In Anti & Politica, Economia

DI LEONARDO FACCO

Per due volte, sia personalmente che tramite il piacevolissimo scritto dell’amico Mischiati, ho ufficialmente preso le distanze da chi manda bombette anonime contro Equitalia. Eppure – nonostante qualche lettore crapone di questo sito non lo voglia capire – credo di potermi considerare (e lo dico a nome del Movimento che amministro) tra i più acerrimi nemici di quell’agenzia di Stato che ho avuto modo di definire “banda di usurai e taglieggiatori”.

Per questa ragione, venerdì prossimo 16 dicembre, sarò a Verona insieme agli amici di Veneto Stato per protestare contro Equitalia, che senza timor di smentita non fa altro che causare danni a chi in questo paese produce e lavora.

La manifestazione inizierà alle 10.30 davanti alla sede di Equitalia di Verona, in via Giolfino 13.

Dopo Padova, il movimento politico indipendentista veneto ha scelto di accelerare i passi. I militanti di Veneto Stato accompagnati da lavoratori e imprenditori veronesi strozzati dai criminali del fisco, entreranno nella sede dell’agenzia e ne decreteranno la cessata attività. Scrivono in un comunicato stampa: “Porremo, con l’aiuto dei volontari per l’indipendenza, i nastri all’edificio invitando i dirigenti a comunicare a Roma che in Veneto Equitalia se ne deve andare. Non è infatti accettabile – scrive l’ufficio politico del movimento – che uno Stato che si definisce democratico, autorizzi lo strozzinaggio, mettendo in mezzo alla strada intere famiglie e causando decine di suicidi in tutto il Veneto”.

Alla protesta hanno già aderito associazioni di lavoratori tra cui “L’associzione Utenti Auto” e quella dei camionisti. Anche il Movimento Libertario non mancherà all’appello. E’ ora di dire basta e di reagire cacciando dal Veneto questi strozzini legalizzati di Stato.

Per la cronaca, anche ieri un imprenditore veneto ha deciso di farla finita: “Ha lasciato un biglietto indirizzato alla famiglia con su scritto: ‘Scusate ma non ce la faccio più’, poi ha puntato la pistola alla tempia e si è ucciso. Il suicida è un imprenditore, titolare della Eurostrade 90 snc di Peraga di Vigonza (Padova). L’uomo, un 43enne, si è ucciso nel suo ufficio all’interno dell’azienda. Da quanto si è appreso – scrive tmnews.it – l’imprenditore era oberato dai debiti e negli ultimi mesi avrebbe tentato, inutilmente, di riscuotere 200 mila euro di crediti che aveva nei confronti dello Stato. Una situazione che era precipitata quando l’imprenditore, a causa della crisi, aveva messo in cassa integrazione sette dipendenti. Le pressanti richieste da parte delle banche di rientrare con i finanziamenti concessi, lo ha inevitabilmente gettato nell’angoscia e nello sconforto”.

Lo Stato deve almeno 70 miliardi di euro agli imprenditori italiani. Che non paghi i suoi debiti e, al contempo, pretenda di essere pagato è quanto di più ingiusto ed insopportabile. Il punto di non ritorno è stato ampiamente superato. Altro che evasione fiscale, il cancro italico sono una tassazione che non ha precedenti e un regime di polizia tributaria insopportabile, il tutto utile solo a mantenere clientele politiche e parassiti a libro paga dell’ente pubblico!

 

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Showing 12 comments
  • Francesco

    Com’è andata la giornata di proteste?

  • Francesco

    Scrivo dal sud italia, provincia di Palermo, per la precisione. tutta la mia solidarietà alla gente onesta, dovunque si trovi che si è venuta a trovare in mezzo ad una strada per colpa di Equitalia e che non ha mollato, e malgrado equitalia cerchi di insegnare i contrario, continuano a protestare in modo onesto e civile. In bocca al lupo!

  • Roberto Porcù

    Un parente acquisito aveva una fabbrica a Melito, nei dintorni di Napoli per chi non conoscesse la zona.
    Aveva dovuto assumere qualcuno impostogli dalla camorra e si sottoponeva a pagare le rate mensili impostegli.
    Quando morì, gli esattori presenziarono al funerale e porsero le condoglianze alla moglie.
    La tranquillizzarono inoltre dicondole di non preoccuparsi, che si rendevano conto della sua situazione e che la quota di quel mese avrebbe potuto pagarla nel prossimo.
    Vedete una differenza ?
    Quando muore un imprenditore, nessuno di Equitalia va a porgere le condoglianze e se per un grosso problema un pagamento slitta, scattano subito fior di interessi.

