In Anti & Politica, Economia

DI LEONARDO FACCO

La coesione nazionale è l’ultimo ritornello intonato dal presidente Napolitano in giù, attraversando indistintamente le schiere di parassiti parlamentari di destra e di sinistra, per salvare dalla palta questo paese di pulcinella e questuanti.

Quel reperto archeologico che siede al Quirinale, anziché alzare la voce per dire che sotto di lui ci sta un’accozzaglia di banditi e depredatori dei denari altrui, intona la litania secondo cui “gli speculatori stanno prendendo di mira la povera italietta”! A ripetizione, tutti gli operatori dei media alla stregua dei più utili degli idioti, ripetono dalle Alpi alle Piramidi la stessa solfa. Par quasi di vivere dentro “1984” dove il partito unico governato dal “MINAMOR (Ministero dell’Amore)”, ha solo la funzione di controllare i membri del partito e di convertire i dissidenti alla sua ideologia. E chi non rispetta l’ortodossia non è un catastrofista, ma un “deviazionista”.

Tutte bugie: la cruda realtà ci dice, invece, che gli speculatori (risparmiatori, gestori di fondi di risparmiatori, investitori) hanno capito che la “barca-itaglia” sta affondando sotto il peso dei debiti e delle spese clientelari e, di conseguenza, è meglio portare i propri soldini altrove!

I corifei dello statalismo si stracciano le vesti di fronte alla caduta libera della borsa di Milano e ai continui record dello spread fra buoni del tesoro di casa nostra e i “bund” tedeschi, ma non aprono bocca sulla montagna di denari dilapidati in enti inutili, aziende pubbliche inutili, pensioni baby (ma maxi) che gridamo vendetta, milioni di posti di lavoro statali e para-statali senza senso. In merito al fatto che la casta italica, ogni anno che Dio manda sulla terra, ci costa 23 miliardi di euro (mezza finanziaria) tutti zitti però. Ha scritto il “Sole24ore”: “C’è tutta una parte di costi che dal nuovo corso tremontiano non verranno neppure sfiorati, quelli legati ai 2.238 vitalizi per gli ex parlamentari e consiglieri regionali. Solo per Camera e Senato fa più o meno 218 milioni l’anno che non saranno toccati”. Canaglie!

Ancora: “Anche alla voce ‘rimborsi elettorali’ (reintrodotti grazie ad una norma scritta a suo tempo dalla Lega Nord, ndr), ovvero la forma di finanziamento studiata dai partiti dopo il referendum che ha cancellato il finanziamento pubblico, Tremonti punta ad un taglio del 10% che, sommato alla manovra del 2007, significa 30% in 4 anni. Sembra tanto e, invece, paragonato ad altri Paesi Ue è un’inezia. In Germania, infatti, un voto dà diritto ad un rimborso di 85 centesimi (che diventano 38 per i voti sopra il quarto di milione). In Italia, anche dopo i tagli, un voto varrà comunque 3,5 euro”. Capito bene? Il resto, son solo chiacchiere ed annunci.

Chi avesse ascoltato le interviste che da oltre un anno faccio a Francesco Carbone su questo sito sa bene che siamo solo all’inizio della burrasca. Chi ha letto gli articoli di Matteo Corsini ha ben poco da meravigliarsi del fatto che chi debito ferisce di debito perisce.

Sono vent’anni che dalla Lega Nord a Forza Italia ci sentiamo promettere rivoluzioni liberali. Ad oggi, sappiamo che s’è trattato solo di una messa in scena e, ironia della sorte, quello che pareva il partito più dirompente mai apparso nella storia di questo paese (il Carroccio) è l’ingranaggio perfetto per far sì che lo status quo centralista e sprecone si perpetui.

Calderoli ha promesso che il 23 luglio, alle ore 11.30, a Monza verranno aperte le sedi tre ministeri romani. Una volta volevano cacciare lo Stato dalla Padania, oggi alla “Roma ladrona” (alla cui tetta si allattano voracemente) ci tengono e la vogliono vicinissima a casa. Occhio signor Bossi… perché ‘l düra minga!

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Showing 9 comments
  • Marco Casetta

    Caro Manu, mi sembra di vedere tra le righe un forte dissenso tuo circa il legame tra dissesto finanziario e spesa assistenziale da me asserito e, dal momento che tale spese tendono a moltiplicarsi in virtà di un’immigrazione incontrollata, il mio commento ti è sembrato fuori tema. Del resto, Tuttavia devo ribadire ch tra gli obiettivi dichiarati del governo vi erano limitazione dei clandestini e riduzione delle imposte. Non l’hanno fatto. Quindi hanno perso il mio voto. Correggimi se sbaglio

  • Marco Casetta

    Lega-Pdl dovevano condurre allo stremo una battaglia liberale mai iniziata. Cosa si aspettavano? Che banche, istituzioni, media, caritas li facessero accomodare dicendo “abbiamo regnato sovrani per 50 anni e adesso ci ritiriamo in umiltà”? E’ evidente che i soggetti potenzialmente danneggiati da una rivoluzione liberale (in termini economici e di potere politico e culturale) li avrebbero osteggiati. Ma loro, al posto di rischiare un confitto con questi poteri, hanno cercato si arruffianarseli. La tragedia italian sta qua: manca il coraggio politico. Si aspettano gratitudine da un elettorato che si vede aumentare di 5 cent litro il carburante a titolo di accisa “mantenimento immigrati nordafricani”? Non mi pare. Avrebbero dovuto attuare una quarantena navale a Lampedusa e non ci sarebbe stato bisogno di alcuna stupida accisa in più. Boldrini, UE, Consiglio d’Europa, Napolitano li avrebbero massacrati. E con questo? Il popolo sarebbe stato dalla loro parte, Ma basta che una qualunque gallina istituzionale starnazzi e Maroni e Berlusconi obbediscono. Il loro elettorato non solo non li vota più, ma li disprezza. Io, particolarmente, li disprezzo e li ritengo delle persone vili, intendo codardi e di basso valore umano e politico. Me ne sbatto di Ruby, considero quello che non hanno fatto

    • leonardofaccoeditore

      Hai perfettamente ragione, qui invece è mancato – e manca – il coraggio di dire BASTA a sprechi, spese inutili, parassitismo, clientele. Il problema è che il redde rationem è ineludibile.

