di loro senz’altro lo sono. E si può essere anche cuochi piceni con capacità di esperti contabili che sanno scrivere poesie in un dialetto non di loro appartenenza. Certo, con queste abilità sono sicuramente italiani ma non italioti. Che c’entra l’autorazzismo? E che c’entrano le proteste nelle piazze dove non ho mai visto gente che manifesti contro le tasse ma se mai gente che ne vuole di più in nome dell’ “anche i ricchi piangano”. Tra i libertari è difficile trovare grandi imprenditori (dove per grandi si intende con altissimo fatturato) dal momento che a quasi tutti questi, fa più comodo uno stato che sovvenzioni loro le perdite.

  • Alessandro Colla

    Non riesco a trovare nulla nel contenuto di quanto scritto da Valentina Cavinato che possa essere assimilabile a una confusione tra libertà in generale e libertà di chi ha più potere. Se mai, al contrario, leggo un’accusa al potere. Cioè a chi si sente libero di impedirmi, se voglio, di lavorare nelle festività. Quanto alle necessità festive dei lavoratori dipendenti, ritengo che il problema non si porrebbe se i lavoratori fossero tutti non più dipendenti ma autonomi e cioè svincolati dalla tirannia dell’obbligo dei contratti collettivi. Il primo anno, chi ha bisogno lavorerà forse tutte le domeniche. Col tempo, se dimostrerà capacità professionali, maturerà una posizione di maggiore forza contrattuale e deciderà lui quali festività dedicare eventualmente al lavoro e quali no. Ci sono molti lavoratori automomi che non possono permettersi le festività, le ferie e le vacanze, non perché un “‘padrone” glielo impedisca ma perché non glielo consentono le necessità e le circostanze. Quest’ultime causate quasi sempre dalla pressione fiscale. Quanto alle disponibilità, le mie sono minime ma se non avessi trovato il negozio aperto di domenica alle 12 sarei ancora con le scarpe vecchie. Perché negli altri momenti, gli impegni di lavoro e quelli di assistenza familiare mi avrebbero impedito anche la sola ricerca del negozio.

  • Vincenzo

    L’articolista confonde la libertà con la libertà di chi ha più potere.

  • chinaski137

    premesso che la parola italioti è di un autorazzismo vomitevole, sono d’accordo che il legislatore non dovrebbe mai intervenire a livello “microeconomico” e lasciar funzionare il mercato che in questi casi funziona, però nel caso specifico mi si deve garantire che il lavoratore sia consapevole delle scelte aziendali e che l’impresa conceda i giusti giorni di riposo in compensazione e le maggiorazioni per il lavoro festivo sennò cari libertari sono tutti buoni a fare i froci col culo degli altri ed in tal caso si chiama sfruttamento… sorvolo poi sul gioco a ribasso che si scatenerebbe in caso di “poter assumere chi è disponibile a soddisfare le mi esigenze e sono tanti (immagino che pur di sopravvivere si sia disposti a tutto)” … cmq cari libertari dove siete quando lo stato ci viene a spaccare la testa di manganellate o nelle piazze durante le proteste contro le varie gabelle? mai visti e conosciuti … deserto totale …. rinchiusi nelle vostre torri d’avorio di grandi imprenditori che pontificano sulla libertà dell’individuo ? senza offesa eh anche perchè quando ci s’offende a roma se dice che se fanno du fatiche …. ciaooooooooooooo

    • Fabio

      a roma, come dappertutto se vuoi, ci sono due popolazioni, chi produce reddito e paga tasse ed i parassiti, cioè chi consuma le tasse campando alle spalle dei primi.

      Quando usiamo il temine ‘taliota’ ci riferisce a chi appoggia i parassiti, lo statalismo (nelle sue varie forme socialismo, comunismo, fascismo, ecc..) sapendo quel che fa per specifico tornaconto (tipo il dipendente pubblico) o da beota ignorante debitamente indottrinato che neanche ha nulla da guadagnarci.

