In Anti & Politica, Economia, Libertarismo

di GIOVANNI BIRINDELLI

Le tasse anti speculazione (per esempio la cosiddetta “Tobin tax” introdotta dal governo Monti che sarà in vigore da marzo prossimo) servono alla crescita economica come eventuali tasse sulle parole servirebbero alla crescita della cultura, e sono legittime allo stesso modo.

La speculazione e le parole, infatti, sono due modi diversi per acquisire, usare, scambiare e trasmettere conoscenza, informazione: una conoscenza individuale che in quanto tale è dispersa capillarmente e che non può essere disponibile a nessuna mente direttrice.

Questa conoscenza è infinitamente più abbondante della conoscenza di cui dispone il governo e, essendo anche, spesso, conoscenza di tempo e di luogo, è di qualità migliore. Ostacolare la speculazione significa quindi ridurre drasticamente la quantità e la qualità di conoscenza in circolo e quindi è un atto di distruzione economica, allo stesso modo in cui impedire a un poeta di scrivere le sue poesie è un atto di distruzione culturale.

Il termine speculazione deriva dal latino speculare, che vuol dire “Osservare attorno, Esplorare; Meditare attentamente; fig. Far progetti, Calcoli; e più concretamente Tentare imprese commerciali”. Quando, comprando una casa, una persona sceglie il tasso variabile piuttosto che quello fisso, sta speculando. Quando uno studente sceglie quale università fare, sta speculando. Quando la proprietaria di una boutique di moda sceglie i modelli o i colori sui quali investire per la prossima stagione, sta speculando. E così via, all’infinito. Come dice Ludwig von Mises, “L’azione umana è sempre speculazione. Questo vale tanto nel caso dell’economia di mercato quanto nel caso di Robinson Crusoe, la persona immaginaria in totale isolamento, quanto in quello di un’economia socialista … In ogni economia reale e viva, ogni individuo è sempre un imprenditore e uno speculatore”.

Si impedisca, oppure anche solo si ostacoli, la speculazione in generale e si osservi il risultato dopo pochi minuti. Naturalmente, questo non avverrà mai (il totalitarismo, purtroppo, non è suicida). Il governo che ha imposto la Tobin tax, non ha tassato la speculazione: ha tassato solo un tipo particolare di speculazione, quella che gli consentiva di fare leva sull’invidia (quindi quella che era più facile da tassare) e di fare cassa per consentire allo Stato totalitario moderno di continuare a fare ciò che è nella sua natura: espandersi. Questo non deve stupire: ciò che caratterizza il totalitarismo, quello “vecchio” tanto quanto quello “nuovo”, non è la coerenza ma l’arbitrarietà. La Cina non bandisce l’accesso a internet, ma solo ad alcuni siti, quelli che parlano di libertà. Nella Germania dell’est non veniva impedito di scrivere articoli, ma solo alcuni articoli, quelli che mettevano in cattiva luce il regime. In Italia lo Stato non decide la durata degli affitti, ma solo quella degli affitti di determinati beni: le abitazioni. Sempre in Italia, lo Stato non tassa ulteriormente la vendita di beni entro i primi cinque anni dall’acquisto, ma solo di determinati beni (di nuovo le abitazioni). E così via.

Non sono le tasse a essere una cosa bellissima, come ha notoriamente affermato un collettivista ormai scomparso degno predecessore di Monti, è la speculazione a esserlo. Le tasse sono una cosa orribile, anche quando sono inevitabili, perché implicano coercizione. La speculazione è una cosa bellissima perché consente l’azione umana e quindi implica conoscenza, creatività, libertà, crescita.

 

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Showing 20 comments
  • Facco lei è già uno speculatore nella vita di tutti giorni in quanto esercita un attività produttiva! Tutte le attività produttive sono speculazioni in quanto vi è sempre il rischio d’Impresa.

  • leonardofaccoeditore

    OGGI MI COMPORTERO’ DA SPECULATORE: AL SUPERMERCATO VENDONO DUE DENTIFRICI AL PREZZO DI UNO!

    • [email protected]

      Mi permetta un’osservazione Facco: comprare due dentifrici al prezzo di uno è un’atteggiamento inquadrabile in un’economia keynesiana basata sull’offerta.
      Da lei piuttosto mi aspetterei che comprasse un dentifricio solo ma a metà del prezzo.
      Un saluto .