    • manu

      senza voler polemizzare ma non credo che il problema sia la codardia, il problema è che sono politici. ti aspettavi davvero che facessero quanto promesso? le promesse di un politico servono solo ad ottenere consensi e potere, una volta ottenuti avranno raggiunto il loro obiettivo, che nonn è certo quello di realizzare le loro promesse!
      e poi parlare di “basso valore umano e politico”…cosa c’entra la politica col valore?!

  • Leonardo Facco

    ALTRO DATO SUL LADROCINIO:
    Le mani nelle tasche degli italiani? Sì, giù fino al cavallo dei pantaloni. Prendiamo il risparmio, i soldi risparmiati. Magari risparmiati in dieci, venti anni. Quanto può risparmiare una famiglia in cui lavorano marito e moglie in un paio di decenni, risparmiare con uno stipendio da scarsi duemila euro ciascuno? Quanto può risparmiare un lavoratore che va in pensione e si vede pagato dall’azienda il trattamento di fine rapporto, insomma la liquidazione? A quanto può ammontare il risparmio di un mezza vita di lavoro o di una vita intera? Diecimila euro? Forse sono pochi. Centomila? Forse sono troppi. Facciamo metà, facciamo cinquantamila euro di risparmi. E che ci fa una famiglia con cinquantamila euro di risparmi? Il più delle volte ci compra titoli di Stato perché con cinquantamila euro non ci compri certo una casa né ti avventuri a comprare azioni in Borsa. Ci compri cinquantamila euro di Bot o Btp, li tieni di riserva e conti di incassare ogni anno le cedole, gli interessi. Bene, dal 2013 le mani ficcate in tasca al risparmio si prenderanno circa il 45 per cento di quelle cedole, di quegli interessi.

  • Leonardo Facco

    ANCORA, CON LA FINZIARIA DI TRE-MORTI
    MILANO – C’era una volta il “forfettone” che rendeva relativamente dolce la vita delle partite Iva a basso reddito. C’era e non c’è più, cancellato dal decreto Tremonti. Una mazzata in termini di tasse in più da pagare per circa mezzo milioni di titolari di partita Iva che si aggira tra il 6 e il 9 per cento. Non una sciocchezza.

  • Leonardo Facco

    ladriiiiiiiiiiii

    CONTRIBUTO UNIFICATO
    Per presentare un ricorso si spenderà di più. La manovra (articolo 37) prevede infatti aumenti medi dal 10 al 20% del contributo unificato, quello che le parti devono pagare per l’iscrizione a ruolo della causa. Qualche esempio: per i processi civili di valore fino a 1.100 euro il contributo passa da 33 a 37 euro, per quelli compresi tra 1.100 e 5.200 euro si va da 77 a 85 euro, il contenzioso oltre i 5.200 e fino 26mila euro potrà essere avviato solo dopo aver versato 206 euro di contributo (oggi sono 187). Fino ad arrivare all’ultimo scaglione (in tutto sono sei): quello che riguarda le cause superiori a 520mila euro, che ora scontano un contributo di 1.466 euro mentre fino a qualche giorno fa pagavano 1.221 euro. Non solo: il contributo è stato previsto anche per alcune cause di lavoro e in materia previdenziale e viene introdotto ex novo nel processo tributario. Così ora anche quando ci si presenta davanti alle commissioni tributarie si deve mettere mano al portafogli: il minimo sono 30 euro quando il valore della controversia non supera 2.582,28 euro, mentre il massimo sono 1.500 euro allorché il ricorso vale 200mila euro. Rivisto anche il contributo unificato per le cause presso i Tar e il Consiglio di Stato. In questo caso, sono previsti aumenti anche del 100%, come per i ricorsi relativi ad affidamenti di lavori, servizi e forniture o per quelli contro i provvedimenti delle Autorità indipendenti: prima della manovra il contributo unificato era di 2mila euro, ora è invece di 4mila euro.

  • Leonardo Facco

    La cura proposta, infatti, è della stessa natura della malattia che si vuole curare: debiti, debiti, e ancora debiti. Solo che li si fa girare. Per esempio, via via che i vecchi debiti del Tesoro greco, oggi sono detenuti da banche, assicurazioni, hedge fund, arrivano alla scadenza, la Grecia li rimborsa con i soldi forniti, direttamente o indirettamente, dalla Banca centrale europea o dai governi dell’Eurozona. Lo schema-base del giro tondo di debiti è il seguente: l’Europa (Bce o Ue) presta i soldi alla Grecia, che rimborsa i soldi ai creditori, banche in primis, queste comprano i titoli governativi dei Paesi dell’Eurozona o bond emessi dal veicolo di salvataggio europeo, l’Efsf. Ogni emissione del veicolo, ovviamente, pesa sul debito degli Stati garanti: secondo alcuni calcoli, l’impegno dell’Italia nei confronti di Grecia, Portogallo e Irlanda nel periodo 2011-2014 ammonta a 33 miliardi di euro.

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