      Perché autorazzismo vomitevole? non credo, perché non ci si riferisce a tutti noi popolo o collettività (parole oltretutto senza senso, visto che sono i singoli individui ad agire e scegliere), ma solo ai parassiti di cui sopra.

      ‘mi si deve garantire che il lavoratore’ tu non dovressi essere nessuno nella trattativa tra due persone grandi e grosse. Se il datore di stipendio non accetta le condizioni del datore di lavoro, o viceversa, non se ne fa nulla e si continua la ricerca. Quando si dice che il Mercato è l’incontro tra domanda ed offerta s’intende proprio questo.
      Putroppo abbiamo lo Stato che entra a gamba tesa nella trattativa che dovrebbe essere solo privata, proteggendo chi ha il lavoro bloccando la concorrenza di nuovi lavoratori. Chi gode dei massimi vantaggi sono appunto i lavoratori pubblici sopratutto nelle zone disagiate, dove guadagnano il doppio o triplo dei concittadini che gli pagano stipendio e pensione.

      ‘il lavoratore sia consapevole’ lo sanno benissimo come devono scegliere, se solo li si lasciasse liberi di farlo, senza ccnll e menate del cavolo varie. I contratti nazionali li scrivono i sindacati che proteggono solo gli interessi dello Stato e delle sue grandi industrie, punto e basta.

      ‘l’impresa conceda i giusti giorni di riposo…’ idem come sopra, il lavoratore sa bene come e cosa scegliere, l’importante è che ci sia libera concorrenza anche tra le imprese. Quindi niente concessioni governative o permessi o distanze minime o limitazioni di qualsiasi tipo ad insediamenti industriali e produttivi.
      Chi vuole aprire faccia pure, ma senza soldi pubblici, e chi deve chiudere chiuda, e senza aiuti di Stato.

      Giocoa ribasso ?? solo per imestieri modesti che non meriterebbero quello che prendono ora solo grazie a leggi che gli consentono di rubare (prendere quello che altrimenti non potrebbero) una parte di stipendio indebitamente ed impunemente.

      In una società che controlla minuziosamente l’indottinamento delle masse per gli anni di asilo, elementari, medie, superiori e magari università, poi coi giornali e telegiornali, dove tutti e tutti martellano incessamìntemente chelo Stato è Santo Subito, al massimo è consentito dividersi tra ‘destra’ e ‘sinistra’ (come faccia differenza con quale mano impugli la pistola il rapinatore) come cavolo puoi pensare che lo sparuto gruppo dei libertari italiani abbia la forza o capacità di scenderein piazza??
      In effetti è accaduto ed è stato anche divertente,vatti ariguardare lefotosui giornali. Evento davvero raro che cipiacerebbe rifare, non appena faranno una manifestazione contro tutte le tasse (non solo quelle contro i poveri per aumentarle sui ricchi, o contro quelle sulle famiglie ma aumentarle per le aziende, ecc..)

      Ma poi a fianco di chi? Chi sta chiedendo il licenziamento in tronco (non prepensionamento, non esodi, non scivoli) di TUTTI i dipendenti pubblici,a cominciare da esercito marina ed aeronautica?

      Chi ha proposto di cancellare ogni progressività nelle imposte italiane? o proporre che i ccnl siano solo di consultazione, un’opinione di parte, e non vincolanti per stendere un contratto di lavoro?

      Grandi imprenditori nelle torri d’avorio? ma fammi il piacere! io sono un lavoratore dipendente e so benissimo che il Libero Mercato in Libera Concorrenza porterebbe vantaggi in primo luogo a me, altri che ai grandi imprenditori.
      Ma tu pensi davvero che quelli vogliono faticare per guadagnarsi la fiducia ed il consenso dei loro lavoratori, o è meglio fare una legge che li costringa a fare certi lavori con la forza remunerandoli al minimo coi sindataci complici (ci sarà un perché gli è permesso di non fare bilanci, muovere milioni di euro nel segreto, avere dipendenti in nero, ecc)

      io sono romano di svariate generazioni e con la tomba di famiglia al verano, e sono circondato da consumatori di tasse che sguazzano negli sprechi e tramano giorno e notte su come aumentare il loro potere, come allargarlo alla famiglia, come trovare sempre scorciatoie utili a tutto quello che gli pare e piace.