  • Giorgio

    esempio 4 anni fa hò aperto un ‘ attività artigianale creando un credito d’iva di 54000,00 neuri ,questi mica te li ridanno ( come accade invece nella vicina germania, che il mese successivo alla denucia di credito te li bonifica sul conto ditta dandoti cosi una spinta non indifferente), passano anni perchè li puoi solo compensare oppure devi fare una trafila fra fidejussoni bancarie accertamenti vari, epoi ci vogliono un paio di anni comunque e nel frattempo hai chiuso bottega perchè hai beccato un periodo di crisi.!!!

    ma va fan cu, poi si lamentano che le aziende scappano all’estero

    maledetta quella volta CHE SONO TORNATO in patria

    ob

  • albert

    VENETO STATO INDIPENDENTE!

  • Massimo74

    @Leonardo Facco

    Non solo lo stato pretende di essere pagato,ma la cosa scandalosa è che i soldi li vuole pure anticipati,infatti a novembre ti chiede addirittura il 98% delle tasse calcolate sulla base del’anno precedente e se non puoi pagare poi ci pensa equitalia a mandarti la cartella esattoriale con interessi e sanzioni da usura,mentre quando è il cittadino ad essere creditore nei confronti della pubblica amministrazione,allora può aspettare anche mesi o addirittura anni prima di ricevere ciò che gli è dovuto.Poi, come nel triste caso in questione,alcuni non ce la fanno più e decidono di compiere gesti estremi.A volte mi viene da pensare che la mafia sia più clemente di questi aguzzini.

  • Giacomo Petrella

    In relazione all’imprenditore scomparso. E’ stato frustrante, stamane, dover tradurre la neolingua del Corsera per capire che il poveraccio vantava crediti con lo Stato.

  • Leonardo Facco

    SENTONO IL FIATO SUL COLLO:
    “Tra le altre novità in campo delle liberalizzazioni dovrebbe esserci lo slittamento dal 2012 al 2013 di tutte le norme relative, con l’eccezione appunto di quella delle farmacie. Vale a dire l’imposizione di distanze minime per l’apertura di esercizi e il divieto di aprirli in più sedi; la limitazione dell’esercizio di una attività economica ad alcune categorie o il divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di alcuni prodotti. Un aiuto arriva però per le aziende in crisi: via libera ad un emendamento che allunga di 72 mesi la possibilità di pagare le rate a Equitalia”. (CORRIEREDELLASERA)

  • Leonardo Facco

    BISOGNA CHIUDERLI PRIMA DEL 31-12-2011: 34 EURO, IMPOSTA SUI CONTI CORRENTI – Dal primo gennaio 2012 gli estratti conto annuali dei conti correnti bancari, di quelli postali e dei libretti di risparmio saranno gravati da un’imposta di 34,20 euro, se il cliente è persona fisica. Negli altri casi l’imposta è di 100 euro. Questa una delle novità previste dall’emendamento del governo alla manovra.

  • Leonardo Facco

    QUESTA E’ LA MERDA ITAGLIA:
    “Ogni operazione commerciale che porta l’azienda a vantaggi fiscali può essere considerato abuso di diritto e quindi punibile come elusione fiscale.
    Lo afferma la Corte di Cassazione con la sentenza 25537 del 30 novembre 2011, respingendo il ricorso di una grossa azienda che aveva contestato un’operazione giudicata elusiva nell’ambito di una triangolazione societaria.
    Nel caso specifico si era trattato di un acquisto di quote effettuato dalle controllate e del riacquisto delle stesse da parte della controllante. Secondo gli ermellini si ha abuso fiscale perchè, dal momento che l’unico motivo dell’operazione era l’ottenimento di un vantaggio fiscale, si verifica la condizione prevista dalla legge per cui “gli atti diretti ad ottenere vantaggi fiscali con l’aggiramento di obblighi o divieti previsti dall’ordinamento tributario siano privi di valide ragioni economiche“.
    Il mero vantaggio pecunario, pertanto, pur ottenuto in mancanza di un reato effettivo, non è da solo sufficiente a sollevare l’impresa dal rischio di essere accusata di evasione fiscale.
    Conseguenza di queste scelte è una ed inequivocabile: la libertà di impresa in Italia è costellata da una serie di restrizioni tali da renderla una sorta di “libertà vigilata”.
    Qualsiasi operazione commerciale che agli occhi del Fisco non abbia altra ragione che un risparmio di imposta potrà così essere considerata illegale. L’evasione fiscale, pertanto, più che a un reato può essere in alcuni casi assimilabile a un vero e proprio pesante fardello che grava sul contribuente”.

    • FM

      Processo (farsa) di Norimberga, molti anni fà.

      Non ricordo chi degli accusati tedeschi disse:

      “Non si può essere giudice e parte nello stesso processo”.

      FM

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