In Anti & Politica, Economia, Libertarismo

DI CARLO ZUCCHI

Il mio collega Nicholas Farrell mi ha accusato di non amare la democrazia e l’enfasi con cui l’ha fatto merita una risposta puntuale e non banale. Spero di riuscire a fornirla. Come Farrell sa bene, sono un liberale senza se e senza ma e come tale un po’ diffido della democrazia.

Infatti, mentre il liberalismo è un’ideologia che mira a limitare il potere politico, la democrazia tende a legittimarlo. O, detto in maniera meno dottrinale, la democrazia sono due lupi e una pecora che decidono cosa c’è per pranzo, il liberalismo è la pecora con un fucile in mano che pretende di dire la sua sul menù. Del resto, anche Winston Churchill disse che era il peggior sistema politico eccetto tutti gli altri. Insomma, il male minore. Ma sempre un male. In realtà, non ho fatto un’apologia della dittatura. Infatti, nel mio pezzo di lunedì scrivo: “Purtroppo, gli stati sotto schiaffo dai mercati sono come le imprese in amministrazione controllata. La sovranità dei primi viene meno come la proprietà delle seconde”. Quel “Purtroppo” sta proprio a indicare come io ritenga negativo il fatto che i mercati dettino l’agenda a un paese. I mercati non sono qualcosa per cui fare il tifo o contro cui lanciare anatemi. Ci sono e, come ho scritto, votando ogni giorno hanno un potere reale molto maggiore di un corpo di cittadini che vota ogni tot anni. E con questo bisogna fare i conti.

A differenza della Grecia, che è un paese insolvente nel lungo periodo (non ha un apparato produttivo in grado di generare ricchezza sufficiente a far fronte ai suoi debiti), l’Italia ha un problema di liquidità, ossia ha difficoltà rifinanziare periodicamente le proprie scadenze debitorie immediate (aste Btp) e lo fa a condizione sempre più onerose. Ma un problema di liquidità, se non risolto in fretta, può degenerare in un problema di solvibilità, qualunque sia la percentuale del debito sul pil. Infatti, mentre il Giappone gestisce senza troppi problemi un debito pubblico del 200% sul pil, ci sono stati che in passato sono andati in default con un debito sul pil del 20-30% per mancanza di liquidità. E quando un problema è pressante e si è in emergenza, occorre risolverlo in fretta. E Berlusconi, condizionato com’era, non tanto da una maggioranza risicata, ma da un alleato irresponsabile e sfascista come la Lega, non aveva il potere di farlo. Che poi ci riesca Monti è tutto da vedere, ma c’è da augurarselo, perché altrimenti andiamo a ramengo tutti quanti. Per il resto, non piace neanche a me vedere un governo con Giuliano Amato ministro. Questa persona idolatrata da tutti, eppure quantomeno “distratta” se quando era il numero due del “male assoluto” Bettino Craxi non si è mai accorto di tangenti e altre belle cose che albergavano nel Psi.

Tutto quanto Farrell ha scritto riguardo a magistratura, mercato del lavoro, costituzione, governi strutturalmente deboli, euro, Ue, Fini, Bossi e quant’altro lo condivido. Non ho mancato di scriverlo anch’io sulla Voce in questi anni. Volendo, si poteva aggiungere anche Tremonti. Dissento però da Farrell quando dice che in Italia c’è mancanza di democrazia. Egli sostiene che Silvio il Magnifico è un imprenditore che crede nel libero mercato e vorrebbe fare le riforme necessarie in tal senso. È vero, però è l’unico a volerle, non solo in Parlamento, ma anche nel paese. Anche la maggior parte degli elettori del centrodestra vuole più Stato. Quante volte abbiamo sentito persone che votano centrodestra usare espressioni come “Ci vorrebbe una nuova legge che…”, “Lo Stato dovrebbe fare…”. E che dire del fatto che tutti i leader di partito, da Berlusconi a Bossi, passando per Fini, Casini, Di Pietro, D’Alema e Veltroni sono sempre lì e non schiodano mai, come dovrebbe avvenire nelle democrazie serie quando un partito perde alle elezioni? Purtroppo, tutto ciò non è per nulla anti-democratico, perché se la democrazia deve rispecchiare la volontà di un paese, questo è quel che avviene in un paese corporativo e anticoncorrenziale come l’Italia, dove i privilegi delle caste sono fortissimi, perché chi sbraita contro di essi, una volta che entra a far parte di una di queste caste li difende a spada tratta.

