In Anti & Politica, Economia

jkjDI GIOVANNI BIRINDELLI

La differenza fra un buon capo d’azienda e un buon primo ministro è che il primo fa mentre il secondo disfa; nel senso che il primo sviluppa il suo business, mentre il secondo smantella lo stato (quindi è una contraddizione in termini).

Questa non è un’affermazione provocatoria, ma scientifica. Un’azienda, in quanto ordine positivo (*), esiste in funzione degli obiettivi stabiliti da chi ne detiene la proprietà. In altri termini, in essa c’è una gerarchia unitaria di fini stabilita legittimamente dai proprietari (cioè da coloro che intascano i profitti se l’azienda va bene o che devono far fronte alle perdite se l’azienda va male). Inoltre, l’azienda prospera grazie a un uso di conoscenza che in parte significativa è centralizzata, cioè concentrata in coloro che la dirigono o che ne dirigono specifici dipartimenti/progetti.

Viceversa, una società libera, in quanto ordine spontaneo (**), esiste in funzione degli obiettivi individuali stabiliti e perseguiti da ciascuno di coloro che la compongono in funzione delle loro preferenze e della loro personale scala di priorità (cioè da coloro che sono proprietari di sé stessi). In essa, così come nel libero mercato, non esiste alcuna gerarchia unitaria di fini: i risultati di un ordine spontaneo sono inintenzionali (nel senso che essi non sono stati progettati da alcun vertice: sono emersi spontaneamente attraverso l’interagire delle persone, cioè dei titolari dei diritti di proprietà, all’interno del principio di non aggressione). Inoltre, una società libera prospera grazie all’uso maggiore possibile di una conoscenza che è dispersa capillarmente fra gli individui che la compongono. Questa conoscenza periferica, essendo quella di ogni individuo ed essendo anche di tempo e di luogo, è incomparabilmente migliore e maggiore di quella di qualunque mente direttrice (anche la più intelligente e illuminata: non c’è bisogno di pensare ai politici le cui facce, ahinoi, vediamo quotidianamente sui giornali)

Il fatto che oggi un buon primo ministro/presidente sia generalmente visto come un super-capo d’azienda (e quindi il fatto che le persone che formano una società siano sottoposte, anche parzialmente, a una gerarchia unitaria di fini stabilita da chi non è proprietario delle cose su cui decide e che non paga di tasca propria per le conseguenze negative delle proprie decisioni) crea necessariamente coercizione arbitraria progressiva e distruzione economica. E la cosa non migliora quando avviene all’interno di una cornice democratica. Anzi, semmai può peggiorare ulteriormente.

Il concetto scientifico di ordine spontaneo è forse quello maggiormente nascosto dalla propaganda di governo. In altre parole, la confusione fra società e organizzazione è una di quelle più gelosamente custodite dalla classe politica. Forse non è azzardato dire che l’intera istruzione/comunicazione pubblica (dalle elementari fino al dottorato, dalla televisione di stato ai media mainstream sussidiati fino al bonus di 500 euro ai diciottenni da spendere in “cultura”) sia sostanzialmente finalizzata ad allontanare le persone dal concetto di ordine spontaneo e quindi da quello di libertà.

Un primo ministro che riuscisse ad afferrare intellettualmente il concetto scientifico di ordine spontaneo e che fosse una persona non malvagia (cioè indisponibile a dirigere un’organizzazione che nel lungo termine necessariamente produce coercizione arbitraria, distruzione di ricchezza e sofferenza) non potrebbe che rassegnare le dimissioni o usare ogni potere di governo per smantellare lo stato.

Di primi ministri/presidenti attualmente in carica che usino i poteri di governo per smantellare lo stato personalmente non riesco a vederne nemmeno uno. Al contrario: mi sembra che (in quello che viene generalmente considerato il meno peggio dei casi) tutti usino i poteri di governo in funzione del loro stato (come se questa non fosse un’opera malvagia ed economicamente distruttiva).

(*) Un ordine positivo è il risultato sia delle azioni delle persone che della loro progettazione: p. es. un’orchestra, un’azienda o un’economia di piano sono ordini positivi.

(**) Un ordine spontaneo è il risultato dell’azione delle persone ma non della loro progettazione: p. es. il linguaggio, i contenuti di internet, il libero mercato sono ordini spontanei.