      La Casta è questo, la Casta è la Casta, e tutti gli altri nun so’un cazzo. Senza offesa naturalmente.

  • collina carlo

    Buon giorno,
    confesso, sono anziano ma non vecchio e interdetto, mi è sempre piaciuto informarmi ( a mie spese come tutti dovrebbero fare ). e ancora oggi leggo di tutto e di più, Oggi mi sono imbattuto nelle discussioni di cui sopra. Che devo dire, tutti avete ragione e tutti parzialmente torto. L’errore maggiore lo commette chi afferma cose di cui non ha competenza come l’apertura festiva delle attività o meglio ancora il 24 ore continuativo. Non prendete per certo e giusto quanto sostenuto da altri solo per partito preso, perchè e faccio un’esempio ” chi dispone di capitali le scarpe le acquista di giorno magari in via Manzoni e non alla domenica alle 12 “, poi uno può pensarla come meglio crede, ma prima provate ad aprire un’attività commerciale, dopo si può parlarne seriamente.
    Per chi sostiene che il dipendente lavora 11 mesi all’anno e ne percepisce 15 con il tfr dico che il dipendente artigiano con il tfr ne percepisce 14, quindi non tutto funziona a meraviglia. Vi informo che nella mia vita ho tanto lavorato, da studente le vacanze estive le passavo lavorando con l’imbianchino, con l’elettricista ecc. una volta diplomato ho iniziato a lavorare nella GDO e nel contempo preparavo gli esami all’università, vi giuro che il tempo passava troppo in fretta e dovevo correre per tenermi alla pari. Col tempo ho iniziato un’attività in proprio rischiando di mio quel poco che avevo, aiuti bancari manco a pensarci non trovavi il becco di un quattrino. Sono stato fortunato ho sviluppato la mia piccola azienda in un’ottima realtà arrivando ad avere 33 dipendenti e solo due di essi si sono dimessi per iniziare un’attività autonoma, erano e sono bravi e intraprendenti spero vivamente raggiungano alti livelli. Qui do ragione a chi sostiene che se l’azienda guadagna paga meglio il dipendente, faccio presente che il dipendente deve applicarsi e produrre redditività per l’azienda, sostengo a ragion veduta che ad esempio nella GDO l’incremento di stipendio per il lavoro festivo te lo puoi scordare. Ai miei ex dipendenti che hanno rilevato a prezzo di assoluto favore (potevo cedere a prezzo molto migliore ad altri) la mia azienda dico sempre di aumentare la paga ai nuovi assunti ( loro questo trattamento di favore lo hanno sempre avuto) ma ciò non avviene e la paga è sempre quella tabellare. Pazienza forse un giorno cambieranno, o detto forse.
    Tanti saluti da un vagabondo del web.
    tornerò a vedere se trovo risposta seria o becera al post.

    • leonardofaccoeditore

      Spettabile Carlo, grazie per essere intervenuto. In merito alla vicenda, non esistono guerre di religione e/o ragioni da difendere per via legislativa (finendo, peraltro, solo a sostenere l’una lobby piuttosto che l’altra). La questione è molto semplice e si risolve lasciando libertà di intrapresa: chi vuole aprire la domenica a pre, chi non vuole farlo chiude. Il cliente che vuole comprare la domenica compra, quello che non vuole non compra. Vede, non è così difficile! Non serve una legge, non serve un legislatore, non serve burocrazia… servirebbero solo molte meno tasse!

