In Economia

banche-italianeDI MAURO MENEGHINI

Troppi debiti: l’Italia non può salvare le sue banche.
Lo Stato italiano, a causa del suo elevato indebitamento e della sua passione d’allargare a macchia d’olio ed a dismisura riuscire solo a far debiti, a tutti i livelli dalla circoscrizione, comune, comprensorio, provincia, regione e Stato centrale; dove le qualità dei politici vengono misurate con la capacità di far nuovi debiti, non è in grado di salvare le sue banche. Glie errori degli anni passati ora vengono al pettine: un esempio per tutti, Roma deve ancora onorare i debiti contratti per le olimpiadi del 1960.

Il sistema bancario italiano è ormai da cinque anni in precarie condizioni. Certo il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi ha cercato di tamponare le falle solo che la situazione è irrimediabilmente degenerata: i crediti insoluti, in sofferenza o persi (vedi grafico) non sono stati ridotti, anzi, a questo va aggiunto che in base all’assioma secondo cui i titoli di Stato diano sicuri, lo Stato s’è ulteriormente indebitato con il sistema bancario, proprio con quelle banche che ora dovrebbero esser salvate.

Al fine di ridurre il costo degli interessi per i titoli sia spagnoli che italiani la BCE ha pompato in due tranche titoli (LTRO) a tre anni per 1.000 miliardi. A questo vanno aggiunti i programmi d’acquisto della banca centrale e che fanno lievitare il suo bilancio. Intanto hanno superato i 3.000 miliardi di euro, importo superiore a quello riportato del bilancio della famigerata FED. Buona parte dei crediti “a buon mercato” erogati sono finiti a finanziare, comperare i titoli di stato spagnoli ed italiani. In questa maniera i capitali delle banche spagnole ed italiane è stato completamente eroso, consumato.

Dopo tre anni la situazione della quota di debito pubblico posseduto dalle banche non ha migliorato i loro bilanci. Gli istituti di credito italiani che sono i maggiori creditori dello Stato italiano non possono attendersi dallo stesso alcun aiuto. L’indebitamento ha superato il 134% del PIL, il livello più alto di tutti i Paesi dell’UE ad eccezione della Grecia (175%) per un totale ufficiale di 2,4 bilioni di euro (senza contare la montagna di debiti occulti). Questo causa un insostenibile aumento delle tasse, solo per poter assistere il debito creato.

Quale sia stata la metodica ed il sistema di gestire il denaro pubblico, la vita ed il futuro dei contribuenti italofoni la si capisce prendendo ad esempio Roma. Buona parte deidebiti della città risale ancora ai giochi olimpici di Roma del 1960. Più o meno come in Grecia o in Brasile dove milioni di euro sono stati spesi per addobbare la città. Ancor oggi Roma deve gestire i debiti di allora. La Città di Roma ha oltre 12.000 creditori a cui deve 13,6 miliardi di euro. Tuttoggi debiti fatti per la metropolitana che ha ormai 61 anni devono esser gestiti.

I tribunali sono pieni di atti dove i creditori cercano di ottenere riconoscimento dei loro crediti. Non di rado trattasi di acquisti di terreni mai pagati ove sono state realizzate costruzioni pubbliche come ospedali, strade etc.. Buona parte dei crediti ottenuti pagavano allora un interesse del 5%.
Dimenticatevi quindi che le banche che hanno finanziato lo Stato e tutte le sue folli iniziative oggi possano ricevere aiuto. Resta il fatto che le banche ora hanno urgente bisogno di denaro, solo la quantità di crediti insoluti, in sofferenza o inesigibili ha raggiunto i 160 miliardi.

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