In Anti & Politica, Economia

DI MATTEO CORSINI

“Si sono fatti passi, ma potevano essere ancora più equanimi, si poteva fare di più sui redditi alti, con l’Irpef.” (G. Bregantini)

Monsignor Giancarlo Bregantini è responsabile della commissioni Cei per i problemi sociali e il lavoro. In sostanza, è il ministro del lavoro dei vescovi italiani.

Come tanti commentatori “progressisti”, Bregantini sostiene che la manovra appena approvata dal governo non è sufficientemente equa perché “si poteva fare di più sui redditi alti, con l’Irpef”. Che i vescovi abbiano l’abitudine di discettare su tutto, occupandosi più della cronaca politica italiana che di diffondere il messaggio di Gesù, non è una novità, per quanto, a livello personale, ciò continui a infastidirmi parecchio.

Pur essendo ovvio che ognuno è libero di dire quello che pensa, non credo occorra essere libertari per rendersi conto che un aumento anche dell’Irpef sarebbe stato tutt’altro che equo. Coloro che si sono affrettati a denunciare l’iniquità del non aver toccato l’Irpef molto probabilmente non hanno letto il testo del decreto, e si sono limitati a valutare la parte relativa alle pensioni.

Tra aumenti di accise, Iva, superbolli vari, nuove imposte comunali e rivalutazioni delle rendite catastali (elenco esemplificativo e non esaustivo), di mazzolate fiscali ce ne sono a sufficienza, anche se le aliquote Irpef non sono state (per ora) toccate.

La botta sull’Irpef forse avrebbe avuto effetto mediatico, ma i destinatari di quel mancato aumento saranno comunque massacrati da tutto il resto. A differenza di Bregantini e colleghi. Che parlano di fisco italiano come se fossero un Carlo De Benedetti qualsiasi. Gente che all’erario del Belpaese il più delle volte non è tenuta a dare un euro eppure pontifica su quello che dovrebbero dare gli altri.

 

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Showing 17 comments
  • Antonino Trunfio

    TULIPANO NERO : MA QUESTI LINK NON PORTANO DA NESSUNA PARTE, COMPARE UN SITO CHE NON SI CAPISCE COSA PROPONGA
    C’E’ QUALCUNO CHE HA LETTO QUALCOSA ?

  • IL TULIPANO NERO

    Ecco il mio commento:

    http://kewlshare.com/dl/ae75dbcad8e7/messaggio_2.wmv.html

    Ti prego fallo girare per scuotere le coscienze della gente, perchè altrimenti questi porci arroganti, megalomani e sociopatici ci faranno morire tutti di fame e di stenti…

    IL TULIPANO NERO

  • michele lombardi

    ovviamente quello che la chiesa dice… ovvero gesu, madonna, dio… e’ solo trasposizione di Horus-Mythra-Attis-Dyonisus (con cui hanno inventato gesu, mai esistito) Cibele-Isis-Iuno (madonna) e Iupiter-Yahve’ (dio).

    il cristianesimo e’ tutto falso, dalla A alla Z.
    e’ ora di liberare il mondo da questo male assoluto.

  • michele lombardi

    la chiesa e’ la piu’ grande e longeva organizzazione criminale della storia.
    non solo deve pagare tutte le tasse possibili ed immaginabili, ma gli devono essere confiscati tutti i beni acquisiti nei secoli grazie a caccia alle streghe (9 milioni di morti) persecuzione di ebrei (10 milioni di morti) invasione dell’america (50 milioni di morti) inquisizione (30 milioni di morti), etc etc etc etc

  • Catallaxy

    Grazie a te della risposta. Sarei felice di chiarirti tutti i punti che sono oscuri della mia risposta e di leggere attentamente la tua replica. Un saluto, Giovanni

    • Antonino Trunfio

      PER CATALLAXY : fatti dare la mia mail da Leonardo Facco. E scrivimi se puoi.
      grazie
      A.T.

  • Antonino Trunfio

    RISPOSTA A CATALLAXY – ti ringrazio davvero della risposta e non è affatto ironia la mia.
    Me la sono copiata su word e conto di analizzarla in dettaglio per comprendere meglio quello che scrivi e che mi pare più che degno di attenzione. Se mi posso permettere, ti disturberò per qualche chiarimento. Sono contento e ti ringrazio di cuore.
    Antonino T.

