In Anti & Politica, Economia

Negli ultimi mesi la Banca Nazionale Svizzera (BNS) è tra l’incudine dell’industria di esportazione costretta a languire sotto il peso del franco forte ed il martello della distruzione della nostra prestigiosa moneta, se continuasse sulla strada iniziata il 6 settembre che mira a tenere un cambio fisso di 1.20 CHF/EUR.

Eppure già oggi avremmo una terza via a portata di mano, grazie ad un’iniziativa parlamentare depositata in primavera al Consiglio Nazionale: l’istituzione del franco aureo, una nuova moneta svizzera accanto al franco svizzero (CHF), che per praticità indicheremo qui con GFr (Goldfranken).

Che cos’è il franco aureo? Secondo l’iniziativa parlamentare 11.407 del 9.3.2011 la Confederazione istituisce un franco aureo ufficiale emettendo una serie di monete, ciascuna delle quali con un determinato tenore d’oro. Disciplina il rilascio di concessioni agli istituti autorizzati a coniare tali monete; il conio è esente da imposta (www.goldfranc.org). In altre parole, accanto al CHF, in Svizzera esisterebbe una nuova moneta dal corso legale, il GFr, esclusivamente definito come una certa quantità di oro. Per esempio, si potrebbe definire GFr 1 come 0.1 g d’oro, così che al giorno d’oggi avremmo un cambio di 5 CHF/GFr.

Il cambio sarebbe liberamente fluttuante e potrebbe darsi che in futuro il GFr costerà più di CHF 5. In poche parole, il GFr scalfisce nella Costituzione svizzera la rimonetizzazione dell’oro e così il ritorno, dopo quasi 100 anni, al vero gold standard, pur lasciando alla BNS tutta l’autonomia desiderata nella conduzione della politica monetaria del CHF. La circolazione del GFr accanto al CHF permetterebbe ai cittadini di scegliere liberamente la valuta che più li aggrada.

I vantaggi di questa proposta sono evidenti pensando a quanto ora la BNS stia quotidianamente facendo per indebolire il CHF. Di fatto, la BNS stampa nuovi CHF dal nulla e li vende contro divise straniere (soprattutto euro) con lo scopo di alzare il corso CHF/EUR, dopodiché la BNS, per dirla breve, acquista titoli di Stato europei (soprattutto tedeschi e francesi) con gli euro ricevuti in cambio dei CHF appena immessi nel mercato. In altre parole, la BNS oggi foraggia con miliardi di CHF i paesi europei, peraltro sempre più sull’orlo della bancarotta.

Questo è scandaloso se si pensa che a pagare il conto sono tutte le formichine che hanno faticosamente risparmiato in CHF, il cui potere d’acquisto è sistematicamente eroso. Per di più, chi è sinceramente convinto che quei soldi dati agli Stati europei mai torneranno indietro? La primavera dell’anno scorso la BNS si illuse di sostenere il cambio a 1.45 CHF/EUR, perdendo più di CHF 30 mrd. (a titolo di paragone, le entrate di tutto il gruppo Migros nel 2010 sono state CHF 25 mrd.).

Se oggi invece esistesse il franco aureo, la BNS potrebbe indebolire il CHF acquistando GFr anziché titoli di paesi le cui finanze continueranno a peggiorare. L’industria d’esportazione sarebbe contenta di vedere affondare il CHF alla stessa velocità dell’euro, e parimenti i risparmiatori potrebbero salvare i propri sudati sacrifici grazie al GFr.

Ovviamente, già oggi si può comprare a tale scopo oro fisico, ma non trattandosi ancora di una vera e propria moneta il suo prezzo è oggi soggetto a forti spinte speculative, che lo rendono instabile (oscillazioni di prezzo maggiori del 10% non sono giustificabili con i fondamentali). Inoltre, grazie alla Costituzione svizzera il GFr sarebbe esente da qualsiasi imposta e soprattutto da qualsiasi (futura) restrizione al suo commercio. Per chiunque i franchi aurei sono tanto comprensibili quanto qualsiasi valuta straniera, e tutti probabilmente concordano che è più saggio che la BNS indebolisca il CHF comprando una moneta definita in oro anziché valute straniere solo garantite da debiti statali, come il dollaro o l’euro.