  • [email protected]

    Giovanni Birindelli, volendo semplificare all’estremo si può affermare che speculare equivale a scommettere?
    Io direi di sì.
    Allo stesso modo i socialisti speculano sullo stato sociale. Il tavolo però è truccato. Non speculano personalmente su di un mercato libero. Scommettono sul sicuro perché sanno che “quel” banco vince sempre (o almeno è quello che han creduto fino ad ora).
    Quindi per amor della precisione direi che la speculazione è una cosa bellissima solo SE il mercato è libero.
    Un saluto e complimenti per l’articolo .

    • claudio

      no non vuol dire scommettere, la scommessa non ha esito certo la speculazione si..speculare è cogliere l’opportunità..

      • [email protected]

        Scommettere nel senso che speculare vuol dire fare una scelta ed una scelta può avere esito negativo o positivo. Quindi direi che la speculazione non ha esito certo.
        Un saluto .

    • Giovanni Birindelli

      Grazie Fabrizio del suo commento, che ha messo in luce un importante aspetto che io, forse sbagliando, ho dato per scontato: la speculazione sta alla base di qualunque azione umana ma non tutte le azioni umane sono legittime. L’azione umana legittima è solo quella che non viola la legge intesa come principio astratto e generale. Poiché la legge intesa in questo modo e il libero mercato sono due facce della stessa medaglia, eventualmente si potrebbe dire che la speculazione è una cosa bellissima se sta alla base di un’azione legittima. Tuttavia le devo confessare che sono incline a considerare la speculazione una cosa bellissima comunque, anche nel caso di azioni illegittime. Occorre infatti distinguere fra speculazione e azione: una speculazione non può essere illegittima, solo unpazione può esserlo. Per esempio, se una persona mette a punto un piano raffinatissimo per svaligiare una banca e poi la svaligia, ciò che è illegittimo (e quindi “brutto”) è l’azione di svaligiare la banca, ma il piano (l’usare la propria conoscenza per scoprire un modo di svaligiare la banca) non lo è. Anzi, quel piano senza l’azione potrebbe essere offerto alla banca come servizio di consulenza per migliorare la sua sicurezza. Quindi io rimango convinto che la speculazione sia sempre una cosa bellissima.
      Circa l’identificazione fra speculazione e scommessa, non sono d’accordo. La speculazione implica il mettere insieme conoscenza, informazioni, intuizioni. Ora, se una persona scommette su un cavallo sulla base di informazioni che ha accuisito, essa sta facendo una speculazione. Tuttavia se un’altra persona scommette su quello stesso cavallo a caso, non sta facendo una speculazione.
      Buona serata

      • Giovanni Birindelli

        acquisito

      • [email protected]

        Giovanni Birindelli, concordo. Bellissimo l”esempio per distinguere l’azione legittima da quella illegittima. Nemmeno io davo un’accezione negativa alla speculazione, nella metafora parlavo di “tavolo truccato” perché mi viene naturale considerare quell’azione “illegittima”.
        Sull’accostare speculazione e scommessa, resto della mia opinione, ma è un mio limite: io non ho mai concepito una scommessa fine a se stessa ed immaginavo, la scommessa sul cavallo, un’azione dettata comunque da una motivazione (es. simpatia per il nome del cavallo) magari meno articolata e meno supportata da una presunta logica, ma pur sempre un’azione.
        Grazie mille per la spiegazione. Un saluto .

    • Fabio

      gli statalisti (fascisti, comunisti, socialisti,ecc..) scommettono a cuor leggero perché le perdite le ripagano gli altri (debito pubblico e tasse)

  • Francesco

    quando vai al distributore dove la benzina costa meno stai speculando!

  • Riccardo

    Il pensionato che investe in BOT o BPT per racimolare qualche spicciolo in più è uno speculaore. Il tizio che compra casali da ristrutturare e li rivende a prezzo piu alto dopo averli ristrutturati è uno speculatore. La Goldman Sachs che strozza l’economia di interi popoli per fare cassa, specula anche lei. C’è una bella differenza però tra il pensionato e la Goldman Sachs. Dietro la crisi italiana c’è un pesante gioco di interessi geopolitici che usano la speculazione per mettere in ginocchio l’Italia, cioè gli italiani. Si può obiettare che questo tipo di speculazione esiste in quanto esistono gli stati e quindi interessi che confliggono con quelli individuali. Ma come impedire che in un libero mercato, sia anche in assenza di stato, un gruppo di persone si coalizzino per arricchirsi oltre misura impedendo ad altri di scendere sotto la soglia della povertà? In qualche modo, anche la speculazione ha varie sfacettature e non necessariamente tutte positive. Anche in un libero mercato occorrono delle regole. Riguardo alla tobin tax, credo che si rivelerà un autogol, come tutte le tasse. E’ soltanto un po di polvere buttata negli occhi dei falliti per convincerli che ‘stato è bello’ e che le tasse sono fatte per aiutare i poveri per castigare i ricchi.