Infine, l’aspetto finanziario. L’Italia è fra i paesi con il bilancio pubblico più disastrato, ma o poco o tanto tutte le democrazie occidentali hanno problemi di sostenibilità del debito pubblico nel lungo periodo, poiché in nome del consenso di breve periodo, sono stati allargati i cordoni della borsa a danno delle generazioni successive prive per definizione del diritto di voto. Affermare questo non mi sembra un attentato alla democrazia. La democrazia rappresentativa è un’istituzione recente nella storia umana; è come un orfano privo di modelli passati a cui attingere che si trova a scoprire giorno per giorno problemi nuovi senza un genitore che gli indichi soluzioni. Questa crisi ci sta dicendo che le democrazie occidentali (quella italiana soprattutto) hanno un problema epocale nel rapporto finanziario tra le generazioni dovuto all’uso della moneta a corso forzoso e a un welfare basato sul sistema pensionistico a ripartizione in cui chi lavora paga le pensioni a chi già ci è andato. Negarlo mettendo la testa sotto la sabbia è il peggiore errore che un democratico possa fare, mentre far presente l’iniquità intergenerazionale della democrazia rappresentativa è il miglior modo per apportare correttivi come il pareggio di bilancio di anno in anno, evitando così di buttare via il bambino con l’acqua sporca.

 

DI NICOLAS FARREL

Al mio collega Carlo Zucchi non piace la democrazia. Ieri, ha scritto: guardate come la democrazia ha ridotto l’Italia negli ultimi 40 anni. Meglio un Governo non eletto, secondo Zucchi, ad uno eletto. Meglio, insomma, l’economista Mario Monti e un governo tecnico imposto dall’euro-casta, piuttosto che l’imprenditore Silvio e un governo democratico voluto dal popolo.

La cosa mi spaventa perché sono tanti in Italia a preferire in questo momento di emergenza epocale la dittatura alla democrazia (la sinistra intera, ad esempio, con in testa il cosiddetto Partito democratico). Caro Zucchi, hai sbagliato. Il problema in Italia non è la democrazia ma la mancanza di democrazia. Alle elezioni del 2008, una netta maggioranza degli italiani ha votato per Berlusconi. Ora, per salvare l’Euro e l’Unione europea, i mercati e l’eurocasta richiedono con massima urgenza le stesse riforme da lui promesse (e non per la prima volta) nella campagna elettorale. Ma lui non ha fatto quelle riforme fondamentali né per colpa della democrazia né per deficienza personale ma, appunto, per mancanza di democrazia. La sinistra, o è bugiarda, o è scema. Cioè: per questi “ex” comunisti e derivati tossici, e per loro complici della casta parassita che paralizza il Paese la colpa per l’impotenza di Berlusconi (non in camera da letto, intendiamoci, ma in quella dei deputati!) è solo sua. Non è vero. Non c’entrano né il presunto menefreghismo del Cavaliere né i suoi guai giudiziari. E non c’entra, come dice Zucchi, neppure la democrazia. C’entra, invece, solo lo scandaloso deficit democratico in Italia. Silvio “il Magnifico” (come lo chiamo ancora e non mi vergogno) è un imprenditore e credente doc nel libero mercato. Perciò ha voluto proprio tutte quelle riforme lì a tutti i costi come le ha volute ogni italiano produttivo. Ed ecco perché è stato eletto Premier.

La mancanza di democrazia in Italia esiste per i motivi seguenti …

1) Per paura della dittatura, la Costituzione italiana dà poco potere personale ad un Premier italiano rispetto al Premier inglese, figuriamoci un Presidente francese o americano. Perciò, un governo italiano è collegiale.

2) Grazie al bizantino sistema elettorale italiano Berlusconi era leader di una coalizione di partiti. Fra questi partiti c’era quello di Fini che ha un debole per il welfare e quello di Bossi che ha un debole per le pensioni statali d’oro.

3) In Italia esiste un sistema giudiziario da paura che può incarcerare qualcuno, persino un Premier in carico, mentre un giudice va alla caccia delle prove di un reato ipotizzato nei suoi confronti e nel frattempo la stampa può (con un bel assist da giudici complici) sputtanare l’indagato a 360 gradi così distruggendo non solo la sua vita ma anche il suo diritto sacro a un processo equo e giusto.

4) Esiste in Italia una partnership molto malata tra sindacati e datori di lavoro statali, para-statali e privati che mina come un cancro la volontà della maggioranza usando la piazza, i media, e le leggi paralizzanti sul mercato del lavoro.