  • Catallaxy

    Risposta a Antonio Trunfio. Io non metto in dubbio che Mons. Bregantini sia una persona perbene. Il problema è che le sue idee hanno un’impronta totalitaria; e hanno questa impronta non secondo gli standards di qualche liberale o libertario, ma secondo i suoi stessi standards (e addirittura secondo gli standards degli insegnamenti di Gesù, le cui idee di uguaglianza e di solidarietà erano opposte a quelle che stanno dietro la progressività fiscale). Di questo egli si accorgerebbe se avesse la capacità e la disponibilità intellettuali di ragionare non sul piano pratico di misure particolari e in base alle sue passioni umanitarie ma sul piano astratto e generale dei principi di giustizia, i quali non solo non coincidono con i sentimenti umanitari, ma sono opposti a essi (Hume). Mons. Bregantini probabilmente non si rende conto dell’impronta totalitaria delle sue idee in quanto confonde la legge con le misure, il potere legislativo col potere politico, i principi generali e astratti di giustizia che, essendo il risultato di un lentissimo processo spontaneo di selezione culturale di usi e convenzioni di successo, sono indipendenti dalla volontà, dalle idee e dai sentimenti di chiunque, con i provvedimenti particolari che esistono solo in quanto espressione della volontà e dei sentimenti di chi ha il potere di imporli e che dovrebbero essere limitati dai primi (i quali a loro volta dovrebbero essere custoditi e difesi dai legislatori intesi come archeologi della legge, non come costruttori di essa). Mons. Bregantini, come tutte le persone perbene che sostengono il totalitarismo moderno, è indotto a fare questa confusione dal fatto che oggi sia le norme che difendono principi di giustizia (i quali esistono indipendentemente da qualunque interesse) sia le misure particolari (le quali sono necessariamente in funzione di interessi particolari) sono entrambe chiamate “leggi” e sono entrambe approvate dalla stessa istituzione, il parlamento, e quindi stanno nelle mani delle stesse persone. Questa confusione fra leggi e misure, fra potere legislativo e potere politico, è ciò che rende il potere politico illimitato. Questa confusione produce un conflitto d’interessi strutturale del parlamento che sta all’origine della casta, del debito pubblico, della crisi dell’euro, delle “leggi” ad personam/ad personas (come quella sul falso in bilancio o come l’articolo 53 della nostra costituzione che impone la progressività fiscale), della crisi economica strutturale, e di molto altro ancora. Tutti vedono molto bene gli effetti di questo conflitto d’interessi ma quasi nessuno ne vede l’origine. Finché non si risolve questo conflitto d’interessi strutturale del parlamento, finché cioè non si separa il potere di difendere la legge da quello di approvare misure particolari, non se ne esce. Finché si cerca di risolvere questi problemi all’interno di un sistema di riferimento centrato sulla legge intesa come provvedimento (e quindi sul potere politico) invece che all’interno di un sistema di riferimento centrato sulla legge intesa come principio, questi problemi non saranno mai risolti (quindi a poco serve, a mio parere, appellarsi all’ONU o a altre strutture burocratiche che dipendono da governi che impongono il primo sistema di riferimento). Ma questo non si può fare se non aggredendo il problema, i cui effetti sono anche molto concreti e pratici, alla sua radice, la quale è invece puramente filosofica e riguarda la domanda: cosa è la legge? E’ la legge che orbita attorno al potere politico o è il potere politico che orbita attorno alla legge? E’ l’autorità a produrre la legge o è la legge a produrre l’autorità “non nel senso che l’autorità viene costituita in base alla legge ma nel senso che essa richiede rispetto perché (e fino a quando) essa difende una legge che esiste indipendentemente da essa” (Hayek)? Tutte (ripeto: tutte) le persone con cui parlo di politica non si sono mai poste in vita loro il problema di cosa sia la legge e danno per scontato che la legge sia quello che oggi sono state indottrinate a intendere con questa parola, che sia cioè il Sole a girare attorno alla Terra, e cercano di risolvere tutti i loro problemi pratici all’interno di questo sistema di riferimento, quindi necessariamente in vano. Dando per scontata la loro idea di legge, esse la hanno lasciata indifesa perché non hanno mai avuto bisogno di difenderla e appena uno mostra loro la contraddittorietà fra questa idea di legge che essi danno per scontata e quella che loro hanno dentro di loro quasi senza saperlo, fra le idee opposte e incompatibili di uguaglianza davanti alla legge, di certezza della legge, di libertà e perfino di democrazia che sono associate a queste due altrettanto diverse e incompatibili idee di legge, egli crolla, necessariamente e ineludibilmente, e ti guarda stupito. E’ lì che un liberale come me (non so se un anarchico come tu dici di essere) può attaccare: sulla loro idea di legge, sul sistema di riferimento all’interno del quale cercano di risolvere i loro problemi. Se a queste persone inizi a parlare di economia e tenti di spiegargli che il libero mercato è conveniente anche per loro, anche e soprattutto per i più deboli, non le convincerai mai perché esse (pur usandolo continuamente: basti pensare alla lingua che parlano) non hanno la capacità intellettuale di immaginare un ordine spontaneo, frutto dell’azione delle persone ma del disegno di nessuno, e regolato dalla legge intesa come principio generale e astratto privo di qualunque scopo particolare. Per i nemici della libertà l’assenza di disegno ingegneristico, di provvedimenti coercitivi imposti da chi sta al potere e deve regolare il sistema, significa caos. Ma non c’è una sola di queste persone che, purché sia disposta a parlare e a confrontarsi, non riconosca la differenza fra un principio e una misura. Sia su un piano morale che su uno strategico è qui che bisogna dunque attaccare: sull’idea di legge, sul sistema di riferimento. Le stesse persone perbene che hanno assorbito acriticamente e inconsciamente il sistema di riferimento loro imposto dal potere politico (sistema di riferimento che io chiamo cratocentrico – da kratos, potere) hanno dentro di loro allo stesso tempo anche il sistema di riferimento centrato sulla legge (sistema di riferimento che io chiamo nomocentrico – da nomos, legge). Se noi, con le nostre parole e le nostre idee, riusciamo a rendere queste persone consapevoli di questo sistema di riferimento nomocentrico che è già dentro di loro, abbiamo vinto. Il resto verrà da sé spontaneamente e gradualmente.