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  • Alessandro Colla

    @virgilio. L’ecoterrorismo non è altro che la sostituzione delle teorie sullo sfruttamento capitalistico nei confronti della classe operaia con quelle dello sfruttamento dei capitalisti nei confronti dell’ambiente. Siccome alle prime ci credono meno persone di prima, si passa alle seconde. Le armi più efficaci nei confronti dei creduloni ce le hanno sempre loro. Ci sono ancora molti, troppi seguaci delle prime. Mi viene in mente una recente polemica attizzata da un occasionale lettore di questo sito che aveva preso di mira in modo particolare la mia persona, poche settimane or sono. Il tutto per affermare che la libertà non sarebbe un diritto ma un inferno. E infatti il paradiso in terra delle società ad economia collettivizzata lo hanno dimostrato. Ma la loro arma è la volontaria confusione, il mischiare tutto con tutto unendo l’improvvisata macedonia con insulti e spocchia autoreferenziale. Provo a riassumere:
    1) Si tentava di farci credere che Marx avesse “fatto capire agli operai” che il loro interesse era sempre contrario a quello degli imprenditori. Se si contestava, argomentando, quella che si è storicamente rivelata una mancanza di capacità di analisi, si rispondeva con altri discorsi che non controargomentavano la risposta ma che spostavano l’attenzione su altro.
    2) Se si parlava di risparmio, si rispondeva con l’economia di sussistenza mentre io avevo parlato di aziende agricole sul mercato.
    3) Si continuava e si continua a parlare del pesce grosso che ingoia il piccolo senza voler ammettere che troppi pesci sono diventati grossi con l’aiuto statale. E senza voler ammettere che in un oceano libero, molti piccoli pesci hanno possibilità di fuga così come alcuni grossi pesci non sono interessati a nutrirsi dei più piccoli. Altrimenti non sarebbe mai esistita la piccola impresa o quella media.
    4) Si sosteneva che alcune cose Marx non le avrebbe mai dette. Quando un altro di noi, mi sembra Charlybrown, ha fatto notare che certe cose erano state dette e come, si è risposto “sì, ma bisogna contestualizzare il periodo storico in cui sono state pronunciate”. Prima non le aveva dette, poi sì ma… E il bello è che si chiede agli altri onestà intellettuale! Cosa impossibile per un marxista dal momento che la sua dottrina è la più disonesta di tutta la storia del pensiero.
    5) Quando l’intolleranza scatta, ecco subito l’accusa di ignorare il pensiero dell’avversario. In realtà, quando si continua a sostenere la differenza tra profitto e plusvalore, è proprio il sostenitore di ciò a rivelare la sua completa ignoranza dei fattori basilari dell’economia. Ignoranza evidente in sé ma che è stata stignmatizzata in modo particolare da quei pensatori che hanno giustamente ribadito la soggettività del valore lavoro. Tra l’altro, se fosse vero che il plusvalore sarebbe la condizione che consente l’accumulo del capitale al netto delle spese, il salario andrebbe considerato un plusvalore perché non ha spese iniziali affrontate dal salariato. Che accetta di essere tale proprio per evitare spese iniziali.
    6) Il massimo dell’ignoranza si stabilisce quando si insiste sulla presunta necessità, nel sistema capitalistico, di disoccupati per tenere basse le paghe. Il capitalismo ha bisogno di consumatori, lavoratori con paghe basse e persone disoccupate consumano poco. Se mai l’esercito di disoccupati serve al politico per le sue clientele. Marx, Keynes e altri non erano forse ignoranti, ma probabilmente “ci facevano” perché è un modo per catturare consenso. Molti ricorderanno che alcuni votavano Rutelli perché era bello. Loro dicevano assurdità perché il cialtronaggio in politica paga. E quindi si può anche affermare senza dignità che due più due totalizzi cinque.
    7) I marxisti sono sempre i primi a negare l’evidenza ma accusano di negazionismo gli altri. E continuano a negare che l’automazione non abbia fornito opportunità occupazionali.
    8) Il ridicolo lo si manifesta quando si afferma che la libertà sarebbe solo nella mia testa. Tutta la storia della filosofia viene così cancellata da una frase insulsa.