5) I media in Italia non sono liberi. Fanno finta, fra le tante, che quello voluto dalla minoranza (loro) è quello voluto dalla maggioranza (il popolo). Berlusconi è il proprietario di tre degli otto principali canali televisivi, della Mondadori, e di un paio di quotidiani. Ma non comanda nulla. Comandano i suoi avversari. Il 90% dei talkshow politici sono schierati pesantemente contro di lui, come lo sono il 90% dei giornali. Hanno convinto il mondo (grazie a un pugno di maleducati manifestanti a Roma dopo le sue dimissioni) che il popolo intero fosse felicissimo di vedere la fine di Berlusconi. Non è vero. Anzi. La cosa tragica è questa: questa dittatura della stampa ha convinto non solo i media stranieri e gli esponenti anti-democratici della euro-casta ma anche i mercati finanziari che la colpa per il grottesco debito pubblico e l’economia impotente sia di un uomo di nome Berlusconi.

La verità è diversa: il colpevole si chiama “L’Euro” (grazie Romano Prodi&compagni!) e non “il Caimano”. Grazie all’Euro l’Italia si trova nella merda. Sono due le possibilità: (1) fare le riforme volute da Berlusconi e la maggioranza degli italiani ed ora dalla Euro-casta e i mercati; (2) lasciare l’Euro. Super Mario non sarà in grado di fare quelle riforme però. Non bastano più tasse al settore produttivo del Paese e la caccia agli evasori. Bisogna tagliare quel debito pubblico e quelle leggi sul mercato di lavoro. Cioè: la scuole, le pensioni, gli ospedali, il welfare, l’Articolo 18. Tutte le vacche sacre della sinistra! Ci vuole insomma la democrazia, altrimenti non si nulla. Ecc. Ecc.

IL BOTTA E RISPOSTA E’ AVVENUTO SU “La Voce di Romagna”

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Showing 4 comments
  • Riccardo

    Quello che dice Farrell è difficilmente contestabile. O meglio: sarebbe difficilmente contestabile se le maggiori democrazie del pianeta non fossero in crisi profonda. E la crisi, si badi bene, non è soltanto economica. E’ prima di tutto morale. Non mi riferisco alla mancanza di etica, ma alla mancanza di credibiltà che le ha colpite in questi ultimi anni. E’ quella che un illustre analista americano chiamò una volta ‘crisi delle democrazie parlamentari’ per spiegare (o tentare di farlo) la presa di potere delle dittature, nella prima metà del XX° secolo. Il problema è innanzi tutto legato al fatto che le democrazie parlamentari soffrono di un tallone di Achille. Chi governa tende ad autoleggittimarsi. E per farlo si crea un sistema clientelare (di cui fanno parte anche i giornalisti) che ha il compito di mantenerne i privilegi ingannando il popolo. Oltre tutto, in un mondo globalizzato in cui la politica è ormai asservita alla finanza, chi detiene il potere finanziario ha anche la capacità di mettere l’uomo che serve al sistema (il suo sistema), al posto giusto, nel momento giusto. Ragion per cui, il governante ‘democraticamente’ eletto dal popolo, altri non è che un fantoccio che i mezzi di comunicazione di massa asserviti al potere finanziario, di volta in volta convincono la gente ad eleggere, il tutto con ben architettate menzogne. Nella tanto democratica America, tanto per citare un esempio, chi finanzia le costosissime campagne elettorali dei vari candidati? Il risultato è che le democrazie si trasformano in gigantocrazie finanziarie il cui scopo principale è il ‘panem et circenses’, cioè, illudo il popolo con i vari Mac Donald, Sky e scemenze varie, gli faccio credere che quello in cui vive è il migliore dei mondi…e poi lo frego. Ultima considerazione: Farrell lo sa che l’Inghilterra, patria della democrazia parlamentare è la Nazione più indebitata del mondo, se semplicemente si fa la somma del debito statale e debito delle famiglie? Se la più equilibrata democrazia del pianeta sta messa così male, una ragione ci sarà pure no!?

  • WellArmedLamb

    @Brillat-Savarin

    Fa molti meno danni un agnello ben armato, che un nazicomunista disarmato

    • leonardofaccoeditore

      CONCORDO

  • Brillat-Savarin

    l’agnello della foto per caso è in missione di pace in Afghanistan? è stato colà inviato per portare la democrazia?

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