In Esteri

DI REDAZIONE

Il Venezuela ha ufficializzato il lancio del ‘petro’, la criptomoneta sostenuta dalle riserve petrolifere e minerarie nazionali, come nuovo strumento delle attività commerciali venezuelane, nazionali ed internazionali.

A questo fine, ha reso noto la tv Telesur, è stata inaugurata ieri a Caracas la sede della Sovrintendenza nazionale di criptoattivi (Sunacrip) diretta da Joselít Ramírez.

In un discorso a reti radiotelevisive unificate, il presidente Nicolás Maduro ha indicato che la criptomoneta ha un piano di sviluppo di dieci anni a sostegno degli interscambi commerciali venezuelani.

Il capo dello Stato ha quindi proceduto all’attivazione del ‘blockchain’ sviluppato da ricercatori venezuelani e che sostanzialmente è un registro aperto e distribuito che può memorizzare le transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente.

Il ‘petro’, ha sottolineato, “potrà essere scambiato attraverso le sei agenzie di cambio (Exchanges) più importanti del mondo”.

Di più. Il tiranno dello Stato di bananas ha anche affermato che “il Venezuela avanzerà nella questione della sovranità monetaria”, argomento di cui ne capisce quanto Di Maio e Di Battista, visto lo stato in cui è conciato il bolivar, oggi valutato sui mercati meno di una pizza di fango del Camerun.

Ma non è finita: “Questo – ha insistito Maduro – ci consentirà di passare a nuove forme di finanziamento internazionale per lo sviluppo economico e sociale del Paese”. E sarà fatto con una emissione di criptovaluta sostenuta da riserve di oro venezuelano, petrolio, gas e ricchezza di diamanti”. E qui casca l’asino. Ormai iamo alla truffa neolinguistico-economica.

Come ha scritto Matteo Corsini, “Qualcuno gli spieghi che i Bitcoin non si emettono, non si stampano sono decentralizzati e, soprattutto, non sono statali. Petro… torna indietro!

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Comments
  • christian

    Il Petro è stato annunciato più volte ma ancora non v’è traccia in nessuna blockchain (molti hanno provato a cercarlo ed hanno trovato solo qualche pseudo clone con nome simile). Poi il sottostante dato dalle riserve di oro, diamanti e petrolio che il Venezuela non ha più la capacità di estrarre ha lo stesso valore di un sottostante di carta straccia. Provate voi tra qualche anno andare in Venezuela (se esisterà ancora) a chiedere di redimere i vostri Petro con una quantità equivalente di risorse naturali. Da questo punto di vista i regimi socialisti sono una garanzia. Come le aziende straniere espropriate e nazionalizzate forse anche i vostri Petro (o meglio il sottostante a cui avreste diritto) saranno espropriati e nazionalizzati, oppure convertiti in un Petro bis con 6 zeri in meno ma stesso valore nominale (quindi 1Petrobis per un milione di Petro ma che vele come un vecchio Petro). Buon investimento.

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