  • Dexter

    Le addizionali irpef regionali sono salite.
    Questa gentaglia vorrebbe aumentare le tasse ai redditi più alti perché pensano che bisogna regalare i soldi ai più poveri, per proletarizzarci tutti e renderci uguali livellati verso il basso.
    Non c’è parola più oscena di “uguaglianza”, meglio parlare di “merito”.

  • Antonino Trunfio

    Ho conosciuto mons. Bregantini quando era Vescovo di Locri, ed era temuto dalla mafia locale per le sue iniziative coraggiose con i calabresi contro il pizzo, la criminalità organizzata. Credo abbia avuto anche la scorta per un periodo perchè aveva ricevuto minacce di morte e pallottole in buste postali.
    Se additiamo la chiesa o qualche monsignore di qui o di la, facciamo al solito l’errore di rimanere distratti dal vero nemico, almeno di questo momento. MONTI E I SUOI SODALI OCCULTI, E IL PARLAMENTO, QUIRINALE COMPRESO CHE HANNO DATO DELEGA DI COMMISSARIARE L’ITALIA, COMPRESI QUELLI CHE COME ME, NON VOTANO E SI RAPPRESENTANO DA SOLI.

    Ho un’idea ma non so come svilupparla. Qualcuno mi può dare aiuto ?
    Ricordo a tutti che abbiamo un nemico temibile e inflessibile con chiunque metta davvero a rischio la sua sopravvivenza e la sua affermazione. Quindi dobbiamo liberarci in modo astuto senza stuzzicarlo troppo. il nemico. La mafia e tutti gli altri criminali, possono giocare con lo stato, sono i suoi compari. Noi no.
    L’idea è la seguente :
    come si può fare a costituire una lista volontaria di persone che aderiscono a una petizione per richiedere all’ONU, alla corte europea o a qualche istituzione lo status di rifugiati politici, o di qualche altra forma di perseguitati. Ne abbiamo da vendere quanto a persecuzione : basta quella fiscale, compresa quella per i tanti che ancora votano, che hanno eletto un parlamento che si dimette, ma continua a prendere lo stipendio.

