In Anti & Politica, Economia

DI MAURO GARGAGLIONE

I primi due provvedimenti del governo comunista di Hanoi quando riunificò il Vietnam, non appena decollò l’ultimo elicottero col plotone di Marines a protezione dell’ambasciata USA, furono l’istituzione di campi di “rieducazione” per chi aveva li aveva combattuti e l’eliminazione di ogni traccia di proprietà privata dei mezzi di produzione e dei terreni su cui si coltivava il riso, sostituendo la già stremata economia agraria esistente con una rigidissima economia pianificata.

Il risultato immediato fu, come sempre accade laddove viene applicato il comunismo, una gravissima carestia e la morte per fame di una enormità di persone. Solo dopo essersi resi conto di non riuscire a sfamare la popolazione imponendo i metodi leninisti si decisero a tollerare una ridottissima parvenza di economia del profitto che lenì, ancorché in maniera totalmente insufficiente, il disastro umanitario. Il comunismo non si combatte col napalm, ma col mercato.

Oggi, trascorsi tre decenni dalla fine di quell’orribile e insensato conflitto, moltissime aziende americane producono in Vietnam e dopo indicibili sofferenze e povertà, anche se la strada è ancora lunga, si intravvede un futuro di crescita economica e aumento del benessere.

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Showing 2 comments
  • Francescopd

    …. fateglielo presente anche quel testone vuoto di Zingaretti che sta rivalutando l’URSS di Lenin come modello….. che era stato ricusato perfino da Occhetto
    Il segretario di un partito di massa mi viene vomito solo a pensare che nel 2019 ci sia ancora gente che pensa questo dopo decine e decine di milioni di morti in periodo di pace.
    Non occorre andare tanto lontano nel tempo per vedere il Vietnam basta andare in Venezuela il giorno d’oggi.. per vedere il vero Vietnam comunista

  • Fabio

    anche se è ancora lunga la strada, semmai ne avessero voglia: https://www.heritage.org/index/country/vietnam

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