In Libertarismo, Varie

mercato-potereDI REDAZIONE

Lo Stato e il mercato sono due modi opposti di organizzare i rapporti umani: il primo si basa sulla violenza, il secondo sui rapporti pacifici

Come sarebbe un mondo senza tasse e spesa pubblica? Davvero le politiche pubbliche riescono a risolvere i conflitti fra gli attori economici? O invece li creano? Esiste infine una “giusta misura” di interventismo?

In “Potere e mercato” Murray N. Rothbard analizza gli effetti dell’azione dello Stato in campo economico. Nella sua visione la coercizione esercitata dal potere s’oppone sempre alla libertà permessa dal mercato. Per questa ragione, l’economista americano prova a immaginare istituzioni volontariamente scelte, le quali assolvano anche a quei compiti (difesa, polizia, giustizia) che nelle nostre società sono oggi affidati allo Stato. È il tema delle “agenzie private di protezione”, quale alternativa radicale al monopolio statale della violenza.

Quello che viene alla luce è un liberalismo estremamente coerente, rigoroso, che non ammette compromessi: il tutto all’insegna di una riflessione sul migliore ordine sociale secondo cui gli uomini hanno diritti naturali che nessuno, e per nessun motivo, può violare.

(A cura di Nicola Iannello, traduzione di Lorenzo Maggi)

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Showing 2 comments
  • Alessandro Colla

    Ai libertari il compito della rivoluzione? Forse, ma per attuare una rivoluzione occorrono finanziamenti. Soprattutto se si tratta di una rivoluzione liberale che in quanto tale deve investire notevolmente in cultura. Senza, il compito dei libertari non sarà solo arduo ma ai limiti dell’impossibile nel risultato finale. Cercasi Mecenate disponibile, possibilmente non residente ad Arcore.

  • vetrioloblog

    Per decenni tutta una serie di impostori, alcuni dei quali “divulgati” dalla pubblica istruzione (vedi Hegel e Marx) sono riusciti a farci credere che lo Stato è “etico”, che “la proprietà è un furto” e che il migliore dei mondi possibile fosse quello in cui il barbiere non è proprietario nemmeno delle forbici.
    Per fortuna di noi nati o sopravvissuti nel terzo millennio i fatti hanno dimostrato il tragico imbroglio del “socialismo reale”. Ma, come Hayeck amaramente constatava, la consapevolezza dei mali dello statalismo non è affatto “di moda”.
    Ai libertari l’arduo compito della rivoluzione liberale: lo Stato “è male”, la proprietà è sacra (con l’ovvio limite di non poter danneggiare la proprietà altrui), il migliore dei mondi possibile è quello in cui lo Stato non è proprietario di nulla.

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