      • Marco Dal Pra'

        Caro LeonardoFaccoEditore,
        vedi, nella vita non esiste solo l’economia e il commercio.
        Esiste anche il riposo, la famiglia, gli amici, la cultura. L’occasione di apprezzare serenamente il paese in cui viviamo, con i suoi cibi, i paesaggi, le piazze, i monumenti, i mari, i laghi.
        E’ a questo che serve la Domenica. Serve per darsi un limite. Serve all’uomo per rendersi conto che non esiste solo il denaro e il lavoro, ma esistono anche altre cose, altri valori, valori che poi resteranno molto di più della borsetta o delle scarpe.
        La domenica è come la piazza; è uno spazio nel tempo dove la gente può incontrarsi, perché (quasi) tutti ci fermiamo e abbiamo l’occasione di parlarci, di scambiarci un sorriso, o anche di stare con i nostri figli.
        L’avidità invece questi limiti non vuole, perché è cieca. Le più banali necessità dell’uomo passano in secondo piano. Ma lo scopo della vita non è vendere e comprare. Questi sono argomenti che servono per vivere, ma non ne sono lo scopo.
        Sono anni e anni che non posso incontrarmi con un amico perché lavorando nella GDO la domenica è sempre impegnato.
        Ma che uomo vogliamo ? Un uomo al servizio del commercio ? E questa la chiamiamo libertà ?
        Torniamo alle chiusure la Domenica, torniamo a frequentarci assieme almeno un giorno alla settimana.
        La liberà è anche questo.

        • leonardofaccoeditore

          Marco carissimo, condivido tutto quel che tu dici esista nella vita. Ma non serve una legge che chiuda i negozi la domenica per fare quel che tu desideri. Certo, servirebbe, invece, avere maggiori disponibilità economiche per farlo. Ma in uno Stato ladro che ti deruba del 70% del frutto del tuo lavoro, è più dura.

          • Vincenzo

            E come si farebbe ad avere diritto al riposo o a non vivere per lavorare, e non il contrario, senza leggi? Con la liberale concessione dei datori di lavoro? Tanta umana generosità la vedrei utopistica.

          • Massimiliano

            A cosa serve avere in tasca tanti soldi (si fa per dire . . .) se poi non posso concedermi il lusso e il TEMPO per spenderli? Quando si dice ‘stare a casa con la famiglia’ o ‘stare a casa semplicemente per i fatti propri’ . . . significa semplicemente potersi passare una parte della Vita come meglio si crede: leggendo, facendo sports, coltivando hobbies, giocando con i figli, giocando con la moglie/compagna, facendo viaggi, visitare musei, andarsi a vedere un film al cinema, imparare qualcosa di nuovo . . . oppure si ritiene che l’unica Vita possibile per alcuni sia di vivere IN FUNZIONE di coloro che sono ( anzi, si ritengono . . . solitamente a torto) due metri sopra il Cielo? Certo, nella fattispecie di dipendenti sarebbe sacrosanto che avessero a cuore la buona salute dell’azienda e collaborassero per tale esito . . . ma a tale risultato cisi arriva con l’impegno DI TUTTI: titolari (volgarmente detti ‘padroni’) e dipendenti! E non promuovendo lo SPIRITO DI CORPORAZIONE . . . che guarda un pò trae linfa vitale proprio da ciò che denigra maggiormente.

  • Alessandro Colla

    Apprendo che sia possibile dimostrare che alcune mie affermazioni non corrisponderebbero alla realtà. Dunque mi chiedo:
    1) Non è vero che le imprese sane e che guadagnano di più siano quelle che possono permettersi di assumere, retirbuire meglio, investtire,
    scontare i prezzi e velocizzare i servizi?
    2) Non è vero che i centri commerciali, grazie alla pressione di leghe e federazioni cooperativistiche spesso operanti in quel dell’Emilia, abbiano
    ricevuto in passato trattamenti di favore con la concessione ad aprire di domenica mentre gli altri negozianti non potevano farlo?
    3) Non è vero che per il cliente sia più comodo scendere e trovare il negozio aperto invece di raggiungere il grande magazzino più lontano?
    4) Non è vero che gli stranieri lavorino nelle festività indipendentemente da leggi e regolamenti?
    5) Non è vero che vi siano richieste di “quote di genere” o altro anche per quei casi dove sarebbe impossibile “quotare”?
    Se tutto questo non è vero, allora non è vero anche che esista la forza di gravità. Se me lo si dimostra scientificamente sono pronto a galleggiare nell’aria.