    VI PREGO FACCIAMO QUALCOSA SU QUESTA STRADA. DATEMI QUALCHE CONSIGLIO, E SE QUALCUNO E’ AVVOCATO CI PENSI SU.
    Dobbiamo riunire la massa degli schiavi, cui anche noi libertari apparteniamo. Se la massa degli schiavi, è imponente perchè trasversale, la tirannia imploderà, e i tiranni si cagheranno sotto, se da bravi gliene daremo tempo.

    E per finire se come credo, qualcuno di DIGOS; polizie politiche, antiterrorismo, polizie varie, legge queste righe per monitorare i pericolosi terroristi e anarchici che qui scrivono, sappia alcune cose :
    1. che mi firmo per nome e cognome pertanto non temo nessuno
    2. che mio padre era un poliziotto e per anni ha difeso senza saperlo, una torma di predoni e di criminali in giacca, cravatta e quasi sempre TG pronti a raccogliere le minchiate che raccontato dal 1946
    3. che pertanto, essendo io figlio di un poliziotto, amo la giustizia vera, quella dei semplici, non quella che difendete voi per 1.200 euro al mese. Vi riconosco l’inconsapevolezza. Come a mio padre, tanti anni fa.
    4. Anche tu della Digos, della polizia o dei carabinieri che leggi, sei uno SCHIAVO del sistema che ti chiedono di difendere e per il quale ti hanno fatto giurare. Vergognati finchè sei in tempo e alza la fronte, SCHIAVO.
    5. il tuo nemico è il tuo attuale datore di lavoro, alza la testa e vedrai che potrai lavorare liberamente per un altro datore di lavoro meno disonesto e criminale dello stato, che adesso ti da solo briciole facendoti sopravviveve
    6. che qui non c’è gente che ti vuole tirare addosso sassi, san pietrini, estintori, o spaccare vetrine, incendiare cassonetti o automobili, costringendoti a usare i manganelli e i lacrimogeni. Siamo anarchici ma non siamo scemi. Vogliamo solo vivere in pace, qui in Italia o dove ci pare, senza più finanziare il tuo datore di lavoro. Siamo i tuoi alleati. Unisciti a noi, almeno con la testa per il momento.

    AMEN
    Semper Humanitas ante omnia.

  • Pedante

    In assenza di volizione, non esiste il buon samaritano.

  • Catallaxy

    Si possono avere (o si può cercare di tendere verso) solo due tipi di equità, o di uguaglianza: equità o uguaglianza di situazioni materiali (che comprende l’uguaglianza di sacrificio, quella di opportunità, quella di reddito, di utilità, di capacità, eccetera eccetera) e equità o uguaglianza davanti alla legge, intesa non come decisione proceduralmente corretta dell’autorità legalmente costituita che la deve “fare” (e cioè come strumento di potere) ma come principio generale e astratto indipendente dall’autorità che la deve custodire, difendere e eventualmente scoprire, ma non la può “fare” (e cioè davanti alla legge intesa come limite al potere). Questi due tipi di equità o uguaglianza si escludono a vicenda: se c’è uno non c’è l’altro. Chi è a favore della progressività fiscale e allo stesso tempo è a favore dell’uguaglianza davanti alla legge è, se va bene, un individuo non solo incoerente, ma ipocrita e vigliacco che non ha il coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi pensieri. Se va male egli è una persona incapace di pensieri, cioè un imbecille, un bullone intellettuale. Egli chiama “uguaglianza davanti alla legge” la disuguaglianza legale che è lo stesso concetto di “uguaglianza davanti alla legge” che fu applicato dai nazisti nei confronti degli ebrei, che lui professa con veemenza di aborrire. L’idea di “uguaglianza davanti alla legge” su cui si basa la progressività fiscale nonché una misura illegittima, discriminatoria e arbitraria come quella che ha appena approvato il governo Monti e come quelle che hanno approvato tutti i governi repubblicani fino ad ora, è la stessa idea di “uguaglianza davanti alla legge” su cui si basarono le leggi razziali. Questo non dovrebbe stupire in quanto l’idea di legge imposta dalla nostra costituzione, l’idea di legge su cui si fonda lo stato italiano cioè, è in sostanza la stessa idea di legge del fascismo e del nazismo: la legge intesa come la volontà del più forte. Cambiano i contenuti, ovviamente, e cambia chi è il più forte (lì chi aveva più armi qui chi ha più voti), ma la sostanza è la stessa. E le conseguenze economiche della “legge” del più forte, della violenza elevata a sistema politico, le stiamo appena iniziando a intuire. Non è per queste conseguenze economiche che dobbiamo opporci al totalitarismo moderno: ci dobbiamo opporre ad esso per ragioni morali (le stesse ragioni morali che il prete citato in questo articolo evidentemente non ha capito) e utilizzando il nostro pensiero e le nostre parole. Nella misura in cui non ci riusciremo ci riuscirà (ci sta già riuscendo) il disastro economico prodotto dal socialismo moderno, purtroppo.