    • Antonino Trunfio

      C’è una bella differenza come la chiama lei, lo so davvero. Ma per me non è affatto bella come la definisce lei.
      E sa qual’è la differenza? che il pensionato o l’azienda che investono e “speculano” (vedi significato specificato dal post dell’autore) possono guadagnare, tanto o poco non importa, ma possono anche perdere tanto o fallire del tutto.
      La Goldman Sachs e tutte le banche d’affari e commerciali, può solo vincere, perchè di fallire non se ne parla neppure, come accadrebbe in un mercato davvero libero e senza regolamenti salvo quelli tra le parti interessati (dicesi contratto) senza intermediari parassiti di stato.
      Ma non ci sono problemi : la solita neo-lingua aiuta i soloni del potere politico mediatico nazionale e mondiale, a rassicurare il popolo bovino tremante, che le banche non fallirano grazie allo stato e ai suoi aiuti, preoccupato come esso è sempre per tutelare i risparmi delle persone, messi a rischio dagli speculatori !!
      Si possono ricavere innumerevoli barzellette sull’argomento, non trova ?
      Quando trova il tempo, cerchi l’elenco dei nomi di quelli che stanno dentro a Goldman o che ci sono transitati nel passato più o meno recente. Vi troverà, ironia della sorte i Mariulo Draghi, gli Gnazzio Visco, il mortadella nazionale PRODO, il sobrio ragioniere Mariugo Montozzi e tutto il resto della combriccola. E mi creda, nonostante in patria godano di una certa popolarità mediatica, e il Mariuolo suddetto rischia pure di essere nominato “uomo dell’anno” (mi chiedo per quali meriti !!! e per quale anno !!) in Goldman e nella altre banche d’affari che ne conoscono valore e gesta, l’unica posizione che hanno saputo condonare ai farabutti di cui sopra, è quella di manovalanza criminale per le periferie.

    • Giovanni Birindelli

      Grazie del commento, sul quale ho alcune osservazioni, in aggiunta a quella di Antonino Trunfio sul too big to fail che trovo assolutamente corretta.

      1) Lei scrive che “Dietro la crisi italiana c’è un pesante gioco di interessi geopolitici che usano la speculazione per mettere in ginocchio l’Italia, cioè gli italiani”. In questo affermazione vedo due implicazioni totalitarie. La prima è che lei sembra assumere che mettere in ginocchio l’Italia sia illegittimo. Immaginiamo un paesino in cui inizialmente ci sia un unico ristorante e in cui a un certo punto apre un altro ristorante più buono, con un’atmosfera più gradevole e meno caro. A meno che il primo ristorante non migliori la qualità del suo servizio e diminuisca i prezzi, esso sarà messo in ginocchio dal secondo. Prima domanda: lei ritiene che lo Stato debba impedire al secondo ristorante di aprire per scongiurare questo scenario? Se no, perché al secondo ristorante dovrebbe essere consentito mettere in ginocchio il primo ma alla Goldman Sachs, alleandosi con chi vuole, non dovrebbe essere consentito di mettere in ginocchio uno stato che, a causa delle sue politiche (il problema sta molto al monte delle sue politiche ma qui tralasciamo), sta andando verso la bancarotta? In altre parole, quale è la differenza fra i due casi su un piano di principio?
      La seconda implicazione totalitaria della sua frase è data dall’identificazione dell’Italia con gli italiani: da Platone in poi, l’identificare l’organizzazione che detiene il monopolio della coercizione su un certo numero di persone con quelle persone (per cui una cosa che fa male alla prima per definizione fa male anche alla seconda), è tipico della logica collettivista e quindi totalitaria (chi va contro gli interessi dello stato va contro gli interessi di tutti, quindi tutti devono dargli addosso: molto comodo per lo Stato). Per fortuna la logica totalitaria di questa identificazione è stata smascherata da molto tempo, anche se essa riappare di continuo purtroppo.