    • Massimiliano

      Sig. Colla . . . la forza di gravità è un fenomeno FISICO: paragone impossibile con fenomeni legati al mercato, al commercio, al sistema economico.

  • Fabio

    che l’interventismo di Stato sia sbagliato e crei immancabilmente danni e sfaceli non c’è il minimo dubbio.

    Che quello che ha scritto Cavinato sia una cazzata, invece, dev’essere tutto dimostrato.

    E non lo dimostri certo con fesserie del tipo che gli stipendi sono da fame: un impiegato del commercio che prende nette 1000 euro si lamenterà pure, ma il datore di stipendio tira fuori 14 mensilità di circa euro 1600 lorde più il tfr (e fanno quindici mensilità) che fanno a spanne 24mila euro in cambio di 11 MESI di lavoro.
    Ed ancora dobbiamo vedere la qualità di questo “lavoro” !!
    E magari va anche formato ed aggiornato, perché siamai che spendeduelire per aggiornarsi da solo migliorando la propria offerta competitiva nel mercato del lavoro,la sedia calda calda guai a chi gliela toglie.

    Quello che voglio dire, e che anche te hai espresso, è che i guai sono causati dalle leggi dello Stato e dalla forte tassazione.
    Siamo tutti vittime, datori di lavoro e datori di stipendio, solo che c’è il Burattinaio Stato che fa di tutto per metterci gli uni contro gli altri per controllarci meglio.

    • Massimiliano

      Due lire . . . ? Tralasciando la mancata conversione in euro (ahahahahah) ci tengo a informarla che la formazione DI QUALITA’ costa un pelino di più . . . perciò per venire incontro a tale esigenza che personale viene preferito? Quello appena sbarcato sulle coste . . . che si sa, è formato convinto e DISCIPLINATO ma soprattutto la formazione è a carico DELLO STATO OSPITANTE! Curioso . . . lo stesso tanto vituperato STATO.

  • Alessandro Colla

    Non so quali siano “tutte le statistiche” né se siano veritiere e in base a cosa siano state redatte. So che quando un’impresa guadagna di più tende a pagare meglio le maestranze, ad assumere di più, a “rubare” il personale alla concorrenza, a scontare i prezzi e a investire nel nuovo. Se qualcuno ha l’esigenza di aprire la domenica è perché ci sono esercizi come i centri commerciali che potevano farlo già da prima. Se il cliente che già spende poco perché possiede poco, si trova a poter evitare di raggiungere il centro commerciale (magari risparmiando tempo e denaro per il viaggio) è chiaro che troverà comodo rivolgersi al negozio attiguo alla propria abitazione. E per il negoziante sarà comunque una boccata di ossigeno. Mi è oscura, poi, la possibile disamina di fatti contrari che qualcuno annuncia ma non espone e non vedo cosa c’entri l’importazione di clandestini. Gli stranieri, di domenica già lavorano in proprio; ufficialmente o no. Per cui, se proprio si teme la loro concorrenza, quale dovrebbe essere il motivo per impedire ai negozianti nostrani di aprire nei giorni festivi? Non so se a quegli ormai pochissimi attori che si arrangiano a collaborare con me dovranno essere garantiti il sabato e la domenica liberi. La gente, crisi o non crisi, quando dovrebbe andare a teatro, il lunedì mattina? E se dovessi scegliere un africano perché alcune danze gli riescono meglio, il sindacato attori protesterà perché non ho assegnato la parte a un italiano? Se metto in scena il conclave pontificio c’è chi si lamenterà perché non ho rispettato le quote rosa? Ma forse qualcuno sbaglia non solo il nome dell’autore ma anche il proprio. E magari, quando si firma, omette una doppia.

