In Anti & Politica

di GABRIELE VIRDIS

Ormai da diversi decenni, purtroppo, moltissimi giovani mostrano una particolare devozione nei confronti di ideologie di sinistra moralmente bestiali e matematicamente fallimentari come la pianificazione dell’economia, lo stato etico ecc. ecc.

Questo fenomeno è spiegabile sotto diversi aspetti come ad esempio quello scolastico: in Italia, per esempio, lo stato tramite il MIUR possiede un vero e proprio monopolio sull’istruzione che i giovani ricevono nelle aule scolastiche, che siano esse pubbliche o private. Essendo le ideologie di estrema sinistra quelle che più confidano nella grandezza dei poteri statali centralizzati, lo stato ha tutto l’interesse di dare ai giovani un’educazione tendente a sinistra o, per lo meno, non antistatalista (infatti è ormai noto che i professori di sinistra nella loro carriera trovano spesso più porte aperte).

Un altro aspetto che potrebbe spiegare il fascino dei giovani nei confronti di tali ideologie è l’attuazione del piano gramsciano consistente in una rivoluzione culturale marxista attuata grazie al controllo dei media, della scuola appunto e della politica. Insomma, esistono vari motivi per cui molti giovani si rispecchiano nella sinistra, ma quello che è certo è che molti di loro conservino nel loro cuore dei veri ideali di libertá, di ugualianza, di giustizia, di rispetto per l’ambiente, ma che siano anche molto confusi per via dei motivi sopraccitati.

Essi sono infatti ammaliati dai simboli come il pugno rivolto verso l’alto, la falce e il martello, lo sguardo eroico di quel pazzo criminale di Che Guevara, eccetera; simboli che promettono falsamente di realizzare gli ideali di cui ho parlato poco prima.

La realtà è che la libertà, l’ugualianza e la giustizia coincidono tutti con un’unica idea, che è esattamente l’opposto dello statalismo e del socialismo, ed è l’anarchia di mercato: la libertà infatti può essere tale solo dal momento in cui ogni singolo individuo è proprietario di sé stesso e non è costretto da altre persone a sottostare ai loro voleri (come invece accade in qualsiasi stato, specialmente negli stati tendenti al socialismo).

L’uguaglianza, che è forse il valore più millantato dai partiti della “sinistra rivoluzionaria” può esistere solamente in una società in cui tutti gli esseri umani sono posti sullo stesso piano davanti alla legge, e nessuno è legittimato da un ente astratto e coercitivo a prendere decisioni su quello che altri possono o non possono fare. Per la giustizia vale la stessa identica cosa: in uno stato socialista un élite di persone chiamata governo deterrebbe tutti i poteri giuridici e sarebbe quindi portata a essere corrotta, o a prendere decisioni sbagliate e non pensate dato che qualunque sia la decisione, le conseguenze potrebbero essere fatali per qualcuno, ma sarebbero sempre e comunque nulle per chi le ha prese.

Per quanto riguarda l’ambientalismo, inoltre, molti giovani scendono in piazza con le più nobili intenzioni nell’animo, come la salvaguardia del pianeta, ma invece che credere e protestare per ottenere una sana apertura dei mercati (ad esempio per liberalizzare il business dello smaltimento dei rifiuti in modo che il mercato trovi soluzioni ecologiche ed economiche, e che chi produce più rifiuti debba pagare di più per smaltirli, ottenendo un incentivo a una vera rivoluzione ecologica e volontaria) tendono sempre a protestare per avere più regole statali, (ad esempio più tasse per le aziende ree di emettere grosse quantità di emissioni). Ecco, per quanto riguarda le tasse sulle emissioni io ritengo che oltre a essere dannose per l’economia lo siano anche per un’etica sociale liberale per lo stesso ambiente. Per l’etica perché un gruppo di persone deciderebbe quanto e come si può inquinare, dando per scontato che tra la povertà di molte famiglie e l’emissioni gas dannosi a lungo termine il secondo sarebbe il male peggiore (non nego che possa essere così ma chi sono i governanti per decidere questo e imporlo agli altri?).

In un sistema di libero mercato, i consumatori scelgono liberamente (pagando un’azienda più o meno ecologica piuttosto che un’altra) quanto le aziende possano permettersi di inquinare e probabilmente tenderebbero a scegliere aziende più “eco firendly”, diminuendo realmente l’inquinamento dell’aria senza bisogno di coercizione e di decisioni violente e autoritarie di alcun tipo. Per l’ambiente invece credo che aumentare le tasse sulle emissioni sarebbe dannoso perché in questo modo i governi tenderebbero ad amare le aziende che inquinano di più, privilegiandole in vari modi e cercando di evitare che passino a metodi più ecologici, per poter continuare a intascare più soldi. Inoltre la storia passata e contemporanea ci ha mostrato che i più grandi disastri ambientali (come l’incidente di Chernobyl o l’attuale esagerata quantità di emissioni e rifiuti da parte della Cina) li dobbiamo agli stati socialisti che non hanno il minimo interesse di essere “eco friendly”.

Insomma, il succo di questo articolo è che, per fortuna, i giovani hanno nel loro animo dell’ideali bellissimi per cui lottano giornalmente, ma che purtroppo lo fanno nel modo più sbagliato a causa della confusione incentivata dai media, finendo per lottare esattamente per l’opposto di ciò che vogliono realmente. Io credo che basterebbe che ogni “giovane rivoluzionaro” e ogni “giovane comunista” prenda coscienza di tutto questo, per svegliarci domani in mondo libero dalla violenza, dalla fame, dall’inquinamento e dalla guerra, per risvegliarci domani in un mondo migliore.

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Comments
  • Alessandro Colla

    Buona illusione. Chi finanzia il “prendere coscienza” contro la scuola di stato?

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