    9) Si sostiene che “quando c’è una pecca”, noi si ribatta che quello non è libero mercato. Certo! Ammesso che la pecca ci sia, quando le cose non vanno si analizzano i motivi del non andare. Se viene chiamato libero mercato un intervento legislativo, perché dovremmo affermare che l’interventismo sia libero mercato? Quando è evidente anche a uno sprovveduto che è comunque il suo contrario? Se mai il problema va rivolto a chi afferma che non sia vera sinistra quella attuale. Se continua a intervenire è sinistra, piaccia o non piaccia. Quando un privatizzatore completo attuerà il suo programma sotto le insegne di un partito socialista, sarò il primo ad affermare che quella non è vera sinistra. Mi dicono che in Cile ci sia qualcosa di simile.
    10) Il contestare una teoria, per i marxisti significa non conoscerla o non averla capita. Altra loro tipica manifestazione di intolleranza e di incoerenza, dal momento che abitualmente parlano solo di ciò che non sanno e non capiscono. Cioè tutto. Sbraitano contro la società opulenta ma non si accorgono che così ammettono che il capitalismo crei società opulente. Del resto la loro unica coerenza è quella di essere permanentemente incoerenti.
    11) Qualcuno si è scandalizzato per le mie risposte, come se fossero novità di un folle. Ringrazio per l’involontaria cortesia di accostarmi a Erasmo da Rotterdam ma le mie non sono risposte originali. Non ho fatto altro che riprendere confutazioni di innumerevoli e qualificati pensatori. Allocco e ignorante anche Popper, tanto per citarne uno?
    12) Sulla rivoluzione industriale, lor signori continuano con la vulgata in salsa sette savi di Sion. Un libro come “Il Capitalismo e gli Storici” si rifiuteranno sempre di leggerlo. E poi gli ignoranti sarebbero gli altri.
    13) Quando involontariamente gettano la maschera, se ne escono con espressioni estremamente spocchiose del tipo “sono stanco di dover parlare con chi non ha il mio buon senso che si basa su anni di studi…” Ecco la nuova versione del “Lei non sa chi sono io”. Il “loro buon senso” autoreferenziale la dice lunga su una tolleranza dialettica mai praticata.
    14) Quando si trovano in difficoltà, tirano fuori un autore non molto gettonato (magari ingiustamente) per mostrare quanto sono colti, sapienti, saggi ed esperti. Nel caso specifico venne citato Evan Evans Pritchards. Che io effettivamente non ho letto. Non vedo perché dovrei vergognarmene, quando morirò non avrò letto tutto quanto è stato scritto. ma la furbizia è non citare autori più conosciuti e più tradotti, non si sa mai. Mica citano Claude Lévi – Strauss, Rudolf Steiner, Ida Magli o Francesco Alberoni: c’è maggior pericolo che l’interlocutore possa averli letti. Io non chiedo mai loro se hanno letto Pascal Salin. Tanto che lo leggono a fare? Il fanatismo gli impedirebbe di goglierne l’essenza autentica.
    15) Sanno sempre tutto loro anche della nostra vita privata. Se abbiamo lavorato in fabbrica, se conosciamo l’indirizzo dell’Archivio di Stato, se abbiamo o non abbiamo visitato un’area geografica… Sintomo di massima presunzione o di palese incapacità? o di tutte e due?
    Per tornare a Bomba, la loro arma di persuasione è quella di sostenere che i danni ambientali causati dai privati siano risolubili con l’intervento pubblico. Da bravi negazionisti non ammetteranno mai che il peggior degrado ambientale lo ritroviamo nei territori socialisti o ex tali. Ma hanno le armi per convincere la gente del contrario della verità. Noi non ce le abbiamo. Rassegnamoci quindi, come nel passato sulla retorica della classe operaia, a decenni di stupidaggini che produrranno anche leggi liberticide come quella sulle previsioni del tempo. Spero che almeno colpiscano anche gli astrologi, almeno una piccola soddisfazione sulle fesserie… Ma temo che a rimetterci sarà, come al solito, solo la scienza vera. Questo perché come loro stessi ammettono, la libertà non è un diritto. Solo che se applicassero alla lettera e per tutti i loro principii, dovrebbero autodenunciarsi per errate previsioni sugli andamenti delle economie. Ma ci sarà sempre qualcuno più uguale degli altri. Orwell lo avranno letto i sedicenti ed esclusivi sapienti?