    • pipone

      Sig, Colla, la informo che pipone è proprio scritto in si fatto modo, la informo che in piazza San Marco tra le colonne dove nei tempi passati si svolgevano le condanne capitali si trova una statua curiosa, sfregiata dal tempo, dall’incuria dell uomo e pure dall’uomo vandalo. Il nome con cui viene chiamata è Maroco de le pipone ( venditore di meloni ) sulla prima ” 0 ” andrebbe posto l’accento, che con il passare dei tempi si è perso, penso per comodità di pronuncia.
      Su tutto il resto stendo un velo, aggiungo solo che la sua visione temporale e ancor più quella futura nell’evoluzione dei tempi mi lascia molto perplesso.
      Se ritiene posso esporle quanto da me sostenuto dimostrando che quanto afferma non corrisponde alla realtà, forse solo eccezionalmente in minima parte.

    • Massimiliano

      Dunque. . . un commerciante (franchising, marchio di piadine) mi confessa che il suo guadagno principale deriva principalmente dalla fascia oraria del pranzo (durante la settimana) in cui i dipendenti di banche e ospedali e uffici simili vengono da lui per mangiare. Alla sera (soprattutto sab e dom) poca gente e tanto rischio . . . pur pagando l’affitto ritiene che il gioco non valga la candela. Nello stesso tempo mi fa partecipe di una multa presa di recente poichè la sua insegna sopra l’ingresso sporgeva di 5 cm ( CINQUE CENTIMETRI) oltre il consentito e di conseguenza era irregolare . . . ma nello stesso tempo mi mette davanti il fatto che in cucina chi può preparare le piadine che i clienti hanno ordinato, è sprovvisto di ABILITAZIONE (certificato medico, solo il titolare ne è provvisto): alle mie perplessità espresse su tale fatto, mi risponde che in caso di controllo, verificano solo che non sia presente personale IN NERO! Dopodichè se chi ti prepara l’alimento, che IL CLIENTE IGNARO consumerà, è portatore sano di SQUARAUS (ahahahahah . . . un pizzico di umorismo, me lo consenta) . . . pazienza. E’ questo il modello a cui ci dobbiamo riferire? Morte tua, vita mia . . .? Oppure . . . ognuno fotte il prossimo come meglio può? Qualcuno sostiene che è diffusa la filosofia del ‘essere invidiosi della ricchezza altrui’ (????) . . . a me sembra che sia altrettanto diffusa la filosofia del ‘ una parte della popolazione deve essere in schiavitù e lavorare evivere MALE per permettere al resto di fare il parassita e godersela alla grande!”. La burocrazia statale ( e tutte le sue forme complementari) rappresentano bene entrambe le anomalie . . . ma il resto (l’intero RESTO) ne è esente?

  • pipone

    Articolo da paura, una solenne cazzata.
    La Caminato non la racconta giusta, cominci a dire quante ore al giorno lavora, scrivo lavora non di presenza e per quanti giorni alla settimana, se genitore chi cura i suoi figli, o chi delega .Potrei iniziare una lunga disamina di fatti contrari a quanto va scrivendo, ma a che servirebbe. Oggi il nuovo motto è creare nuovi schiavi, ti importo clandestini ( con poco cervello e molto odio ) cazzi tuoi se poi vivi male prendi uno stipendio da fame e ti violentano la figlia. Se reagisci sei condannato, ma la giustizia non ti tutela ………ANZI. Caminato scrivi su questo e condanna lo stato che elargisce soldi a palate ai giornali che vanno poi ai “giornalisti” che scrivono cazzate.

    • leonardofaccoeditore

      Uno che manco sa scrivere il cognome dell’autore non può essere che un analfabeta di ritorno, ma anche di andata!

      • pipone

        Chiedo perdono per l’errore, non si ripeterà MAI PIU’. Aggiungo che è sempre stato uno dei principali difetti dell’uomo levigare, modellare, ecc. la personalità altrui. Solo uomini eccezionali ne sono ” immuni ” lei certo non è fra questi.
        Cordiali saluti.
        sia all’andata che al ritorno.

      • Vincenzo

        Prima della risposta, avrà riflettuto sul fatto che si possano commettere refusi durante la digitazione di un testo? O ha l’abitudine di definire analfabeta chi non è d’accordo con il suo pensiero?