Se oggi circolasse il GFr, in Svizzera ognuno sarebbe libero di scegliere liberamente tra il CHF e questa nuova moneta, senza nessun svantaggio per l’altra valuta. Non essendoci grosse miniere d’oro in Svizzera, la coniazione di GFr avverrebbe comprando oro all’estero contro CHF, il che indebolirebbe il CHF. La BNS non verrebbe intralciata nella sua autonomia monetaria, e potrebbe continuare a perseguire per esempio un obiettivo d’inflazione del 2% annuo, se desiderato. L’unico svantaggio politico è che il continuo apprezzamento del GFr metterebbe a nudo lo stato delle cose, come d’altra parte già oggi fa il marengo che vale 13 volte più di 80 anni fa. Proprio per questo motivo tuttavia, il GFr sostituirebbe il CHF quale moneta internazionale di rifugio, lasciando ulteriormente tirare il fiato al CHF. Per di più, l’industria finanziaria svizzera, la cui vera tradizione sta nella gestione patrimoniale e non nelle banche d’investimento, avrebbe nuove possibilità commerciali e un rinnovato prestigio internazionale. Si pensi pure a polizze vita con rendite in oro.

In conclusione, il GFr sarebbe un sostanziale contributo svizzero a un sano sistema monetario mondiale, al contrario della situazione attuale che, soprattutto dal 1971, ha creato continue crisi finanziarie. Sicuramente molti economisti cercheranno il pelo nell’uovo del franco aureo, e troveranno alcuni svantaggi. Tuttavia, alla luce degli enormi costi dell’attuale politica monetaria della BNS per tutti i cittadini svizzeri, l’introduzione di questa seconda valuta svizzera va discussa e promossa con la massima urgenza.

Da:Corriere del Ticino

QUI LA NOTIZIA CHE PUBBLICAMMO AD APRILE: http://www.movimentolibertario.it/index.php?option=com_content&view=article&id=13754%3Ainterlibertarians-2011-la-proposta-del-qfranco-aureoq-e-gia-in-parlamento&catid=1%3Alatest-news

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Showing 6 comments
  • Roberto Porcù

    Interessante, molto interessante. Da quando ho scoperto questo sito, è diminuito molto il mio interesse di leggere quotidiani. Anche la notizia di questa proposta svizzera immagino di non trovarla sulla stampa come del resto quella del Lord James of Blackheath.

  • Giuseppe D'Andrea

    Non vedo il senso e l’utilità di una mossa del genere, la Svizzera ha fatto quello che ci si aspettava facesse svalutare la propria valuta il tutto in ossequio alla concezione mercantilista della bilancia dei pagamenti e della moneta debole. Non vedo il franco aureo ne come soluzione nemmeno come palliativo, il sistema economico-finanziario svizzero presenta tutti i germi che affliggono gli altri sistemi economici ed insieme agli altri è destinato a fallire.

    Mi dispiace per gli Svizzeri, che dall’oggi al domani si sono ritrovati i risparmi svalutati, mi dispiace un po meno per gli investitori di valuta, sapevano i rischi che correvano.

  • Borderline Keroro

    “La circolazione del GFr accanto al CHF permetterebbe ai cittadini di scegliere liberamente la valuta che più li aggrada.” (cit.) che è appunto quello che il sistema politico-finaziario NON vuole. Monete a circolazione forzosa da poter manipolare a piacimento, ecco cosa vogliono governi e banche.

    “L’unico svantaggio politico è che il continuo apprezzamento del GFr metterebbe a nudo lo stato delle cose” (cit.)
    … e dici poco! Se la gente si rendesse conto avremmo politici e grandi banchieri in fila per salire sul patibolo. Altro che buonuscita da 40 milioni di neuri come s’è beccato l’ex A.D. di Unidebit.

  • mauro meneghini

    Il vecchio e solido centro finanziario, la Svizzera, ha inchiodato la sua valuta , il franco svizzero, all’euro. Nonostante la Svizzera non sia un membro della Comunità Europea e dell’unione monetaria europea, l’operazione è servita a dare una facciata di moneta stabile all’euro. Ufficialmente, gli svizzeri sostengono che la cosa sia servita a tutelare le esportazioni elvetiche, cosa che è in parte vera. Ancorando il franco svizzero all’euro non vi sono più rischi legati alle variazioni di cambio. Con ciò l’euro da la sensazione di essere un po’ più stabile. Questo provvedimento va comunque a pesare sul popolo svizzero. La Svizzera sarà costretta a stampare più carta moneta per mantenere la sua moneta debole, anziché lasciare che si rivaluti. Da una parte aiuta le industrie esportatrici ma dall’altra parte pesa sulle spalle dei cittadini svizzeri che importeranno sempre più beni e servizi. Il franco svizzero era la valuta più forte fra le valute europee. Questo certamente resterà ma legando il franco all’euro la cosa certamente è destinata a cambiare. Nonostante il valore del franco svizzero con tale decisione perda valore, contemporaneamente l’operazione tranquillizza i mercati europei.
    Proposta simile è stata fatta da Lord James of Blackheath, 01.11.2010, alla Camera dei Lords

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