Il libertario è intellettualmente solo per definizione. Mentre quasi tutti vedono nella democrazia l’opposto della tirannia, lui vede in essa lo strumento più letale di tirannia. Mentre quasi tutti vedono nello stato la soluzione ai problemi economici, egli vede in esso la loro origine.
Non è, si badi bene, una questione di opinioni diverse. La posizione del libertario e quella degli “altri” non stanno sullo stesso piano. Non hanno pari dignità. Il libertario applica la logica, gli “altri” no. La posizione del libertario è scientifica, quella degli “altri” (anche quando si definiscono “scienziati sociali”) è una superstizione.
Le interpretazioni del pensiero libertario sono molte, ma i paradigmi di quel pensiero sono sempre e solo due, uno etico l’altro economico: il principio di non aggressione e la soggettività del valore. Applicando la logica a questi due paradigmi si arriva a una teoria della giustizia e a una teoria economica. Per rifiutare queste teorie occorre rifiutare il principio di non aggressione e la soggettività del valore (e occorre rifiutarli insieme). Nessuno al mondo è mai riuscito a farlo. Nella storia del pensiero sociale non esiste una sola persona che, mantenendo la coerenza logica del suo pensiero, abbia retto il confronto con un libertario.
Le elezioni sono la celebrazione della vittoria della superstizione sulla scienza, della tirannia sulla libertà, del declino economico inconsapevole sulla prosperità concreta e reale. Esse sono la celebrazione della solitudine intellettuale del libertario. Il trionfo del male sul bene, della “collettività” sull’individuo.
Il libertario invece legge Max Stirner : “L’Unico e la sua proprietà” (in originale “Der Einzige und sein Eigentum”) che è l’opera principale del filosofo tedesco Max Stirner.
Se Il libertario è intellettualmente solo per definizione, questo discorso non vale invece per il libertino. Leggete il libro di Franco Cuomo “Elogio del Libertino”.
Movimiento Libertario de Venezuela
http://movimientolibertario.com.ve/
Perché inapplicabile? Mi sembra che Birindelli abbia proprio spiegato benissimo che la ruota del principio di non aggressione debba ruotare sul perno della soggettività del valore. Quest’ultimo, per rimbalzare liberamente, deve possedere al propio interno l’ossigeno libertario antiaggressivo. Quale sarebbe il mediatore tra perno e ruota o tra palla e aria?
Ottima sintesi di Giovanni Birindelli, ma inapplicabile, quindi bisogna mediare. Una ruota per girare liberamente, necessita l’assumere il vincolo del perno sul quale ruotare.
Una palla per rimbalzare liberamente, al il vincolo di racchiudere l’aria al suo interno.
Caro Giovanni, questo tuo, eccezionale pensiero sintetico lo avevi già espresso in maniera molto esaustiva in un lungo saggio sul MiglioVerde. Permettimi di aggiungere un mio punto di vista, logicamente consequenziale a quel che scrive:
“Il libertario non vive di soldi pubblici, dato che la stringente logica a cui accenni ci spiega che essi sono il frutto di estorsione, ergo di aggressione”.