  • Alessandro Colla

    A proposito degli “attori” con le virgolette. A parte quelli malati di copromania linguistica che spacciano i loro comizi televisivi per arte, senza neanche saper controllare la velocità del loro blaterare, va tanto di moda oggi definire “il comico” quello lì dei cinque astri. Non fa ridere perché nei suoi testi è assente l’elemento scenico della scrittura e lo spettatore si aspetta già quello che dirà. In questo modo manca l’elemento sorpresa che è alla base della comicità. Ma anche se queste caratteristiche fossero presenti, quando si recita non si dà un accento tonico a ogni sillaba che viene pronunciata come fanno i bambini quando cominciano a imparare a parlare. Era l’ABC del teatro, almeno quando a scuola di arte scenica ce lo insegnavano personaggi del calibro di Luigi Infantino e Sarah Ferrati. Sarebbe logico che i giornalisti politici smettano di seguire questa moda sessantottina di chiamare le cose con il loro contrario. Ma tant’è. Quelli che contro la moda un tempo pontificavano, scrivendo anche libri dai titoli inequivocabilmente contro di essa (vedi Goffredo Fofi), oggi elogiano pubblicamente le cicale contro le formiche. Motivando il fatto con la questione relativa alla progressiva erosione dei nostri risparmi. Invece di prendersela con chi li erode, se la prendono con chi risparmia; in più, sostenendo l’idiozia che il risparmio verrebbe investito in tecniche distruttive. Spero che i loro eredi li maledicano. Quando affermano che chi erediterà da me litigherà sulla spartizione, gli rispondo che preferisco litighino su qualcosa piuttosto che andare d’accordo sul nulla.

  • Fabio

    Parole sante da incorniciare !

    • Fabio

      naturalmente parlavo dell’articolo di Valentina Calvinato.

  • benny

    una sola annotazione.
    tenere aperto o chiuso la domenica conta poco, la gente spende se ha soldi non perchè il negozio è aperto.
    negli ultimi 30 anni si è drasticamente aperta la forbice tra salari e guadagni di impresa così dicono tutte le statistiche (basta guardare su internet) agli operai si da sempre meno mentre le imprese guadagnano sempre di più (quì non parlo dell’italia ammazzata dalle demenziali tasse) ma del mondo intero.
    finchè non verranno redistribuiti gli utili in modo più equo stai certa che da questa crisi non ne usciremo MAI

  • Alessandro Colla

    Un unico piccolo dissenso semantico. L’importante che non siano ricchi gli altri non è invidia ma imbecillità. Anch’io sono invidioso del ricco ma cerco di industriarmi per raggiungere il suo livello, non per impoverire lui. Che poi non ci riesca è tutto un altro discorso, anche perché ho l’assurda pretesa di voler guadagnare con l’arte drammatica in una nazione dove ci si arricchisce solo se si è proni alla sinistra. Vero che molti ingrassano con i sussidi pubblici, ma di questi molti ho un po’ meno invidia per il loro acume in quanto sprecato verso un’unica accattonica direzione. Sarebbe come invidiare le ricchezze accumulate da chi poi è costretto alla latitanza permanente. Posso invidiare i suoi conti correnti criptati, non la sua squallida vita in una galleria nascosto agli occhi di tutti e ricercato sia dalle polizie internazionali ufficiali che dalla concorrenza del malaffare. E’ per questo motivo che quando vengono definiti attori personaggi che non sanno cosa sia la recitazione, all’inizio mi arrabbio un po’; poi penso che i loro compensi siano paragonabili a quelli degli esponenti di cosa nostra. Che almeno non si spacciano per artisti.

  • Albert Nextein

    Questo è scrivere chiaro.
    Questa è la realtà.
    Questo sarebbe un articolo da prima pagina di quotidiani molto diffusi.
    Anche la Cavinato mi pare una fuoriclasse.

    • Valentina Cavinato

      Grazie!
      Troppo buono…

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