In Anti & Politica

MICROFONODI MAURO GARGAGLIONE

C’è un comportamento della natura che innesca un effetto che tutti noi dovremmo conoscere, l’effetto Larsen.

Si ha quando si avvicina ad esempio un microfono ad un altoparlante e si innesca un fischio sempre più forte che si può fermare solo allontanando i due oggetti. Se non li allontaniamo, il fischio diventa talmente potente che arriverà a rompere le membrane dell’altoparlante e/o del microfono.

Tale effetto si definisce anche retroazione acustica. L’oggetto A innesca B ch…e a sua volta agisce su A che rimbalza ancora su B e così via sino alla distruzione del sistema.

Lo Stato aumenta la spesa pubblica e alza le tasse, queste cominciano a danneggiare le aziende che diminuiscono la ricchezza tassabile innescando in risposta un aumento delle tasse che aggrava i danni al sistema che genera un ulteriore aumento della tasse. Se non si allontana l’economia dallo Stato si va inevitabilmente incontro a una distruzione catastrofica.

Il fatto è che microfono e altoparlante sono sempre più vicini ad ogni governo che si avvicenda.

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  • vetrioloblog

    Mettiamola così: le multinazionali fanno in modo di spendere in Italia e guadagnare altrove; i produttori che possono permettersi di delocalizzare vano altrove. I poveracci che per produrre beni o servizi sono costretti a rimanere nella prigione Italia vengono sempre più tartassati, perché di diminuzione della spesa pubblica manco a parlarne. E inevitabilmente ci trasformiamo in un popolo di molti consumatori e di pochi produttori. Nel socialismo reale la spesa pubblica era il 100% del PIL, e noi ci avviciniamo inesorabilmente a questa triste meta ballando sul ponte del Titanic.

  • g.vigni

    Egregio,
    il vero problema, la tragedia è che la massa dei sudditi itaglioni continua, non so se per idiozia od opportunismo, forse per tutt’e due, ad avallare e plaudire l’avvicinamento del microfono all’altoparlante. Siamo l’unico caso, geografico e storico, di popolo, si fa per dire, tarato, epidemicamente ed endemicamente, da una gravissima ipoacusia.
    Ehh ?!?

    G. Vigni

    • winston diaz

      Non credo che si tratti di idiozia: nel momento in cui devi pagare comunque, con la canna della pistola appoggiata alla schiena, per gli sprechi e i ghiribizzi altrui, l’unica strategia coerente consiste nel profittare per quanto possibile di quelli sprechi. Altrimenti si paga mentre gli altri godono.
      Abbiamo appena discusso delle patrimoniali per possesso di televisore, possesso di automobile, possesso di casa, smaltimento spazzatura, ma vale un po’ per tutte le tasse, si paga sempre e comunque per cio’ che e’ speso da altri, in una rincorsa fra il decisore che spende sempre di piu’, e il cittadino che cerca di almeno recuperare quanto piu’ possibile .
      Si tratta di una strada senza ritorno.

      • winston diaz

        Notare che il decisore spende sempre di piu’ ma a debito, cosi’ poi il successore e’ costretto a dire che si e’ vissuto al di sopra delle proprie possibilita’, e servono nuove tasse… sistematicamente da 50 anni.
        Non so se vi siete accorti ma i sacrifici fatti con Monti, giusti o sbagliati che fossero, sono stati in ogni caso completamente dissipati clientelarmente dai tre anni dei suoi successori Renzi in primis, fra una mancia di qua e una di la’, e siamo di nuovo, come regolarmente negli ultimi 50 anni, al punto di partenza del buco nei conti dello stato, col debito pero’ sempre piu’ grosso.

  • winston diaz

    C’e’ una retroazione ben piu’ importante e dannosa, che deriva dal modo stesso in cui viene calcolato il Pil: nella formula del Pil, TUTTA la spesa pubblica, a differenza di quella privata che deve trovare dei compratori consenzienti, viene conteggiata come Pil.
    Quindi, per aumentare formalmente il Pil, basta aumentare la quota di spesa pubblica sottraendo risorse dal risparmio e dal patrimonio privati, cosa implementata alla grande e in modo sempre piu’ accelerato negli ultimi decenni.

    In altre parole, si mantiene in piedi l’ambaradan dei consumi e quindi il Pil formale e il prelievo fiscale, pero’ intaccando il risparmio privato.

    Lo stesso avviene, di sicuro premeditatamente da parte di quei decisori che sanno cosa fanno, con l’espansione smisurata della normazione, della sicurezza, e dell’incentivazione “ecologica”, che costringe i privati a spendere, e a spendere “in chiaro”, alimentando cosi’ i mille ingranagggi della macchina burocratica per calcolare incentivi, detrazioni e menate varie, che pur non producendo assolutamente nulla di utile anzi il contrario, fanno Pil eccome.

    Siamo all’ultima spiaggia, e ai piani alti quelli non del tutto stupidi lo sanno bene, ma non hanno scelta.

    Capito il giochetto degli ultimi anni, su cui vige l’omerta’ assoluta dei contabili?

  • winston diaz

    C’e’ una retroazione ben piu’ importante e dannosa, che deriva dal modo stesso in cui viene calcolato il Pil: nella formula del Pil, TUTTA la spesa pubblica, a differenza di quella privata che deve trovare dei compratori consenzienti, viene conteggiata come Pil.
    Quindi, per aumentare formalmente il Pil, basta aumentare la quota di spesa pubblica sottraendo risorse dal risparmio e patrimonio privati.
    In altre parole, si mantiene in piedi l’ambaradan consumando il risparmio privato.
    Capito il giochetto degli ultimi anni, su cui vige l’omerta’ assoluta dei contabili?

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