In Economia

DI PIETRO AGRIESTI

Secondo un mito popolare se lo Stato recuperasse l’evasione fiscale, potrebbe finalmente trasformarsi in uno Stato come si deve: ci sarebbe la carta igienica nelle scuole e la carta per le fotocopiatrici nei tribunali, le carceri non cadrebbero a pezzi, gli organici non sarebbero più sottodimensionati, e così via..

Ma recuperare soldi dall’evasione fiscale, equivale all’atto pratico semplicemente ad alzare le entrate tributarie, o comunque i soldi incassati dallo Stato. Che questi soldi vengano dal recupero dell’evasione, dall’innalzamento delle tasse o dal debito conta poco, visto che la teoria alla fine è che se lo Stato incassasse di più potrebbe spendere di più, e questo metterebbe le cose a posto.

Il problema con questa teoria è che

A lo Stato ha incassato sempre di più negli ultimi decenni: se nel 2002 incassava 371 miliardi, nel 2017 ne incassava quasi 575, e tra l’altro è cresciuto anche proprio il recupero dell’evasione fiscale (qui un grafico: http://vonmises.it/…/…/01/pagare-tutti-per-pagare-meno21.jpg)

B incassando di più lo Stato ha anche ovviamente speso di più (qui un grafico: http://grafici.altervista.org/…/Entrate-spese-pubbliche-ita…).

Quindi sostanzialmente si è percorsa in modo continuativo la strada più entrate statali (fra cui più recupero dell’evasione) e più spesa statale, se non a fronte di ciò i servizi non sono migliorati in modo ingente e costante, forse vuol dire che il mito secondo cui “se tutti pagassero le tasse, i servizi statali funzionerebbero come si deve” è appunto un mito e il problema non è aumentare le entrate e le spese.

Gli stessi dati smentiscono poi la teoria secondo cui “se tutti pagassero le tasse pagheremmo tutti meno”: all’aumentare delle entrate statali aumenta la spesa statale, non viene ridotta la pressione fiscale, che infatti è aumentata moltissimo negli ultimi decenni (qui un grafico: http://3.bp.blogspot.com/…/variazione%2Bpil%2Be%2Bpressione…)

Sempre gli stessi dati smentiscono anche il mito secondo cui negli ultimi decenni avremmo vissuto un periodo “neoliberista”, essendo l’essenza del neoliberismo riduzione della spesa pubblica e del carico fiscale, ed essendo questo l’esatto opposto di quanto si vede da ogni dato umanamente consultabile, è difficile non ritenere che credere che in Italia ci sia stato il “neoliberismo” sia un po’ come credere alle scie chimiche..

E ancora gli stessi dati smentiscono anche l’idea che abbiamo vissuto un periodo di austerità, impostoci dall’Europa: nessuna austerità, lo Stato italiano non ha tirato la cinghia, ha continuato ad allargarla.. a fine 2017, tanto per dire il debito pubblico era del 133,02 (qui un grafico: https://e.infogram.com/debito-pil-1hnq411p70ep43z…).

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Showing 4 comments
  • Albert Nextein

    E’ noto da sempre che lo stato spenda di più di quanto potrebbe, salvo poi accorgersene e tentare ogni volta di aumentare le entrate vessando fiscalmente e vendendo titoli di stato ormai carta straccia.
    Si tratta di una continua rincorsa giustificata ipocritamente da politiche economiche keynesiane, da lotta alla “evasione”, da stato sociale, e via mentendo.
    Io spero che il governo italiano ,attualmente in relativo conflitto con UE e Bce, riesca nei suoi intenti, perchè così facendo farà saltare tutto in aria.
    E si sà, essendo l’italia irriformabile , come dice il saggio Leo, si merita un proditorio ed incoercibile crack con reset totale, diffuso ad altri paesi europei e non europei.
    Io sono certo che non se ne venga fuori diversamente.
    Tabula rasa, pane e cipolla per qualche lustro, e poi se i sudditi capiscono quanto realmente accaduto in loro danno, forse si ricostruisce su basi diverse.
    Quelle liberali originarie.
    Altrimenti , ciccia, e ancora socialismo totalitario.

  • GIG

    la guerra è pace.
    la schiavitu’ è libertò.
    una continua valanga di balle.
    la verità è l’esatto contrario della ‘narrazione’ di giornali e tg

  • vetrioloblog

    Più che a un giocatore, lo Stato, l’Europa, etc. mi fanno pensare al cartaio

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