    • leonardofaccoeditore

      bel commento!

  • Robespierro

    I preti hanno la faccia come il c… il denaro è il loro unico dio, la menzogna la loro ideologia, come le puttane vanno con chi li paga di più, come le serpi non esitano ad avvelenare chi li ha cibati ed ingrassati, per salire lesti sul carro del potente di turno, per poi tradire anch’egli… abilissimi nel tenere il piede in due staffe, al solo scopo di rimanere al potere. Ma peggio della volontà di potere è la volontà di servire… senza servi tanto ciechi quanto superstiziosi, questi squallidi individui in sottana, non sarebbero nulla. Non rispecchiano nemmeno la nostra morale, sono i rappresentanti di una “morale” nordafricana che ci è aliena: la misoginia, l’ipocrisia, l’intolleranza, il dogmatismo. Ora predicano più tasse ai “ricchi” e mi viene in mente la figura del papa vestito come un faraone egizio in un kolossal hollywoodiano, “forse” mi ripeto, ma 6miliardi di euro è ciò che ci costa il vaticano ogni anno.

  • Borderline Keroro

    Io invece sono credente, nei miei limiti praticante, ma siccome ogni tanto frequento preti, siccome le superiori le ho fatte dai preti e so come la pensano in buona parte.
    “se non ti va bene com’è l’Italia puoi anche emigrare” testuale dal mio insegnante di storia e filoisofia, nonché preside e prete, lo stesso che mi diceva che la proprietà privata deve avere fini sociali, leggeva la Repubblica, ecc., e solo adesso capisco il perché di certe cose.
    Io sono contrario all’ICI, come te, trovo che in effetti i sindacati dovrebbero presentare i bilanci, come qualsiasi altro ente. E sono convinto che la Chiesa, con tutti i suoi difetti, svolga un’opera meritoria.
    Il fatto è che quando uno esce con dichiarazioni di questo tipo, mi viene subito in mente chi fa il finocchio con il culo altrui.
    Ad uno così, visto il suo desiderio di salvare questa inutile repubblica, sicuramente farà piacere mettersi un po’ a 90° anche lui.

  • Riccardo

    Non sono favorevole all’ICI, quindi non sono favorevole a farla pagare alla Chiesa. E questo non ostante non sia un cattolico praticante, anzi, forse non sono nemmeno un credente. Semplicemente, se non voglio le tasse e se l’ICI non la pagano i sindacati, non vedo perchè dovrebbe pagarla la Chiesa che in fondo assiste i poveri (quelli veri) in tutto il mondo e che è l’unico baluardo che ancora rimane contro la totale e definitiva presa di potere dell’ URSSE (Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche Europee).
    Vorrei comunque ricordare che questa è una manovra da venti miliardi di Euro o poco più, mentre l’URSSE nei panni della Sig.ra Merkel e del SIg. Sarkozy ci ha già avveertito che la vera manovra dovrà essere di 130 miliardi di Euro. Quindi per rivedere l’IRPEF, aumentare le tasse, rivedere al rialzo le rendite catastali, eliminare il contante e fare pagare l’ICI anche alle vacche nelle stalle ci sarà ampio spazio. O si ricorre ai fucili subito o tra un po sarà troppo tardi.

  • Borderline Keroro

    Cazzarola, che strano che non abbia detto che sarebbe stato più equo far pagare l’ICI anche agli immobili della Chiesa.

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