In Anti & Politica, Economia

AAASDdi FRANCESCO CARBONE*

L’ennesimo provvedimento orwelliano degno di un paese fallito comunista, alla fame, pronto al collasso sociale oltre che economico è stato varato qualche giorno fa. Prestiti tra familiari, bisogna dichiararli all’Agenzia delle Entrate.

Commentare la news è alquanto superfluo, piuttosto essa offre spunto per ridefinire bene, ancora una volta, le ragioni per cui il paese risulta essere economicamente devastato, il peggiore di ogni altro europeo dal 2009 a oggi. Possiamo prendere tutte queste ragioni e condensarle in una unica motivazione, partendo dalla splendida definizione di socialismo del prof. Huerta de Soto contenuta nel libro A Scuola di Economia: Socialismo è tutto il sistema di aggressione istituzionale al libero esercizio della funzione imprenditoriale.

Stando a questa definizione l’Italia è di fatto il paese più socialista di ogni nazione economicamente avanzata, motivo per cui, non a caso quindi ma per una ragione ben precisa, è quello che sta vivendo tra tutti la peggior crisi economica.

Ora questo gregge di capre che governa il paese, pagato dal cittadino straprofumatamente per fare gli interessi solo di se stesso, persiste nell’emettere leggi che continuano ad aggredire la funzione imprenditoriale, intesa sia in senso stretto (l’imprenditore che organizza mezzi e risorse in una azienda) sia in senso lato (ogni nostra attività quotidiana come consumatori, investitori, speculatori).

Quell’altro ancora più folto gregge di scribacchini che da anni cerca inutilmente di analizzare i motivi della crisi ancora non riesce a capire questa semplice verità economica: un paese prospera se sussiste un grado sufficiente di libertà dell’esercizio della funzione imprenditoriale. In Italia non solo non è sufficiente, ma da qualche anno sta venendo annientato a ritmo spaventoso.

Cambiano i governi ma i chiodi nella bara della funzione imprenditoriale arrivano sempre numerosi. Quel branco demenziale di pecore che chiamano il ritorno alla lira continua a non capire un corollario di questa semplice verità economica, e cioé che con la lira si stava bene non perché si poteva svalutare, finanziare, spendere e inflazionare, al contrario queste sono tutte ragioni che hanno creato la bomba del debito (che esploderà, statene certi, portandosi via tutti i famosi risparmi degli italiani) e finanziato il mostruoso apparato burocratico italiano, ma perché ai tempi della lira l’esercizio della funzione imprenditoriale degli italiani era molto più libero di oggi.

La pressione fiscale in italia è altissima da sempre, ma ai tempi della lira tutto quel contante benedetto girava liberamente abbassando il tax rate nominale (allora di gran lunga inferiore a quello odierno) e quindi ampliando le maglie della funzione imprenditoriale. Gli italiani si davano da fare e creavano vera ricchezza. Quindi non la lira, non il credito, non i politici e la loro burocrazia demenziale, sono le tasse basse che hanno fatto ricca l’italia, consentendo un adeguato esercizio della vivace imprenditorialità italiana.

Gli imbecilli di turno non prendano queste parole come apologia dell’evasione, no, al contrario, qua si tratta semplicemente di riconoscere che quando la gente era libera di fare quel che diavolo voleva con i propri soldi, pure di sfuggire parzialmente alla rapina dell’esattore, si riusciva a creare ricchezza. Lo standard di vita aumentava, tutti ne beneficiavano, anche chi svolgeva attività meno strettamente imprenditoriali come operai, pensionati, persone a reddito fisso.

Con una imposizione fiscale effettiva del 20-30% l’uomo riesce ancora a darsi da fare e creare ricchezza, sopra quei livelli invece cominciano i problemi, e sopra il 50-60%, come è il caso dell’Italia di oggi, sei finito. FINITO. Un paese socialista destinato alla miseria. Se in Italia le imposte, nominali, si pongono oggi tra il 60% e l’80%, ai tempi della lira erano forse i due terzi e se ne pagavano di fatto molte meno. Al di là del tax rate nominale, quello effettivo reale consentiva quindi un soddisfacente esercizio della funzione imprenditoriale.

E le cose funzionavano, la crescita del paese, nonostante i danni causata dalla gestione della lira era reale, due impiegati riuscivano a mantenere una famiglia, risparmiare, comprare una casa. Quello che non funzionava, allora come oggi, era l’apparato parassitario che continuava a espandersi beneficiando della ricchezza creata dal settore privato.

Con l’entrata nell’Euro, l’Italia schiacciata da deficit e debito già fuori parametri, alimentati dalla lira allegra, ha dovuto cercare di rientrare tirando la cinghia, solo che la cinghia si è andati a tirarla al collo della funzione imprenditoriale, anziché a quella dei parassiti, via aumento di tasse e caccia all’evasore con il risultato di raddoppiare se non quasi triplicare il fardello delle imposte dovute al settore pubblico. E boom, fine del sistema italico.

Ogni giorno che passa si continuano a introdurre leggi che cercano di far rispettare un insostenibile tax rate effettivo nominale tra il 60% e l’80%, e nessuno dei geni che governa fallitaglia ha capito che a quei tassi la funzione imprenditoriale si spegne, sopravvivendo solo in situazioni sempre più di nicchia che offrono margini elevatissimi. Più riesci ad essere efficace nell’applicare quelle norme, più ammazzi la funzione imprenditoriale e il tessuto produttivo del paese. Quel che resta al largo pubblico è uno stato crescente di miseria e povertà con l’unica prospettiva, considerata la situazione in cui già versa l’italia, dell’inevitabile e prevedibile collasso economico del paese.

E non tiriamo fuori la Svezia e qualche altro paese con tassi nominali di poco inferiori a quelli italiani. In realtà spesso se la passano poco meglio e se stanno ancora in piedi è per tante altre ragioni che non sono applicabili al caso italico. Guardiamoci in giro, o a volte anche in casa propria: siamo giunti oramai a una situazione in cui l’italiano medio oramai lavora tutto il giorno girando la ruota come un criceto per riuscire a comprare a malapena da mangiare e a pagare le bollette.

Se riesce ad arrivare a fine mese quei soldi risparmiati finiscono nel buco nero finanziario creato da Draghi e amici banchieri centrali. Attingere alla ricchezza creata dai nostri genitori è oramai indispensabile, ma anche quella presto o tardi finirà. Manca solo l’ultimo colpo di grazia. Sempre dietro l’angolo, al posto della fantomatica ripresa che per definizione in Italia, non arriverà MAI.

RiP Italia.

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Articolo tratto da http://www.usemlab.com/

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Showing 2 comments
  • Bortolo

    Un’analisi ineccepibile.

  • Albert Nextein

    Ben scritto.

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