  • virgilio

    Avevo dimenticato di indicare l’articolo che ho commentato, si intitola “guerra del meteo vicino al capolinea” su OggiScienza: https://oggiscienza.it/2016/08/22/previsioni-meteo-proposta-legge/
    Ovviamente è pur vero che ora spesso sono gli appassionati del “Riscaldamento Globale Antropico” che fanno “casino” con previsioni e esagerazioni (pure a mio avviso strampalate) meteo, ma comunque x chi ha un animo propenso al rispetto della Libertà, e dunque pure della “spontaneità” che necessariamente è ad essa collegata, ciò non conta…che si sia d’accordo o meno con quanto gli altri esprimono, anche perché è il principio che infine conta, se passa poi coglie tutti e soprattutto chi non si allinea con la “cultura dominante”. D’altronde sospetto che le intenzioni recondite di tacitazione altrui, almeno solo di qualche politico in verità non siano indirizzate solo alle questioni meteo…Ché sinceramente con tutti i problemi che affliggono l’Italia io ‘sta guerra del meteo da contrastare proprio non la vedo qual priorità, mi pare che i meteo più seguiti dicano più o meno tutti le stesse cose… Comunque per rimanere in tema sia riguardo al clima sia riguardo a come l’ingerenza di governi, partiti e organizzazioni a sfondo politico ma in sintonìa con chi comanda, influenzino la coscienza collettiva, e dunque anche morale ed economia, invito a guardare su youtube il documentario “La Grande Truffa del Riscaldamento Globale”:
    https://www.youtube.com/watch?v=1YxmOpRAT4g&feature=youtu.be

  • Albert Nextein

    Ineccepibile.
    E fornisce bene la misura della criminalità dei politici e della loro malafede radicale.

  • Pedante

    https://c2.staticflickr.com/2/1358/1262438142_8fb79aa689.jpg

    Il futuro clintoniano. Cura psichiatrica profilattica e/o centro di detenzione per chi non segue i dettami della Grande sorella.

  • virgilio

    Tanto per restare in tema di libertà di espressione e di web ieri ho letto articolo sulla rivista online “oggiscienza” ove si divulgava l’originale notizia, gradita a quanto mi sembra anche agli autori di detta rivista, che il PD avanza proposta di Legge x abolire la libera possibilità su web di far previsioni meteorologiche. In breve solo chi sarà autorizzato da qualche titolo potrà cimentarsi in tali previsioni e sarà comunque giuridicamente responsabile di quel esporrà, se sbaglia previsioni o esse non risultassero consone allo standard espressivo ammesso, in un modo o nell’altro ne pagherà pegno. Uno dei motivi addotti per tal socialmente premurosa iniziativa parlamentare è che solo “la protezione civile” o comunque le istituzioni statali hanno diritto ad allarmare la popolazione su eventuali problemi climatici. Dunque poiché, si sa, quando passa un principio restrittivo per x poi inevitabilmente, per estensione, si applica anche ad y, z, etc… se tal iniziativa si confermerà m’aspetto che pure siti come questo che “allarmano” la popolazione nell’ottica economica, qui lessi che l’Italia sta a un filo dalla bancarotta, siano perseguiti per legge, di conseguenza ovunque nel web potranno scrivere ed enunciare proprie previsioni, giudizi, valutazioni…su qualunque evento o fattore di interesse generale (esempio chi rifiuta la teoria HIV=AIDS o chi non si allinea alla posizione dell’AGW) solo gli autorizzati dal “potere pubblico”. Dunque dovrebbero esser zittiti pure i Testimoni Di Geova visto che frequentemente paventano e a breve “la fine del mondo”, non è pur questo allarmismo?! Triste per me è che dopo il mio post là inviato nel quale contestavo l’iniziativa, anche a motivo fra gli altri che alle previsioni ci puoi credere o non ci puoi credere: nessuno di quelli che le fa (eccetto quelli che esercitano i poteri statali) t’obbliga a seguirli, invece del consenso da altri utenti ho ricevuto pareri contrari (iconcina pollice giù). Il rispetto del libero arbitrio ormai sta divenendo argomento tabù, ovunque si chiama e si apprezza la “regolamentazione di Stato”. Fra un po’ qualcuno avanzerà proposta legislativa che pensare dovrà essere concesso da apposita autorizzazione istituzionale e ognuno sarà giuridicamente responsabile dei pensieri che pensa. Non è forse il pensiero la molla dell’azione?Dunque, qualcuno (come gli antichi inquisitori) asserirà che pensare in proprio è pericolosissimo: che vada assolutamente regolarizzato questo moderno e inveterato vizio di produrre pensieri nella propria testa così liberamente e viziosamente!

    • Pedante

      Analizzare il passato ormai può avere conseguenze penali ed è logico che anche previsioni sul futuro siano soggette a censura. 2+2=5.

  • enrico

    Non possiamo sottostare all’abuso dello Stato italiano a prelievi considerati incostituzionali in quanto sono lesivi agli artt.23 e 53 della nostra Costituzione,inoltre illegali in quanto in violazione della legge 212 del 2000 cioè “Statuto del Contribuente”.
    Questo comportamento viola i diritti del popolo lombardo,con decreti legge,regolamenti
    e circolari attuative di questo Governo,non eletto dal popolo, ma imposto dalla Presidenza della Repubblica nel 2014.

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