      2Lei si chiede “Ma come impedire che in un libero mercato, sia anche in assenza di stato, un gruppo di persone si coalizzino per arricchirsi oltre misura”. Il fatto stesso di ritenere che ci sia una misura oltre la quale sarebbe illecito arricchirsi (o che occorra impedire che le persone si arricchiscano oltre misura) è indice di una mentalità totalitaria: questo infatti presuppone che a) ci sia qualcuno che stabilisca arbitrariamente questa misura e b) che lo Stato non sia regolato dalla legge (il principio generale e astratto, la regola di giusta condotta individuale, il limite al potere arbitrario) ma, come è oggi, dalla “legge” fra virgolette (il provvedimento particolare, la decisione dell’autorità legalmente costituita cioè del politicamente più forte, lo strumento di potere). La legge infatti va rispettata perché è giusta su un piano di principio, indipendentemente dalle conseguenze particolari della sua applicazione. La “legge” invece lo Stato totalitario la fa per ottenere i risultati particolari che desidera chi detiene il potere politico o il suo mandante (gli elettori).

      3) lei scrive che “Anche in un libero mercato occorrono delle regole”. Giusto! Il problema è che tipo di regole. Se le regole sono la “legge” fra virgolette, non c’è libero mercato possibile ma solo il totalitarismo. Se invece le regole sono la legge, allora si ha il libero mercato. Oggi siamo in uno “stato senza legge” (Hayek) e quindi non abbiamo il libero mercato, ma il socialismo.

      Saluti

    • Fabio

      nei primi due esempi hai persone che fanno quel che vogliono coi PROPRI soldi e se va male sono loro a rimetterci.

      nell’esempio della Goldman Sachs hai l’azienda che fa contratti con gli stati che impegnano i popoli controllati e schiacciati con le forze armate, come in italia. E sopratutto fa molto più gli interessi di quei governanti, che la cercano per tali affari, e solo in minor misura i propri (che comunque ci sono, nessunolavora gratis).
      Le finanziarie internazionali sono usate dai ladroni al governo per rubare e nascondere il malloppo, che in questo modo possono scaricare su altri (multinazionali, paradisi fiscali, uomo nero) le responsabilità che invece hanno solo loro e la cricca cheli spalleggia (caste e partiti) !!

  • Antonino Trunfio

    Giovanni ha ragione Leonardo Facco quando parla di neolingua.
    L’accezione del termine speculazione, ahimè divulgata dai media e dai tromboni della politica e del parassitismo nazionale e non, suscita nelle persone idea di una qualche azione malefica, condotta da poche figure losche e avide nascoste in qualche torre di manhattan o singapore.
    Posto qui la definizione di “speculazione” che trovo su Wikipedia :
    “In finanza la speculazione è l’attività di un certo operatore finanziario che entra sul mercato nel momento presente effettuando un certo tipo di investimento e presumendo degli sviluppi ad alto rischio il cui esito, positivo o negativo, dipenderà dal verificarsi o meno di eventi su cui egli ha formulato le sue aspettative iniziali. Se l’evento aleatorio si manifesterà in linea con le aspettative, l’operazione speculativa avrà esito positivo, cioè produrrà un profitto, nel caso contrario si avrà una perdita.”

    Quindi tutti, siamo speculatori e tutte le operazioni sono di speculazione come hai fatto notare tu sopra. Dal pensionato che investe 1.000 euro in titoli di stato sperando oltre al fatto che gli vengano ripagati, di ottenere un pur minimo interesse, sino ai milioni di euro che manovrano i fondi di investimento che sono nient’altro che la massa di risparmio di decine di milioni di individui, e non tutti necessariamente paperon de paperoni !!

    La neolingua impera e i media in video e su carta impazzano.

    Ho scritto queste cose per evidenziare una cosa che spesso noi libertari sottovalutiamo tragicamente : la gente usa prima l’emozione e i sentimenti per ascoltare, capire, ed eventualmente accettare. I media, i politici, tutti i farabutti della politica e non, con le loro corti dei miracoli, lo sanno bene. E usano la neo lingua appunto che si presta benissimo a tale scopo.
    Beppe Grillo è un mostro di neo lingua, sebbene si scagli giustamente contro la casta e la politica.
    Se solo noi imparassimo a parlare ai sentimenti e al cuore della gente, sarebbe un enorme passo avanti.
    La differenza rispetto all’esercito di illusionisti dei palazzi del potere e della comunicazione di massa, non sta nell’uso o meno della neo lingua ovviamente. Ma nella forza della verità che trionfa sempre, quando s raggiungere prima che la ragione e la testa delle persone, il loro cuore e i loro sentimenti intimi, tra i quali primeggia, grazie a dio, la libertà individuale.

  • nico

    Gran bell’articolo!!!

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